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Autore: artemide88    15/05/2011    15 recensioni
Isabella Swan ha iniziato a lavorare presso la sede newyorkese di una multinazionale. il suo capo? Edward Cullen, ovviamente. non si sopportano ma lei ha bisogno di un lavoro e lui di una segretaria. e poi c'è una promessa da mantenere...buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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cap4 AVVISO!!!
NOTE PRIMA DI LEGGERE...
Anche i migliori possono sbagliare. così potrebbe iniziare questo piccolo avviso prima del capitolo...oh, si scusate!!! il capitolo c'è, è proprio qui sotto =)
ma LEGGETE per favore. nello scorso capitolo avevo scelto come ubicazione della spa il confine tra gli stati di New York e del New Jersey . Ebbene, la destinazione dei nostri impavidi eroi è cambiata
. -e il capitolo prima è stato corretto.-
Scusate...lo so, non è molto importante dove vanno....ma mi sembra giusto dare il massimo della precisione. io ci tengo alla mia storia! =)
Bando alle ciance...sono già abbastanza in ritardo con questo aggiornamento...ma leggete per favore anche le note finali...sono importanti!!
ora non mi rimane che dirvi: BUONA LETTURA!!





CAPITOLO 4 – CHE DIO ME LA MANDI BUONA


Isabella aveva alzato gli occhi fino ad incontrare quelli verdi del suo capo. Purtroppo, facendo due conti molto velocemente, si era vista costretta ad accettare quell’invito.

“che Dio ce la mandi buona. A lui più che a me.” Pensò mentre si accordava per farsi andare a prendere alla ventidue in punto sotto casa sua. “potrei avere istinti omicidi durante il viaggio...”

Più volte in quel pomeriggio ebbe tempo di rimpiangere la sua decisone. In realtà si era accorta di aver fatto la cazzata del secolo un secondo dopo aver detto quel maledetto si.
 
Per esempio quando l’estetista strappò con fin troppa foga una striscia, facendole trattenere un urlo (tanto da farle meditare di portare solo pantaloni lunghi). O quando, per esempio, aprì il suo armadio e lo guardò sconsolata. Oltre ai tailleur che usava per il lavoro, il resto era una serie di comodi jeans e magliette. Due sparute gonne erano relegate sul fondo con altrettante camicie. E di andare a fare shopping proprio non aveva voglia...e il suo conto in banca era già stremato.

Si sentì senza un briciolo di femminilità, anzi questa era ai suoi minimi storici, sotto lo zero, ma d’altra parte era così orgogliosa e determinata che non aveva nessuna intensione di sfigurare davanti agli altri in quel week end. Non le interessavano i pettegolezzi ma non aveva nessuna intenzione di farsi parlare alle spalle per tutto il tempo, senza considerare che le malelingue l’avrebbero perseguitata anche sul posto di lavoro.

Già i discorsi delle altre donne le rimbombavano nelle orecchie. Prima di sapere a cosa era dovuta tutta quella agitazione aveva pensato solo a stupide chiacchiere femminili. Poi, mentre usciva dal lavoro, era iniziato il suo incubo personale.

Non aveva mai parlato con le sue colleghe ma le orecchie ce le aveva, e funzionavano bene anche. In ascensore tutti parlavano senza sosta di quello che avrebbero messo in valigia. Completi intimi raffinati, abiti eleganti ma anche qualcuno sportivo. Ma soprattutto contavano...come cosa? Contavano quanti cambi sarebbero riuscite a fare! uno per la colazione, uno per la mattinata, uno per il pranzo, uno per il pomeriggio, un altro per la cena e infine uno per il dopocena. A questo punto Isabella si era chiusa le orecchie, non voleva proprio sapere come si sarebbero vestite per la notte. Aveva già abbastanza mal di testa e il disgusto per tutta quella vanità le aveva fatto venire una leggera nausea.

Erano poi solo due giorni!! Più di dieci cambi per due giorni erano troppi!

Tuttavia, l’agitazione da vestiti delle colleghe non era nulla in confronto alla sua per il viaggio, chissà che altro le avrebbe combinato il suo capo.

“fanculo!” disse Isabella, togliendo i vestiti dall’armadio come una furia e deponendoli sul letto o sul divano del suo monolocale. Scelse poi dal mucchio qualche maglietta, le camicie più sportive, una gonna e due paia di jeans, giudicandoli più che sufficienti. Infine prese il giubbino senza maniche imbottito. L’estate era alle porte, ma anche le montagne lo erano. Infatti aveva controllato il sito della spa dove avrebbe trascorso il week end, era ai piedi delle Catskills Mountains. Prese le sue fedeli sneakers, e mise tutto in uno zaino da montagna...quella era la sua unica valigia, non set di borse firmate. Tuttavia la cura non venne meno, pose le camicie e le gonne al di sopra di tutto, in modo che non si stropicciassero troppo. Sollevò lo zaino e lo mise su una spalla, afferrò la tracolla e si avviò alla porta.

“cazzo!” imprecò proprio mentre stava per uscire di casa. aveva dimenticato felpe e maglioni. Pensa a una cosa e ne dimentica altre cento!

Posò lo zaino e corse all’armadio, aprì ante e cassetti per cercare qualcosa di comodo. Nel mentre faceva l’elenco delle cose che aveva preparato, dopotutto aveva dimenticato già qualcosa.

“beauty, jeans, scarpe, pigiama e mutande, reggiseni, calzini...”

Ma la sfiga si sa che non va mai in giro da sola. Si accompagna sempre alla puntualità...degli altri. il signor E. Cullen suonò al citofono alle ventidue precise. Isabella avrebbe preferito farsi trovare pronta in strada per non dargli motivo per criticarla. O per non farlo accomodare nel suo disordinato monolocale...

Scese di corsa le scale, rischiando un paio di volte di cascare, tanto che una vicina, sentendole fare tutto quel rumore, si affacciò alla porta.

“manca solo l’impicciona di turno!” borbottò a denti stretti, figurarsi se avesse visto il signor Cullen! Isabella sarebbe diventata il pettegolezzo più succulento dell’intero palazzo! Ma che dico! Dell’intero vicinato!

Fatto sta che la nostra maldestra eroina, con fatica uscì dal portone (rischiò infatti di incastrarsi tra le ante per via del voluminoso zaino) e si trovò davanti il suo bello e perfetto capo. Jeans e camicia sportiva, scarpe del tennis ma aria sbarazzina...stava appoggiato come un divo del cinema alla sua macchina tirata a lucido.

Edward sorrise nel vederla uscire trafelata dal portone, aveva scommesso con se stesso che l’avrebbe trovata già pronta ad attenderlo, magari seduta sul marciapiede. Comunque il suo ritardo ammontava a un solo paio di minuti. Quella ragazzina impertinente tutto sommato si stava dimostrando parecchio attenta e puntuale, svolgeva il suo lavoro con professionalità e soprattutto non aveva tentato ancora di saltargli addosso come il resto delle dipendenti (o delle sue precedenti segretarie).

“il bagagliaio è aperto.” Le disse soltanto per poi salire in macchina.

Quando anche lei lo raggiunse, Edward avviò l’auto e commentò: “non andiamo in campeggio, sa signorina?”

Isabella, seduta rigida e con la mente vigile, si girò appena verso di lui, senza commentare.

Il silenzio fu il padrone di quel viaggio, nessun tentativo di conversazione da parte di Edward andava oltre uno sguardo, o una risposta monosillabica di Isabella che si ripeteva come un mantra, che Dio me la mandi buona...

“si rilassi signorina...non guido così male...” disse acidamente Edward, incazzato per la postura rigida e il silenzio del suo compagno di viaggio. Non ottenendo risposta si voltò verso di lei.

Dormiva. Chissà da quanto poi! Era l’una del mattino e mancava poco al loro arrivo. Aveva scelto con accuratezza l’orario di partenza. Oltre ad avere il pomeriggio impegnato in una riunione con gli azionisti, aveva preferito mettersi in moto quando il traffico era calato. Molti preferivano trascorrere il week end fuori città e il flusso in uscita dalla Grande Mela non era indifferente.

Inoltre così non avrebbe avuto problemi per l’incontro del giorno dopo, sarebbe stato rilassato e fresco come una rosa, mentre i suoi dipendenti...sorrise sadico. Da quando aveva in gestione la sede newyorkese dell’azienda di famiglia, quello era il primo week end che aveva organizzato. Da tempo circolavano voci sul fatto che quella sede non avesse abbastanza rigore, per quello era stato mandato lui a sistemare gli affari. Avrebbe fatto vedere a tutti il nuovo corso della Guns n’ Cullen, avrebbe dato un nuovo volto di serietà e professionalità alla sede.

Il piano prevedeva una fase uno, in cui tutti si sarebbero rilassati e rassicurati, Edward Cullen non era quello squalo come lo descrivevano.

Per attuare il suo piano, avrebbe fatto rilassare tutti (e sadicamente illudere) alla spa, cercando al tempo stesso di farli sentire gratificati per creare lo stimolo e l’ambiante adatti al duro lavoro dei mesi successivi. Se al rientro tutti si fossero mostrati più motivati e convinti nel lavorare non sarebbe scattata la fase due. Altrimenti... Insomma, stava pregustando come avrebbe strapazzato i dipendenti.

Fermò l’auto dopo un’altra mezz’oretta di viaggio ma non svegliò al sua segretaria, ancora nel mondo dei sogni. Per quello ci sarebbe stato tempo...

Andò alla reception, sul bancone solo una piccola lampada in stile liberty che illuminava flebilmente l’aria circostante. Prima che potesse chiedere alla ragazza mezza assonnata la sua stanza e una per Isabella, una piccoletta con l’aria decisa gli si avvicinò.

“Amber!” tuonò facendo sussultare la receptionist. Povera lei...stava sonnecchiando così bene!

la ragazza si riprese in un nanosecondo e sorrise al nuovo arrivato.

“buonasera. Posso aiutarla?” la piccoletta dai capelli corvini scosse la testa.

“Amber, camera 308, vista lago, Edward Cullen. I documenti glieli faremo firmare domani mattina. Sbrigati.” Poi si voltò verso Edward.

“scusami, soliti impiegati scansafatiche.” Disse afferrando la chiave che la ragazza ammutolita le passava.

“vedere che non sei cambiata per nulla in questi mesi è un toccasana per me.” Edward le sorrise. “la mia donnina di ferro.” Rise e l’abbracciò. “la camera è quella che ti avevo chiesto, Alice?”

“certo stronzetto.” Sorrise anche lei. “vista lago, ovviamente.”

“si, ecco...non ne avresti una vicina e comunicante? C’è anche la mia segretaria e...”

Alice alzò la mano per interromperlo. “papà mi aveva detto che avevi una nuova collaboratrice, avevo già predisposto tutto. Unica regola, niente sesso con lei qui, non voglio mentire a papà se mi chiede qualcosa sui vostri rapporti.”

Edward alzò gli occhi al cielo. Non aveva mai pensato che Isabella era anche una donna...donna nel senso di partner, amica, compagna di letto...chi più ne ha, più ne metta. Per lui era solo la sua segretaria rompipalle ma utile.

Schioccato un bacio alla sorella andò a svegliare la ragazza. Le portò addirittura lo zaino per fare il gentile, lei sembrava non essere molto reattiva.
“sembra che non dorma mai la notte...”

“abito dall’altra parte della città rispetto all’ufficio. Io mi alzo presto la mattina per essere puntuale alle nove, non arrivo alle dieci e mezzo...”

“e che cazzo!” Pensò Isabella. “acidità per acidità!”

Prese stizzita il suo zaino dalle spalle del suo capo, non avrebbe mai permesso di farsi aiutare. Entrò nella immenso hall ma non si soffermò sui dettagli, voleva solo avere un letto. Alice Cullen le si parò davanti e la squadrò da capo a piedi, prima di dirle, con fare critico.

“io e te mia cara, dovremo fare una lunghissima chiacchierata. Questa intanto è la chiave della tua camera. Buonanotte.”

“Impazzirò in questi due giorni...che Dio me la mandi buona.” Si disse mentre si coricava tra le bianche lenzuola del suo letto.





p. s. dell'autrice: allora? che ne pensate?

oggi è il giorno degli avvisi e delle precisazioni, portate pazienza, le note finali saranno un po' più lunghe del solito.

1 -avete capito che tipo di azienda è la Guns n' Cullen? ovviamente nella mia testa malata c'è il suo perchè e presto lo scoprirete anche voi. il titolo della ff è rimanda proprio al genere di attività della famiglia Cullen...e anche qui se ne vedranno delle belle....


2 -per il calo delle recensioni: grazie mille per avermi donato tempo, parole, sostegno. non mi volevo lamentare nel capitolo prima, ma tratto la mia ff come se fosse una creaturina, quindi preferisco sapere in modo diretto se non piace o se non convince, in modo da farla crescere al meglio. ho sempre sostenuto che sia più facile avere mille recensioni positive che una negativa, ma quell'una ti fa crescere più delle altre mille. -fine del Sara pensiero profondo-

3 -avete mai letto Farfalle Colorate? se no, fatelo, merita davvero, a mio modesto parere. io l'ho fatto e la location iniziale è in una spa nella valle dell'Hudson. la mia decisone di ambientare la ff in una spa nel cuore del Catskills State Park è antecedente la lettura della ff di Stupid Lamb, ci tengo a precesarlo. io stavo cercando alcune informazioni e ho trovato delle immagini...ma le vedrete anche voi, don't worry!

4 -per chi lo ha chiesto, è impossibile scrivere un pov Edward in questa ff. la terza persona è e rimarrà la voce narrante. tuttavia spero che con questo capitolo abbiate capito un po' cosa pensa Edward. ma vi assicuro che prossimamente ne scoprirete delle belle (ne sono rimasta stupita anche io...)

ora! UN GRAZIE IMMENSO A TUTTI!! alla prossima, Sara
ah...io sono questa QUI se mi aggiungete, ditemi chi siete!! grazie =)
   
 
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