Se abbiamo bisogno di leggende che queste
leggende
abbiano almeno l’emblema della
verità!
(Voltaire)
<< Make Your Choice - Squadra AS >>
Sei Mesi Prima:
Il
tenente Muller era un uomo nerboruto e freddo, con una barba leggermente incolta
che gli conferiva un aspetto trasandato, soltanto i suoi occhi azzurri facevano
intuire che dentro a quel corpo più simile ad una macchina da guerra che ad un
umano si nascondesse un animo gentile.
Al
suo fianco camminava Nerida Thyris, una mezz’elfa che sin dal primo istante
aveva saputo dimostrato il proprio valore e meritando il ruolo di comandante
della squadra sperimentale degli Andromeda Sigma.
-
Parlami un po’ dei tuoi ragazzi Nerida… Sono davvero curioso di scoprire se le
voci che circolano sui Sigma sono vere o se sono soltanto pettegolezzi gonfiati.
– tra le sue mani si materializzò una cartellina di plastica su cui,
ordinatamente, erano comparse otto schede di valutazione.
Oltre
un vetro di protezione c’era una stanza quasi totalmente immersa nel buio se non
fosse per un unico punto illuminato in cui, una ragazza dai lunghi capelli
biondi, si stava allenando con arco e frecce.
-
Lei è Erin Majer. È stata reclutata sette anni fa insieme a suo fratello
gemello. I cacciatori che li hanno scoperti sono rimasti colpiti dal fatto che
due undicenni fossero stati in grado di mettere alle strette un Esiliato. –
spiegò lei, appoggiandosi contro lo stipite della porta ad osservare la ragazza.
Il
tenente si mostrò particolarmente incuriosito da quella scoperta, sapeva bene
quanto fosse difficile contrastare l’attacco diretto con un demone e sapere che
due bambini fossero riusciti nell’impresa l’aveva particolarmente sorpreso ma
c’era ancora una questione da analizzare: - Cosa ne pensano i genitori? Sono
d’accordo sulla loro permanenza qui? –
-
I supervisori hanno indagato sul loro conto: all’epoca sono stati trovati a
vagare per i sobborghi di San Pietro Burgo ma la loro residenza fissa era un
orfanotrofio di Praga. – spiegò lei rivolgendo un occhiata divertita alla
ragazza dall’altra parte del vetro che, una volta riaccese le luci, aveva
mostrato una certa soddisfazione nel notare che intorno a lei non era rimasto un
solo bersaglio libero dalle sue frecce – Erin è in grado di leggere nel pensiero
di chiunque nel raggio di duecento metri e come avrai notato è un vero asso
nel tiro con l'arco. –
Muller
prese qualche appunto frettoloso sul foglio di valutazione davanti a lui
prima di seguire Nerida nella stanza successiva.
In
un’altra stanza, decisamente più luminosa della precedente, si trovava un
ragazzo dai capelli castani i cui occhi brillavano come
rubini.
Nerida
spiegò al tenente ciò che nessuno sarebbe stato in grado di comprendere dando
una semplice occhiata ai movimenti del ragazzo: - Lui è Declan Summers, può
sembrare che se ne stia semplicemente immobile lì dentro ma non è così: è in
grado di controllare il fuoco provocando la combustione spontanea di qualunque
oggetto… Durante l’ultima missione è rimasto gravemente ferito ma vedo che
nonostante i miei rimproveri continua ad allenarsi. –
Declan
si voltò in direzione dei due e, come se l’avesse sentita parlare, disse che il
suo sguardo di rimprovero non avrebbe sortito alcun effetto: era determinato a
riprendere i suoi allenamenti ed infatti, pochi secondi dopo, l’auto di fronte a
lui era esplosa sorprendendo il tenente in maniera più che
evidente.
Percorsero
un lungo corridoio e raggiunsero l’ennesima porta, Nerida indicò un punto
distante dalla loro posizione e mostrò all’uomo una ragazza dai capelli neri che
con una rapidità sorprendente stava parando gli attacchi di un demone Silf. In
una mano la ragazza teneva uno scudo in ossidiana mentre nell’altra stringeva
una spada di Soladìa incandescente, una potente arma termica in grado di
fondere il corpo del demone.
-
Bisogna essere dei veri esperti per maneggiare armi di quel genere. Per non
parlare dell’incredibile capacità magica che quella ragazza deve possedere per
mantenere costante il calore della spada. – Muller parlò senza nemmeno
rendersene conto, quella ragazza poteva sicuramente vantare un afflusso magico
invidiabile, non era difficile intuirlo - Chi è quella ragazza?
–
-
Conoscerai sicuramente Jacopo e Dana Brigante dell'unità ventitre di Los
Angeles. Clarissa ha sedici anni ed è la minore tra i loro figli. – Nerida
guardò con orgoglio la ragazza che stava sicuramente dimostrando un abilità
tecnica degna dei più alti gradi dell’associazione – Quando è entrata nel
progetto aveva dodici anni ma solo di recente ci siamo accorti del fatto che è
in grado di controllare l’acqua. –
Nella
stanza successiva c’era un ragazzo bendato che stringeva tra le mani un fucile:
ad intervalli irregolari alcuni piattelli erano liberati verso l’altro e, solo
grazie al suo udito, il ragazzo era in grado di individuare la posizione del
bersaglio che puntualmente veniva abbattuto.
- Lui
è David Sherazad, ha diciassette anni ed è molto fiero delle sue origini
siriane. – spiegò lei avvicinandosi ad un pannello elettrico su cui era
possibile selezionare le modalità di allenamento – Lo hanno reclutato a Damasco
durante una gita scolastica presso la sede dei cacciatori. Ha partecipato ad un
duello con due novizi ed è riuscito a stenderli grazie ad un perfetto uso della
telecinesi. -
Non
appena la mezz’elfa finì di digitare qualcosa sulla tastiera, la velocità a cui
erano liberati bersagli era cresciuta, il giovane restò spiazzato per qualche
istante ma riuscì a recuperare il ritmo in meno di un minuto.
Soddisfatta per
il risultato di David, scortò Muller verso un’altra zona della sede,
spiegandogli che ognuno dei suoi ragazzi era sottoposto a quel genere di
allenamenti quotidianamente.
Il
movente? Puntavano a migliorare la loro prontezza di
riflessi.
Attraversarono
vari corridoi prima di raggiungere una palestra in cui si stavano allenando due
ragazzi: - Lei è Nadia Olivera, ha sedici anni e arriva da San Paolo ed è
riuscita a create una tecnica basata sugli incantesimi acustici. In pratica
sfrutta onde elettromagnetiche a diversa frequenza per immobilizzare il nemico,
volendo potrebbe interromperne le funzioni vitali ma è troppo tenera per pensare
di eliminare qualcuno. Il ragazzo lì è il figlio di Aaron Shuster. Daniel è un
esperto in strategia militare ma non è ancora bravo ad affrontare gli
imprevisti. Fortunatamente possiamo contare sull’aiuto di Amy per queste
situazioni. -
Sul
volto del tenente comparve un espressione sorpresa, erano ore che si stava
domandando se, in quell’occasione, gli sarebbe stato concesso un incontro con la
piccola fiamma: - Stai parlando di Amy Halliwell? -
La
mezz’elfa alzò gli occhi al cielo cercando di sedare l’entusiasmo del tenente,
ogni volta che si faceva menzione della piccola fiamma si tendeva a dimenticare
l’abilità del resto del gruppo e questo non le piaceva: - La vedremo più tardi e
se si degnerà di uscire dalle sue stanze ma fino a quel momento intendo parlarti
di lui. Tutti i miei ragazzi hanno delle
abilità innate in un certo senso mentre Daniel ha ottenuto i suoi poteri grazie
al continuo allenamento. Ora è in grado di usare la telecinesi e ha ottenuto il
giusto stato mentale per potersi definire un custode del fulmine. –
Muller disse a Nerida che se fosse stato al suo posto si sarebbe sentito fiero di quel ragazzo: l’ultimo custode del fulmine era nato più di trecento anni prima ed aveva manifestato poteri straordinari.
Raggiunsero
l’ultima postazione di osservazione del palazzo principale: dava su un enorme
palestra e si poteva facilmente intuire che, sotto di loro, si stava svolgendo
un comune allenamento a squadre.
Qualcuno
lanciò un fumogeno riducendo la visibilità al minimo per qualche secondo: ci
vollero un paio di secondi prima di rivelare che, intorno ad una delle due
squadre, si era materializzata una barriera in grado di bloccare gli attacchi
degli avversari. Fu
in quel momento che Nerida riprese con le presentazioni: - Lui è Liam, il
gemello di Erin. Riesce a creare delle illusioni talmente reali da uccidere
l’avversario e quando è insieme a sua sorella riesce a creare delle barriere
impenetrabili. I miei ragazzi sono la fine del mondo… Non puoi negarlo tenente!
–
Per vedere l’ultimo membro dei Sigma furono costretti ad abbandonare l'edificio principale; il laboratorio che cercavano era protetto dai militari e la porta per accedervi richiedeva l’ausilio di una chiave elettronica.
Le
porte si aprirono su un’enorme stanza, una decina di persone erano sedute
davanti a degli enormi pannelli di controllo mentre tre ragazzi attraversavano
freneticamente la stanza portando ai vari tecnici dei fogli con le impostazioni
per le varie macchine.
- Stiamo a vedere cosa succede… Posso avere un caffè per favore? – domandò la mezz'elfa e nel giro di due secondi una tazza di liquido nero fumante le fu portata. I due supervisori si accomodarono su delle comode poltrone che si affacciavano sull'enorme vetrata che permetteva di osservare la stanza dell'allenamento per sfiancamento, come l'avevano gentilmente soprannominata gli strutturati.
Una
ragazza con i capelli del colore del fuoco era perfettamente immobile
all’interno della stanza: indossava una maglietta a mezze maniche bianca, dei
pantaloni mimetici ed un paio di anfibi ai piedi, infilato in un orecchio
portava un auricolare che la collegava direttamente alla stanza dove si
trovavano i due supervisori e i vari tecnici che stavano sistemando gli ultimi
dettagli.
La
rossa era stata circondata dai cyborg, perfettamente immobili ed in attesa della
sua prima mossa che giunse inattesa e devastante:
quando
aprì gli occhi, tutti i robot furono scagliati contro le pareti ad una velocità
impressionante, andando in pezzi… Nuove macchine dall’aspetto più resistente
comparvero dal nulla e la attaccarono con le semiautomatiche di cui erano
dotati.
La
ragazza saltò verso l’alto, scomparve dal campo visivo dei presenti e i sistemi
di localizzazione dei cyborg ci impiegarono qualche secondo per individuare la
sua nuova posizione: era appesa al soffitto e tra le mani teneva due
pistole.
Quando
le macchine ripresero la loro offensiva non ci fu un singolo proiettile in grado
di sfiorarla, tutto andava a cozzare contro una barriera che rispediva i colpi
al mittente ed abbatteva i cyborg, lasciando illesa la
ragazza.
Muller
aveva atteso a lungo quel momento e ne era stato ripagato abbondantemente.
Quella ragazza era un portento, era impossibile negarlo e fu una gioia per lui
vederla combattere dal vivo: - È lei vero? È la piccola fiamma quella lì sotto.
-
- Ci hai preso tenente… - a Nerida sfuggì una risata, vedere quell’espressione meravigliata sul volto di un veterano la divertì profondamente, sapeva bene quanto Muller avesse agognato quell’incontro e vedere Amy combattere in quel modo la fece sentire orgogliosa del suo operato - Lei è Amy Halliwell, ha quindici anni e il nostro giro termina qui. –