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Autore: SecretSlashyness    20/02/2006    7 recensioni
"Sirius era combattuto. Lui odiava l’associazione di parole. L’unica cosa che quel gioco significava per lui era noia e mal di testa. D’altra parte…pochi minuti di noia valevano veramente la sua reputazione? Sirius sapeva di essere stato sconfitto. ”Bene.” Sibilò incrociando le braccia. “Inizi tu.” ”Aspetta.” Remus gli disse, afferrandogli la mano. “Voglio che sia corretto. Giura che sarai completamente onesto. Voglio la prima parola che ti viene in mente, non importa quanto insana, imbarazzante, sporca” (sbiancò) “o incriminante possa essere. Capito?”" Traduzione di Faith Lupin
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WORD ASSOCIATION   di Lizzy Tears

WORD ASSOCIATION

di Lizzy Tears

Traduttrice: Faith Lupin

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“Hey Sirius,” disse Remus una sera. “Fai un gioco con me.”

Sirius smise di fare ciò che stava facendo, alzò lo sguardo e lo guardò.

”Tu vuoi fare un gioco?” Chiese incredulo.

”Sì.” Disse Remus con disinvoltura, spostando i suoi libri. “Ti va?”

”Certamente.” Disse Sirius ansiosamente. Non aveva mai rifiutato una sfida, e poteva dire che quella era una sfida. Era in ogni lineamento del corpo di Remus, nell’espressione attenta incisa sul suo viso e nel tono così casuale della sua voce. Non era sicuro di ciò che avesse in mente il suo amico, ma con uno sguardo come quello negli occhi di Remus, sarebbe stato qualcosa di interessante. “A cosa giochiamo?”

“Associazione di parole. Remus gli disse senza mezzi termini e sorrise soddisfatto all’espressione del viso di Sirius.

Odio quel gioco. Sputò.

”Lo so.” Remus annuì. “Ma non mi importa. Gioca lo stesso con me.”

“Ma –“ Sirius iniziò a protestare.

”O,” Remus lo interruppe, avvicinandosi, un sorriso scaltro sulla faccia. “dirò alla scuola che ti sei tirato indietro davanti a una sfida.”

Sirius era combattuto. Lui odiava l’associazione di parole. L’unica cosa che quel gioco significava per lui era noia e mal di testa. D’altra parte…pochi minuti di noia valevano veramente la sua reputazione? Sirius sapeva di essere stato sconfitto.

”Bene.” Sibilò
incrociando le braccia. “Inizi tu.”

”Aspetta.” Remus gli disse, afferrandogli la mano. “Voglio che sia corretto. Giura che sarai completamente onesto. Voglio la prima parola che ti viene in mente, non importa quanto insana, imbarazzante, sporca” (sbiancò) “o incriminante possa essere. Capito?”

Sirius annuì a malincuore.

”Tocca a te. Aggiunse.

”Ma certamente. “ Remus gli disse e il gioco iniziò. “Chiaro”

”Scuro.”

”Stelle.”

”Luna.”

”Lupo mannaro.”

”Tu.”

”Padfoot.”

”Cane.”

“Tu.”

”Um…” E la mente di Sirius si fece vuota.

”Ho vinto il primo round. Remus disse soddisfatto e segnò il punteggio nell’aria con la sua bacchetta. Lasciò un macchia rossa scintillante, prima di abbassarsi su un piccolo segnapunti libratosi nel mezzo del tavolo. “Inizi tu.”

”Aria.” Sirius disse, la sua determinazione a vincere iniziava a scintillare.

”Vivere.” Remus disse placido.

”Alberi.” Sirius sparò in risposta.

”Erbologia.”

”Sprite.”

”Copriorecchie.”

”Tenero.”

Remus sollevò un sopracciglio ma non disse nulla.

”Gatto.”

”Cane.”

”Pelo.”

”Bagnato.”

”Doccia.”

”Mattino.”

”Dormire.”

Da quel momento i due si stavano guardando quasi torvamente, perché ognuno di loro difficilmente stava dicendo ciò che davvero aveva in mente, e l’altro lo sapeva. Ma dire qualcosa avrebbe significato perdere il gioco.

”Sabbia.”

”Spiaggia.”

”Sesso.” Sirius sparò e urlò in trionfo quando Remus arrossì e si lasciò sfuggire la parola successiva, confermando la sua sconfitta. Un secondo piccolo punto apparve tra di loro e si librò sulla parte opposta del segnapunti, sotto un piccolissimo ‘Sirius’ scritto in oro scintillante. “Tocca a te.”

”Tavolo.” Remus disse calmo e Sirius pensò che il suo tentativo di far perdere il controllo al suo amico fosse fallito. Non sapeva che Remus aveva raccolto il guanto della sfida e non aveva intenzione di farsi cogliere di nuovo impreparato. Se Sirius voleva giocare sporco, così avrebbe fatto anche Remus.

”Ballare.” Sirius ghignò compiaciuto.

”Rosmerta.” Remus rispose e notò con soddisfazione lo stupore negli occhi di Sirius.

”Bella.” Sirius disse, arrossendo un poco.

”Fiori.” Remus disse onestamente, arrossendo per la sua femminilità.

”Polline.” Sirius gli disse.

”Allergie.” Remus ammise.

”Letto.” Sirius disse, guardando Remus di nascosto.

”Vuoto.” Remus gli disse.

”Segreto.” Sirius disse.

”Lupo mannaro.”

”Pericolo.”

”Io.”

”Sexy.” Sirius disse a dispetto di sé e si impose di non coprirsi la bocca con una mano. La sua mortificazione scomparve, comunque, quando Remus si trovò incapace di trovare una risposta. “Due per me.” Sirius disse e una terza linea danzante apparve. “Tocca a te.”

”Pollo.” Remus iniziò, sperando che andasse nel modo in cui voleva.

”Gallo.” Sirius sparò allegramente.

”Uccello.” Remus disse, arrossendo vagamente. [L’autrice ha usato rispettivamente i termini “rooster” e “cock” giocando sul loro doppio senso. Entrambi, infatti, significano sì “gallo” e “uccello”, ma nel gergo indicano anche…ehm, ehm...l’organo sessuale maschile…n.d.T.]

”Bagnato.” Disse Sirius senza pensare.

Remus si maledì nuovamente quando si trovò incapace di rispondere. Non stava andando nel modo in cui l’aveva programmato. Si stava comportando troppo innocentemente. Stava facendo questo gioco con Sirius, che era la persona più sessuale che avesse mai conosciuto. Il sesso non gli avrebbe fatto perdere il controllo. E allora cosa l’avrebbe fatto? Voleva giocare sporco…ma quanto sporco sarebbe dovuto essere? Non voleva ferire Sirius, dopotutto. Prese un momento per pensare e poi ricominciò il gioco.

”Cibo.”

”Coltello.”

”Omicidio.”

”Famiglia.” Sirius disse sommessamente e Remus rimpianse la sua decisione. Ma Sirius aveva risposto.

”Potere.”

”Voldemort.”

”Bastardo.”

”Moony!” Sirius urlò per la sorpresa e Remus forzò un sorriso. Era stata una cattiva decisione introdurre la famiglia di Sirius. Quel punto che bruciava tra di loro gli sembrò insignificante quando Sirius continuò il gioco.

”Sole.”

”Caldo.”

”Toccare.”

Sirius lanciò a Remus uno sguardo di sottecchi.

”Bacio.”

”Lingua.”

Sirius stava apprezzando questo nuovo lato di Remus, il lato che lo stava fissando attraverso il tavolo scuro, gli occhi entusiasti e la naturale timidezza abbandonata per il momento.

”Bagnato.”

”Doccia.”

Una risposta di Remus, nessun’ombra di imbarazzo. Sirius pensò che poteva cogliere qualcos’altro, comunque, e si chiese il motivo di questo nuovo mistero di Remus. Poteva veramente essere ciò che lui pensava che fosse?

”Nudo.”

Sì, Sirius decise. Stava sicuramente leggendo Remus in modo corretto. La fiamma che aveva notato era improvvisamente tramutata in un fuoco che minacciava di consumarlo. Sembrava come se la sua anima stesse cercando di uscire da quei bellissimi occhi d’ambra.

”Asciugamano.”

Sirius improvvisamente realizzò che a lui stava bene che Remus lo guardasse come se volesse saltargli addosso. Poteva sentire il calore dell’altro ragazzo, persino attraverso il tavolo e sentiva la sua stessa pelle reagire in risposta.

”Morbido.”

I loro occhi si incatenarono l’uno all’altro, rifiutandosi di staccarsi. Sirius vide del desiderio negli occhi di Remus e fu solo un momento dopo che realizzò che gli occhi di Remus stavano effettivamente riflettendo i suoi.

”Letto.”

Questo particolare tipo di seduzione lo stava rendendo pazzo. Le sue gambe erano solo a pochi centimetri da quelle di Remus, allungate di fronte a lui, e si ritrovò dolorante per il desiderio di toccarle.

”Dormitorio.”

Era quasi troppo per lui da reggere. Riusciva difficilmente a sopportare il pensiero del momento che stava trascorrendo. Desiderava l’altro ragazzo da sempre; non aveva mai sperato che i suoi sentimenti potessero essere ricambiati. Ma non c’era alcun equivoco nel rossore diabolicamente attraente che macchiava le guance pallide di Remus. Non c’era alcun dubbio che la cravatta allentata e la camicia aperta fossero così per un motivo.

”Malandrini.”

Fanculo a loro. Sirius poteva sentire il suo sforzo nel cercare di non alzarsi dalla sedia e lanciarsi sul suo amico attraverso il tavolo. Il suo respiro era veloce e poco profondo, le sue mani erano serrate strette sul tavolo. Quell’ostacolo era davvero troppo per lui da sopportare.

”Incantesimo Insonorizzante.”

I capelli di Remus gli cadevano
negli occhi, oscurando parzialmente gli occhi del ragazzo dallo sguardo febbricitante e penetrante di Sirius. Ebbe una momentanea e vivida immagine di Remus che lo guardava attraverso quei fastidiosi capelli e ebbe l’improvviso impulso di scostare quella ciocca e baciare la morbida fronte che nascondeva. Quasi gemette quando la promessa di quell’immagine lo pervase.

”Efficace.” Remus disse e Sirius percepì consenso.

”Ora?” Quasi sussultò e la voce fuoriuscì strozzata.

”Esatto.” Remus annuì e improvvisamente non ci fu più un tavolo tra di loro.

Si toccarono l’un l’altro per la prima volta stesi sul tavolo della biblioteca. Sirius riusciva appena a comprendere il sentimento che lo consumava, quando sentiva Remus muoversi contro di lui, il calore del petto di Remus che filtrava nei suoi vestiti e – caro Merlino – il tocco delle sue labbra su quelle di Remus. A dispetto del loro frenetico incontro, il loro primo bacio fu tenero e morbido, sebbene entrambi avessero improvvisamente realizzato ciò che stava accadendo, e fossero ancora insicuri su ciò che l’altro provava.

Il bacio fu morbido e lento, le loro labbra si toccavano appena. Conteneva promesse e cenni di passione repressa a cui Sirius programmava di rimediare. Avvolse più strette le braccia attorno al ragazzo, e sentì le lunghe, pallide mani di Remus appoggiarsi delicatamente sul suo petto, stringendo leggermente la sua camicia, tenendoli vicini.

Il bacio arrivò ad una fine e, quando Sirius aprì gli occhi, vide gli occhi d’ambra di Remus fissarlo intensamente. Ci volle un momento per realizzare che quello era l’inizio di qualcosa, e poi gli occhi di Remus si riempirono di un luccichio malizioso.

Si avvicinò e seppellì il viso nel collo di Sirius, sospirando profondamente e facendo correre le dita lungo la sua schiena. Questo provocò dei brividi a Sirius, che sussultò leggermente e percepì il sorriso di Remus contro il suo collo.

”Per la cronaca,” sussurrò in una voce bassa, il caldo fiato che solleticava il suo collo quando spostò le labbra sull’orecchio di Sirius, “Ho vinto.”

Fine^^
 

  
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