Gwen fece un passo esitante, rientrando nella stanza, sotto gli occhi attenti dei due ragazzi.
-Siediti.- Disse il moro indicando la poltroncina di fianco alla sua. Fece un sorriso a 32 denti, il quale bastò a convincere la gotica che arrossì imbarazzata.
-Cody, potresti accendere il fuoco?- Chiese Trent al ragazzino.
-Sì...- Rispose scocciato, senza distogliere lo sguardo dalla tv. Compì un rapido movimento della mano e, improvvisamente, il camino fu animato da un’alta fiamma bluastra.
-Sempre il solito esagerato!- Urlò il moro in preda al panico, ci mancò poco che non gli andarono a fuoco i capelli. Cody sbuffò scocciato abbassando leggermente la mano e, con quella, anche la fiamma.
Gwen, confusa e spaventata, fissava il ragazzo accanto a lei senza fiatare notando la scottatura sulla sua mano.
-La... la tua mano!- Balbettò indicando la macchia rossa.
-Hai visto cosa hai fatto Cody? Mi hai anche bruciato!- Gli fece notare, continuando a gesticolare verso l’assente amico, che aveva ancora gli occhi puntati sulla tv.
Trent appoggiò la mano sinistra sulla ferita e strinse la mano con forza. Quando la lasciò la scottatura era scomparsa lasciando al suo posto una scia azzurra che si dissolse in pochi secondi.
Gwen era tesa e spaventata, una leggera brezza ghiacciata entrò dalla finestra aperta facendo rabbrividire i due ragazzi, che si voltarono istintivamente verso di lei.
La gotica abbassò lo sguardo imbarazzata, non le era mai piaciuto essere fissata.
-Tu controlli il vento! Ricordi Trent? Bridgette ce ne parlò qualche giorno fa!- Disse agitandosi il ragazzino castano.
-Alla fine ti ha trovata...- Sussurrò il moro rivolgendosi dolcemente a Gwen. Aveva così tante domande da fare... ma le parole non le uscivano dalla gola.
-Gradiresti una tazza di the?- Chiese con disinvoltura.
La ragazza annuì. Trent si alzò dal suo divanetto e si avviò con calma verso la cucina comunicante.
-Tu sei sempre così silenziosa?- Chiese ingenuamente Cody.
Non ebbe tempo di rispondere che squillò un cellulare, il ragazzo frugò in tasca per qualche secondo per poi estrarne un arretrato cellulare. Lesse velocemente il messaggio di Bridgette:
 
Non essere troppo insistente con Gwen.
Questa è una brutta notte per lei.
 
Il ragazzo, divorato dalla curiosità, non potè fare a meno di saltare in piedi e correre in cucina:
-Cosa sai di lei?- Chiese quasi urlando contro il moro che agitava goffamente un pentolino sul fuoco.
-Lei chi?- chiese frugando freneticamente nella credenza.
-Lei! Gwen!- sbraitò agitando le mani sulla testa.
-Calmati! Che cosa dovrei sapere?- Chiese irritato Trent.
Cody strinse i pugni puntando il piede, si voltò verso la porta e la varcò sussurrando imprecazioni al vento, pacificamente controllato da un’imbarazzata ragazza dagli occhi blu.
Il nerd passò davanti a lei ancora imprecando e lasciò la stanza, seguito dai suoi occhi attenti.
Percorse il corridoio a grandi falcate, alternando corsa e passi veloci. Si fermò davanti a una delle tante porte in legno, ansimando si portò le mani sulle ginocchia e stette per un lungo istante a fissare la maniglia.
Allungò una mano tremante e bussò tre volte, incrociando le dita dietro la schiena aspettò pazientemente di essere aperto.
Dall’interno della stanza provenne un forte rumore, poi la maniglia si abbassò e il punk si affacciò alla porta, con l’aria di uno che ha voglia di fare a pugni.
-Che vuoi piccolo fiammiferaio?- disse il più sgarbatamente possibile.
Cody raccolse il coraggio, abbassò lo sguardo e balbettò:
-P... potrei... entrare?- Il punk abbozzò una risatina ironica, poi si ricompose.
-Hai perso le chiavi di camera tua? Di nuovo?- Chiese compiaciuto, squadrando il ragazzino dall’alto in basso.
Il Nerd sollevò il viso, stando bene attento ad evitare l’agghiacciante sguardo di Duncan.
-Si tratta di quella nuova...- Cominciò, ma fu subito interrotto dal commento scocciato del moro:
-Ha ucciso sua madre.- disse con freddezza, richiudendo con forza la porta che Cody bloccò abilmente col il piede.
-Come?- Chiese, più curioso che scioccato.
-Chiedilo a lei! E già che ci sei guarda se ti fa da babysitter, bamboccio.- rispose irritato.
-Ma... ma tu lo sai?- Insistette tenendo il criminale per la maglia.
-Lasciami in pace! Era fin troppo debole! Un altro secondo l’avrebbe uccisa... ringrazia che ho bloccato il collegamento!- Sbraitò dando un forte spintone al ragazzino, che cadde a terra.
Il punk gli chiuse violentemente la porta in faccia facendolo sobbalzare.
Si alzò in piedi barcollando, mentre si massaggiava la testa dolorante.
Scese la scalinata tenendosi ben saldo alla ringhiera in marmo per poi varcare l’unica porta della sala.
-Courtney? Posso parlarti?-