Crossover
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Autore: Ilune Willowleaf    19/02/2006    2 recensioni
cosa succede quando due universitarie annoiate decidono di farsi una passeggiatina in mondi altrui? Sconsigliato ai leghisti...
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

Siamo Ilune Willowleaf ed Eternal Fantasy. NON viviamo vicine, ma per motivi di trama si, dato che siamo entrambe universitarie ed entrambe costantemente sull'orlo del collasso per nevrosi da esami.

Questa storia a quattro mani è un divertente modo per scaricare gli istinti omicidi, e al contempo, speriamo, per far divertire i lettori!

se qualcuno si sentisse offeso dai riferimenti ai politici, a fatti e persone realmente esistenti... beh, noi abbiamo avvisato nell'intro, sconsigliato ai leghisti. Che volete de più dalla vita nostra?

PROLOGO

Nell’appartamento ammobiliato tipico di qualsiasi città che ospiti un grosso complesso universitario, le due ragazze cercavano di ignorare il caldo umido e appiccicoso, mentre il condizionatore spiccava per la sua assenza e il ventilatore portato da casa ronzava al mondo il suo lavoro senza requie, giorno e notte.

Caldo.

Beh, d’estate è normale, no?

Ma meglio restare nell’appartamento ammobiliato, che tornare a casa. Almeno, erano entrambe d’accordo, lì nessuno faceva loro storie per l’ora a cui rientravano, con chi uscivano (poca gente, comunque, e tornavano sempre presto) e su come occupavano il tempo libero.

Una delle due ragazze buttò di lato il libro che stava sfogliando. Una volta esaurite le provviste scritte da casa, c’erano tre alternative. A) comperare libri nuovi; B) rileggere quelli vecchi; C) effettuare un omicidio dei pochi giorni di libertà e leggere i libri per il prossimo esame.

La biondina aveva preferito l’opzione b, dato che le librerie erano state passate al setaccio di recente.

-Miky, tu l’hai letto “Il castello d’acciaio”, vero?-

-Si, ne ho una copia a casa, Giu, perché?- la brunetta alzò gli occhi dall’omicidio delle vacanze, cioè il tomo per l’esame successivo, il cui corso sarebbe iniziato a ottobre. Ma dato che le si accavallavano sempre i corsi, preferiva portarsi un po’ avanti.

-Secondo te è possibile? Passare da un mondo all’altro con una “sillogismobile”…-

-Mah, la teoria è interessante. Pensa come sarebbe bello poter passare le vacanze a ronzare attorno a Raistlin, anziché a morire di caldo qui!-

-Raist te lo lascio di tutto cuore, io mi fionderei su Tanis. Oppure, sarebbe interessante visitare i miti greci… ci sono un paio di eroi greci che, secondo le descrizioni, erano dei bei fustacchioni. -

-Puoi dirlo forte! È da quando ho letto per la prima volta l’Iliade a 13 anni che sono innamorata persa di Patroclo!- sul suo volto comparve un’espressione estatica -Ma dopo che direbbe il tuo ragazzo?-

La bionda raccattò il libro, e si alzò dal letto tutto umido di sudore, scostando una ciocca di capelli sfuggita alla treccia.

-Lui, mah, sai com’è fatto. La gelosia non rientra nelle opzioni delle sue ghiandole. Non so se è perché ha una totale fiducia nella mia fedeltà, o perché confida nel fatto che per molti sarei una “ultima scelta”, con le manze che girano per la città…-

La brunetta, che rispondeva al nome di Michela, scrollò le spalle.

-Se no, mi piacerebbe tanto catapultarmi per una settimana o due a Rothia, il mondo da noi creato per quella storia… dovremmo portarla avanti, un anno o l’altro. -

-Si, ma non abbiamo l’ispirazione. È come se neanche io sapessi cosa deve succedere ora che i protagonisti sono impantanati così…- la bionda, rispondente al nome di Giulia, si lasciò cadere sul letto, giocherellando con una ciocca color oro scuro (un tempo i suoi capelli erano molto più scuri, un castano chiaro, ma l’uso accorto e metodico di acqua ossigenata sulle radici, shampoo alla camomilla e asciugature al sole li avevano schiariti a un oro scuro dai riflessi ramati).

-Senti, io provo a farla. Una sillogismobile. Con anche gli schemi per tornare indietro. Possiamo provare a fare un saltino…- propose la mora.

Giulia guardò l’amica e compagna di stanza, poi squadrò sé stessa.

-Se anche fosse possibile, dovremmo andare con abiti adatti. Questi ci farebbero prendere per pazze. O per donnacce. Sarà bene anche che io mi procuri la spada…-

E così dicendo, si immerse, carta e penna, in un inventario del necessario.

-Allora, proviamo?- chiese Michela.

-Beh, male che vada, avremo portato qui il necessario per una sessione di gdr live. Se va bene, domani cavalcheremo per i pascoli e i boschi delle montagne Rastia. - annunciò Giulia -Vado a prendere tutto il necessario. La parte logistica la lascio a te!- e così dicendo, afferrò le chiavi della macchina e la borsa.

-Allora, ricapitolando: la tua spada da scherma storica, una veste lunga di lino da maga per me e un completo da avventuriera per te. Dove ti sei procurata il corpetto e le polsiere di cuoio?-

-Una mia amica me li doveva fare per la prossima rievocazione storica, mi ha telefonato mentre scendevo per dirmi che erano pronti…-

-Ah, ok. Arco e frecce… cribbio, sono davvero perfetti!-

-Ci credo, li uso per le rievocazioni, ma sono perfettamente funzionanti. Ho anche un sacchetto di punte, si da mai. -

-Coltelli vari con manici in legno, scodelle e posateria varia… sicura che non ci sia nulla in nichel o altro? Sai che non esistono certe leghe…-

-Lo so. Mi sono occupata io dell’ambientazione economica, no?-

-Già. Allora, fiale, libro di incantesimi. Fortuna che abbiamo fatto nell’ambientazione la lingua e la scrittura come l’italiano, per lo meno il Comune. Cibo secco, borraccia… cosa sono queste scarpe?-

-Sandali di cuoio. Non possiamo certo usare scarpe con la gomma!-

-Ma io volevo mettermi i miei caterpillar! ç_ç - sospirò la mora.

-Niente da fare. Ok, ho controllato la lista tre volte. Cambiamoci e partiamo!-

Così le due ragazze si tolsero le magliette e i calzoncini, per indossare la mora una tunica di lino bianco, con maniche ampie e gonna a metà polpaccio. Cinture, borse e borselli le pendevano addosso. Un mantello di lino sulle spalle, e un involto fatto con una coperta, il mantello di lana più pesante, effetti personali e cibo. Un bordone alto quanto lei, con le estremità rivestite in metallo per trenta centimetri buoni, sarebbe servito sia da sostegno, che da difesa.

Stesso bagaglio per la bionda, con la differenza che lei indossava pantaloni di stoffa robusta, con toppe di cuoio alle ginocchia, e una camicia bianca dello stesso tessuto, a manica corta. Un gilet di pelle sottile celava appena un corpetto di cuoio elegantemente decorato con il ferro caldo, con spalline borchiate e inserti decorativi di pelle di altri colori. Polsiere di cuoio borchiato, pesante, le proteggevano gli avambracci. Portava al fianco meno borse e borselli, ma aveva una grossa faretra piena di frecce, e un arco a tracolla, oltre a una spada nel fodero in vita. Era una spada piuttosto sottile per la lunghezza, attorno al metro e dieci, ma era di ottimo acciaio, elastico, con l’elsa a croce, semplice, e l’impugnatura resa comoda da strisce di cuoio grezzo arrotolato attorno.

-Ok, siamo una maga e una guerriera arciera. Abbiamo speso metà dei soldi del mese per tutto il materiale, e spero funzioni, sennò staremo a pane e caffelatte fino alla fine del mese prossimo. - commentò la bionda, sistemandosi la fascia di lino che le cingeva la fronte.

-Fidati. Ci sono stata su un sacco di tempo, e sono sicura che funzionerà.-

-Spero solo che non siano tutte fantasticherie, Miky. -

-Hai ripensamenti, Giu?-

-No. Proviamo, se non tentiamo, non sapremo mai se è possibile!-

La mora annuì, iniziando a leggere la complicata serie di analogie e sillogismi logici che avrebbero trasferito due ragazze del XXI secolo in un mondo totalmente differente…

Mano a mano che l’amica proseguiva nel leggere le formule, Giulia sentiva un senso di straniamento dalla realtà, accompagnato alla sensazione di sentirsi leggera… leggera… come un palloncino nel vortice.

E d’un tratto, nella stanza ammobiliata, non ci fu altro che la polvere che si depositava, lenta, e una zanzara un po’ stupita per la scomparsa di due potenziali pasti…

  
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