Aster
Capitolo
6.
<<
Tu! >> diciamo contemporaneamente, puntandoci un dito
addosso. Il suo
sguardo è identico al mio; a parte il fatto che il mio
è cremisi.
<<
Io? >> esclamiamo sempre insieme. La stessa rughetta
sulla fronte, la
stessa posa delle labbra. << Come
“io”? >> chiediamo di nuovo nello
stesso istante con voce stridula.
Mi
sembra di parlare -o meglio gridare- a uno specchio. Le altre ragazze
scoppiano
a ridere. << Sorpresaaa! >>
Poi
capiscono che non è uno scherzo e ci guardano con sospetto.
<<
Non mi dire che già la conosci...? >> la
delusione si affaccia sui loro
volti. Vaniglia, in particolare, non è proprio entusiasta di
questa opzione,
forse avrebbe voluto assistere al nostro primo incontro: devo dirgli
assolutamente che è così.
<<
No, no però- >> però cosa?
No,
non la conosco però oggi l’ho sognata che mi
chiamava per nome insieme a mia
madre? Non l’ho mai vista in vita mia però mi
sembra di conoscerla da sempre?
<<
Io ti ho sognata! >> dice Shirley con gli occhi sgranati,
interrompendo
la frase, che non ero neanche certa di concludere. Alla fine decido di
ammettere la verità. Faccio un passo avanti, lentamente,
attratta da una forza
invisibile; limatura di ferro senza volontà propria che
segue una grande
calamita.
<<
Anche io. >> Per un attimo il silenzio sembra invincibile
contro le
migliaia di parole – frasi confuse, sconnesse – che
lottano tra loro per la
conquista delle mie labbra.
<<
Wow… ecco, questa sì che è una
sorpresa! >> esclama Vì.
<<
Com’è possibile? Cioè,io non ti
conosco. >> dice Shirley. Avrei usato le
stesse parole, ma il corpo non risponde ai comandi, è
paralizzato e non
abituato ad essere colto alla sprovvista; inoltre, per fermare la mia
avanzata,
ha preferito bloccarsi definitivamente.
Il
mio povero cervello, al contrario, sta per scoppiare.
Lo
sguardo vaga per la stanza e, guidato da quell’imprevedibile
destino, si posa
sulla foto di una giovane coppietta. L’uomo, alto e robusto,
circonda con un
braccio (muscolississimo) le spalle di una donna incinta.
Non
una donna qualunque.
Mia
madre.
Shirley
si gira seguendo il mio sguardo; dato che la notizia non l’ha
sconvolta più di
tanto- avrà già condiviso un sogno con qualcuno??
- sorride e mi fa:<< I
miei genitori, Aberdeen e Edgar Poppy. >> . La sua voce
è dolce, piena d’amore
per le due persone che l’hanno messa al mondo. In tanto Tommy
si è affacciato,
curioso di sapere cosa è successo di tanto importante da
allontanare la sua
ragazza per tutto questo tempo. Ma non mi interessa. Ho ben altro a cui
badare,
come trattenermi dal gridare a squarciagola o esplodere di
felicità (mi è già
capitato, e non credo sia una buona idea rovinare questa casetta.)
<<
Allora, tu dovresti essere la mia sorpresa,eh? >> Non
rispondo, eppure ho
sentito chiaramente la domanda. Forse sono troppo presa a guardare la
foto con
quella bella donna dai capelli rossi: quanto tempo ho passato pensando
a lei? A
chiedermi se ci saremmo mai rincontrate? Troppo.
Aberdeen… il
nome mi scivola
sulle labbra più volte, come gocce d’acqua salata
dopo un bagno al mare.
Quelle
che mi inumidiscono gli occhi e mi bagnano il viso, però, si
chiamano lacrime:
lacrime di gioia, di felicità pura, quasi infantile, lacrime
di un’orfana che
scopre di avere dei genitori. Le fondamenta piene di buchi sulle quali
avevo
costruito la mia vita, ora sono finalmente salde e forti.
Aster
Poppy, ecco il mio nome per intero.
Mi
chiamo Aster Poppy e fino a un momento fa ero sola.
<<
Babù, che le prende? >> sussurra Vì
all’orecchio di Vaniglia.
<<
Davvero non lo so. >> risponde
quella guardando le mie guance rigate e bagnate.
“Forse
è il caso che ti riprenda” mi dice il Buonsenso. Aspetta. penso, e corro ad abbracciare
mia sorella.
<<
Hey! Che cosa… >>
<<
Dov’è Aberdeen?? Dove sono i tuoi genitori??
>> dico tutto d’un fiato
allontanandomi da Shirley. Non sono ancora pronta per le parole
“ mia madre ” e
“ mio padre ”.
<<
Ehm, Aster, non è il caso di… >>
Sussurra Pervinca prendendomi per il
polso. Mi accorgo del silenzio totale ed estremamente triste che
aleggia nell’aria,
piuttosto preoccupata della reazione di tutti.
<<
No, Vì, tranquilla, sto bene. Aster, loro non ci sono
più da molto tempo. >>
Cado
di colpo dalla nuvola candida sulla quale avevo raggiunto la
beatitudine
celeste, atterro sul suolo duro, e sprofondo. Non so se
potrò più uscire dalla
fossa creata dall’impatto.
<<
C-c-cosa? >>
<<
Aberdeen è scomparsa il giorno in cui sono nata, e Edgar se
n’è andato per infarto
un anno e mezzo fa. >>
Ah.
Una perdita recente. Sicuramente mai quanto la mia. Voglio morire,
voglio
morire, voglio morire.
<<
Ehi, tutto bene? Sembri una foto in bianco e nero… Li
conoscevi? >>
<< Più o meno. >> dico con amara ironia. << Ma mi sarebbe piaciuto rivederli. Soprattutto mia madre Aberdeen. >>
Ohhhhh
mio dio!! Questo capitolo
è stato davvero difficile da scrivere!! Spero
ne sia
valsa la pena di continuare questa ff… mi scuso con tutti
per il ritardo, e se
volete chiedere qualcosa per chiarire eventuali dubbi della trama,
lasciate una
recensione, e state sicure che risponderò
a tutte :D
un
bacio
PiccolaPerfidaSplendidaMarty
(ex-martyocchiblu)