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Autore: 48crash    16/05/2011    2 recensioni
Premetto che il mondo del rock mi ha sempre affascinato. Ho sempre trovato figure particolarmente interessanti le groupie, e ho sempre desiderato diventare una di esse. Ma documentandomi un po' sull'argomento, ho scoperto che non era affatto semplice reggere la vita della groupie. Forse qualcuno che aveva la mia stessa idea leggendo la mia ff cambierà idea.
NON è tratto da una storia vera, ma cercherò di rendere il tutto il più realistico possibile. E' la storia di una ragazza, groupie, che conoscerete andando avanti. Parla della sua vita al fianco degli Arosmith, all'inizio della loro carriera, nel periodo tra Get Your Wings e Toys In The Attic, quando la loro vita era davvero tutta "sesso, droga e rock 'n' roll", quando io avrei dato l'anima per essere lì in mezzo. Però sono qui, e non mi resta che parlare di questa ragazza, alla quale con lo scorrere del tempo mi sono affezionata, a lei e a tutti i suoi problemi, alle sue follie, alle sue passioni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 ottobre 1974, 15:45
Siamo ripartiti. Mentre a settembre siamo rimasti tutti fermi a Boston per un paio di settimane, ora abbiamo ripreso il tour in giro per gli States, e penso che riusciremo a fermarci solo per la fine dell'anno.
Ci stiamo divertendo, e la storia di Summer sembra solo un miraggio lontano nel tempo. Tutto va a gonfie vele, nonostante l'aspra critica che è stata riservata ai primi due album degli Aerosmith, il pubblico li ama (hanno già una specie di fanclub che li segue in giro durante il tour, senza contare noi groupies), e siamo tutti convinti che il terzo disco andrà alla grande.
<< Col cazzo! Io te l'ho detto che non la voglio più fare! >> Joe scende dal pullman su cui viaggiamo con la sua chitarra in spalla, e si siede per terra di fronte a me appoggiando la schiena a una delle grandi ruote posteriori e guardandomi. Io continuo a fumarmi la mia canna con la schiena appoggiata al muro e la sciarpa fino al mento.
<< E allora fai quello che vuoi! Tanto un altro chitarrista lo troviamo subito, e magari non si porta dietro una sgualdrina come quella! >>
Come non detto. Va tutto bene, ma Steven e Joe non fanno che litigare. E l'argomento più gettonato, ultimamente, è Sweet Emotion, la canzone che Steven ha scritto parlando di Elyssa, la ragazza di Joe, e infilandoci tutto l'odio che prova per lei. Joe, dal canto suo, la suona perché piace a tutti, ma ogni volta ci dobbiamo prodigare per convincerlo. Senza contare che a me Elyssa neanche piace.
Steven, dal canto suo, è geniale come al solito, ma è troppo fatto per stare in piedi la maggior parte del tempo. E questo non migliora molto le cose tra lui e Joe.
<< Che palle, mollo la band >>sbuffa Joe.
Sorrido. Dice così ogni volta.
<< Non ridere, Jay. Lo faccio stavolta >>.
Sbuffo fuori il fumo, che vola nell'aria grigiastra di New York. << Non dire cazzate, sai che non lo farai >>.
Fa una pausa e si accende una sigaretta. << Già. Nemmeno stavolta >>ammette alla fine.
<< Dai che alla fine non puoi dirgli di no, a quello là >>dico sorridendo. Li ho seguiti perché non riuscivo a dire di no alla mia stessa proposta.
Alza gli occhi al cielo. Lo sa. Per questo motivo lo hanno tirato fuori da dietro la batteria per metterlo a fare il frontman, nessuno sa incantare la gente come lo fa lui.
Nel frattempo, Steven scende incazzato dall'altro lato del bus, e se ne va senza dire una parola. Sarà ancora ubriaco da ieri sera, infatti barcolla.
Lo guardiamo allontanarsi con espressioni ironiche. Poco importa, ora di sera si riprenderà di certo.
All'improvviso, sento un odore piacevole nell'aria. Un aroma di cibo, fragrante. Scatto in piedi, attratta dalla prospettiva di mangiare, visto che non faccio un pasto decente da un paio di giorni, e vedo arrivare Joey a braccetto con Liza, la ragazza che ha rimorchiato qui e che in questi giorni lo segue ovunque, che brandisce un pacchetto fumante.
Gli corro incontro e glielo strappo dalle mani, portandolo sul bus quasi volando. La sola idea di mettere qualcosa sotto i denti mi fa quasi piangere dalla voglia.
Joey, Liza e Joe mi seguono immediatamente, e Kathie, che dormicchiava sul pavimento del veicolo, si avvicina a me, che sto sventrando il pacchetto accanto a lei. Larissa non ha voluto venire, è rimasta a Boston a governare l'appartamento di Beacon Street. La storia di Summer l'ha sconvolta sul serio.
<< Cibo? >>esclama Kat entusiasta rovistando in un sacchetto.
<< Uh-uhm. Sì >>faccio io infilandomi in bocca una manciata di patatine fritte.
Gli altri si avvicinano e prendono anche loro qualcosa, mettendosi a discutere della band per la quale apriranno stasera.
Mi guardo attorno sorridendo come un'ebete, pensando all'ironia della scena. Sono qui, sempre in viaggio, sempre fatta, senza nemmeno sapere se domani mangerò o no; eppure sono felice.
Chissà cosa ne avrebbe pensato di me ora la me stessa di un paio di anni fa. Sicuramente non avrei mai immaginato, allora, che sarebbe venuto fuori qualcosa che avrei amato così tanto da decidere di abbandonare tutto. Né che, pur di stare con cinque persone che non conoscevo fino a qualche mese fa, avrei accettato di vivere senza nessuna sicurezza, senza nemmeno sapere se fra un mese sarò ancora viva, o morta di fame o di overdose. Né, tantomeno, che tutto questo mi sarebbe piaciuto così tanto.
<< Sapete dove trovare una cabina telefonica? >>chiede Kat ad un tratto, accartocciando un sacchetto.
Gli altri la guardano un po' interdetti.
<< Penso ce ne sia una all'incrocio con la 10a >>dice Joey. << Ma non ci giurerei. Che ci devi fare? Non chiamerai mica i tuoi... >>continua con un tono vagamente allarmato. Kathie e Larissa sono originarie di New York, e in teoria ora dovrebbero essere nel Kentucky a fare non ho capito bene cosa. Una volta Kat ha cercato di spiegarmelo, ma ero così ubriaca che ho riso tutto il tempo, e lei, visto che lo era altrettanto, ha riso anche più di me. Alla fine, ho capito che hanno detto che volevano andare a fare le groupies, e il loro genitori non erano d'accordo (quelli di Larissa su tutta la linea, quelli di Kathie a quanto pare solo sul fatto che andasse a farlo per un gruppo semisconosciuto che forse non avrebbe mai fatto successo, piuttosto che per un gruppo già ben consolidato, visto che erano abbastanza libertini e le avevano sempre lasciato fare ciò che voleva), così si sono inventate qualcosa tipo che andavano a curare una nonna, o a stare da un'amica, o non so cosa. Tra le ipotesi c'è persino quella secondo cui Kat si è sposata per riuscire a scappare con la scusa di andare a vivere dal marito.
<< Ma dai! Pensi che voglia far vedere ai miei che la loro “bambina” è tornata a New York?! E soprattutto, lo direbbero subito ai genitori di Larissa che io sono qui, e lei dov'è? Chiamo Larissa, scemo >>risponde lei.
<< Aaah >>fa lui. << Mi stavo già spaventando. Abbiamo già avuto a che fare con i genitori che ci volevano uccidere, e poi mi è venuta la vaga idea che tu ti sia pentita di essere venuta
qui >>.
<< Ma figuriamoci, non vi mollerei mai. E secondo te cosa dovrei fare? Far vedere a mia madre in che stato sono tornata dove non dovrei assolutament essere? O far vedere Steven? >>
Tutti scoppiano a ridere. In effetti immaginare di presentare Steven ad una qualsiasi coppia di genitori come si deve è abbastanza comico.
<< Beh, io vado a vedere se c'è qualcosa. Non mi piace che Lar stia là da sola >>. Kathie si alza e scende dall'autobus, quasi scontrandosi con Brad, che stava tornando da uno dei suoi giri.
Lui sale e si unisce a noi e mangia ciò che è avanzato, poi ci ritiriamo entrambi sul fondo dell'autobus e ci sdraiamo per terra avvolgendoci in una coperta per riuscire a dormire un po'.

Vengo svegliata da una mano che mi scuote leggermente la spalla.
Socchiudo gli occhi, mi volto e scosto la mano dalla mia spalla, borbottando e alzandomi a sedere. Mi trovo di fronte il viso di Kat, abbastanza stanca e visibilmente preoccupata, che mi allunga una bottiglia di whiskey. Ne prendo un sorso e le chiedo cosa sia successo, poi, vedendo il buio fuori dal bus, anche che ore sono.
<< Sono già le sette e mezza >>mi risponde lei. << Ho dovuto stare in giro un po', per trovare la cabina telefonica. Poi ho visto mia cugina per strada, e ho dovuto scappare per non essere beccata >>.
<< Quindi sei riuscita a sentire Lar? E sei preoccupata per lei >>.
Inarca leggermente un sopracciglio. Beccata.
<< Perché? >>le chiedo.
<< Dice che non esce molto di casa, ma che se la fa con un tipo. Uno sposato >>.
Sgrano gli occhi e quasi non le sputo in faccia il resto del whiskey. << Ma...Larissa?? Stiamo parlando della stessa persona? >>
Lei annuisce. << Ah-ah. Non me lo sarei mai aspettato da lei. La storia di Summer l'ha fatta uscire di testa >>.
Mi gratto il collo e prendo un altro sorso. Almeno non ha pensato di suicidarsi.
<< E chissà chi è questo tipo... >>buttò lì.
Brad, che stava ancora dormendo accanto a me, si volta, interrompendoci. È sveglio.
<< Che ore sono? >>chiede.
<< Sette e mezza. Vai a prepararti >>suggerisce Kat alzandosi con lui. << Io e te parliamo dopo >> aggiunge facendomi l'occhiolino. Alla fine è sempre la stessa Kathie di sempre.





...E alla fine anche io sono la stessa idiota di sempre. Assenze lunghissime, e quando torno sempre i soliti capitoli corti e striminziti. Ma che ci posso fare, con questa storia non riesco a farli più lunghi! Sono dei flash.
Ad goni modo, per questo capitolo, le precisazioni saranno lampo anche loro. Mi sono cimentata nel descrivere (dopo il mio lunghissimo blocco) la vita "on the road" di una band ancora agli inizi, e ho cercato di scandagliare un po' i personaggi di Kathie e Larissa. Quello che ho detto sui litigi di Steven e Joe, e sulla canzone
Sweet Emotion, è tutto vero.
Spero vi sia piaciuto ;) Un grazie a tutti quei (pochi) coraggiosi che hanno letto e commentato finora :)
Lucy :**

 

  
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