Il giorno seguente, verso mezzogiorno Lily si presentò
davanti alla grande porta di legno dell’ufficio della
professoressa, pronta a ricevere qualsiasi punizione.
Fece una corsa assurda per arrivare in tempo, rallentò
qualche metro prima di arrivare all’ingresso e lo vide. Scorpius era appoggiato
alla parete accanto all’entrata della stanza. Le maniche
della camicia bianca rivoltate all’insù, i capelli scompigliati.
Sembrava..bello. NO, lui non lo era. Era uno stronzo
egoista che l’aveva cacciata in quel guaio.
Si sistemò e andò a sedersi sulla panca di legno
davanti al portone, davanti a Malfoy. Lui teneva lo sguardo basso, come se non
volesse vedere niente e nessuno. Lei invece lo guardava, uno sguardo carico di
odio, giusto per chiarire.
L’attenzione di entrambi venne
catturata dal rumore delle porte, poco oliate, dell’ufficio della
professoressa. Scorpius si diede un leggero slancio ed entrò nella grande aula
luminosa, senza degnare di uno sguardo la giovane Potter. Era furioso, lo si leggeva dai suoi movimenti. Evidentemente mammina e
papino non erano riusciti a fare nulla per evitare che
finisse in punizione. Lily la considerò come una vittoria personale, affondava
lei come affondava lui. Si,
così andava bene.
Entrò anche lei, leggermente timorosa. Dove diamine era
andata a finire tutta la sicurezza che aveva fino a qualche minuto prima? Fece
un respiro profondo, forse troppo perché iniziò a tossire convulsamente, le era
andata l’aria di traverso.
“Allora” esordì la professoressa, guardando entrambi
con uno sguardo severo “si può sapere cosa è successo?” chiese, posando lo
sguardo sulla chioma rossa di Lily “Lilian, è
possibile avere una spiegazione?” ripeté, fissando la
ragazza negli occhi verdi che aveva ereditato dal padre.
“Ecco, lui mi ha insultata” rispose
semplicemente, senza guardare il biondo che le sedeva accanto. Sentii che lui
fremette, pronto per replicare, ma che stranamente si trattenne, evidentemente
non voleva peggiorare la sua situazione.
“Scorpius?” chiese la professoressa, volgendo lo sguardo
verso il giovane serpeverde. Ci fu un momento di
silenzio, momento in cui evidentemente lui stava
pensando a come esordire. “Sono stato provocato, ecco il perché della mia
reazione” spiegò con voce fredda, quasi metallica, senza emozioni.
Ecco lui era così, senza emozioni. Ecco perché Lily non
lo sopportava, insomma come si poteva vivere a stretto contatto con una persona
del genere. Ringraziò vivamente di essere capitata nella casa giusta,
Grifondoro, come quasi tutta la sua famiglia a parte una cugina Lucy.
Si chiese se lei aveva avuto a che fare con il giovane
Malfoy. Sapeva che Victoire, l’altra cugina aveva un
bel rapporto con il giovane biondo e ancora non riusciva a capire come la cosa
potesse funzionare.
“Bene” la voce della professoressa la riportò alla
realtà “siete entrambi in punizione, ad entrambe le
vostre case verranno sottratti 50 punti”.
Lily si alzò per replicare, ma si fermò. Si, aveva imparato che nella vita bisognava avere dei
limiti, se avesse parlato quei punti sarebbero aumentati.
“Alle 15 vi presenterete
entrambi dal custode, senza bacchette. Anzi, posatele qui, vi saranno requisite
fino alla fine della punizione. Scoprirete successivamente
che dovrete fare” detto questo uscì dalla stanza, lasciando soli entrambi.
“Contenta Potter?” sibilò il giovane Malfoy “mi hai
trascinato in punizione con te, come se non fosse sufficiente vederti tutti i
santissimi giorni in sala grande.”
“Sappi che non scoppio dalla
gioia! Odio
il fatto di essere in punizione, soprattutto con te. Quindi evita di fare la
vittima e smettila di lamentarti” sbraitò lei ed uscii
dalla stanza, lasciando Scorpius Malfoy nella stanza.
Verso le due e mezza Scorp era
fermo sulle scale, poco lontane dall’ufficio del custode. Sbuffava o meglio si
lamentava, con un altro ragazzo, Albus, fratello di Lily. In quel momento il
fratello di Lily stava cercando di mediare la situazione, era praticamente impossibile essere il migliore amico di
Scorpius, quando questo era il peggior nemico della sorella. Era come la
Svizzera in quel caso, cercava in tutti i modi di parare per entrambi.
“Su dai, è ancora mia sorella.
Potresti evitare di parlare di lei in questo modo?” chiese poco dopo, stufo
degli insulti che la sorella stava gratuitamente ricevendo “No cazzo, se lo
merita. Insomma, non le ho fatto nulla ed ogni santa
volta salta fuori per trovare un pretesto per litigare. Mi sono anche rotto
sai? Cazzo ho 17 anni!” sbottò passandosi una mano tra
i capelli e spettinandoli leggermente.
“Lo so, credi che non lo sappia?
Ma sai benissimo come è fatta lei. Ti odia a
prescindere e litigare è uno dei modi per farti notare quanto lei non ti
sopporti. Cercherò di parlare anche con lei appena sarà finita questa
punizione” fece una pausa nel veder arrivare la sorella “vedi di non fare altre cazzate chiaro?” lo guardò prima di allontanarsi e
mormorare qualcosa come “non voglio immaginare cosa sarebbe successo se si
fossero messi insieme”.
Nel frattempo Lily stava percorrendo le scale assieme
ad un’amica, una delle poche di cui si fidava veramente. Una a
cui purtroppo era toccato sentire tutte le lamentele e gli insulti
rivolti a Scorpius “Insomma, ha esagerato dai. Chiamarmi in quel modo davanti a
tutti, è esagerato, come in tutto quello che fa” scosse la testa, sconsolata, per poi alzare
lo sguardo verso Vanessa, un’altra grifondoro che
frequentava la scuola assieme a lei. “Lily ti prego basta”
rispose lei ridacchiando “è tutto il giorno che me lo ripeti, ti prego facciamo
una pausa. Sai come è fatto quell’idiota.” Si, entrambe si trovavano d’accordo su questa posizione. Il
giovane biondo era un idiota, uno di quelli colossali “Dai ha 17 anni, possibile che non riesca a ragionare?” chiese lei,
rivolta sia a lei che a Vanessa.
La mora scosse la testa, sorridendo leggermente alla
vista del fratello di lei. Si schiarì la voce, notando
anche il biondo in lontananza “dai, ci vediamo dopo, mi raccomando non fare
altre cazzate o stasera non riusciamo a uscire, chiaro?” Lily annuii e si
appoggiò al muro, distante dal giovane Malfoy.
Il vecchio custode si presentò davanti a loro, le
bacchette dei due erano nella tasca posteriore della vecchia giacca logora e
Lily potrebbe giurare di aver visto lo sguardo di Scorpius fissarle con
bramosia, come se in due minuti le avesse potute prendere. Ma
non lo fece, stranamente non lo fece.
“Bene, dovrete sistemare questi archivi, senza magia”
sghignazzò divertito “ci vorrà molto tempo, quindi divertitevi”
disse uscendo dalla tasta e ridendo fragorosamente.
Lily appoggiò la divisa sul corrimano di una scala che
portava al piano superiore dell’ufficio, rimanendo in camicetta, i capelli
legati in una lunga treccia che aveva spostato di lato.
Si sentiva osservata e non appena alzò lo sguardo notò gli occhi azzurro ghiaccio di Scorpius che la
fissavano “bè?” chiese spazientita, non lo
sopportava, per niente e la punizione si prospettava lunga e dolorosa “qualcosa
da chiedere?” sbuffò, spostandosi una ciocca di capelli che le erano andati
davanti agli occhi.
“Nulla, non posso guardarti e
guardarmi in giro?
Esiste per caso un divieto?” rispose lui di rimando, seccato.
Come poteva una ragazzina di 15 anni rivolgersi a lui
in quel modo? Non era assolutamente nessuno, eppure non poteva nascondere a se
stesso che litigare con lei lo divertiva. Era una sorta di passatempo per lui. Si, un ottimo passatempo contro la noia.
Scorpius si tirò su le maniche della camicia bianca,
perfetta e prese in mano uno scatolone pieno di schede degli allievi che in
passato avevano frequentato quella scuola. C’erano come minimo 2/3 secoli di
studenti. Si, sarebbe stato un lavoro sicuramente
lungo.
Lily si sedette a gambe incrociate, iniziando a mettere
in ordine alfabetico le varie schede, quando dal nulla le capitò tra le mani
quella della madre “Ginevra Molly Weasley”, accompagnata da una foto di una ragazza
che più o meno aveva la sua età e sorrideva radiosa.
Amava le foto magiche, amava vedere la gente in
movimento in quei piccoli pezzi di carta. Iniziò a sfogliarla e a leggerla.
La lesse e rilesse tutta, divertita nel leggere cosa
aveva combinato la madre, eh si, proprio quella donna
che l’aveva sgridata il giorno prima tramite strillettera.
Si alzò troppo in fretta, lasciando cadere una scheda “Draco Lucius Malfoy” lesse ad alta voce e seguendo il tutto
con un colpo di tosse. “Dammela” urlò quasi Scorpius, alzando lo sguardo dal
lavoro che stava facendo.
“Ehi, vedi di abbassare i toni…” sussurrò poco dopo
“stupido pavone.” Appoggiò la cartellina rovinata su uno scatolone, in modo che
lui potesse leggere.
Passarono ore, parlarono civilmente, strano per i due. Fino a che la porta dell’ufficio si aprì “per oggi avete finito,
tornerete domani. Per tutta la settimana” tuonò
la voce gracchiante del custode, un uomo di mezz’età.
Lily uscì dalla stanza buia per prima, seguita dal
giovane Scorpius. Non si salutarono, non si dissero
nulla. Non era importante, tanto si odiavano.
Ora ciò di cui la ragazza aveva bisogno
era un lungo bagno, al silenzio e nell’acqua bollente.
Era stata fin troppo civile con quel ragazzo per i suoi
standard. Le era sembrato stranamente umano. Scosse la testa a quel pensiero,
non era umano. Era un essere odioso, ecco. Ora si tornava a ragionare.
Salì le scale, facendo attenzione, ricordava ancora la
storia che il padre le raccontava riguardo al fatto che alle scale piacesse
cambiare. Era un’altra cosa del mondo magico che la affascinava.
Si fece un lungo bagno e salì diretta verso il suo
dormitorio, aveva bisogno di un lungo riposo dopo aver passato l’intero
pomeriggio in quella stanza con quell’essere. Si, lei
si divertiva a chiamarlo così.
Nell’altra ala della scuola, dedicata agli alloggi
degli studenti della casa di Salazar Serpeverde,
Scorpius era sdraiato sul letto, sopra le coperte verdi e argentate che fissava
il vuoto. Possibile che stesse ancora pensando al pomeriggio appena trascorso?
Al fatto che fosse in compagnia di quella. Allontanò quei pensieri dalla testa,
lui odiava Lily Potter. Lo sapevano tutti e sarebbe stato così per sempre. Non
sarebbe cambiato nulla.
Si alzò dal letto, diretto verso i bagni dei prefetti.
Aveva seriamente bisogno di un bagno per allontanare da se lo stress e la
fatica. Poi sarebbe sceso in sala grande, doveva sfogarsi con Albus. Rimase
immerso nell’acqua bollente fino al momento in cui tutte le bollicine furono
sparite, come era sparito lo stress.
Si vestì e scese in sala grande, alla ricerca di una
testa castana. Nessuna chioma rossa per sua fortuna, evidentemente Lily era
uscita. Sentì però un leggero fastidio, che ignorò, come faceva sempre.
“Al!” lo chiamò tra i vari Grifondoro che lo fissavano
stupiti, anche per loro l’amicizia tra un Serpeverde e un Grifondoro era
qualcosa di impossibile e proibito. Il giovane Potter
si fece spazio tra i tavoli e raggiunse l’amico, per poi uscire insieme nel
cortile, dove nessuno li avrebbe disturbati.
“Allora, come è andata oggi
con la mia sorellina?” chiese subito Albus, senza peli sulla lingua. Era una
delle caratteristiche dei Potter, non farsi problemi nell’esprimere ciò che
avevano in testa.
“è andata, ti basti sapere questo” rispose lui,
tralasciando tutti i pensieri che gli erano arrivati alla mente subito dopo “senti,
ma perché lei mi odia così tanto? Non che io sia da
meno, intendo dire, anche io la odio” ci tenne a
precisare, prima che l’amico interpretasse male la sua domanda.
Gli occhi color nocciola di Albus ebbero un fremito, il
suo piccolo cervellino si stava mettendo in azione “Non ne ho idea..perchè?” chiese subito lui con
un sorriso furbo sulle labbra “Non pensarci nemmeno idiota!” interpretò subito
Scorpius con una risata. Non doveva pensarci nemmeno lui. Non sarebbe mai
successo, lui la odiava e lei odiava lui. Tutto qui.
Sarebbe andata avanti così per sempre. Sicuramente.