Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: ___CASYeSILVI___    20/05/2011    2 recensioni
"[...] Fuori era buio, ma appena il suo occhio (visto che l'altro era coperto da una benda) si abituò, cominciò a camminare, non sapeva nemmeno lui dove stesse andando. Si ritrovò dietro la villa.
«Oh! Guardate! Eccolo lì il piccolo conte Phantomhive!» sentì dire da dietro, Ciel non si ricordava di esser stato seguito da qualcuno. Gli uomini dietro di lui erano molto più grandi e grossi, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo, che gli tapparono la bocca e lo fecero svenire."
Prima storia scritta da sola. D:
Per favore siate gentili con me, anche se so che è noiosa e stupida. ._.
Buona lettura.
-Silvi-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.~ The mistake...


Scusate se ho cambiato nome alla storia, ma avevo cambiato il secondo capitolo. Béh, grazie a tutti quelli che seguono! Spero di non deludervi con questo capitolo.
Buona lettura! ^^

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Ormai Sebastian pensava che il suo Signorino ci stava mettendo troppo tempo, e aveva la sensazione che gli fosse successo qualcosa, così si diresse verso l'uscita, ma si bloccò quando tutto il chiasso che faceva la gente fu sostituito da una voce rozza. «S-signori, b-buonasera. Sono il sig. Stevens.»
Un uomo grasso e con pochi capelli era al centro delle enormi scale. Non era un granchè da vedere. Il suo viso non gli ricordò nessuno di sua conoscenza.
«Sono l-lieto del fatto che siate venuti tutti questa sera,» continuò «ma p-purtroppo c'è stato un imprevisto, quindi la festa è f-finita.» non sembrava essere sicuro di sè e, appena finito di parlare, salì le scale, correndo verso dove era venuto.
Il maggiordomo si affrettò ad uscire ma, la gente era tantissima sul viale e nel giardino. Camminava lenta e non si poteva vedere bene se Ciel stava lì. Intanto riprovò a controllare nella villa ma, era deserta, si diresse di nuovo in giardino, la folla era diminuita. Non lo vide. Continuò a cercare finchè si ritrovò nel retro della villa, e lì, qualcosa per terra attirò la sua attenzione: l'anello del Signorino.
Avendo visto ciò, capì che davvero gli era successo qualcosa, di certo non avrebbe perso quell'anello.
Oh, Bocchan, perchè vi cacciate sempre nei guai? pensò Sebastian mentre correva all'interno della villa, ma si bloccò quando ci si ritrovò difronte. Notò che non c'era nessuno, tranne il sig. Stevens che trascinava un'enorme valigia, una valigia tanto grande da poter contenere il suo Signorino. Con passò veloce, riuscì a raggiungerlo.
«Va da qualche parte?» chiese Sebastian, con un sorriso, ma quella, era solo una maschera: in realtà, era preoccupato da morire per il suo Ciel, molto più preoccupato delle altre volte. Sperava che non gli fosse successo niente di male, cosa che, sapeva, era impossibile.
L'uomo si spaventò, non lo aveva nè visto nè sentito.
«N-non sono affari vostri!» urlò l'uomo, tremando.
«E quella valigia?» l'uomo la strinse a sé.
«Potrei controllarla?» chiese Sebastian cercando di prenderla con una mano.
«Per quale m-motivo??»
«Ho perso di vista il Conte Phantomhive, e non vorrei che stesse nelle mani sbagliate...» avendo sentito quel nome l'uomo indietreggiò di un passo.
«Io non c'entro niente con il C-Conte!»
Sebastian gli strappò la valigia di mano e l'aprì: c'erano dei vestiti.
«Visto!?» l'uomo cercò di riprendersi la valigia, ma Sebastian notò una strana forma sotto una camicia, la spostò e trovò una pistola.
«Con questa cosa vuole farci, mmmh?» chiese il maggiordomo.
Puntandogliela contro gli chiese: «O mi dice dov'è il Signorino, oppure...» le parole del maggiordomo erano quasi un sussurro.
«O-okay, okay! Ma vi giuro io non c'entro niente! M-mi hanno costretto!»

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Continuavano ad offendermi e a prendermi a calci. Mi hanno bendato, quindi non vedo nulla. Mi hanno legato, quindi non posso reagire. E' già passato del tempo da quando ho lasciato Sebastian. Se non è ancora venuto sarà perchè non avrà più voluto avermi tra i piedi. Chi vorebbe mai salvare una persona che da solo ordini?
«Posso sapere il motivo di tutto ciò?» chiese Ciel, ma ormai non gli interessava più di tanto, poichè era certo che non avrebbe rivisto più Sebastian, pentendosi di non avergli detto, appena poteva, ciò che era certo di provare per lui.
«Una scommessa: chi riusciva ad ucciderti riceveva molti soldi, cosa che tu, non puoi capire, moccioso.» ridevano. Avevano una risata orrenda. Ciel non sopportava le volte in cui gli veniva detto che era piccolo.
«Che stupido motivo.» Ciel si sentì tirare un calcio in faccia.
«Sai, stai procurando fastidio a molte persone, quindi la tua morte farà piacere a molta gente.» Ciel pensò subito a Sebastian, e a come gli aveva fatto perdere tempo.

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Sebastian tenne sempre d'occhio il sig. Stevens per tutto il tragitto. Gli aveva detto che lo avrebbe portato dal Conte.
Arrivarono ad una piccola stazione, dove ci stava soltanto un treno. Entrarono. Sebastian faceva camminare l'uomo sempre prima di lui. Arrivarono fino al primo vagone del treno, dove c'erano due uomini enormi e il piccolo conte che perdeva sangue buttato per terra.
Sebastian corse subito da lui, slegandolo e levandogli la benda. Appena Ciel lo vide si buttò tra le sue braccia. Sebastian rimase sorpreso, non se lo aspettava da lui, come Ciel non si aspettava che sarebbe venuto.
«Bocchan...» Sebastian gli accarezzò dolcemente la testa, mentre Ciel arrossì, come sempre.
Si staccarono appena sentirono il treno muoversi, andando sempre più veloce. Ormai c'erano soltando loro due. Sebastian aveva commesso un grosso errore non controllando più gli uomini che stavano nel vagone. Guardò fuori dal finestrino: c'era il sig. Stevens che rideva insieme agli altri due. Uno, con il gesto della mano, gli fece un segno che stava per significare "addio". Il maggiordomo guardò più avanti: i binari erano stati messi in modo che il treno fsarebbe dritto in un fiume, e non mancava molto per arrivarci.
  
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