Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: nini superga    21/05/2011    4 recensioni
" Era da quasi un anno che me n'ero andata da Minas Tirith. Gandalf mi aveva letteralmente scaricata a Gran Burrone per poi andarsene a zonzo nei territori dell'Ovest senza dirmi niente, come se fosse alla febbrile ricerca di qualcosa. Di Isengard, la mia vecchia casa, non sentivo affatto la mancanza, anzi: l'esperienza a Gondor mi aveva lasciato una fame di scoprire il mondo che ancora non era stata saziata e, se non fosse stato per ordine di Gandalf, con ogni probabilità non sarei rimasta a Imladris a insegnare a rollare a Arwen, principessa degli elfi, ma sarei sicuramente scappata, dato che spiegare come si crea una sigaretta era il fatto più eccitante delle mie giornate. "
bentornati alle storie di Anna!!! questa volta la storia si fa interessante, dato che mi ricollego alla grande Avventura scritta dal Maestro e rappresentata da quel geniaccio di Jackson! mi scuso già in anticipo per gli errori su nomi, luoghi e personaggi vari: non vogliatemi male!!al massimo fatemelo notere e lo correggerò :) ultimo invito: R E C E N S I T E. e numerosi, anche. buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lothlorien si rivelò un luogo incantato, impregnato e denso di magia elfica. Dopo il discorso con la Dama Galadriel, capii quanto potere fosse racchiuso in Nenya e compresi quanto fossero esili le speranze di conservare tutto  come nei tempi antichi, senza  cambiamenti. Peccato che il cambiamento fosse già in atto, e che la pioggia delle foglie dorate preannunciasse la fine del Reame della Dama del Bosco. << Che destino crudele. >> Commentò Boromir quando gli raccontai dell’incontro con la Dama << Un luogo così bello eppure così intimamente legato a una cosa orrenda come l’Anello, destinato alla distruzione. Tu non faresti di tutto pur di salvarlo? >> Gli avevo parlato della visione, evitando accuratamente la Torre di Echtelion in fiamme e Minas Thirit avvolta dal fuoco, per non parlare dell’essere mostruoso che volteggiava sopra la città. Perché non ne parlai? Semplice: con che coraggio potevo dirglielo? Sarei stata stupida e anche insensibile a condividere la mia pena con lui: avrei reso la sua anche più grossa di quanto già era. Infatti, anche se non parlava praticamente più dell’Anello, spesso e volentieri lo sorprendevo in contemplazione di Frodo. Cosa gli girava in testa, mi chiedevo allora, cosa? Boromir era uno di quelli che pensa poco e agisce subito, che non ama troppo pensare a intrighi e sotterfugi. Certo, sapeva elaborare piani di battaglia con cui teneva in vita i suoi uomini, strategie di guerriglia di cui rendeva partecipe anche Faramir, dotato di un cervello più fine e di un’astuzia sottile migliore rispetto a suo fratello. Che stesse pensando a qualche piano di battaglia? Qualche schema di guerriglia? Se si, per cosa? In realtà, sapevo già la risposta, ma non osavo confessarla a me stessa.

Restavano solo pensieri, dunque, pensieri che vorticavano incessantemente nella mia testa, mentre passeggiavo sotto i mallorn dorati in compagnia o da sola. Giulia ormai era sempre assieme a Legolas e persino Gimli aveva capito di non accettare gli inviti che comunque essi gli rivolgevano, troppo gentili ed educati per sgattaiolare via dal campo zitti zitti. Allora Aragorn prendeva  Gimli con se e andava a trovare Haldir e i suoi fratelli, con cui spesso e volentieri si fermava a chiacchierare; gli Hobbit erano sempre in qualche casa di Caras Galadhon, ospiti di elfi gentili che venivano assordati dalle loro chiacchiere e divertiti dalle loro risate. Restavamo solo io e Boromir, dunque. Spesso non ci muovevamo neppure dal campo e restavamo in silenzio a contemplare la pioggia di foglie dorate che scendevano senza far rumore fino a terra, condividevamo ricordi ed esperienze, oppure parlavamo di cose futili e profonde, o di tutto e niente. Era così anche quel pomeriggio. << Questo posto è meraviglioso. >> Disse Boromir all’improvviso, spostando gli occhi dalle foglie dorate a me. << Mi piace molto. >>

Annuii piano << E’ delizioso. >> Ribadii << Ma non durerà per sempre. >>

Lui si strinse nelle spalle << Però, l’idea di lasciarlo per riprendere il viaggio mi turba. >>

Lo guardai storto << Come sarebbe a dire che ti turba, Boromir? Desideri restare in questo giardino incantato e non tornare più a casa? >> Lo guardai a lungo e in silenzio. Gli elfi avevano dato indumenti puliti a tutta la Compagnia, bruciando gli abiti impregnati di morte che ci portavamo appresso dall’inizio del viaggio. Boromir indossava una tunica verde scura ricamata d’oro ai polsi e allo scollo, lunga sino a metà coscia. I pantaloni erano in cuoio e, per i piedi, gli elfi gli avevano donato morbidi stivali. Ma l’erba era talmente soffice che era un peccato schiacciarla con essi, era molto meglio sentirla tra le dita dei piedi. Come a disagio, il mio uomo si portò le ginocchia al petto e distolse lo sguardo dal mio. << No no, non fraintendere:  non è tanto il viaggio in se a turbarmi, il fatto di camminare ancora per chilometri e chilometri,  il pericolo costantemente in agguato e casa lontana… è che temo di sbagliare. >>

<< Sbagliare? >>

Lui tacque, pensieroso << Sai, quando si è in battaglia, capita di avvertire il pericolo prima che arrivi, anche solo un attimo prima, non dico con ore di anticipo, ma quell’attimo ti salva da morte certa. >> Spiegò << Io ho combattuto a lungo, sono quasi dodici anni che calco i campi di battaglia, e questo senso l’ho particolarmente sviluppato. E’ anche per questo che sono sopravvissuto fino ad oggi. Lo chiamo “ istinto della battaglia “. >>

Mi strinsi nelle spalle, non sapendo che dire << E cosa ti dice, questo istinto? >>

<< Che presto questo viaggio avrà fine. >> Ribadì asciutto << E che qualcosa sicuramente andrà storto. >> Vidi la sua mascella contrarsi per l’angoscia e mi avvicinai, passandogli un braccio sulle spalle. << E mi sai dire anche cosa, Bo? >>

<< Come diavolo credi che lo sappia, eh? >> Ribadì, stizzito, per subito tornare calmo e borbottare << Perdonami, non dovrei rispondere così alla persona che amo. >> “ Nonché tua promessa sposa. “ Pensai io, sorridendo al sol pensiero. << Tranquillo, non riuscirai mai ad allontanarmi da te. >> Risi, stringendolo << Io e te siamo fatti dello stesso sangue, della stessa carne. Siamo come due persone con la stessa anima- almeno questo io credo… nessuno potrà mai dividerci. >>

Mi aspettai un sorriso, almeno un po’ di allegria. E invece, Boromir mi scostò da se e si alzò in piedi << Ne sei certa? >> Mi chiese << Se sapessi cosa agita la mia mente, sicuramente la tua risposta sarebbe no. >>

Mi sentii improvvisamente spaesata << Che vuoi dire, Boromir? >>

<< Siamo sempre andati d’accordo su tutto, più o meno e, se anche non eravamo d’accordo, abbiamo trovato punti in comune. Giusto? Giusto. Ma su una cosa io e te non siamo mai andati d’accordo, sin dall’inizio di questo fottutissimo viaggio. >> Fece una pausa piena di tensione. Infine sibilò << L’Anello. >>

“ Oh no… “ L’angoscia mi invase  << La sai benissimo qual è la mia opinione in merito. >> Risposi, improvvisamente fredda, alzandomi a mia volta << L’Anello va distrutto. Si, è abbastanza potente da distruggere tutti gli eserciti di Mordor, ma chi lo userà, eh? Ci hai mai pensato, Boromir? Nessuno è abbastanza forte da saperlo controllare… >> Feci un passo avanti, accarezzandogli la mano << Amore mio, devi capire che non puoi usarlo. >> Bruscamente, lui si scostò dalla mia presa << Tu vuoi vedere Gondor in fiamme e me ridotto in rovina. >> Disse, glaciale, ma quelle parole bruciarono come uno schiaffo << Tu vuoi vedere la mia città cadere e ridotta in cenere! Vuoi vedere Faramir e Matilde morti, proprio come è successo a Jadis e a Gandalf! Perché non mi vuoi aiutare, Anna? Io saprei come fare a salvare tutto, a salvarli tutti, ma ho bisogno di te! Perché io non riesco a pensare a un futuro senza di te. >>

Risi, ma non di gioia << Mi stai forse chiedendo di sposarti, Boromir figlio di Denethor? >> Mi avvicinai, ma stavolta con aria minacciosa << Se vai avanti così, non ci sarà più una casa pronta ad accoglierci, nessun luogo dove far crescere i nostri bambini. E, soprattutto, TU STESSO non ci sarai più, troppo preso dalla smania di potere dettata dall’Anello! >>

Incrociò le braccia sul petto << Io ho abbastanza forza di volontà per non cedere! >> Proclamò << Io da solo, con l’aiuto dell’Anello, sarei in grado di sbaragliare gli eserciti di Mordor  e di far uscire Gondor e gli Uomini vittoriosi da questo conflitto. >> Stavo per ribattere, ma lui continuò con fare febbrile << Dovremmo raggiungere Minas Thirit, contattare mio padre e prendere possesso dell’Anello. Tutto qui. Perché non vuoi darmi ascolto, amore mio? La casa per noi è già pronta, io desidero avere un figlio da te più di qualsiasi altra cosa. Non mi credi? >> Si inginocchiò << Non mi credi? Chiedi ad Aragorn. Imploralo di dirti quanto gli ho detto qualche giorno fa. >>

Non mi lasciai impietosire da quella improvvisa dimostrazione di dolcezza << Quanto ha Aragorn da dirmi ora non mi interessa, Boromir. >> Gli risposi, per poi sibilare << Voglio solo dirti una cosa, anzi chiedertela: quale tarlo è entrato nella tua mente per renderti così folle? Cosa ti dice, amore? Ti rendi conto di quanto è vicina Minas Thirit a Mordor, di quanto poco basterebbe a Sauron per riprendersi il suo giocattolo? Ma Boromir, ti rendi conto che ti vuole USARE, sto cazzo di Anello?! >> Le ultime parole le dissi a voce così alta che il bosco risuonò per un attimo dell’eco di quella parola, così sinistra da pronunciare tra le foglie dei mallorn dorati. Asciugai con rabbia le lacrime che mi rigavano le guance, guardando con altrettanta rabbia l’uomo inginocchiato davanti a me, un uomo solo con la sua follia, che mi aveva chiesto di aiutarlo a compiere un crimine anche peggiore dell’assassinio. Un uomo che io amavo dal profondo del cuore e anche più della mia stessa vita, qualcuno che per me era tutto e anche più del tutto. Qualcuno che io dovevo proteggere.

<< Non ti permetterò di fare quanto mi hai appena descritto. >> Sussurrai, guardandolo << Non permetterò a nessuno di farti del male, e non lo permetterò nemmeno a TE. Ti terrò d’occhio, amore mio, ti terrò d’occhio e ti salverò da quel coso malvagio che è l’Anello. Non permetterò che cada nelle tue mani. Hai capito? >> Lui non mi guardava. Mi inginocchiai davanti a lui e cercai i suoi occhi, ma lui si ostinava a sfuggirmi. Allora lo abbracciai, e lui si lasciò abbracciare ma non ricambiò il gesto << E’ per il tuo bene. >> Gli sussurrai, affondando il viso nella sua spalla << E’ solo per il tuo bene. >>

 

 

Da quel giorno, Boromir mi rivolse la parola raramente. Cercava di non restare da solo con me e spariva interi pomeriggi, inglobato dalle sue riflessioni e dal bosco di Lothlorien. Ero molto preoccupata per lui, ma non rivelai a nessuno, nemmeno a Giulia, la mia pena: gli altri avrebbero pensato a quanto fosse pericoloso e, magari, l’avrebbero fatto imprigionare o, peggio ancora, uccidere per preservare l’Anello nelle mani di Frodo. Quello era il mio terrore più grande: che Boromir diventasse così pericoloso da essere costretti ad abbatterlo, come se fosse una bestia feroce. La sola idea mi faceva venire le lacrime agli occhi, ma decisi di essere forte e di andare avanti con una meta ben precisa: salvarlo dalla dannazione. Sarei stata il suo baluardo, il suo scudo, la sua protezione. Mi sarei consacrata a quel ruolo per il nostro futuro.

 

 

Venne il giorno della partenza. Gli elfi ci procurarono delle barche leggere e rapide per discendere l’Anduin, il fiume che ci avrebbe accompagnati per qualche giorno col suo lento scorrere, prima di porci davanti una scelta: da che parte andare? La domanda era ancora in sospeso la sera prima della partenza, quando si valutavano diverse opzioni, compresa Minas Thirit, ma nessuna di essa venne valutata come buona e, la mattina dopo, all’alba, ci trovammo tutti con un grosso punto di domanda in testa: che fare?

<< Scenderemo l’Anduin. >> Decise Aragorn, e almeno su quello eravamo tutti d’accordo, << passeremo gli Argonat e giungeremo alle soglie di Rauros. Ci vorrà qualche giorno, il tempo per schiarirci le idee. Siamo tutti d’accordo? >> Lo eravamo tutti, tranne Boromir. Ma il suo peso sulla Compagnia andava affievolendosi.

Gli elfi ci salutarono con auguri di buona fortuna, doni e provviste. La Dama donò ad ognuno di noi un mantello verde ornato da una spilla a forma di foglia di squisita fattura, assieme a doni più personali che diede in privato. A me e Giulia donò una cosa particolare: la telepatia. Ci baciò sulla fronte e sulle tempie, per sfiorarci infine le labbra con parole remote e antiche come il mondo. Subito, la voce caotica di Giulia affollò la mia mente e io probabilmente affollai la sua, dato lo sguardò stupito che ci scambiammo.

“ Ora siete davvero unite. “ Disse la voce maestosa di Galadriel nelle nostre teste “ E’ un dono utile, che passerà di generazione in generazione. Comunicherete fra voi anche a grande distanza, anche da mondi differenti, se capiterà di allontanarvi. Siate liete e grate di queste dono, che pochi mortali lo hanno ricevuto dai Valar. Vi auguro ogni sincero bene.  

 

 

Le acque scure scivolavano sotto di noi nelle nebbie del mattino. In barche differenti, io e Giulia sperimentavamo la telepatia e ci rendevamo conto di una cosa: che quella era davvero l’inizio della fine. L’ultima parte del nostro viaggio assieme.

 

 

 

 

 

 

 

NOTICINA!!!uacciù che chappi problematico! Da tempo immemore non mi succedeva una crisi simile!vabbe, comunque è andataJ ohibò, amate lettrici, cosa ne pensate del comportamento di Mister B.? dite che la litigata è abbastanza veritiera? A me lascia alquanto perplessa…ma vabbe, a volte la qualità scrseggia!!!spero tanto di arrivare a 100 recensioni con questa storia, sarebbe un obbiettivo fantastico!!! Anche perché, ormai, siamo agli sgoccioli: ecco le prime crepe che si aprono… vedrete vedrete!!!

 

Mi raccomando, non abbandonatemi proprio ora, nell’ora dl bisogno!!! Vi lovvo!!!!

Vostra, Nini.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: nini superga