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Autore: Herm735    20/05/2011    6 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Salve a tutti ragazzi. Per prima cosa voglio scusarmi per il mio immenso ritardo, ma la scuola mi ha veramente messo k.o. In questo periodo.
Vorrei iniziare ringraziando Jollyna, SweetBlueNight, luca76, roxy_xyz, GinevraRacounter e Lights per aver recensito il capitolo precedente. Siete mitici.

Comunque...Eccoci qua con un nuovo capitolo.

Buona lettura!




L'alba


Si ritrovarono davanti ad una piccola capanna di legno, circondata da uno spiazzo di erba verde. Era il tramonto.
Una volta scesi dal Thestral che li aveva condotti fin lì, si guardarono attorno.
A qualche metro dalla piccola casa scorsero un fiume.
Immediatamente entrambi vi si avvicinarono, inginocchiandosi vicino alla riva e bevendo tutta l'acqua che non avevano potuto bere negli ultimi giorni.
Dopo diversi minuti si riavvicinarono alla capanna, guardandosi attentamente intorno, cercando qualcosa che permettesse loro di capire dove si trovavano.
“Dove siamo esattamente?” chiese Harry.
Hermione scrollò le spalle. “A nord. O comunque più a nord di prima. Non so esattamente dove, ma credo che ci abbiano riportati in Europa. Probabilmente una località vicina al mare.”
Osservò la vegetazione che li circondava.
“Se dovessi tirare a indovinare direi in Grecia. Probabilmente una delle piccole isole che circondano Creta.”
Fece mente locale.
“No, decisamente più a nord. Probabilmente siamo in una delle isole Cicladi. Se dovessi tirare a indovinare direi nella zona est.”
Harry la guardò come se improvvisamente le fosse spuntata una seconda testa.
“La mia era più che altro una domanda retorica. Non pensavo davvero che tu ne avessi un'idea.”
“Oh” Hermione scrollò le spalle, entrando all'interno della capanna attraverso la porta che i loro del futuro avevano lasciato aperta.
Entrando si trovarono davanti ad un tavolo apparecchiato, con sopra decine di cibi.
Si scambiarono uno sguardo veloce e poi si sedettero mangiando tutto ciò che aveva un aspetto presentabile.
“Erano giorni che non mangiavo qualcosa” riuscì a dire Harry tra una forchettata di pasta ed un boccone di riso.
“Lo sappiamo. Siamo stati in quel posto prima di voi, ricordate?” si sentì rispondere da sé stesso il moro.
“Giusto” ingoiò quello che stava masticando, prima di alzare la testa. “Allora, perché non iniziate a dirci cosa dobbiamo fare una volta usciti di qui?”
Hermione scosse la testa. “Non possono farlo Harry. Dobbiamo capirlo da soli, altrimenti rischiano di compromettere il flusso spazio-temporale.”
“Già. Credo sia un po' tardi per quello” sussurrò Harry, squadrando i loro gemelli.
“Harry ha ragione. Il futuro rischia di essere compromesso. Noi torneremo al campo appena fuori da quella porta, ok? Voi dovete assicurarvi di fare la stessa cosa una volta che avrete salvato Harry ed Hermione del passato.”
Hermione guardò se stessa, annuendo.
“Ho già elaborato un piano che credo coinciderà con il vostro.”
L'altra Hermione annuì.
“Avete ventiquattro ore da quando noi saremo fuori.”
I due ragazzi seduti al tavolo annuirono simultaneamente.
Finirono di mangiare e quando ebbero fatto si diressero tutti e quattro verso quattro diverse camere da letto.
“Domani mattina all'alba saremo svegli” ricordò loro Hermione.
“Saremo pronti” le assicurò la versione di sé stessa più giovane di un giorno.

Chiudendo la porta della propria camera Hermione si lasciò lentamente scivolare sotto le coperte.
Sapeva che il sonno non sarebbe arrivato, quella notte.
Sarebbero arrivati invece molti pensieri, molti dubbi, domande a cui non aveva idea se esistesse una risposta.
Rimase a lungo a pensare a quella visione che aveva avuto solo qualche giorno prima, ma che sembrava appartenere ad un momento indefinito del suo passato.
Aveva visto una felicità sul proprio viso, che non pensava potesse mai più esserci.
E forse proprio questo era il punto.
La visione non sembrava qualcosa che sarebbe potuto accadere nel futuro. Sembrava più qualcosa che era avvenuto nel passato.
Una visione di come le cose avrebbero dovuto essere.
Ovviamente sapeva che ciò non era possibile, però non riusciva a trovare un'altra spiegazione.
Però se quella che aveva avuto era una visione del passato, perché aveva visto...
Sfilando il cuscino da sotto la propria testa se lo premette sulla faccia.
Avrebbe dato qualunque cosa per bloccare i pensieri fuori dalla propria testa almeno per altre ventiquattro ore.

Il mattino successivo la trovò addormentata profondamente. I pensieri non erano riusciti a bloccare notti e notti di sonno arretrato.
Quando finalmente si svegliò, vide l'alba farsi strada fuori dalla finestra della propria capanna.
Si chiese perché lei aveva la stanza da cui si vedeva l'est.
Poi capì che probabilmente era perché Harry non si sarebbe mai svegliato da solo.
Sospirando uscì dalla stanza ed entrò in quella accanto alla sua, bussando piano. Aprì la porta lentamente e vide Harry ancora beatamente addormentato, con gli occhiali appoggiati sul comodino accanto al letto e le coperte sul pavimento, probabilmente finite per terra a causa dello scalciare frenetico di Harry.
Aveva sempre avuto problemi con gli incubi. L'unica cosa che sembrava calmarli era quando Hermione dormiva al suo fianco.
Lei si sentì stringere il cuore quando quel pensiero le attraversò la mente.
Si sedette sul materasso e lo guardò per qualche istante. Una mano tremante raggiunse la sua fronte ed iniziò ad accarezzare i capelli corvini del ragazzo steso sul letto.
No, non ragazzo. Era un uomo adesso.
Era cresciuto, un po' era invecchiato. Eppure lei non lo vedeva. Tutto ciò che vedeva era un ragazzo che aveva ancora gli incubi se lei non gli dormiva affianco.
Dopo qualche secondo Harry si rilassò visibilmente al tocco leggero della mano di Hermione, e il suo sonno divenne tranquillo.
Poi la sua mano si fermò.
“Harry, dobbiamo andare. Il sole sta sorgendo.”
Lui si mosse, ma non si svegliò.
Hermione lo scosse delicatamente. “Harry, so che mi hai sentito. Svegliati” ordinò con più fermezza.
Lui aprì un solo occhio. “Altri cinque minuti?”
Hermione scosse la testa, trattenendo a stento un sorriso. “Immediatamente.”
Harry sospirò, rassegnato.
Dieci minuti dopo stavano finendo la colazione, mentre Harry ed Hermione -quelli del futuro- si preparavano a partire.
Li accompagnarono fuori dalla porta, poi Hermione si voltò ancora verso di loro.
“Ricordate. Ventiquattr'ore a partire da adesso.”
Hermione, quella più giovane, annuì.
Poi, dopo che si furono smaterializzati, Hermione tornò dentro freneticamente.
“Sbrigati, abbiamo pochissimo tempo.”
Harry apparve confuso, ma non obbiettò.
Una volta dentro la casa Hermione tirò fuori la catenella che aveva attorno al collo e la avvolse anche attorno a quello di Harry.
Il mondo intorno a loro iniziò a riavvolgersi, facendoli passare attraverso tutto ciò che era successo in quella casa nelle ultime ventiquattro ore.
Poi, all'improvviso, tutto si bloccò.
Hermione nascose velocemente la collana sotto la propria maglietta, dirigendosi verso la dispensa e controllando all'interno degli scaffali.
“Proprio come pensavo” constatò con aria grave. “Dobbiamo muoverci.”

“Un supermercato?” chiese incredulo. “Cosa diavolo ci facciamo davanti ad un supermercato?”
“Stiamo ricomprando le cose che abbiamo mangiato. Harry ed Hermione -beh, gli altri Harry ed Hermione- le hanno comprate ieri mattina, quindi stamattina, quindi adesso. Questo significa che dobbiamo comprarle io e te. Chiaro no?”
Harry annuì, anche se non era ancora convinto.
Entrarono attraverso le porte automatiche.
“Ok, ma come facevi a sapere dove trovare un supermercato?”
Hermione lo guardò. “Venivo qui in vacanza con i miei genitori” mentre parlava prese uno dei carrelli per la spesa. “Credevi che ci avrei portato in un posto sconosciuto?”
Harry parve ancora più confuso. “Di chi è quella capanna in cui eravamo prima?”
Hermione iniziò a fare mente locale di tutto quello che avevano mangiato e a metterlo nel carrello che iniziò lentamente a riempirsi.
“Dei miei bisnonni. Era, dei miei bisnonni. Adesso è abbandonata.”
Harry annuì.
In neanche mezz'ora, Hermione aveva comprato tutto quello che serviva loro.
Arrivati alla cassa si ricordò però di non avere con sé neanche un soldo.
“Dannazione” sussurrò impercettibilmente.
“Tranquilla” sussurrò a sua volta Harry, estraendo delle sterline inglese dalla tasca destra dei suoi pantaloni. “Però ho solo sterline con me.”
“Quello non è un problema.”
Hermione prese i soldi tra le sue mani e si avvicinò alla cassa.
Quando fu il momento di pagare consegnò le banconote al commesso che aveva davanti.
Harry fu stupito di vedere le sterline trasformate in euro.
Con un sorriso di cortesia presero le buste e si diressero verso l'uscita.
“Come sei riuscita a cambiare il tipo di soldi?”
Hermione si voltò di scatto verso di lui.
Sentirono qualcuno urlare alle loro spalle, mentre la porta del negozio si apriva.
“Non ci sono riuscita” fu tutto quello che Harry riuscì a sentire, prima di ritrovarsi nuovamente davanti alla capanna.
Hermione entrò in casa, sistemando la maggior parte delle cose che avevano comprato sul tavolino, come avrebbe dovuto essere quando sarebbero tornati quella sera.
“Ho solo fatto in modo che alle persone che le vedevano sembrassero Euro. In realtà non hanno mai smesso di essere sterline.”
“Perché questo mi suona tanto come furto?” chiese lui con un sorriso.
“Andiamo, siamo già in ritardo” rispose Hermione, trattenendo un sorriso e dirigendosi nuovamente fuori dalla porta.
“Com'è che i tuoi bisnonni possedevano due Thestral?” le chiese Harry, mentre si apprestavano a salirvi sopra.
“Non erano dei miei bisnonni. Ce li ho portati io qualche anno fa. Ho pensato che qui avrebbero potuto godersi la loro meritata pensione.”
Harry rise brevemente, seguendo poi Hermione che si era già alzata in volo.

Era ormai primo pomeriggio quando, dopo una breve sosta per bere e mangiare, giunsero nel deserto dove, neanche un giorno prima, avevano visto i due Thestral.
In breve si trovarono davanti alla piccola baracca che avevano visto il giorno prima.
“Riusciresti mai a crederci? Dentro l'edificio ci sono sette piani. Ed ogni piano è grande circa cento metri quadrati.”
Harry scosse la testa.
“C'è qualcosa che non va. Dei maghi li stanno aiutando. Loro che combattono la magia ne fanno poi uso senza che la loro gente lo sappia. Non capisco. Perché? Perché combattono la magia se anche loro la usano?”
Hermione si limitò a fissare la piccola baracca davanti a lei.
“Non lo so” estrasse velocemente la bacchetta. “Ma è quello che intendo scoprire.”
Forse non lo avrebbe scoperto quel giorno. Ma lo avrebbe sicuramente scoperto.
E allora, finalmente, avrebbe capito.
Avrebbe capito perché gli uomini si ostinavano a continuare una guerra inutile contro qualcosa che usavano a loro vantaggio durante tale guerra.
Ma, in quel momento, il suo obbiettivo era un altro.
“Vieni. Per prima cosa, dobbiamo recuperare le bacchette.”
Harry annuì, seguendola, mentre lei, con un incantesimo, tentava di aprire la porta dell'edificio.
Al terzo tentativo la sua magia, molto più potente di quella di chi aveva sigillato la porta, riuscì a penetrare e spezzare l'incantesimo di protezione.
La porta si aprì con facilità, sotto il suo tocco.




Recensire richiede solo un minuto del vostro tempo. Ringrazio chiunque di voi si prenderà la briga di scrivermi due righe e farmi sapere la sua opinione. Grazie a tutti per aver letto il capitolo e un grazie particolare a chi segue la storia.


  
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