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Autore: Stecullen94    21/05/2011    5 recensioni
Edward Cullen è un ragazzo introverso, sua madre è morta dandolo alla luce e da quel giorno suo padre lo odia e gli rinfaccia sempre la morte della madre.
Si trasferisce a Forks con suo padre e i suoi fratelli, Emmet e Alice, perchè aveva appreso dai suoi nonni che nella cittadina c'era un bravissimo dottore che forse avrebbe saputo curare la sua grave malattia.
Alla Forks High School incontrerà Isabella Swan, vivace e popolare, fidanzata con il capitano di basket della scuola. Pian piano diventeranno amici, e la loro amicizia si trasformerà in qualcosa di più forte e passionale, ma oltre all'amore c'è qualcos'altro che preoccupa Edward: la paure di morire e di non poter più vivere con la sua amata.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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                                                                                                  Nuova vita


(Pov Edward)

“Fratellino svegliati e ora di andare a scuola” la voce squillante di mia sorella Alice mi risveglia

Oggi sarebbe stato il mio primo giorno nella scuola di Forks, una noiosa cittadina sempre piovosa, e la voglia di non alzarmi dal letto era tanta se solo non fosse stato per quella pazza di mia sorella che aveva come chiaro intento quello di farmi affrontare la mia nuova scuola

“Dai Aly lasciami stare” gli dico quando me la ritrovo davanti minacciosa, non sopportavo il fatto che dovessi andare a scuola, ma non perché devo studiare, cosa che mi viene facilissima con la memoria che mi ritrovo, ma perché dovrei incontrare nuovi ragazzi e trattarli male per farmi lasciare stare, e io ho sempre odiato trattare male le persone

“Non se ne parla minimamente fratellino, ora alzi quel bel culetto che ti ritrovi, ti vai a cambiare e scendi sotto a fare colazione, per poi farti accompagnare da Emmet a scuola. Sennò dirò a nostro fratello di venirti a buttare un secchio d’acqua ghiacciata per farti alzare” mi dice sempre minacciosa e poi scende sotto, io invece spaventato da quella minaccia, mi costringo ad’alzarmi contro voglia, mentre entro in bagno guardo la mia nuova camera che è immensa, le pareti sono bianche mentre il pavimento ha la moquette e per personalizzarla ho attaccato foto,poster e molte altre cose

La casa è a tre piani, al piano terra c’è il salone, la cucina, l’entrata per il garage e uno stanzino, al secondo piano ci sono tre camere, che sono una di Alice, una di mio padre e l’altra è uno studio, mentre al terzo piano ci sono due camere degli ospiti, la mia camera e quella di Emmet, la nostra nuova casa si trova in un quartiere pieno di casette abitate nella periferia della cittadina.

Dopo un paio di minuti ho già finito di fare la doccia e ho indossato una maglia a mezza manica verde, dato che siamo a metà Marzo, e dei Jeans blu scuri, poi passo un po’ di gel tra i miei capelli e prendendo lo zaino per la scuola scendo

“Ben svegliato fratellino” mi dice Em appena li raggiungo, loro quattro sono già seduti a fare colazione

Perché dico quattro?

Perché ci sono Rosalie e Jasper che sono fratelli gemelli e sono sempre stati nostri grandi amici, e poi da tre anni Rosalie e sposata con Emmet mentre due settimane fa Alice e Jasper sono ritornati dal loro viaggio di nozze

“Buongiorno a tutti” gli dico sedendomi, non sono proprio tutti perché manca mio padre, Walter Cullen, perché sarà sicuramente andato a lavoro, ma è meglio così

“Pronto per il tuo primo giorno?” mi chiede Rose con un po’ di tono ironico, tutt’e quattro sanno che il dover andare in una nuova scuola mi scoccia

“Prontissimo ad’addormentarmi durante le lezioni” gli rispondo sogghignando mentre finivo di bere il latte e mi alzavo

“Dai Em, non vuoi mica che faccia tardi” gli dico sorridendo quando lui si alza ridendo e si avvicina alla scrivania in salone

“Certo che non voglio che tu faccia tardi. Ma credo che se andassi da solo saresti più felice, o mi sbaglio?” mi chiede lanciandomi delle chiavi, ma non erano né le chiavi della sua Jeep, né della Porsche di Alice

“E queste da dove sbucano?” gli chiedo confuso e curioso mentre mi fanno cenno di andare in garage, entro in garage curioso, mentre mi guardo in giro, e poi la vedo: proprio tra le macchine dei miei fratelli, e vicino alla BMW M3 di Rosalie e alla moto di Jasper, c’è una Aston Martin v12 Vanquish grigio metallizzata, uno schianto in confronto a tutte le altre macchine che avevo visto fin’ora

“Allora ti piace?” mi chiede Alice abbracciandomi e svegliandomi dallo stato di shock in cui ero caduto

“Fantastica” sussurro facendoli ridere e poi Em mi da una pacca sulla spalla facendomi barcollare

“Muoviti sennò fai tardi, e sia chiaro poi quando torni voglio tutti i dettagli” dice e io mi giro verso di loro con gli occhi lucidi

“Grazie” gli dico e sia Alice che Rose si sporgono a baciarmi la guancia mentre Jasper mi stringe la spalla con una mano

“Di niente ne avevi bisogno ora muoviti” mi dice e io annuendo corro in macchina felice, subito la metto in moto e parto, iniziando a prepararmi psicologicamente a indossare la mia solita maschera di ragazzo introverso e indifferente, una maschera falsa che uso solo con gli altri.

Ma adesso lasciate che mi presenti come si deve: il mio nome è Edward Cullen, occhi verdi e capelli bronzei, sono nato a Chicago il 20 Giugno 1993, e tra quattro mesi faccio diciotto anni, mia madre, Elizhabet, è morta dandomi alla luce e i miei fratelli dicono che ho preso tutto da lei, mentre mio padre, Walter, è un avvocato; Sono nato con metà polmone destro e un’arteria tappata, i dottori dicono che la mia è una malattia cardiaca rara è, forse, incurabile così sto vivendo con il pensiero che potrei morire da un momento all’altro e purtroppo questa malattia, o patologia, mi fa anche avere delle convulsioni, o crisi, piuttosto forti che non mi fanno respirare e molte volte i miei fratelli hanno dovuto portarmi in ospedale.
Emmet e Alice, sono più grandi di me, con mio fratello ci passiamo dodici anni mentre con mia sorella dieci, mi hanno cresciuto loro insieme ai miei nonni e non mi hanno mai rinfacciato il fatto che se non fossi nato a quest’ora nostra madre poteva essere viva, al contrario invece fa mio padre, infatti mi odia profondamente; Sono stati i nostri nonni a dirci che qui c’è un bravissimo dottore che forse mi può curare e così eccoci qui in questa piccola cittadina e domani pomeriggio abbiamo preso appuntamento in ospedale con il dottor Carlisle Swan il migliore dell’ospedale.

La vista del cartello “ Forks High School” mi risveglia dai miei pensieri e parcheggio mentre vedo tanti ragazzi e tante macchine, quando scendo gli occhi di tutti sono puntati su di me ma io cerco di non badarci e continuo a camminare verso l’edificio ignorando gli sguardi invidiosi dei ragazzi e quelli meravigliati delle ragazze, quando arrivo in segreteria mi avvicino alla reception della scuola, intanto la signora dall’altro lato del bancone alza gli occhi

“Buongiorno sono Edward Cullen, da oggi inizio a frequentare questa scuola” dico educato mente lei continua a guardarmi, dopo poco sembra riprendersi

“Oh si certo. Ecco questo è il tuo orario, alla prima ora hai Storia, l’aula si trova proprio nell’edificio qui vicino” mi dice gentile porgendomi l’orario così la ringrazio e esco.
Sempre sotto gli occhi curiosi di tutti mi dirigo verso l’edificio e poi verso l’aula ringraziando il cielo che nessuno mi abbia fermato, appena entro faccio vedere il mio orario al professore che mi porge il libro di storia e poi mi vado a sedere all’ultimo banco nell’aula mentre la lezione inizia

. “Per dopodomani voglio che sappiate a memoria questo paragrafo che abbiamo fatto oggi” finisce il professore quando suona la campanella e io mi alzo felice che questa lezione sia finita

“Ciao Edward io sono Jessica, è un piacere conoscerti” mi dice una ragazza dai capelli lunghi marroni che prende la mia mano tra le sue, non so perché ma a primo impatto mi ha dato l’impressione di essere una persona fastidiosa

“Ciao scusa ma adesso devo andare” gli dico schivo e cerco di muovermi per raggiungere subito il mio armadietto

“Aspetta ti accompagno io e poi abbiamo molte cose da dirci” mi dice seguendomi e io m’innervosisco

“Scusa ma mi voglio sbrigare e poi non abbiamo niente da dirci” gli dico ed’esco subito a passo spedito, nel mentre respiravo e contavo fino a cento, dovevo riuscire a trattenere quella maschera, sarebbe inutile fare amicizia, innamorarsi e divertirsi se poi sai che devi andare incontro alla morte, e almeno l’unica cosa che rimpiangerò quando arriverà quel giorno sarà quello di abbandonare i miei fratelli.

Le altre tre ore prima di pranzo passano più o meno così, a Jessica non l’ho più rivista ed’è stato meglio così, nelle lezioni passate ero riuscito a sedermi sempre all’ultimo banco cosa che ha aiutato molto per sembrare invisibile, adesso sto andando verso la mensa appena entro, com’era già successo stamani tutti si voltano a guardarmi e io imbarazzato dopo aver preso una mela e una bottiglietta d’acqua vado a sedermi nel tavolo più isolato della mensa
Appena mi siedo addento la mela e i miei occhi vengono attirati dal tavolo centrale della stanza dove c’erano seduti un paio di ragazzi: tra di loro riconobbi Jessica, poi c’era un ragazzo biondo, due ragazzi mori con i capelli corti, un altro ragazzo moro solo con i capelli un po’ più lunghi e aveva la carnagione, come se fosse stato al sole giorni interi, e poi c’era una ragazza dai capelli neri e gli occhi, i suoi erano gli unici che riuscivo a vedere bene, erano castani

“Ciao scusa mi posso sedere con te, sai è l’unico posto libero?” mi chiede un ragazzo moro e dagli occhi neri avvicinandosi timido e io con un cenno gli dico che si può sedere

“Grazie. Comunque il mio nome è Ben Cheney” mi dice sorridendo timido e io rispondo al sorriso

“Edward Cullen, piacere” gli dico sorridendo, dopo poco lui si rivolge a me

“Allora come va come primo giorno?” mi chiede

“Normale” gli rispondo scrollando le spalle

“Sai Jessica Stanley, la ragazza con cui hai parlato alla fine di Storia sta andando in giro a dire di lasciarti stare e che sei brutto e maleducato” m’informa ma io scrollo le spalle un’altra volta quando una cosa nella sua frase mi fa sorprendere

“Come fai a sapere che ho parlato con lei?” gli chiedo sorpreso e lui sorride ironico

“Forse non te ne sei accorto ma abbiamo la lezione in comune” mi risponde

“Ah bene. Senti Ben quelli chi sono?” gli chiedo riferendomi al tavolo che mi aveva colpito, lui si gira timoroso

“Quelli sono i ragazzi più popolari della scuola. Il ragazzo moro con i capelli lunghi si chiama Jacob Black ed’è il capitano della squadra di basket, quello biondo vicino a lui è Mike Newton mentre gli altri due sono Tyler e Eric, la ragazza mora vicino a Jacob si chiama Isabella Swan, ma dagli amici si fa chiamare Bella, ed’è la capo cheerleader della squadra di basket e poi c’è Jessica”mi spiega e io guardo verso Isabella, in quel momento lei incontra il mio sguardo

“Capito” gli rispondo riscuotendomi e riportando subito lo sguardo sulla bottiglietta che stavo girando tra le mani

“Comunque ti avviso di stare lontano da loro e soprattutto da Isabella perché Jacob non vuole che gli si tocchi la fidanzata” mi dice mettendomi in guardia e io lo guardo curioso

“Quindi stanno insieme. E da quanto?”

“Con questo sono quattro anni” mi risponde quando suona la campanella e dopo aver salutato Ben mi dirigo a biologia.

Lì l’unico posto libero è in terza fila e io prendo quello dalla parte della finestra, subito dopo di me entra Isabella Swan che dopo aver guardato dove si metteva il suo fidanzato decide di sedersi vicino a me e non vicino a lui, quando si siede non so che dire mentre lei si gira contenta verso di me e fa per parlare quando entra il professore e fa azzittire tutta la classe.
L’ora passa in silenzio con la sola voce del professore, c’è uno strano silenzio come d’imbarazzo e timore, qualche volta sento il suo sguardo su di me e io girandomi incontro i suoi occhi color nocciola, altre volte invece io rimango ad’osservarla e lei si gira sorridendomi, un sorriso però che non riesco a ricambiare, così quando suona la campanella non finisce solo la lezione ma finisce anche il nostro gioco di sguardi, io mi alzo ed’esco prima che qualcuno possa dire qualcosa e vado verso l’ultima lezione che è inglese.

Quando a fine scuola mi dirigo verso la macchina, due file più avanti davanti alla mia c’è una Ferrari F430 rossa fiammeggiante dove appoggiata c’è Bella che bacia il suo fidanzato, per poi entrare in macchina e andarsene, io invece metto in moto per andare subito verso casa.
Durante tutto il tragitto penso a lei, ai suoi occhi nocciola, e ai capelli ma anche al sorriso bellissimo che non sono riuscito a ricambiare e la sua camminata, solo a un certo punto dopo che capisco che sto iniziando a divagare mi bloccò, non deve succedere che qualcuno mi attragga sennò e la fine nel frattempo arrivo a casa

“Sono tornato” grido entrando e mi ritrovo Alice che mi abbraccia di slancio

“Eddy com’è andata? Ti sei trovato bene? Fatto nuove amicizie?” mi chiede subito con fare da mamma, e per me Alice non era solo una sorella perché insieme a nonna mi aveva fatto da mamma

“Tutto a posto, come al solito” gli dico mentre ci raggiunge pure Emmy

“Dai ci devi spiegare tutto. Però rispondi prima ad’una domanda: hai avuto qualche attacco?” mi chiede teso, sapevo che mi avrebbe fatto quella domanda, sia lui che Alice me l’ha fanno ogni giorno pure se sono ventiquattro ore su ventiquattro con loro

“No tranquillo se fossi stato male sarei ritornato a casa o vi avrei chiamato” gli dico, pure se alla fine sospiro sconsolato, il fatto di avere una malattia del genere non mi permetteva né di fare esercizio fisico né di stancarmi troppo

“Dai Ed domani vedremo che dirà il dottor Swan” mi dice Aly abbracciandomi, quando una voce dura, acida e sarcastica proviene dall’entrata dietro di me

“Speriamo ci tolga questa cosa dai piedi almeno avremo tutti una preoccupazione in meno. Che gioia” dice e quando mi girò mio padre, occhi e capelli neri, mi passa accanto guardandomi con sguardo di fuoco, nello stesso momento che lui sta salendo le scale sento un singhiozzo provenire da Alice che abbraccia subito Jasper e vedo Emmet stringere i pugni con rabbia, speravo che questa volta si trattenesse non volevo che litigassero per me.

Però in quel momento dopo aver visto lo sguardo di mio padre il dolore ritorna, è stata colpa mia se mamma è morta lo so e da una parte sono felice di stare male perché almeno potevo soffrire e pagare la pena per aver fatto morire mia madre, proprio in quel momento il mio cuore inizia ad’accelerare i battiti e il respiro si fa affannato e ansimante, mentre ad’ogni respiro e ogni battito i polmoni e il torace mi fanno male

Ed’ecco che come se l’avessi chiamata stavo avendo un’altra crisi ,che ho da quando sono piccolo, però stranamente questa non è forte come le altre e ancora non ho perso del tutto i sensi, il dolore però aumenta mentre sento le braccia di mio fratello trattenermi nel non precipitare a terra

“Edward calmo,non è successo niente. Non è colpa tua capito, tranquillo, e prova a fare dei respiri profondi” mi dice e continua così a cantilena, però non capisco più niente, non riesco a parlare e ogni respiro mi fa desiderare di morire, sento delle lacrime uscire dai miei occhi.

Poi però non sento nient’altro, sparisce la casa, sparisce la mia famiglia, spariscono le braccia di mio fratello che mi continuano a tenere e non sento neanche più il mio corpo, non sento più niente e vedo solo buio.



Holààà!!!!!
Ecco il primo capitolo di questa storia, se c’è qualcosa che volete spiegato chiedete tranquillamente e vi risponderò.
Anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà la prima conversazione tra Edward e Bella, quindi non perdetevela.
Ringrazio chi ha recensito e spero che mi direte che ne pensate del capitolo.
Al prossimo aggiornamento Kiss
  
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