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Autore: Sacu    21/05/2011    0 recensioni
Miti e leggende in formato one-shot su Iriu, il mondo di Sophelia e Jelia.
Ogni capitolo può essere letto singolarmente.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Venne il giorno in cui su Tellus troppi Dei rivendicarono i loro diritti. Dopo anni di accordi, patti e mediazioni gli Anziani avevano reso il mondo prima stantio e poi marcio. Non era cosa grave fin quando restò all'interno della Casa degli Dei, ma come l'acqua penetra nei fori più sottili così quell'atmosfera malata raggiunse gli angoli più sperduti del mondo. Razze si estinsero a favore di altre; molte piante smisero di parlare; terremoti fecero sprofondare intere terre in fondo al mare; maremoti fecero volare grandi isole in alto nel cielo. E una volta, ubbidendo ad una ripicca del dio Urya, il pianeta bloccò la sua rotazione per un minuto intero.
Non potendo più assistere a tale scempio, i Giovani si offrirono di aiutare nel ripristinare uno stato di stabilità; proposero numerose idee, ma gli Anziani interpretarono quell'atto del tutto disinteressato come un tentativo di spodestarli. E guerra fu.
Guidati da Rahman, i Giovani erano ingenui e impreparati ad affrontare l'esperienza e l'astuzia degli Anziani. Per evitare la disfatta si rivolsero agli abitanti di Tellus affinché credessero in loro e li accettassero come sole Divinità, in modo da acquisire nuova forza e guadagnare la vittoria. Ma i Tellusiani, ingannati dagli Anziani e restii ad abbandonare le antiche tradizioni, voltarono loro le spalle, abbandonandoli al loro destino. L'Ultima Grande Battaglia fu perduta.
Non potendo uccidere delle Divinità, i vincitori decisero di punire i Giovani esiliandoli da Tellus. A niente valsero le parole e i pianti dei figli: gli Anziani, loro genitori, li cacciarono.
Fu così che ebbe inizio il loro esodo. Come profughi vagarono nell'Universo, alla ricerca di un luogo che ricordasse la loro casa; visitarono molti pianeti, scoprirono cose meravigliose, ma nessuno di questi gli diede quella sensazione familiare necessaria. L'esistenza di molti di loro si stava affievolendo a causa dell'assenza di adoratori e avevano perso ogni speranza.
Infine, nel vedere una stella simile a quella del loro mondo Rahman ebbe un'idea: se non avevano un posto da chiamare casa, lo avrebbero creato.
Tutti aiutarono e si impegnarono nel contribuire, per fare sì che il nuovo mondo avesse qualcosa di loro, un elemento proprio per creare l'affinità necessaria a renderlo piacevole e vivibile.
Radunarono asteroidi, meteore e polvere stellare plasmando un geoide; riuscirono a creare un ambiente primordiale vivibile per le prime creature.
I primi a nascere furono i Giganti del Fuoco e le Loreley. Erano dotati di immortalità; sì, se fossero stati colpiti da una lama sarebbero morti, ma il passare del tempo non avrebbe alterato in nessun modo il loro aspetto e avrebbero potuto vivere per sempre. I Giganti, alti tre metri, con la pelle di roccia fusa e rossa come la lava, traevano forza dal calore del geoide; le Loreley, dall'aspetto di bellissime umane dai capelli come il sole, prendevano linfa vitale dall'acqua, la quale dava colore ai loro occhi.
Inizialmente i Giganti erano tutti maschi e le Loreley tutte femmine. Vivevano in armonia e gli Dei tornarono in salute grazie alle loro preghiere, ma non erano ancora soddisfatti. Quel mondo era ancora giovane e necessitava di prosperare. Così, nel pieno dei loro poteri ripresero a plasmarlo, separando l'acqua dalla terra, innalzando montagne, costruendo valli per i letti dei fiumi, fino a separare tre grandi continenti. Adesso era un mondo sì ancora giovane, ma finalmente come l'avevano sempre sognato e lo chiamarono Iriu. La loro casa.
Gli Dei lasciarono alle loro creature la possibilità di esplorare il nuovo mondo, mentre loro si ritiravano su un territorio che avevano realizzato apposta per se stessi: Zenkar, l'isola sospesa sopra Iriu senza fissa posizione. Da lì potevano osservare tutto.
Nonostante i Giganti e le Loreley vivessero in pace, trovarono necessario spostarsi per cercare luoghi più affini alla propria natura. I Giganti inizialmente colonizzarono la punta nord-orientale del continente meridionale, una zona desertica e moto calda. Le Loreley invece si spinsero fino al centro del continente settentrionale, dove trovarono un'enorme cascata alta cinquantacinque metri. Il panorama era incantevole e la forza dell'acqua le rendeva più forti, così vi si stabilirono e la chiamarono Ongiara.
Per qualche tempo, le cose proseguirono bene. Ma un giorno, il dio dei fiumi Zin vide la bella Lelawala, capo delle Loreley, mentre nuda si rigenerava sotto la cascata. Fu folgorato da tanta bellezza e le propose di divenire sua sposa, ma questa si rifiutò. A nulla valse il lungo corteggiamento, Lelawala voleva rimanere con le sue sorelle. Il dio si infuriò e maledisse tutte le Loreley: sarebbero state costrette ad attirare gli uomini, ma ad ucciderli prima di poter avere figli da loro. Sarebbero state vergini in eterno.
Zin credette di aver punito la sua amata, ma aveva scordato un particolare: su Iriu c'erano solo Loreley e Giganti del Fuoco. Fu allora che si rivolse a Rahman per convincerlo a creare la razza umana. Anche altri Dei ascoltarono la proposta e furono molto entusiasti del progetto, ma non vollero fermarsi: vollero riprodurre tutte quelle meravigliose razze che avevano conosciuto durante il loro esodo.
Fu così che nacquero tutte le creature di Iriu.

   
 
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