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Autore: Back To Vegas Skies    17/05/2011    4 recensioni
Gabe era arrabbiato. Arrabbiato con William, perché era così dannatamente perfetto, arrabbiato con se stesso, perché non riusciva a fare a meno di sentirsi attratto da lui e di essere geloso delle persone che gli stavano vicine più del dovuto, era addirittura arrabbiato con Pete, perché, cacchio, era colpa sua se lo aveva conosciuto!
Non voleva finire per innamorarsi di William, era veramente troppo per lui e sapeva che ne sarebbe uscito solo ferito.
[GabeXWilliam]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, The Academy Is
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Before I met you, I used to dream you up and make you up in my mind.

 
- Pete? Devo parlarti – La voce di Gabe suonava stranamente seria.
- Dimmi pure Gabrieluccio! – sorrise l’altro, spegnendo la TV.
Gabe sospirò e si sedette accanto a lui.
-Grazie per l’altro giorno, quando mi hai mandato a casa di William. Avevi ragione, non è male e io…
- Io ho sempre ragione, cazzo! Quando ve lo metterete in testa, voi pivellini?? - Lo interruppe Pete.
- Io – riprese Gabe spazientito – volevo sapere se lui ha… qualcuna.
Pete per poco non si strozzò con la birra che stava bevendo. Cominciò a ridacchiare e a dire tra se ‘Aspetta che lo venga a sapere Pat!’, ricevendo in risposta un cuscino in faccia dall’altro.
- Cacchio, Pete, mi rispondi? – riprese poi, infastidito.
- Perché non lo chiedi a lui? Mi avete preso per un’agenzia matrimoniale? – sbottò Pete, riaccendendo la TV.
Gabe sbuffò, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
Nessuno lo capiva.

 
 * * *


- Hey, ciao! Ti aspettavo. – gli sorrise Pete allegro, lasciandolo entrare.
- Heilà – sorrise Will di rimando, cercando di sembrare il più disinvolto possibile mentre perlustrava la casa con lo sguardo, in cerca di qualcuno (che poi era il vero motivo per cui era andato da Pete). Si rese conto che il grande salotto era vuoto e si sedette sul divano sospirando.
- Indovina un po’ chi era qui solo cinque minuti fa…
- Pat?
- Gaaabe – disse Pete in tono suadente, pronunciando il nome lentamente, godendosi l’effetto che provocava.
William si finse indifferente, ma il suo stomaco si contorse.
- E sai cosa mi ha chiesto?
Bill fece spallucce, ma bruciava di curiosità. Prese la birra mezza vuota di Pete dal tavolino che aveva davanti e ne bevve un po’, fingendosi noncurante del discorso.
- Mi ha chiesto se tu – continuò l’altro, accentuando molto l’ultima parola, facendo scattare William sull’attenti, - Hai…- ridacchiò – qualcuna.
Will lasciò cadere la bottiglia sul pavimento, con il cuore che gli batteva forte e un sorriso che gli si allargava sul viso. Abbracciò Pete, fuori di sé dalla felicità, urlicchiando frasi sconnesse e saltellando come un bambino. Ce l’aveva fatta.

 
 * * *

- Cazzo, il cappello! – L’aveva dimenticata da Pete. Tornò indietro maledicendo la sua sbadataggine.
Dopo pochi minuti (per fortuna aveva fatto poca strada), bussò alla porta della villa, sbuffando.
- Parli del diavolo… - aveva detto Pete,  scostandosi dalla porta per farlo entrare.
Gabe aggrottò le sopracciglia perplesso ed entrò. Perché cavolo Pete doveva stare parlando di lui? E poi, con chi avrebbe potut…
- Oh, ciao! – la voce di William, stranamente alta e allegra, lo fece sobbalzare.
- Ciao. – rispose sorridendo, un po’ intimidito da tanta esuberanza.
- Come mai da queste parti? – chiese Bill, senza guardarlo in faccia.
Pete ridacchiava dalla cucina.
- Io, ehm… ho dimenticato il mio cappello, prima…
- Cacchio! Il latte! Devo assolutamente comprarlo! – li interruppe Pete, infilandosi una maglietta e correndo verso la porta. Entrambi i ragazzi lo guardarono perplessi.
- Hey! È importante che io introduca una dose sufficiente di calcio nella mia dieta! – cercò di giustificarsi, uscendo in fretta e furia, lasciando Gabe e Bill ancora più perplessi.
Lo seguirono entrambi con lo sguardo, poi, una volta soli, si guardarono e Gabe si sentì bollire.
Will gli fece segno di sedersi e l’altro gli obbedì imbarazzato, occupando il posto accanto a lui. – Sai, avevo proprio ragione l’altra sera. - iniziò Bill, guardandolo – Sei veramente molto carino in viola. In realtà sei… - sorrise – molto carino e basta.
Gabe si sentì avvampare, abbassò lo sguardo, confuso.
- Oddio… grazie. Anche tu lo sei. – Bugiardo. Magari William fosse stato solo carino.
Will gli sorrise ancora e gli carezzò una guancia con il palmo della mano.
Contatto fisico. Male, molto male.
Ma non ebbe la forza di respingerlo. Se una parte di lui voleva stargli lontano, essergli al massimo amico, per paura che succedesse di nuovo, l’altra parte lo desiderava ardentemente e lo avrebbe voluto tutto per sé. E per adesso era quella seconda parte che stava avendo la meglio.
Socchiuse gli occhi, sconfitto, godendosi la sensazione della mano calda sul suo viso, il contatto della loro pelle, il profumo che emanava.
Li riaprì poco dopo, trovandosi Bill molto più vicino. Sentiva i brividi percorrergli la schiena, le ginocchia tremare e le orecchie bollenti.
- In realtà…- sussurrò Will, a pochi centimetri dal viso dell’altro – ti trovo bellissimo.
Gabe spalancò gli occhi, sorpreso.
William sorrise di nuovo e lo baciò.
 
Fu un contatto lieve, all’inizio, quasi uno sfiorarsi o una carezza delicata. Sentiva il respiro dell’altro fargli il solletico sul viso, avvertiva la mano stretta dietro la sua nuca e le dita sottili affondate nei suoi capelli corti, l’altra poggiata sul suo petto che stringeva delicatamente il tessuto della maglietta. Poi William si strinse a lui, cingendogli il collo con le braccia e aumentando la pressione sulla sua bocca. Gabe lo abbracciò e lasciò che le sue labbra si unissero a quelle dell’altro, poi le schiuse, aspettando il momento in cui, il loro, sarebbe diventato un bacio vero. Non dovette aspettare molto.
Le loro lingue si toccarono, carezzandosi ed esplorandosi, lentamente, in una confusa tenerezza.
Gabe sentiva il sapore di Will, bello e dolce, le sue braccia calde strette intorno al collo, il petto premuto contro il suo.
E aveva la sensazione che il suo cuore stesse per esplodere.

 
 * * *

Lo stava baciando. E non era un sogno. Wow.
Sentiva il cuore di Gabe contro il suo petto battere fortissimo e, felice di provocargli quella reazione, si aggrappò a lui con più forza, sorridendo sulle sue labbra e baciandolo ancora e ancora, accelerando il ritmo e rimanendo a corto di fiato.
 
Un colpetto di tosse li interruppe, facendo balzare entrambi ai lati opposti del divano, accaldati e con il respiro irregolare, le labbra ancora arrossate.
Pete guardò divertito prima Gabe, che guardava nel vuoto con l’aria sconvolta, poi William che lo stava praticamente incenerendo con lo sguardo.
Avrebbe potuto ucciderlo.
Se quel coglione di Pete non li avesse interrotti avrebbe potuto continuare a baciare Gabe per una settimana di fila. Forse anche di più.
- Mi dispiace interrompere la vostra sicuramente interessante visita dentistica, ma vorrei mettermi sul mio divano a guardare la mia TV, se non vi dispiace.
Si sedette tra di loro, incurante degli sguardi omicidi dell’amico, aprendo un pacchetto di patatine.
Will sperò gli andassero di traverso.

 
* * *

Ecco, ora era fottuto. Avrebbe sofferto di nuovo, sarebbe stato fregato di nuovo.
Voleva amare, voleva essere ancora una volta importante per qualcuno, ma non voleva che il suo cuore venisse di nuovo calpestato.
Si alzò, salutando Pete e facendo cenno a Will che lo seguisse.
- Noi, ehm, credo che dovremmo parlare.
- Vieni da me? Per parlare, ovviamente – rispose William arrossendo.
A Gabe sembrò adorabile. Non gli sembrava vero che solo pochi minuti prima era stretto tra le sue braccia, baciandolo come non baciava nessuno da secoli.
 

La strada verso l’appartamento di Bill fu abbastanza imbarazzante. Nessuno dei due sapeva cosa dire o come comportarsi.
Una volta arrivati, Will si chiuse la porta alle spalle e Gabe si schiarì la voce.
- Io… tu mi… mi piaci molto, Bill. Abbastanza più di molto, in verità.
William sorrise, avvicinandosi per baciarlo di nuovo, ma Gabe, appellando a tutta la sua forza di volontà, si scostò.
- Vorrei solo sapere se hai intenzione di… insomma, prendermi in giro. Mi è già successo, non voglio che si ripeta.
Abbassò lo sguardo, imbarazzato.
- Prima di conoscerti – iniziò William sospirando – di solito immaginavo o sognavo qualcuno  proprio come te, pensando al fatto che sarebbe stato impossibile trovare qualcuno chefosse riuscito ad essere come il ragazzo che immaginavo o sognavo. Poi sei arrivato tu. Non potrei mai prenderti in giro.
Gabe si gettò tra le sue braccia, ridendo, Will lo strinse a sé e si baciarono di nuovo, in piedi, al centro della stanza.
E stavolta nessuno li avrebbe interrotti.
 
 

 * * *

 
 

 
NOTE:
Mi sa che sta storia me la sto scrivendo e leggendo da sola LOL
AnyWay, mi piace e la finirò.
Per fortuna la tortura scuola sta finendo e spero di avere più tempo e non dovermi ridurre a scrivere di notte *fpalm*
Vabbeè, sperò che alle 3-4 anime che stanno seguendo questa fic (e che ringrazio di cuore) sia piaciuto il capitolo :D
Si comincia a capire il motivo per il quale il nostro Saporta non è più il solito cazzone tamarro che tutti conosciamo u.u
Ah, e amo Pete. Alla follia. Just sayin’.
 
Alla prossima! <3
   
 
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