Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: tomlinsoulmate    14/05/2011    3 recensioni
Lo guardò, insistentemente, come se non l'avesse mai fatto realmente; era sempre così maledettamente perfetto, nonostante tutto, lo era in ogni singola sfumatura che assumeva ed anche ora, impresso in quella fotografia e con il viso tirato in un sorriso di circostanza, riusciva ad esserlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Faithfully






Lo guardò, insistentemente, come se non l'avesse mai fatto realmente; era sempre così maledettamente perfetto, nonostante tutto, lo era in ogni singola sfumatura che assumeva ed anche ora, impresso in quella fotografia e con il viso tirato in un sorriso di circostanza, riusciva ad esserlo. La porta si aprì producendo il solito scricchiolio, ma Victoria non si voltò, troppo presa ad ammirare l'istantanea che, da un'ora ormai, teneva stretta tra le dita.

"Vic tesoro, ti cercano al telefono. E' Jackie, penso sia una faccenda importante", la avvertì la madre, in un sussurro.
"Non sai di che si tratta?", chiese lei di rimando, voltandosi appena e guardando la donna ferma sul ciglio della porta.
"Credo sia preoccupata per qualcosa, mi ha chiesto solo di cercarti. Vuoi che ti porti il telefono?", chiese nuovamente, premurosa.
"No, no tranquilla, torna pure di sotto. Userò questo. - disse indicando distrattamente l'apparecchio azzurrino posato sul comodino - Grazie mamma", concluse poi alzandosi e rivolgendo un sorriso alla donna che, socchiusa nuovamente la porta, la lasciò sola.
Afferrò la cornetta del telefono e, portandosela all'orecchio, si accomodò a gambe incrociate sulla trapunta color pastello; non fece tempo ad aprir bocca, la sua migliore amica la precedette, qualche secondo prima.
"Darlin' se parli così però non capisco niente, respira su", la bloccò lei, sul nascere.
"Ok, sì ora mi calmo, promesso", rispose l'amica, al di là della cornetta.
"Ecco brava, adesso con calma mi spieghi tutto dall'inizio", fece Vic, sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita all'acconciatura.
"Princess, tieniti forte. Sei seduta, vero?", chiese Jackie con una punta d'entusiasmo nella voce.
"No guarda, sono sull'orlo di un precipizio e volevo darti l'ultimo saluto, ho deciso di farla finita..Ma ti pare? Certo che son seduta, anzi, per la precisione, sono sdraiata..ah, e Strawberry ti saluta tanto", concluse, prendendo in giro l'amica.
"Ancora non l'hai buttato quell'ammasso di peli che ti ostini a chiamare orsacchiotto? Ti prego almeno dimmi che non ci dormi più, saresti da ricovero in caso contrario", pigolò la rossa, sospirando sconfitta.
"La smetti per piacere? Dammi sta notiziona e fammi tornare ad amoreggiare con il letto", tagliò corto l'altra.
"Uh sì, scusa..dicevo..stasera non prendere impegni, chiaro?", chiese con tono deciso; e la sua richiesta assomigliava più ad una minaccia, ma Victoria non ci fece caso, abituata com'era ad uscite del genere.
"Sì, è chiaro, ma sai, vorrei solo capire di cosa si tratta o è un segreto, pure questo?", chiese Vic, cominciando seriamente ad impazientirsi.
"Sei tu, è colpa tua, mi confondi le idee e non mi fai arrivare al nocciolo della questione. Comunque, dicevo, stasera tu ed io andremo al Sound e non accetto un no come risposta", decise lei.
"Allora a sto punto direi che l'unica cosa che rimane da chiedere è l'orario, perchè immagino che avrai pensato anche a quello, o sbaglio?", chiese la mora, arrendendosi alla frenesia dell'amica di sempre.
"Vedo che stai cominciando a collaborare princess, sono fiera di te", commentò l'altra, ridacchiando soddisfatta.
"Ora non ti gasare e dimmi quanto tempo mi rimane per attuare il miracolo", continuò a scherzare Vic.
"Alle nove sono ai giardinetti, fà pure i tuoi conti. Pronti, partenza, via! Ci vediamo nei prati in fiore tra..uhm..quattro ore e dieci minuti", esclamò Jackie chiudendo la comunicazione.
Victoria affondò, disperatamente, il viso tra i cuscini sparsi sul letto; lo faceva per lei, per non farla pensare, per farla svagare e questo lo sapeva bene, ma, nonostante questo, i suoi pensieri si concentravano, indiscutibilmente, sempre nello stesso punto. Cercò di non rifletterci ulteriormente, ma, alzandosi dal letto e passando accanto alla scrivania per raggiungere il piccolo bagno posizionato sul lato destro della stanza, il suo sguardo cadde ancora, e inavvertitamente, sul viso sorridente della foto che, il vento infiltratosi dalla finestra lasciata aperta, aveva fatto precipitare sul marmo sotto i suoi piedi.
"Sai che non tornerà, vero?", la voce candida e sussurrata di sua madre la richiamò; Vic abbassò lo sguardo per poi rialzarlo, qualche attimo dopo.
"Ne abbiamo parlato tante volte mamma, io sto bene ok? Sì, so che non c'è, ma io sto bene", sussurrò la ragazza, con decisione.
"Entrambe sappiamo che non è così, perchè ti ostini a nascondere tutto il dolore che stai provando? Non sorridi più e ho paura che tu possa dimenticare il modo per tornare a farlo, tesoro", continuò comprensiva.
"Sto bene ed ora lasciami sola, devo prepararmi. Esco con Jackie stasera", concluse poi, rintanandosi nella stanzetta adiacente alla sua; ora poteva farlo, sola poteva buttar fuori tutto quanto, eppure non ne era capace. Non sapeva più piangere.

...

"L'hai più sentito?", la voce, improvvisamente sommessa, di Jackie fece voltare Vic che, rivolgendo nuovamente lo sguardo al prato, si lasciò sfuggire un sospiro, uno di quelli che difficilmente la sua migliore amica riusciva a comprendere.
"Lo sento sempre, tutti i giorni. Non mi ha abbandonata, perchè nessuno lo capisce?", domandò la mora portando le mani a toccarsi il capo; ed era così, non le aveva detto addio e lei lo sapeva bene.
"Nessuno lo capisce perchè è un comportamento strano princess, se ami una persona che bisogno c'è di andarsene? Aveva tutto qui, aveva te soprattutto eppure non è bastato", esclamò la rossa sfiorando la guancia dell'amica.
"Mi sono stancata di dare spiegazioni a tutti, io lo so il motivo ed ora, per favore, andiamo e lasciamo perdere il discorso. Non ho voglia di pensarci, anche stasera", rispose lei, alzandosi in piedi; e Jackie fece lo stesso senza aggiungere altro.

...

Si guardò intorno sorseggiando lentamente il secondo drink della serata; Jackie era in pista a scatenarsi, ma lei proprio non se la sentiva di ammassarsi in quel groviglio di braccia e gambe. Non era mai stata una di quelle che amava ballare, o meglio, non in quelle circostanze; preferiva starsene ad osservare i movimenti delle persone accanto a sè e, quella sera, di gente ce n'era veramente tanta.
"Non stai esagerando un po', Vic?", il tocco leggero di una mano sulla sua spalla ed una voce che, improvvisamente, sovrastò il frastuono della musica proveniente dagli autoparlanti del locale, la fecero voltare di scatto; ed un sorriso le colorò il viso come, probabilmente, non accadeva già da troppo tempo.
"Chris!", esclamò in un gridolino; appoggiò il bicchierone sul bancone del bar per poi tornare a portare attenzione al ragazzo che, dal canto suo, la strinse in un abbraccio.
"Fatti guardare! Sei uno splendore, baby!", esclamò lui a sua volta lasciandole un bacio sulla fronte.
Vic sorrise ancora, di cuore. "Ma che ci fai qui? Quando sei tornato?", gli chiese, felicemente sorpresa; ma Chris non ebbe il tempo di rispondere. Una musica che, la ragazza, conosceva fin troppo bene, fece voltare entrambi verso il palchetto illuminato solamente da un cerchio di luce.
"Ethan..", sussurrò lei portandosi una mano alle labbra; e fu in quel momento che una lacrima, di gioia, sfuggì ai suoi occhi colmi d'emozione. "Tu lo sapevi!", disse poi voltandosi verso il ragazzo che, con un gesto, la incoraggiò a muoversi. "Vai baby, cosa aspetti?", le sussurrò.
E lei lo fece. Cominciò a farsi spazio tra la gente, spintonando chiunque decidesse d'intralciare il suo cammino. Arrivò nei pressi del palchetto nel momento in cui, dalle labbra del ragazzo posizionato davanti al microfono, uscirono le parole che, da sempre, le sussurrava nel corso delle loro innumerevoli conversazioni telefoniche. "I'm still yours, I'm forever yours, ever yours..Faithfully".
La melodia sfumò ed Ethan, abbandonando la sua chitarra acustica sullo sgabello, scese dal palco e, finalmente, si ritrovarono occhi negli occhi.
"Non dire niente, abbracciami, ti prego", sussurrò lei buttandosi tra le sue braccia che, prontamente, la strinsero.





Note dell'autrice.
Oddio, questa shot non ha un senso, me ne rendo facilmente conto, ma avevo bisogno di scrivere, un bisogno vitale e così, eccomi qui e, soprattutto, eccola qui.
La canzone che dà il titolo alla storia è "Faithfully" dei Journey. Ascoltatela, ve lo consiglio ;D
Ringrazio comunque chiunque deciderà di leggerla e, soprattutto, di recensirla.
Kiss :*

Martì.


  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: tomlinsoulmate