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Autore: iride89    17/02/2006    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come la scuola di Hogwarts nacque...dopotutto la Rowling non ha che sfiorato l'argomento...e questa è la mia versione dei fatti come Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde, semplici ventenni, dovranno affrontare magie e ostacoli per creare una scuola... leggete e recensite in numerosi mi raccomando!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pozioni

Salve a tutti! Chiedo scusa se non ho potuto inserire prima…problemi scolastici! Cmq spero di deliziarvi con questo cap un po’ più lungo del solito…leggete e fatemi sapere!

 

 

 

 

Capitolo 18 – Spiegazioni

 

 

 

Cosetta stava migliorando a vista d’occhio. Se prima la opprimeva un forte mal di testa e le articolazioni urlavano quando lei si muovevano, ora riusciva a camminare, alzarsi, sedersi, stendere e piegare le braccia senza fatica, anche se con lentezza.

 

Era passata ormai una settimana da quando si era svegliata e suo padre non la lasciava mai sola, fatta eccezione per quando il Conte lo richiamava perché aveva bisogno di lui per la preparazione della premiazione…ma anche in quei momenti non era sola, i suoi tre amici restavano sempre con lei…

 

Quella mattina però, dopo che un messaggio del Conte aveva chiamato urgentemente suo padre, chiuse gli occhi e fece finta di dormire, così quando i tre giovani la videro beatamente appisolata decisero di uscire quatti quatti per non disturbare…

 

E Cosetta poté aver qualche minuto per poter pensare, era tanto che non lo faceva…nonostante fosse felice di aver trovato persone così care, la sua anima di Corvonero richiedeva qualche momento di opportuno silenzio e calma.

 

Ripensò a tutto ciò che era successo, al ciclope, al suo incantesimo, al fatto che aveva vinto il torneo, a Tosca, a Salazar, a Godric…

 

Pensò a quest’ultimo con dolore, ricordava durante il suo sonno che la sua presenza era sempre molto vicina, anche se non lo poteva udire o vedere, lei sapeva che c’era, e se da una parte le faceva piacere, dall’altra le dispiaceva immensamente.

 

Una fitta di angoscia le attanagliò lo stomaco, sapeva che Godric provava qualcosa per lei, ma lei…

 

Proprio mentre stava pensando ai suoi sentimenti, la porta si aprì facendo entrare un bel giovane castano che prudentemente si avvicinò al letto dell’ammalata, ancora ricoverata in infermeria.

 

-Buongiorno Cosetta, ti senti meglio?-

 

-Buongiorno Richard. Ti ringrazio sto bene…e tu?-

 

i due ragazzi si conoscevano abbastanza bene, lui viveva alla corte dei Corvonero, e in un certo senso erano cresciuti insieme, nonostante in tutti quegli anni si fossero scambiati solo parole di circostanza, e senza nemmeno con troppo entusiasmo.

Cosetta all’inizio si stupì leggermente di una sua visita, nonostante sapesse che ogni estate lui la passava da suo zio nel castello di Garthsow.

 

Lui si avvicinò passandosi una mano tra la capigliatura, come per sciogliere nodi inesistenti.

 

-bene anch’io, grazie- dopo un attimo di titubanza si sedette sulla sedia accanto al letto e riprese a parlare sotto lo sguardo incuriosito della ragazza –senti, devo chiederti una cosa importante…lo so che io e te non ci siamo mai parlati veramente, però…è da una settimana che cerco di parlare con Tosca…tu forse non lo sai, ma ci siamo incontrati durante la sua prova…solo che tutti i miei tentativi sono stati vani, passa tutto il tempo con te o con quei due tipi che hanno vinto…- distolse un attimo lo sguardo per l’imbarazzo, non era da lui chiedere certe cose…- comunque ti ha per caso parlato di me? È arrabbiata per qualcosa?-

 

Cosetta spalancò la bocca per lo stupore…Richard Merovit, il ragazzo più menefreghista della Corte di Corvonero, le stava chiedendo aiuto per “conquistare” Tosca…perché ora ne era certa…Tosca le aveva parlato del loro incontro, e tra i vari sussurri e parole incomprensibili pronunciate da una biondina alquanto imbarazzata,  riuscì a capire che tra quei due  qualcosa era scattato…

 

Rise di gusto mentre Richard assumeva un’espressione seccata –forse è meglio che vada…è stato uno sbaglio chiederti aiuto…- così con gli occhi che mandavano bagliori si alzò di scatto facendo spostare la sedia che emise un cigolio fastidioso…non pensava che Cosetta Corvonero potesse prendere in giro qualcuno!

 

-no, aspetta…- la ragazza era riuscita a reprimere quegli attacchi  di risa -…non volevo offenderti, solo che…- e qui riprese di nuovo a ridere, facendo perdere la pazienza al giovane che si voltò risoluto a lasciare l’infermeria -…ti ho detto di aspettare! Tosca mi ha parlato di te…-

 

a quelle parole il giovane Merovit ruotò il capo guardandola con un sopracciglio alzato…cominciava a diffidare…

 

-mi ha parlato della vostra chiacchierata sotto il portico dei gelsomini…- e qui si aprì in un dolce sorriso che fece arrendere il ragazzo che istintivamente riprese posto sulla sedia…ora pendeva dalle sue labbra…si sentiva in ansia, preoccupato…

 

-ti ha detto qualcosa di spiacevole? Perché non mi vuole più vedere?-

 

Cosetta gli prese la mano con fare solidale –lei non ce l’ha con te, anzi…forse è meglio che ne parli con lei, io non posso dirti cose che dovrebbero uscire dalle sue labbra…posso solo dirti come la penso…ho osservato come parlava di te e ascoltato ciò che mi diceva…lei ce l’ha con sé stessa, ha paura di essersi scoperta troppo con una persona che nemmeno conosce…-

 

Lui si distese in un’espressione sollevata e un po’ triste –bè, grazie per questa illuminazione, però non mi sei di grande aiuto…- la guardò speranzoso.

 

Lei scrollò le spalle e gli disse solo –diciamo che i gelsomini sono diventati i suoi fiori preferiti…-

 

 

 

 

 

Era da una settimana che ogni momento libero lo passava con Cosetta, insieme a Tosca e a Salazar, che era diventato un amico con cui scherzare e parlare…Tosca invece sembrava assente, aveva sempre la testa sulle nuvole e quando un tipo con gli occhi verdi si avvicinava a loro, le sue guance si imporporavano e li obbligava ad andare tutti e tre a fare una passeggiata…

 

Godric però era curioso, sapeva di essere un bel ragazzo, di essere forte, coraggioso e simpatico e voleva passare del tempo da solo con Cosetta…ora che con Salazar aveva più o meno chiarito cosa lo legava a quella ragazza, non ce la faceva più ad aspettare…

 

Suo padre e gli altri ex-giudici (dato che ormai la competizione era conclusa) erano sempre introvabili, stavano preparando qualcosa di speciale per la competizione, cosa che avrebbero scoperto molto presto.

 

Era pomeriggio, pomeriggio presto, e Salazar era andato a cercare Lector che era misteriosamente scomparso…rabbrividiva sempre a pensare quel rettile, non gli piaceva molto…aveva deciso di far visita ai giardini per cogliere qualche fiore da donare alla dolce ragazza dei suoi sogni…era indeciso tra le rose e dei tulipani, quando sotto il portico che si affacciava al giardino vide Tosca con in mano dei piccoli fiorellini bianchi di natura ignota per lui, che seduta su una panca di pietra singhiozzava sommessamente…cercò di avvicinarsi lentamente per vedere cos’era successo quando quel solito giovane arrivò correndo da dentro il Castello e la raggiunse

 

Godric si nascose dietro una colonna intermante coperta da quella pianta con i piccoli fiori bianchi che emanavano un forte profumo…era pronto ad intervenire se quel tipo avesse cercato di far del male alla sua piccola amica…ma quello che vide lo lasciò un po’ spiazzato, e lo convinse ad andarsene…

 

 

 

 

 

Tosca sentì dei passi avvicinarsi lentamente…in quei giorni si sentiva così strana che senza accorgersene si era ritrovata a piangere stringendo dei gelsomini che le sporcarono le dita di linfa bianca…non si arrischiò ad alzare lo sguardo temendo di incontrare quello della persona che non voleva vedere…

 

Sentì una mano accarezzarle i riccioli biondi e scendere fino a sollevarle il mento con delicatezza…e lì incontrò i suoi occhi…due paia di smeraldi si sfiorarono…

 

Richard si sedette accanto alla ragazza e dopo averle asciugato quei grossi lacrimoni le strinse le mani sporcandosi le sue con la stessa linfa che gocciolava dal rametto appena colto da Tosca.

 

Le sorrise prima di chinarsi su di lei.

 

Lei del resto era paralizzata, non sapeva cosa fare…lui sapeva condurla con dolcezza, guidarla con amore, e lei si lasciava trascinare e sfiorare lo sguardo…lo vide avvicinarsi con il viso e istintivamente chiuse gli occhi che lasciarono scivolare le ultime gocce salate e schiuse le labbra con il solo desiderio di incontrarlo.

 

E si incontrarono, con dolcezza, con amore, si sfiorarono le labbra nel bacio più semplice e intenso…nel loro primo bacio.

 

 

 

 

 

Quella stessa sera, i quattro giovani vincitori vennero chiamati a presentarsi nella sala più grande del Castello, la Sala che aveva ospitato le prime sere con tutti gli altri novantaquattro concorrenti…appena entrarono rimasero sbalorditi da come era stata arredata…gli stendardi delle quattro famiglie si alternavano sul soffitto colorandolo di familiarità.

Al centro un grande tavolo apparecchiato per dieci persone era illuminato da una miriade di candele fluttuanti che bagnavano come oro colato gli innumerevoli fiori che rallegravano la Sala.

 

I quattro giovani videro i rispettivi genitori intenti a discutere allegramente con il Conte e Richard, anche lui invitato a partecipare.

Sembrava che si fossero messi d’accordo per onorare le proprie casate, e a questo pensiero Tosca si lasciò sfuggire un sorriso divertito mentre incrociava con lo sguardo gli occhi colmi di gioia di Richard.

 

Galviano Grifondoro indossava una lunga tunica bordeaux con lacci dorati, Simeon Serpeverde, invece, una ricca veste smeraldo decorata con bordi argentei, altrettanto eleganti Theodore Tassorosso con una veste d’ambra e colletto di seta nera e Charles Corvonero con un delizioso abito blu notte e manto nero.

 

Ma, il più sobrio fu sicuramente il Conte Merovit completamente vestito di un neutro nero.

 

I quattro si avvicinarono al tavolo e vennero accolti da caldi sorrisi e un applauso intimo dei famigliari.

 

-bene, ora sarà meglio riempire i nostri stomaci…dopo un delizioso banchetto sono sicuro che riuscirete a digerire meglio il premio che vi attende…bene, accomodiamoci!-

 

così i due Merovit si accomodarono ai capi della tavolata.

 

Tosca si precipitò quasi a sedersi accanto al ragazzo dagli occhi verdi, Cosetta le si accostò e così fecero gli altri due. Non senza che Godric desse una gomitata all’amico Serpevrde per sedersi vicino alla Corvonero.

I padri si sedettero di fronte ai rispettivi figli e la cena poté iniziare.

 

-Arrosto di cinghiale con patate!- il Conte scandì quelle parole e subito la pietanza richiesta gli si presentò nel piatto dorato, mentre ampolle magiche ricolme di vino dal colore del rosso rubino si spostavano continuamente a riempire le coppe e i calici vuoti dei commensali.

 

Dopo aver capito il meccanismo della cena, tutti ordinarono i propri piatti preferiti.

 

Naturalmente Tosca e Godric non riuscirono a non dare spettacolo involontariamente, e così ordinarono due o tre pietanze contemporaneamente ritrovandosi così sostanze altamente sospette nei piatti che vennero sostituite da diligenti elfi domestici accorsi a sistemare il guaio dei due pasticcioni.

 

La sera proseguì senza troppi impicci, fatta eccezione per il quasi soffocamento di Sir Tassorosso che quasi si strozzò con la selvaggina ordinata e un bicchiere di cristallo andato in mille pezzi fatto cadere dal Conte dopo un brindisi di troppo.

 

L’aria era intrisa di allegria, le pance piene rendevano pace ai proprietari, mentre un dolce rosso rubino tingeva le gote degli uomini che quella sera avevano alzato un po’ troppo il gomito.

 

 

-bene, ora che siamo tutti sazi e soddisfatti è giunto il momento di darvi il premio…o meglio spiegarvelo…prima però dobbiamo spostarci da qui…seguitemi in una stanza dove potremo conversare tranquillamente.-

 

così i dieci commensali si alzare da quelle comodo sedie imbottite per seguire il Conte.

 

Camminarono per i corridoi, salirono le scale magiche che per quella sera sospesero la loro attività di muoversi e confondere le persone. I quadri, o meglio le persone raffigurate, cercavano di spostarsi di cornice in cornice per vedere ciò che accadeva.

Le candele illuminavano là dove la luce della luna e delle stelle non riuscivano a raggiungere, mentre ogni giovane si chiedeva dove stavano andando? Cosa avrebbero ricevuto? Perché tutti quei misteri?

 

E si sarebbero susseguite altre numerose domande se il Conte non si fosse fermato di fronte alla statua di un bruttissimo mostro alato. Un mitico essere tipico delle cattedrali ce sarebbero state costruite in stile gotico…un Gargoyle.

 

Questo enorme rappresentazione mostruosa serviva sicuramente ad intimidire chiunque si fosse avvicinato, per non parlare del fatto che, mentre Tosca si era avvicinata incuriosita da quella statua, quella prese a parlare e a muoversi facendo indietreggiare la ragazza.

 

-parola d’ordine- un ruggito, se così si può definire, tetro e minaccioso uscì dalle fauci pietrose.

 

Il Conte parve rianimarsi –naturalmente, naturalmente…ehm…Pax et Lux!-

 

A quelle parole Simeon Serpeverde ebbe un moto di disgusto, solo il conte poteva scegliere come parola d’ordine la forma latina di “pace e luce”.

 

L’animale di pietra, però, reagì in modo diverso, lasciando che i dieci personaggi potessero salire sulla scala a chiocciola che si snodava verso l’alto.

 

Tutti i giovani sgranarono gli occhi…che diavoleria era mai quella?!

 

Con una certa preoccupazione salirono su quelle scale dopo i genitori, portati in alto da quei gradini di pietra.

 

Giunsero così ad una grande porta di quercia lucida con battenti dorati…il Conte la aprì per mostrare una stanza circolare con al centro un grande tavolo, anch’esso circolare.

 

Quella era l’unica stanza di una torretta che lasciava intravedere la torre più alta del castello, dove avevano sostenuto l’esame di Astronomia, il lago e grandi distese erbose.

 

Gli ex-giudici sorridevano soddisfatti mentre gli altri cinque si guardavano intorno ammirati e dubbiosi, poi però il Conte ruppe il silenzio riportando su di sé l’attenzione generale

 

-Prego, Godric, Salazar, Cosetta e Tosca, accomodatevi al tavolo…-

 

così i quattro citati si avvicinarono alla tonda tavolata e solo all’ora riuscirono a notare il lavoro d’intarsio effettuato sul piano…il tavolo infatti riportava una grande rosa dei venti, usata dai marinai, indicante i quattro punti cardinali.

 

Istintivamente Cosetta si sedette sulla poltroncina blu notte posta in prossimità del Nord, Godric su una rossa nei pressi dell’Est, Tosca prese posto su quella gialla vicino al Sud, e Salazar su quella verde rimanente a Ovest.

 

-è giunto il momento, cari ragazzi, di ricevere il premio “tanto atteso”…ma mi chiedo se si possa definire “premio” ciò che sto per dirvi…- si fermò a scrutare negli occhi ogni ragazzo, e riprese a parlare dopo aver sorriso mestamente a ciascuno -…vent’anni fa una Sibilla aveva predetto che sarebbe nati quattro giovani in grado di portare luce in un periodo così buio per noi maghi…come ben sapete in questi anni la magia è sempre stata condannata…ed è per questo che io ho deciso di organizzare una competizione, per scoprire chi erano quei quattro talentuosi che sarebbero riusciti a risollevare la nostra comunità…-

 

Tutti i ventenni si guardarono stupiti, non riuscivano ancora a comprendere le parole del vecchio Merovit.

 

-…so bene che ciò che vi sto dicendo possa apparire alquanto strano, ma…siete voi…non sono mai stato sicuro come ora…vedervi riuniti a quel tavolo…ora mi è chiaro…siete voi, su di voi ricade la responsabilità, il grande compito e onore di porre fine al dolore arrecato dall’essere maghi…-

 

-ma…come?- Cosetta si arrischiò a parlare –come potremo noi? Siamo solo quattro ragazzi! E voi ci avete mentito…abbiamo dovuto superare delle prove, difficili, pericolose…per cosa? Per poi doverne superare un’altra che non ci impegnerà per un paio d’ore, ma per tanto tempo…crescere con la paura del fallimento, dell’indignazione…lei non ci può obbligare! Perché non ce ne ha parlato prima? Perché…?-

 

Cosetta era letteralmente esplosa. Il suo abituale animo tranquillo venne sostituito da aggressività e paura. Le gote le si tinsero di rosso e gli occhi brillavano minacciosi, mentre Salazar e Godric si alzarono accennando con la testa l’appoggio all’amica.

 

Solo Tosca rimase seduta e calma, anche se gli occhi le si riempirono d’indignazione, e non lasciò nemmeno parlare il Conte per spiegare, perché fu lei a prendere la parola

 

-Quando ho accettato di partecipare a questo Torneo, nemmeno io sapevo in consisteva il fantomatico premio, e nemmeno m’interessava…volevo solo poter conoscere nuove persone e speravo di vedere una comunità, unita e attiva…speravo davvero che questa potesse essere un’occasione di ritrovo per portare la pace…e non vedo perché vi stiate lamentando, io accetto la responsabilità e il compito che c’è stato offerto, perché è sempre stato il mio sogno…e se non volete essere altruisti e pensare un po’ a tutte quelle persone che soffrono per una condizione che non dovrebbe arrecare sofferenza, vi sarei grata di uscire da questa stanza!-

 

Sbalorditi…tutti erano rimasti sbalorditi da quelle parole e fissavano sbigottiti una Tosca decisa e risoluta alla quale si inchinarono con rispetto.

 

Godric e Salazar si risedettero e Cosetta riprese la sua solita espressione di calma…tutti colpiti dalle parole della ragazza bionda si decisero a riflettere sulla questione e dopo un cenno rivolto al Conte, quest’ultimo insieme ai padri e a Richard uscirono in silenzio dalla stanza…

 

 

 

 

 

 

Ed ecco il 18° cap…caspiterina! Cmq la situazione si sta smuovendo, ormai si è arrivati al momento cruciale per i quattro fondatori di prendere una decisione…con Godric, Salazar e Cosetta indecisi e dubbiosi e una Tosca, invece, consapevole e matura…spero che vi sia piaciuto e spero naturalmente che lo commentiate!

 

Ora, come di consueto, si ringrazia calorosamente:

 

-Juliet: ciao carissima, pensavo di non risentirti più! Come stai? Grazie mille per il commento, mi fa piacere che il capitolo sia di tuo gradimento e che anche il personaggio di Tosca ti piaccia, perché lo ammetto piace molto anche a me, anche se all’inizio non sapevo bene come dovesse essere dato che la Rowling non ne ha mai parlato apertamente, solo il Cappello Parlante ogni tanto dava qualche informazioni…cmq grazie 1000, bacioni

 

 

-Angelikall: ciao bellissima…quando ho letto la tua recensione mi sono data della malata di mente…che scema, era ovvio che ti riferivi alla fondazione della Scuola, e io invece mi scervellavo inutilmente…pensavo di aver dimenticato qualcosa, di aver tralasciato un avvenimento! Non sai che imbarazzo! ^///^. Non te la prendere, non è che non sei stata precisa, solo che a volte (ok lo ammetto, molte volte!) sono così tonta! Grazie mille per la recensione, mi fa sempre piacere ricevere i tuoi commenti…mega baci!

 

-lilyblack: sono proprio contenta che lo scorso cap ti sia piaciuto, ci tenevo molto a una tua considerazione, dato che ti ritengo una colonna portante del personaggio di Cosetta, che non so mai come inserirla nelle situazioni…cmq grazie millissime per il tuo commento, fammi sapere anche per questo cap, bacionissimi

 

 

 

Grazie anche a tutti coloro che leggono ma non recensiscono…vi esorto vivamente a farlo!

 

                        …baci Iride89

 

 

 

 

 

PS: se vi piace il personaggio di Remus Lupin, mi farebbe piacere che leggeste la ff che ho scritto su di lui e che si intitola “la scatola dei ricordi”…è un po’ triste, ma anche molto corta, quindi mi rendereste felice se lasciaste un commento anche piccolo piccolo, tanto per sapere se è un’emerita schifezza che era meglio lasciare sul mio computer e non inserirla!

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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