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Autore: callistas    19/05/2011    5 recensioni
Ave, popolo di EFP.
Anche se so che sono presenti millemila storie migliori delle mie, spero vogliate regalarmi qualche attimo del vostro tempo, anche solo per dare una letta a questo mio nuovo parto.
L'avevo ferma lì da un pò e sinceramente mi piaceva e mi dispiaceva lasciarla nei meandri del mio pc, quindi ho deciso che l'avrei pubblicata, rompendo così le palline a voi.
Importante: LA MAGIA NON ESISTE!
Lettore avvisato, mezzo salvato.
Dirvi subito di cosa tratta mi dispiacerebbe, ma penso che dal titolo si capisca che la storia si svolgerà su un aereo, teatro di un dirottamento e di un incontro tra i personaggi principali.
Spero possa essere di vostro gradimento.
Buona lettura, callistas
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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09 - Con i piedi per terra Oh, buona sera. ^^
E ben tornate a un’altra puntata di Slitherin Airlines.
Riassunto della storia fino a questo punto: Hermione è un artificiere e dopo l’ultima missione che l’aveva vista quasi morta, decide di prendersi delle ferie. Draco è un pilota aeronautico, in perfetto stile Top Gun e pure lui si è preso un po’ di ferie.
Il caso ha voluto che si ritrovassero sullo stesso aereo diretto alla stessa meta.
Ma com’è ovvio supporre conoscendo la scrittrice, non si poteva avere un volo tranquillo, no? Allora ci ho infilato dentro un bell’atto terroristico. Maurice Souriel, il più grande bombarolo esistente al mondo, è su quell’aereo sul quale ha piazzato una bomba, chiedendo in cambio un riscatto.
Hermione è riuscita, grazie a un’immensa fortuna (leggasi meglio come culo), a scendere nella stiva e dare un’occhiata alla bomba, ma…
… arriviamo ad ora, più o meno.
Cosa succederà adesso?
Cosa faranno Castle e Blaise?

Prima di lasciarvi, vorrei ringraziarvi uno ad uno, visto che ve lo meritate!

Dramy96123: ciao cara. Grazie mille per tutti questi complimenti che mi fanno arrossire pure le chiappe. Addirittura mito? Non credi che stai esagerando? No, dai… esagera pure ^^
Allora, sappi che le tue parole mi hanno fatto sudare gli occhi, va bene? Sono contenta che Blaise e Hermione li adori, chissà se ti piaceranno anche in questo capitolo, visto che saranno i protagonisti “principali”.
So che sono cattiva, ma se non facessi così vi svelerei troppo e a me piace lasciare un po’ di carne sul fuoco, non so se mi spiego. Eddai, adesso!, secoli! Non esagerare! Faccio quello che posso! Prometto che aggiornerò giovedì puntuale, cascasse il mondo!
Grazie mille per le tue belle parole, spero di rivederti alla prossima!
Bacioni, callistas.
Andy blackshoot: halllo! Sono contenta che il capitolo e che la storia in generale ti piaccia. So che lo spoiler è un po’ ambiguo e, chissà… forse è quello il destino di Hermione.
Ti lascio leggere questo capitolo, sperando che ti piaccia come i precedenti.
Un bacio, callistas.
Tinotina: modestamente, ho un certo talento per far venire un infarto alle persone… ^^ Comunque spero che tu non decida di morire proprio adesso che stiamo per arrivare in fondo, vero? Come farei senza le tue bellissime recensioni? Allora saresti tu che vuoi la mia morte!!!
Comunque, se ti anticipassi qualcosa penso che non sarebbe giusto. Voglio farti penare fino alla fine, sperando di non cadere nella banalità.
Cara la mia pazzoide… eccoti il capitolo. Spero ti piaccia!
Callistas.
Laura Malfoy: prego, per così poco? ^^
Te la sei guadagnata questa dedica, perché hai sempre avuto costanza e pazienza nel sopportare le mie interruzioni di fine capitolo sempre sul più bello e non potevo non premiarti con questa modesta dedica.
Hai visto? Piaciuto quando ho messo voluti riferimenti al fatto che Castle si era chiesto se fosse una strega, o se Hermione, quando era sotto la botola, si era chiesta se le erano spuntati i poteri magici? Piccolo omaggio alla saga originale.
Eccoti il prossimo capitolo, sperando che ti piaccia.
Bacioni!
IvanaeSilvia: ciao! Anche te speri che vada tutto bene? Ma come siete monotoni! Perché non trovo mai quello che vuole che le cose vadano male?!?
HAHAHAHAHAHA! SCHERZO!
Anch’io spero che vada tutto bene, ma tanto lo so già…
HAHAHAHAHAHA! Battute del piffero.
Beh, spero che la lettura ti sia gradita, fammi sapere, eh? Guarda che ci conto!









“Souriel, ha detto?” – esclamò Zabini, interdetto.
“Sì, signore. Seppur non bene come voi a Londra, la fama di Souriel è arrivata anche oltreoceano. Sappiamo quanto sia pericoloso e…”
Blaise si alzò in piedi.
“No, agente Castle, lei non lo sa.”
BJ si zittì.
“Qui non stiamo parlando di un rapinatore di banche o di un ladruncolo qualsiasi. Maurice Souriel è il criminale più spietato con cui mi sono mai imbattuto. Lui e i componenti chimici sembrano essere una cosa sola e mi creda… è impossibile disinnescare una delle sue bombe.”
Ma Castle lo sorprese.
“Mi risulta che lei ci sia riuscito, comandante.”
Blaise si zittì.
“Il salvataggio di quel pullman di bambini le è valsa la carica di comandante e se lei è il tipo che credo, sono sicuro che potrà darci una mano.”
“E come posso da qui?”
“Quando la signorina Granger chiamerà…”
“… se chiamerà…” – lo corresse Blaise.
“Chiamerà, non si preoccupi. Ci ha già dato dimostrazione della sua abilità, accedendo alla stiva tramite una botola.”
Blaise sgranò gli occhi, ma poi sorrise. Hermione era proprio un tipo tosto!
“Faremo in modo di mettervi in collegamento, affinché possiate trovare una soluzione. Comandante, capisco perfettamente che la distanza giochi a vostro sfavore, ma lei e la signorina Granger siete la nostra unica speranza. Non negatecela, per favore.”
Blaise annuì, conscio di non poter sottrarsi a una simile richiesta di aiuto.
“Negarvi questa speranza è l’ultima cosa che farò, agente Castle. Rimarrò qui fino a che Hermione non chiamerà. Terremo aperto il collegamento, così da evitare inutili perdite di tempo.”
Castle sorrise.
“Grazie, comandante.”
“La prego: Blaise.”
“Grazie, Blaise. Io sono Billy Joel. Ma per gli amici sono BJ.”
I due si sorrisero e, nonostante la differenza di fuso, tutti si misero al lavoro.




E mentre sia a Londra che a Miami gli operatori lavoravano febbrilmente, Castle ricevette una chiamata.
“Pronto?”
“Agente Castle? Sono il Presidente. Mi aggiorni sulla situazione.”
“Signore abbiamo ottime notizie.”
“Sono tutt’orecchi!”
“Abbiamo scoperto che a bordo dell’aereo dirottato c’è un artificiere.”
“Ma è fantastico!” – esclamò Potter, saltando in piedi per la notizia. – “E quando potrà disattivare l’ordigno?”
“Purtroppo signore questo è il problema.”
“Ecco…”
“Il bombarolo ha piazzato la bomba nella stiva e per arrivarci la signorina Granger…”
“L’artificiere?” – chiese il presidente.
“Sì, signore… poteva accedervi solo da due punti: o passava dalla seconda classe, o da una botola vicino all’uscita.”
“Scaltra…” – osservò Potter, compiaciuto.
“Decisamente signore. Ho provveduto a contattare il suo comandante a Londra, il comandante Blaise Zabini, che ci ha dato la massima disponibilità per questo caso.”
“Lo ringrazi da parte mia.”
“Sì, signore. Ora, se permette, tornerei al mio lavoro.”
“Castle, le do carta bianca per tutto. Ma riporti quell’aereo a terra!”
“Sì, signore. Grazie, signore.” – e riagganciò.
BJ si prese un attimo per organizzare il da farsi. E sperava che Hermione Granger lo richiamasse immediatamente.









Si erano accordati per un secondo diversivo. Sapevano di rischiare moltissimo, ma se ci riuscivano forse avevano una qualche possibilità di salvarsi.
“Sei pronto?” – chiese lei.
“Ok. Quando vuoi.”
Sembrava quasi che si fossero messi d’accordo. In quel momento i rapitori si erano girati per parlottare tra di loro ed Hermione ne approfittò per scambiarsi di posto con Annah. Di nuovo, leggermente più nascosta e con più possibilità di muoversi senza doverosamente aspettare che i sequestratori le dessero le spalle, Hermione fece a cambio con altri passeggeri, finché non tornò al posto originario di Annah.
Guardò Draco e gli fece un cenno affermativo con la testa.
Draco si girò e comunicò il via al signore dietro di lui.
Quest’ultimo iniziò a urlare, a piegarsi in due per il dolore che avvertiva allo stomaco. Souriel e il suo complice sbuffarono e avanzarono con la mitraglietta in bella vista, pronti a usarla senza tanti problemi.
“Cosa susscede stavolta?” – chiese Souriel. – “Scè un altro raton?”
“La… la pancia… mi fa male!”
A Souriel poco importava del dolore di quell’uomo, visto che tra non molto sarebbe morto, ma se voleva evitare che gli trapanasse i timpani fino all’atterraggio fece l’unica cosa possibile.
“Scè un dottore a bordo?”
Purtroppo non ve n’erano, ma ne saltò fuori uno.
“Io sono un medico.” – fece Draco, alzandosi.
Il complice di Souriel, non aspettandosi di trovarselo alle spalle, si girò di scatto e gli puntò la canna della mitraglietta in faccia. Draco indietreggiò per lo spavento.
“Stia calmo…” – fece il biondo con le mani alzate.
“Mettez-le vers le bas.”
Mettila giù.
Fu l’ordine di Souriel. Il complice annuì e Draco poté uscire dal suo posto e “visitare” il malato.
“Che sintomi accusa?” – chiese Draco, cercando di ricordare la terminologia che sentiva quando sua madre lo portava dal dottore.
“La… la pancia… mi fa male… ho… ho delle fitte!” – fece il paziente, rosso per lo sforzo.
“Si calmi… se tocco qui le fa male?”
Il paziente negò.
“Qui?”
“N-no…”
“E qui?”
Il paziente urlò.
“Ha un ispessimento della parete inguinale.” – disse Draco, sperando che nessuno di quei due s’intendesse anche di medicina.
“E’ grove?” – chiese Souriel, più che altro preoccupato di non dover subire urla di dolore per il resto del viaggio.
“No, ma è necessario che il paziente si stenda.”
“Lo fasscia mottere nel corridoio…” – suggerì Souriel.
“Non dica idiozie!” – fece Draco, guadagnandosi la mitraglietta del complice in faccia. Il biondo chiuse gli occhi, terrorizzato di morire.
“Mettez-le vers le bas!”
Mettila giù!
Ordinò Souriel, che voleva sbrigarsela il più in fretta possibile.
“E dove vuole motterlo?”
“Lo farò sdraiare sui due sedili.” – detto ciò, alzò il bracciolo e aiutò il malato a stendersi. Poi, come se fosse un vero dottore, sfidò i criminali a fermarlo, mentre si dirigeva dal personale di bordo, chiedendo un tranquillante.
Tornò e lo somministrò all’uomo, che cadde in uno stato di semi incoscienza.




Hermione era a metà del corridoio sotterraneo e stava cercando di gattonare il più in fretta possibile. Di nuovo, stavolta con la consapevolezza di un’altra presenza, fece più attenzione, rabbrividendo ancora per l’imprudenza – seppur involontaria – commessa. Raggiunse la cabina telefonica, compose lo zero e poi il 973.
“Rispondi… rispondi… dai…” – continuando a sbirciare dalla parte in cui il sequestratore era arrivato.
“Pronto?”
“Dio grazie! Agente Castle?”




Castle non fu mai tanto felice come in quel momento.
“Signorina Granger! Temevamo di non risentirla più!”
“Mi spiace per l’attesa, signore, ma ci sono stati dei contrattempi. Prima non ho fatto in tempo a dirle che…”
“So già tutto, signorina Granger e ho in linea il suo comandante, il signor Zabini.”
“Blaise?”
“Sì?” – s’intromise l’interpellato, felice come non mai di risentire la voce della sua collega.
“Blaise, grazie a Dio! Ti hanno già spiegato tutto?” – chiese, mentre dava veloci occhiate verso tutte le direzioni.
“Sì, come stai?” – chiese angosciato.
“Tutto bene. Signori, volevo dirvi anche un’altra cosa prima… su questo aereo c’è anche Draco Malfoy. È un pilota di jet e dice di essere in grado di portare questo aereo a terra!” – Hermione sorrise quando sentì l’ovazione di felicità dall’altra parte del telefono.
“Hermione, senti…” – era Blaise. – “Hai modo di vedere la bomba?”
“No. A bordo ci sono sette terroristi: due in cabina di pilotaggio, due in prima, due in seconda e l’ultimo a guardia della bomba.”
“Ecco perché hanno chiesto settecento milioni! Li avrebbero spartiti in sette!” – esclamò Castle, intromettendosi.
“Hermione, devi dare un’occhiata alla bomba e dirmi com’è!” – fece Blaise, la cui tentazione era saltare quella dentro allo schermo.
“Blaise, perderei troppo tempo! Dovrei fare continuamente avanti e indietro!”
Blaise imprecò.
“Hermione, senti… cerca di…” – ma fu bloccato da una terza voce.
“Qui êtes-vous? Qu'est-ce que tu fais ici?”
Chi sei? Cosa ci fai qui?
Maledizione, pensarono all’unisono Hermione, Castle e Blaise.

Hermione si ritrovò con il collo leggermente piegato verso sinistra. Si diede della stupida un milione di volte per essersi fatta beccare in quel modo e ora non sapeva se avrebbe mai rivisto Draco.
“Tournez-vous lentement.”
Girati lentamente.
Hermione obbedì e lasciò cadere la cornetta.
Ma senza riagganciare la linea affinché potessero sentire cosa si dicevano.
“Qui êtes-vous? Qu'est-ce que tu fais ici?”
Chi sei? Cosa ci fai qui?
“Mon nom est Hermione Granger et un expert en explosifs.”
Mi chiamo Hermione Granger e sono un artificiere.
Il sequestratore sgranò gli occhi, colto di sorpresa.
“Démissionne. Votre collègues ci-dessus ont été capturés.”
Rassegnati. I tuoi compagni di sopra sono stati catturati.
Di nuovo, il rapitore spalancò ancor di più gli occhi e la mano gli tremò impercettibilmente. Fu un attimo e bastò ad Hermione per sferrargli un calcio alla “Chuck Norris” e gettare la mitraglietta lontano da loro.

“Che succede? Che si sono detti?” – urlò Castle alla traduttrice.
“La ragazza si è presentata e gli ha detto che lavoro fa. Poi ha detto di aver messo fuori uso i suoi compagni su di sopra.”
Nella torre di controllo si levò un grido di giubilo, bloccato subito, però, da Zabini.
“Non è il caso di esultare così in fretta.” – fece il comandante di Hermione.
“Perché?” – chiese Castle, con ancora il sorriso sulle labbra.
“Perché se conosco bene Hermione ha appena bluffato.”
La frustrazione tornò a regnare sovrana.

Intanto Hermione aveva ingaggiato una battaglia corpo a corpo contro il rapitore e sembrava quasi avere la meglio, ma a causa di un colpo basso di lui, Hermione si ritrovò con la schiena contro il suo petto e il collo in una morsa d’acciaio.
Erano momenti terribili per la ragazza, che riusciva solo a pensare all’azzurro chiaro degli occhi di Draco. Fu probabilmente quello a darle l’input di infilare un dito in un occhio del sequestratore, accecandolo. Si divincolò dalla sua presa, riprendendo a respirare e, anche lei, decise di non essere da meno: gli piantò una poderosa ginocchiata in mezzo alle gambe, obbligandolo a cadere in ginocchio, mentre le mani finivano dirette sulle sue parti intime. Non riusciva più a respirare, ma ciò nonostante non si diede per vinto.
“Sei un osso duro, eh?” – fece Hermione, avanzando minacciosa verso di lui. Capì troppo tardi le sue intenzioni, perché si ritrovò di nuovo con la mitraglietta contro.
Hermione digrignò i denti per la rabbia, ma siccome il sequestratore era ancora debole per la ginocchiata, non fu difficile disarmarlo di nuovo. La ragazza si avventò sulla mitraglietta, ma si ritrovò addosso il sequestratore.
Era un quadro confuso di braccia e gambe, finché, non partì un colpo.
Hermione sgranò gli occhi, mentre nella sala di controllo scese una cappa di terrore.

Blaise era sconvolto.
Aveva assistito impotente alla morte della sua migliore collaboratrice senza poter far nulla. Cadde in ginocchio con gli occhi sbarrati, che si stavano velando di lacrime.









Hermione era stesa sotto il corpo del sequestratore.
Quando capì di non essere lei quella ferita, sbatté le palpebre più volte, come per capacitarsene. Quando riacquistò il controllo su se stessa, si scrollò il corpo morto di dosso, impaurita.
Indietreggiò e guardò ciò che aveva fatto, ma non provò sensi di colpa, anzi. Guardò di scatto verso la cabina telefonica e si alzò barcollando e, quasi, inciampando.
“Castle, Blaise! Siete ancora lì?”

Fu come rinascere a nuova vita. Tutti, da Miami a Londra, nessuno escluso, esultarono per il fatto che Hermione fosse ancora viva e che, quindi, potesse disinnescare la bomba.
“Hermione, grazie a Dio! Sei viva!” – esclamò Blaise, asciugandosi velocemente gli occhi.
“Sì, ma c’è mancato poco! Senti, resta in linea… cerco di darti informazioni sulla bomba!” – Hermione non perse tempo. Abbandonò la cornetta che sbatté contro il supporto che reggeva il telefono e corse a vedere la bomba. Perse qualche attimo per cercare di imprimere nella memoria quanti più particolari possibili.
Tornò di corsa e riprese la cornetta in mano.
“Blaise… sembra il modello tipo che hai disinnescato quando Souriel aveva sequestrato quel pullman di bambini, te la ricordi?”
Blaise chiuse gli occhi. Come avrebbe potuto dimenticarlo?
“Sì, certo che me la ricordo.”
“Blaise, il timer non è ancora partito. Possiamo disinnescarla adesso!”
“Sì, Hermione!” – esclamò Blaise. – “La bomba deve essere composta da una scatola di ferro. Dentro ci sono collegati tre coppie di fili: una deve essere rossa, una verde e l’altra marrone.”
“Aspetta!” – Hermione si allontanò per verificare se l’ipotesi di Blaise fosse corretta.
Come rito scaramantico, si alitò sui polpastrelli e poi li sfregò contro i rispettivi palmi e aprì la scatola. Era una cosa stupida, ma lei lo vedeva come porta-fortuna, e Dio solo sapeva quanto ne avesse bisogno in quel momento. Aprì lo sportelletto della scatola di ferro e appurò che i fili erano esattamente come li aveva descritti Blaise. Tornò indietro per informarlo, maledicendo quella perdita di tempo.
“Blaise! I fili sono come hai detto tu! Cosa devo fare?”
“Hermione, prendi il filo rosso alla tua destra e taglialo. Fa lo stesso con quello marrone, sfilettali e poi collegali. In questo modo…”
Ma Hermione non sentì mai quello che Blaise le disse perché dalla ricetrasmittente del sequestratore, arrivarono delle interferenze.
“François? François réponse.”
François? François rispondimi.
Quando Blaise si accorse che Hermione non lo stava più a sentire, si bloccò.
“Hermione che sta succedendo? Rispondimi!”
“Blaise ho fatto una cazzata!”
Il comandante sgranò gli occhi.
“Cosa? Cos’hai fatto?”
Anche Castle e tutti gli altri erano diventati di ghiaccio quando Hermione aveva pronunciato quelle parole.
“Signorina Granger, cos’è successo?”
Ma Hermione non rispondeva. Il gracchiare della radio unito alle parole di Souriel l’avevano completamente assorbita.
“François're descendre.”
François stiamo venendo giù.
“NO!” – urlò Hermione, in preda alla frustrazione.
“CHE SUCCEDE? HERMIONE!” – urlò Blaise, terrorizzato.
“Stanno scendendo, Blaise! Souriel e il suo complice… stanno scendendo! Il tizio che ho ucciso… non rispondendo alla radio li ha messi in allarme e stanno per scendere!”

Castle guardò l’orologio. Era ancora presto, ma confidava nella dea bendata.
“Direttore!”
Sia Blaise che Hermione si misero sull’attenti. Shepard arrivò.
“Che c’è?”
“Se stacchiamo il carburante adesso, crede che riusciranno ad arrivare a Nassau sani e salvi?”
Shepard controllò l’ora.
“Il pilota deve essere alquanto abile per riuscirci.”
Castle tornò a parlare alla cornetta con Hermione.
“Signorina Granger, mi ascolti bene. Dobbiamo portarvi sulla terra ferma, dove una squadra potrà aiutarla a disinnescare la bomba.”
“Sì, certo!” – esclamò Hermione, con un orecchio sempre puntato sulla radio di quel François.
“E’ necessario che lei interrompa il collegamento del carburante.”
Hermione guardò la cornetta come se le avesse ruttato in faccia.
“Sta scherzando?”
“No, Hermione! BJ ha ragione!” – intervenne Blaise. – “Interrompere l’afflusso di carburante è l’unica soluzione e se il detective Castle l’ha proposta significa che è l’unica alternativa!”
“Ma… precipiteremo!”
“Non si preoccupi, Hermione!” – fece Castle dalla torre di controllo. – “Quell’aereo è stato progettato affinché abbia un’autonomia di un’ora, scaduta la quale sta nell’abilità del pilota di sfruttare le correnti ascensionali affinché lo riporti a terra.”
Hermione annuì.
“D’accordo. Ditemi dove trovare la centralina del carburante.”
Intervenne Goyle, il progettista.
“Signorina Granger, sono Tiger Goyle, il progettista.”
“Salve Tyger, mi dica… dove devo andare?”
“Guardi a destra della cabina telefonica dalla quale sta chiamando…”
Hermione fece saettare lo sguardo alla sua destra.
“… riesce a vedere un pannello? È pieno di luci colorate.”
“Sì, sì lo vedo!”
“Perfetto. Quella per l’erogazione del carburante è gialla ed è l’unica. Per spegnerla deve inginocchiarsi a terra. Sotto il pannello troverà una cassetta rettangolare piuttosto grande. La apra. I fili del carburante sono quelli più in disparte. Non può sbagliare. Deve solamente tagliarli!”
“Ho capito!” – Hermione mollò tutto a terra e andò al pannello. Rivide la luce gialla e poi si inginocchiò. Aprì il pannello e cercò con lo sguardo i fili che Goyle le aveva detto essere più in disparte. Li trovò e, senza esitazioni, li strappò con le mani, visto che non aveva con sé un taglierino.

Sul computer che monitorava l’andamento del volo AK598, si accese un allarme che segnalava l’interruzione di erogazione del carburante.

“Ok, Hermione! È andata!” – fece Castle, che aveva ricevuto l’ok dell’avvenuta operazione.
Hermione tornò alla cornetta, in preda al terrore di venir scoperta, cosa che non poteva assolutamente permettersi.
“Devo andare! Stanno arrivando! Prometto che appena posso mi rimetterò in comunicazione con voi!” – rimise a posto la cornetta e tornò verso il tunnel dal quale era arrivata, infilandocisi dentro l’attimo prima che Souriel aprisse la porta della stiva.

Gattonava alla velocità della luce, con il cuore che le martellava in gola.
“Alla faccia delle ferie…” – disse la ragazza a se stessa. Uscì dall’altra parte e percorse le scale a pioli, come se avesse le ali ai piedi.
Temette di essere stata scoperta quando la botola si sollevò, ma sospirò di sollievo quando la faccia che incontrò fu quella di Danny, lo steward che, una volta appurato che i sequestratori erano andati via per controllare il loro compagno nella stiva, aveva aperto la botola qualche volta per controllare se Hermione era arrivata.
“Che succede?” – chiese la ragazza, facendosi aiutare dai due steward.
“Sono scesi nella stiva perché il loro complice non rispondeva.”
“Lo so. Per poco non mi beccavano. Ascoltatemi tutti!” – fece Hermione, catturando l’attenzione dei passeggeri. – “Ho tagliato il rifornimento del carburante dell’aereo e…”
“Ma lei è pazza!” – esclamò uno.
“Perché ha fatto una cosa del genere!” – esclamò un altro.
“Per favore! Per favore!” – fece Hermione, cercando di non perdere troppo tempo. – “Sono un artificiere e a terra ci sarà una squadra che verrà in nostro soccorso!”
“Sempre se ci arriveremo!” – urlò una donna in preda al panico.
“Ci arriveremo! L’aereo ha un’autonomia di un’ora e poi starà al pilota saperlo condurre a terra.”
L’uomo stempiato saltò per aria.
“E di grazia, quale pilota? Li hanno ammazzati tutti e due non ti ricordi?”
Saltò fuori Draco.
“Signori… io sono un pilota aeronautico. Prenderò io il controllo dell’aereo, non appena questo sarà fattibile.”
I passeggeri si guardarono in faccia esterrefatti per la fortuna di avere un artificiere e un pilota a bordo.
“Per favore! Adesso che sapete come stanno le cose cercate di rimanere tranquilli.” – Hermione, detto ciò, tornò a sedersi al proprio posto, mandando Annah al suo di origine.




Souriel lanciò un grido che squarciò l’aria nella stiva. François era morto e qualcuno aveva tagliato i fili per l’erogazione del carburante.
Chi poteva essere stato? Chi aveva osato tanto?
Con l’inferno negli occhi per quell’imprevisto, tornò di sopra pronto per compiere una strage.

Quando il bombarolo entrò nella prima classe come un toro ferito, caricò il caricatore, e ciò spaventò non poco i passeggeri. Si guardò intorno, come a cercare quello giusto, che identificò in una bambina di sette anni.
“NO! LA PREGO! LASCI MIA FIGLIA! LA PREGO!”
Ma Souriel, sordo alle preghiere della madre, portò la bambina, che urlava e piangeva anche lei dal terrore, in fondo dove stava il personale di bordo.
“Conterò fino a diesci. Se la persona che ha intorrotto l’erogassion del carburonte non si farà vedere, ussciderò questa bambina e un altro ostassgio ogni diesci minuti. Uno!”
Hermione fece per alzarsi in piedi, ma Draco la fermò. Non voleva che lei rischiasse ancora la vita.
“Draco lasciami andare!” – fece la ragazza, strattonando il braccio.
“Hermione… sei la nostra unica possibilità!”
“E far ammazzare una bambina? Mai!”
“Quattro…”
“Draco ti prego!”
“Hermione, ragiona. Nemmeno io voglio che quella bambina muoia, ma tu ci puoi salvare tutti!”
“Non puoi chiedermi una cosa simile!” – fece Hermione.
“Sotte…”
“Draco, ti prego…”
“Nove…”
“SONO IO!” – urlò Hermione, scattando in piedi.
Souriel mollò la bambina, che scappò tra le braccia della madre che l’abbracciò stretta stretta.
“Oh…” – fece Souriel. – “E tu chi sarosti?”
“Mi chiamo Hermione Granger, Maurice.”
I presenti si stupirono per la confidenza che Hermione aveva dato al sequestratore.
“Chi ti ha dato il permosso per tutta questa confidonsa?”
“Io. Me lo sono dato io.” – fece lei, sfidandolo.
“Vioni qui.” – fece Maurice, indicando il posto con la canna della mitraglietta.
Hermione avanzò lentamente, con le braccia sollevate. Quando gli arrivò davanti, si sentì studiare.
“E così… sei stata tu a intralsciare i miei pioni.”
“Così sembra…”
“Chi sei tu veramonte?”
Hermione ghignò, lasciandolo decisamente sorpreso.
“Il nome Blaise Zabini ti dice niente?”
Maurice sgranò gli occhi.









Note della scribacchina:
C’è ben poco da aggiungere, no? Hermione alla fine è stata beccata. D’altronde, come avrebbe potuto vivere con il rimorso di aver fatto uccidere una bambina per salvare gli altri passeggeri?
Grifondoro anche senza la magia…
Adesso Maurice ha una vaga idea con chi ha a che fare. Cosa farà?
Mmmm… spoilerino…

00:53:03
00:53:02
00:53:01
00:53:00
00:52:59

Raccapricciante il conto alla rovescia, vero?
  
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