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Autore: michiyo1age    16/05/2011    7 recensioni
"Doveva ammettere che dall'ultima volta che l'aveva vista, Temari era ingrassata.
Lo si notava sopratutto sulla pancia che era sempre stata piatta, non come una tavola, no di certo, ma giusta per una donna. Una donna non avrebbe dovuto avere i suoi addominali d'acciaio, ma neanche si notava visto che la kunoichi provvedeva sempre a coprirli con un soffice strato di morbidezza, che la faceva sembrare più femminile."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Se non è fame, cos'è?

Doveva ammettere che dall'ultima volta che l'aveva vista, Temari era ingrassata.

Lo si notava sopratutto sulla pancia che era sempre stata piatta, non come una tavola, no di certo, ma giusta per una donna. Una donna non avrebbe dovuto avere i suoi addominali d'acciaio, ma neanche si notava visto che la kunoichi provvedeva sempre a coprirli con un soffice strato di morbidezza, che la faceva sembrare più femminile.

A dir la verità, anche le braccia non erano poi così levigate come una volta che si erano visti, forse qualche mese prima, non si ricordava bene, e decisamente i fianchi facevano più fatica a stare nei loro ranghi come bravi soldatini.

Però anche lei! Dov'erano andati a finire i corpetti rigidi e gonne corte fino all'impossibile, e la rete dappertutto?

Boh, sparite nel nulla, ora quegli stupidi pantaloni gonfi l'accompagnavano dappertutto e le magliette larghe avevano quel colore indistinto di Suna. Fra un po' sarebbe andata in giro come nonna Chiyo o qualcun'altro della sua risma.

Era strano questo cambiamento repentino di costumi di una ragazza che si era sempre preoccupata di girare mezza nuda per il villaggio e fuori.

Non molti sembravano averlo notato, sinceramente: o era lui che stava dando di matto o era lei che lo nascondeva bene. Insomma non era normale per una ninja riuscire a mettere su tanti kili, eccettuato Choji, ma quella era costituzione e geni Akimichi.

Ad una donna fa sempre bene qualche chiletto in più intanto per ammortizzare gli urti, ma gli era sempre parso che Temari stesse bene così come stava, nulla di più nulla di meno. Era perfetta quando l'aveva conosciuta.

No, questo non andava bene. Si era ripromesso che non avrebbe più ripensato a lei a quel modo. Si era fatto tanti bei progettini mentali che li avevano assicurato l'incompatibilità tra volere e fare. Una qualsiasi relazione con Temari, di qualsiasi tipo fuori dal campo lavorativo, doveva considerarsi off-limits.

Questi limiti auto-imposti non venivano mica violati, se casualmente l'andava a trovare nel nuovo appartamento per gli ambasciatori che erano appena stato fatto ricostruire, vero?

Per caso aveva anche alcune carte che doveva farle firmare, che si era dimenticata di portarsi a casa! Guardi tu la vita come può essere una grande coincidenza!

Beh era decisamente curioso di riscontrare se le sue teorie fossero fondate oppure no.

Bussò alla porta con fare sicuro e ad accoglierlo venne una Temari a bocca piena, occupata a non far cadere il latte sul tappetino d'ingresso.

-Ahh cazzo- esclamò appena deglutito.

-Tsunade-sama mi ha mandato a farti completare queste- illustrò Shikamaru alzando le carte a mo' di prova. La ragazza gli fece gesto d'entrare, ormai il peggio era fatto.

Non sarebbe mai stata capace di mettere a posto la cucina prima che lui ci entrasse, quindi era inutile muoversi ed usare le sue innaturali abilità per togliere almeno le parti più incriminanti.

Shikamaru fu accolto nella stanza da una tavola imbandita di carte, cartacce, tovaglioli, coltelli, briciole, pacchetti di biscotti, vasetti di marmellata, maionese e chi più ne ha più ne metta.

Temari era...come dire? Sfatta?

Indossava una vestaglia allacciata male sopra una maglietta decisamente larga. I piedi nudi quasi strusciavano per terra e i capelli erano stati raccolti in una coda a mala pena decente.

Sembrava essersi appena alzata e Shikamaru lo sapeva, che non era una cosa possibile.

Se lui era sveglio a quell'ora, vuol dire che il resto del mondo si era alzato già da parecchie ore.

-Ma che cavolo...- tentò.

-Sta zitto Nara, non è proprio giornata- berciò la “ragazza” in risposta.

E mentre ringhiava questo si aggirava intorno al tavolo tondo tentando di far riscoprire alla luce la superficie liscia e lignea del ripiano sovracaricato. Non fu così semplice.

-Ti sei mangiata tutte queste cose?- esclamò Shikamaru incredulo.

-E se fosse? Non sono affari tuoi...di certo- gli lanciò un'occhiata penetrante carica di odio raffermo quanto il pane che stava buttando, senza tante cerimonie, nella pattumiera.

-Si può sapere, di grazia, da dove viene cotanta gentilezza nei miei confronti?- Shikamaru si era già accomodato, senza permesso, sulla sedia che gli permetteva una migliore visuale di quella strana cosa, su cui un giorno aveva fatto anche qualche pensierino, licenzioso o meno.

-Esisti, questo è il punto-

-Grazie tante, non posso farci niente. Se ti rassicura, esistere è davvero una seccatura-

-Non mi rassicura per niente- sbottò la kunoichi che anche, se di malumore, si ricordava le regole della buona creanza e stava preparando il tè a quell'essere abbietto che gli infestava la cucina con il suo solo respiro.

Temari capì poco a poco di stare oltrepassando il limite del sopportabile: neanche un sacco da boxe avrebbe potuto incassare ancora più colpi. Decise di essere più gentile.

-Non mi ricordo più perchè sei venuto a distruggermi l'anima-

Ok, era un brutta giornata. Non ci sarebbe riuscita.

Tutti i succhi gastrici e comunque tutto il materiale acido presente nel suo corpo si stavano posizionando in zona lingua pronti all'attacco al nemico per farlo battere in ritirata.

Non era giornata sicuramente per averlo trai piedi.

Sentiva come una sottospecie di insoddisfazione profonda e ignota che l'aveva spinta, quella mattina, a rimanere a letto e sbuffare e mugugnare cercando invano di dirigere i suoi pensieri per pascoli più felici.

Ma la sua mente sembrava voler dare forfait per puro spirito di contraddizione visto che di ogni scenario si intravedeva solo la strada impossibile e di ogni elucubrazione era visibile solo il lato negativo. Si era più o meno trascinata fino alla cucina per poi decidere che il frigo avrebbe dato quel conforto che la mente non riusciva a procurare.

Aveva cominciato con qualcosa di semplice: latte e biscotti, ma poi non le era bastato e finito quello, aveva intravisto anche la marmellata. Un certo numero di fette biscottate se n'erano andate quando alla sua voglia di dolce era sopravvenuta quella di salato.

Il frigo era stato aperto e si intravedeva un piccolo mondo di infinite possibilità di cibo.

Prese qualche affettato, ma il panino sarebbe risultato troppo sterile, allora scelse il formaggio da aggiungere, ma non ci sarebbe stata una vera e propria esplosione di gusto. Quando chiuse la porta, in mano aveva il suo fidato vasetto di maionese che sempre l’accompagnava in questi eccessi.

Quando il pane e i crackers furono terminati, non l’era rimasto altro che tornare al dolce.

Un’altra ondata di latte e biscotti le era sembrata opportuna. Ed era proprio in quel momento che Nara l’aveva colta con il mani “in pasta”.

Maledetto impiccione!

-Si può sapere cosa ti sta succedendo?- chiese il ragazzo vedendola raccogliere pure i resti, mere briciole, di quel panino leggendario.

-Avevo voglia di qualcosa e così l’ho accontentata- rispose lei sempre scontrosa. Gli rivolse un’occhiata torva e tolse il bollitore dal fuoco.

Shikamaru però quel giorno doveva essersi svegliato con la luna dritta, poiché non demordeva:-Non ti sembra di stare esagerando?-

Se mangiava davvero tutti i giorni così, chissà come sarebbe diventata. Era sempre stata una buona forchetta, ma questo decisamente voleva dire esagerare. Lo faceva per il suo bene: -Lo sai che sei ingrassata?- Attacco diretto e crudele.

Possibilmente da non rivolgersi mai ad una donna. Sperando che non abbia il ciclo, se no si è morti il secondo dopo.

-Che acuto osservatore- disse sarcastica Temari, che non si era risieduta e si aggirava per gli sportelli come un predatore in cerca della sua vittima.

-Mi stupisce davvero che tu l’abbia notato- proseguì –Non è forse perché sono ingrassata che metto vestiti larghi e comodi? Ti pare che io sia cretina e non riesca a vederlo, quindi saperlo?-

Uova, farina, un pizzico di sale e zucchero.

-Che stai facendo?-

Temari ruppe il primo uovo.

-Pan di Spagna- esclamò sorridendo –Ne ho voglia e me lo faccio-

Ecco il potere della conoscenza, il pericolo della conoscenza. Se quella donna non avesse saputo quella maledetta ricetta a memoria forse, sarebbe stato meglio per lei.

Fu strano vederla cucinare stando immobile a fissarla mentre sbatteva i tuorli con lo zucchero e montava gli albumi a neve. Tutto in lei seguiva quel movimento circolare della mano, soprattutto, Shikamaru lo doveva ammettere, il suo florido seno.

-Imburra la teglia- gli ordinò schiaffandogli gli attrezzi del mestiere sotto il naso.

-E come si fa?- sbraitò incredulo l’altro, che stava maledicendo la sua parte irrazionale che l’aveva condotto lì, mentre erigeva un monumento a quella razionale che aveva posto, giusti, limiti.

***

Quasi un’ora dopo la torta, pan di Spagna senza nulla, usciva dal forno, mentre Temari si era ammorbidita e parlava del più e del meno.

Aprì un’anta e tirò fuori lo zucchero a velo, un cassetto e vi prese uno strano strumento.

-Ma cosa non hai in questa cucina?-

-Io faccio in modo di avere tutto il necessario per far fronte a casi come questi-

-Come quali, scusa?-

-Come questi. Quando ho le paturnie, puoi dire quando sono depressa. Allora mangio e se non trovo nulla di buono, me lo invento. Solamente che non avere gli ingredienti a casa mi renderebbe più irritabile e allora faccio scorta-

Ricoprì la torta con tanto taaaanto zucchero a velo e poi se ne mise un po’ all’angolino del piatto. Tagliò una fetta e l’appoggiò con delicatezza e la diede a Shikamaru. Ne prese una, molto più generosa, per sé e la intinse nella piccola duna di polverina bianca.

Al primo morso la sua espressione divenne estatica e soddisfatta.

Gnam

-Ma ti capita spesso?- Quel giorno era proprio in vena di domande.

-Bah, non sono affari tuoi, scusa che ti frega?-

-Va bene, va ben. Sono affari tuoi. Uno non si può…lasciamo stare-

Temari non lo ascoltava più. Stava fissando assorta la sua immagine riflessa sullo specchio accanto alla porta. Parlò con voce strana, quasi a se stessa, in tono sconsolato: -Ti chiedi mai se quello che sta parlando in questo momento sei veramente te o se è una maschera? Io, ogni volta che mi vedo parlare con qualcuno sono stupita da quanto sembri un’estranea. Non riesco a credere che quella che sta muovendosi in questo modo, che sta facendo questo gesto sia proprio io. Non sembro io. Ma dall’altra parte, cosa ne posso sapere di come sono, se non posso vedermi normalmente? Forse la maschera appare solo quando sono io a guardare. Ma qual è la vera me stessa?-

Shikamaru si era alzato e le aveva messo una mano sulla fronte. Lei lo scacciò subito con forza e preoccupazione.

-Volevo vedere se deliravi- si scusò con un’alzata di spalle.

-Per una volta che stavo dicendo qualcosa di serio, Shikamaru, tu devi fare sempre l’idiota- sospirò e azzannò la fetta con lo stesso malumore iniziale.

Punto e a capo.

E lui era un idiota.

Si accucciò accanto alla sua sedia guardandola dal basso verso l’alto. Forse forse riusciva a vedere un principio di doppio mento. No, non era il momento per dire cose del genere.

E poi da quando era diventato così critico? A lui piacevano le donne in carne. Ma forse Temari era stata troppo perfetta per permettere un qualsiasi cambiamento.

-Si può sapere che cos’è che ti da queste “depressioni”?- chiese esasperato.

-Le cose non vanno- rispose lapidaria.

Shikamaru Nata fu costretto da lì in poi a continuare ad incalzare per riuscire a capire cosa stesse succedendo. Questa cosa, non solo non gli era per niente familiare, ma anche gli dava parecchio sui nervi. Scoprire però cosa desse il tormento a quella donna orribile era diventata una questione di principio.

Il discorso fu all’incirca così: -Non lo so…mi sveglio delle mattine senza voglia di alzarmi. (-Anch’io e non per questo mangio e secco alla gente- aveva replicato Shikamaru) e…la giornata sembra così inutile….non riesco neanche a fare quello a cui era abituata, mi annoio sempre….la sera torno a casa e il mio unico desiderio è il letto. Ma scusa non ti rende frustrata questa situazione!...a che cosa tende la mia vita se sono così? Un automa. Un fottuto automa, ecco cosa sono diventa…tu non lo puoi capire Signore delle Amebe. Ci sei nato così e stai benissimo nel tuo ozio, ma io… a me questa situazione uccide. E allora mangio. Insomma ho bisogno di una consolazione…e il cibo è l’elemento perfetto per me. Non ti chiede niente (addentò altre fette durante il discorso), ti da tutto, non hai bisogno di chiarimenti, spiegazioni, di rinunciare alla tua dignità. È là, quindi ti serve e non fa storie. Si da completamente a te ogni volta come se fosse la prima, senza riserve-

Shikamaru si alzò e fece scattare anche la ragazza tirandole un pizzicotto.

Insoddisfazione.

Non sapeva quale fosse la causa di questa sua profonda insoddisfazione, ma voleva colmare quel vuoto. Le prese il viso fra le mani e se lo avvicinò piano piano. Temari sembrava davvero senza forze, non lo fermò neanche per un secondo.

Posò le labbra delicatamente su quelle di lei. E poi le dischiuse facendo arrivare il suo respiro a quella ragazza, sempre troppo seccante per lui.

Lo voleva fare da troppo tempo, ma si era ripromesso di non farlo mai.

Adesso era lui quello avrebbe avuto le paturnie.

Ma per il momento non importava.

-Sei piena di zucchero a velo- la derise pulendole la guancia.

-Non è vero- protestò l’altra sorridendo.

Shikamaru appoggiò le labbra sull’angola della sua bocca. Assaggiò: -Qui si-

Tentò in un altro punto: -Anche qui-

Forse sarebbe stato più fortunato con il seguente: -Tem, mangi come un maiale-

Il viso della ragazza, a quanto pare, era diventato una torta da assaggiare pezzo per pezzo.

La baciò ancora e ancora: -No anche sul naso!-

-E il collo-

La bionda cominciò ridacchiare per il solletico e lo fermò.

Gli accarezzò il viso e cercò di mettere in quel gesto tutta la gratitudine possibile.

-Aspetta un secondo, non sono solo io sporca-

-Non è vero- ribatté Shikamaru.

-Fammi provare- lo baciò in bocca, approfondendo l’unione, incollata.

Fece per distaccarsi –Gnam- disse.

Mi piace questo sapore.

E ricominciò a mangiare.

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Signore e signori, novità delle novità

Per una volta non sto partecipando a nessun contest o cose del genere e posto questa fic solo per mio gusto personale. Solo per divertirmi un po' all'insegna dei momenti in cui non ero piena di compiti e interrogazioni.

La Temari "cicciona" è una Temari strana e diversa e per doveri di armonia nel testo non ho spiegato esattamente perchè è ingrassata visibilmente, diciamocela, se facessi io tutto il movimento che fa lei ora sarei uno stecchino. Temari nel momento della storia è bloccata, tutto il giorno, alla scrivania e quindi senza movimento e con questi bombardamenti repentini al frigo ha messo su qualche chilo. Nulla di più nulla di meno, sarei curiosa di sapere quante persone nelle prime righe hanno pensato che fosse incinta XD.

Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni




   
 
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