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Autore: loonaty    13/05/2011    2 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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31 – OCCHI CHE NON RIDONO PIU’

 
A volte per le persone diventa difficile sapere chi sono i buoni e chi i cattivi.
{Joyce Maynard - Un giorno come tanti
 
 
Di solito quando la gente muore è notte e piove a dirotto. C’è bisogno della pioggia per uccidere. La pioggia lava il sangue e se piangi non se ne accorge nessuno.
La stagione dei monsoni è finita da un pezzo ed il vento arido le secca la pelle mentre.
Però è notte.
Fissa il cadavere davanti a se.
Non è più una persona, solo un cadavere. I suoi occhi bruciano per un istante e si riempiono di lacrime … Tutto all’improvviso prende un inclinazione diversa, tutto si colora di rosso mentre le nuvole scorrono al contrario, il segno maledetto sfrigola l’anima devastata ulula.
Si china ad abbassare le palpebre fredde. Palpebre su occhi che ora non ridono più.
 
-Per avere il potere, salvare tuo fratello – Come lo sapeva?- devi impossessarti dello sharingan ipnotico.
-Come si fa?-
-Devi uccidere … La persona a te più cara. Il tuo migliore amico.-
 

-Allora non li hai più tagliati?-
La prima settimana si sarebbe aspettata di vederli sbucare dal nulla pronti a riportarla a casa.
La seconda pregava che da un momento all’altro facessero irruzione distruggendo i suoi piani.
Due mesi dopo Kioko aveva smesso di sognare. Quella porta sarebbe rimasta chiusa.
Nessuno l’avrebbe salvata.
Anche solo l’ammettere di averci pensato era qualcosa di inconcepibile. L’ammettere, in fondo, di averci sperato.
-No … Sono più belli lunghi- La voce trema, sembrava che avesse visto un fantasma. Sarebbe stata  meno sorpresa di trovarsi davanti Obito. Obito … Alzò gli occhi al cielo.
Questo non me lo perdonerai mai vero Obito? Scusami. Come al solito, lo faccio per me. Solo per me. Niente di personale in fondo.
-Kakashi come sta?-
-Bene … - Sorride sconcertata. Senza accorgersene hanno cominciato a girare in torno gli occhi puntati l’una in quelli dell’altra. A dispetto del tempo quelli non mutano.
-Bene?- Il tono sarcastico della falchessa incrina la facciata di sorpresa e dolore dell’amica.
-Speravi di trovarlo in lacrime per la tua scomparsa? A pezzi? Distrutto? Ti sbagliavi! Sta benissimo, perché ora … Ora ha me!-
Era sicura che quelle frasi l’avrebbero ferita, erano ciò che temeva di più eppure si scontrarono con qualcosa di freddo che le assorbì metabolizzandole in pochi secondi. Assunse l’espressione più indecifrabile della sua collezione ed iniziò l’analisi. Il sudore sulla fronte della ragazza. Si torceva le mani. La tensione dei muscoli, evitava il suo sguardo, i suoi occhi fuggivano a sinistra. Stava pensando a qualcosa che non esisteva. In poche parole mentiva. Nemmeno questo la toccò più di tanto. Sorrise sardonica.
-Rin, Rin, non puoi mentirmi, sono la tua migliore amica ricordi?-
Le sue parole contengono qualcosa di sbagliato.
Qualcosa che la spinge ad indietreggiare scuotendo la testa, la mora si acciglia facendo a sua volta un passo avanti.
-No? Non sono più la tua migliore amica?- Arriccia le labbra schioccando la lingua. –Sei cattiva-
Rin continua a scuotere la testa.
-Tu ci hai traditi … Sono morti tanti … Tantissimi … - Non riesce a finire la frase specchiandosi nel sorriso più dolce e falso che potesse mai incontrare.
-Sono morti tanti ragazzi? Tanti membri ANBU? Che peccato … Loro però non li conoscevo.- Piega di lato la testa. – Non è un male uccidere chi non ha alcun significato per te no? –
-Kioko … Kioko questa non sei tu! – Indietreggia ancora, poi si ferma abbassando la testa e stringendo forte i pugni. –Tu non sei cattiva!- urla.
-Hai ragione, io non sono cattiva, io sono dalla parte dei buoni, siete voi ad aver scelto il fronte sbagliato- La mantella nera si tende sulla schiena, non indossa l’uniforme dell’organizzazione. Non l’hanno ancora accettata. Ha incontrato solo il capo fino ad ora. Un tipo bizzarro, si azzarderebbe a descriverlo. Molto filosofico … Essenzialmente un pazzo … Ma in quei tempi disperati chi non lo era?
-Kioko per favore! KIOKO! TI PREGO!- Le sue gambe cozzano contro una superficie fredda. La lastra del monumento ai caduti. Le sue gambe incontrano il marmo mentre il vento porta via i petali dei fiori.
-Hai paura di me?-
-No, perché sei tornata?-
Perché non siete venuti a cercarmi? Contavo così poco? Non facevo parte della squadra? Non ero anche io parte di voi? No, certo. Non ho mai fatto parte di nulla.
-Per uccidere.-
Dopo fu solo sangue e stridore di denti.

 
Chissà se questo Sharingan ipnotico è valso la pena della faticaccia che mi hai fatto fare.
Kioko
Sì?
Come ti senti?
La risata irrompe dalla sua gola seguita dai tuoni. Eccola finalmente, la pioggia.
Non sento niente!
-NIENTE!- L’urlo si confonde con il frastuono del vento e lo scrosciare dell’acqua che lava il sangue e la polvere.
Non sento niente.
Kioko …
Sei un demone, per te è una sensazione abituale.
Già. Noi non sentiamo nulla.
E’ come essere fatti di ghiaccio.
E’ come non poter essere toccati dal sole.
 
 

Aveva  imparato a combattere. La stava facendo sudare, avrebbe potuto stroncarla con poco, ma non era da lei, voleva divertirsi. L’ultimo colpo le aveva perforato un polmone, quel bisturi di chakra era una schifezza assurda, sentiva grumi di sangue impastarle la bocca ed uscirle dal naso ad ogni respiro. Avvertiva un soffio nel petto seguito da fitte lancinanti. La prima cosa che aveva fatto la stronzetta era stato ridurle ad un ammasso di carne assolutamente inutile il braccio destro. Ricordava alla perfezione il suo chidori, ricordava benissimo il suo stile. Per questo ora non correva al riparo di una folta chioma, lì dove arrivava con facilità. L’avrebbe trovata già lì ad aspettarla. Quando la colpì a tradimento con una sasso sulla nuca non poté fare a meno di spazientirsi. A qualcosa serviva lo sharingan. A qualcosa serviva quel serpente. La ragazzina era veloce, ora però prevedeva ogni sua mossa. Davanti, dietro. Un calcio poderoso dall’alto, la sua mano sinistra si illuminò d’azzurro gracchiante e afferrò la caviglia. La castana non riuscì nemmeno ad urlare e fissò la sua carne strapparsi a brandelli e ricadere a terra, il muscolo era completamente scoperto, Rin atterrò malamente, finalmente trovando il fiato per le grida dopo la sorpresa iniziale. I tendini! Le aveva reciso i tendini!
 Vide Kioko incombere pericolosamente su di lei. Non ce la può fare. Non ce la farà. Deve scappare, fuggire, c’è una casa a poca distanza da lì … Striscia lasciandosi dietro una scia di sangue, si afferra alla superficie della lapide. L’Uchiha non sorride. –Non te lo aspettavi vero? Posso ricreare il mille falchi su ogni centimetro del mio corpo. Forte vero?- Deve fuggire! E’ pericolosa. È pazza! Si vedeva dagli occhi. La guardavano e non la vedevano realmente. Non la metteva a fuoco.
 

Kioko fece un altro passo mentre il respiro le diventava sempre più difficile, l’emorragia interna non si fermava, ma nemmeno lei. Procedeva zoppicante verso l’amica pronta ad affondarle il chidori nello stomaco. Ad un certo punto però ebbe un fremito. Un’esitazione, i suoi piedi s’impiantarono nel terreno a pochi metri da Rin, la falchessa si piegò su se stessa vomitando fiotti di sangue nero.
 
Ce l’ha fatta. Perché allora fa così male ? Kioko, la sua Kioko , non le aveva lacerato solo un polmone, anche indebolito le arterie.  Era bastato un consumo sopra la media di chakra per farle esplodere. Le restavano cinque minuti di vita se era fortunata. Vide gli occhi iniettati di sangue della ragazza fulminarla.–Scusa!Scusa Kioko! Scusa! Scu … - Le lacrime che le rigavano il volto si tinsero irrimediabilmente di sangue. Abbassò la testa, ma già sapeva cosa avrebbe visto. Dopotutto il dolore la diceva già tutta. La mano di Kioko le attraversava il ventre e stringeva la sua colonna vertebrale. Altre lacrime le rigarono il volto. Voleva urlare, ma non possedeva più un diaframma. La nera assassina ritirò di scatto la mano. Le vertebre cedettero e Rin si accasciò sulla lapide dipinta di sangue.
 

Fissò il cadavere composto e pulito accanto alla lapide. Si avvicinò ed afferrò il mazzo di rose appassite che giacevano sul monumento e lo strinse tra le mani rigide della fanciulla.
Si allontanò barcollante mentre sotto la sua pelle una macchia rossa e nera si espandeva sempre più velocemente.
 
 
-Dimmi, quanto sei idiota?-
Le mani gelide dell’uomo si posarono sul suo ventre piatto mentre sotto l’effetto di una qualsivoglia droga sconosciuta Kioko ridacchiava in preda all’ euforia.
-Se mi date missioni idiote- Ghignò stiracchiandosi e poi gemendo di dolore.
Orochimaru le diede uno scappellotto.  E lei si lamentò flebilmente per riprendere poi a ridere.
-C’era tanto sangue! Tantissimo!- Continuava a ridere mentre lui le affondava il bisturi nella pelle facendo scorrere il sangue e rinsaldando con il chakra le ferite interne. Cominciava ad irritarlo, solo che l’anestesia totale non funzionava su  di lei. Una parte del suo cervello restava sveglia e registrava il dolore … Non che a lui fregasse molto del dolore, anzi, imprimeva una certa foga al bisturi e fissava i lembi arricciati della ferita in estasi. Il sangue che colava in grumi compatti unito al siero lo deliziava. Però Pain gli aveva imposto di non farle del male, che serviva loro intera. Maledetto guasta feste. Non aveva idea di cosa significasse il progresso della scienza.
Un singhiozzo della falchessa lo distrasse dai suoi pensieri. Quando la guardò in volto vi notò immediatamente la più completa lucidità, una smorfia le imbruttiva il viso.
-Rin è morta-
Orochimaru rimase spiazzato. Come?
-Sì, l’hai uccisa tu- Le droghe solitamente non provocavano amnesia. Afferrò il vasetto da cui aveva stillato il liquido e ne scrutò le controindicazioni corrucciato.
- Ho lo sharingan ipnotico –
Ancora concentrato sulle istruzioni e con due dita infilate in uno squarcio sulla sua pelle bianca l’uomo annuì brevemente.
Si aspettava chissà quale reazione. La ragazza invece tornò a ridacchiare nuovamente sotto la pressa mentale degli antidolorifici.
 
 
 
Seduto sul letto fissava il pavimento con la pesta fra le mani.
I suoi occhi.
Non li avrebbe più rivisti sorridere. L’aveva promesso ad Obito che l’avrebbe protetta! Lo aveva promesso!
-P-erchè? P-perché mi lasciano tutti?- Scivola sul tatami con le mani strette tra i capelli mentre le lacrime bruciano.
-PERCHE’? KIOKO! PERCHE’?!- Perché lo hai fatto?
Io amavo Rin? Con il tempo avrei imparato ad amarla, ti avrei dimenticata maledetta! Tu invece devi lasciarti alle spalle una scia di sangue. Non mi hai dato mai nemmeno una possibilità. Già la vita non era stata buona con me … Però avevo imparato … Stavo imparando cosa significa avere una famiglia.
Tu stai distruggendo tutto.
Tutto.
 
   
 
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