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Autore: RaffaLella    20/02/2006    0 recensioni
...ma purtroppo ci sono amori, così immensi e radicati, che ti restano dentro fino alla fine dei giorni; amori che ti riscaldano nelle notti di solitudine; amori che ti accompagnano all’altare; amori che si ritrovano in ogni volto. Questi amori ti lasciano libera, solo quando ti spezzano il cuore
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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PdA2

UN PATTO D'AMORE

CapII: "Marika e Adriano"

L’indomani, dopo aver tradotto una stupidissima versione di greco su Esopo, mi diressi verso casa di Marco. La sua casa era a pochi metri dalla mia, praticamente cinque minuti di strada. Ero talmente irrequieta che non riuscii nemmeno ad attendere l’arrivo dell’ascensore. Esitai qualche istante davanti alla porta; poi mi risolsi a bussare. La porta si aprì quasi subito, se si fossero attardati ad aprire, sarei schizzata via come un razzo.
Mi aprì una ragazza dai capelli rossi, il suo volto era stracolmo di efelidi, nei suoi occhi verdi riconobbi lo stesso riflesso di Marco. Forse era sua sorella?!

“Chi sei?” chiese con fare inquisitorio

“Sono Marika; Marco è in casa?”

Mi fissò come se volesse trapassarmi con lo sguardo, poi si voltò.
Dopo alcuni minuti arrivò Marco. Mi sedetti sugli scalini invitandolo con una mano a sedersi al mio fianco. Lui chiuse la porta e si sedette accanto a me. Rimanemmo per qualche istante, tramortiti dal silenzio

“Allora?” mi spronò Marco

“Voglio che mi spieghi meglio la storia di…proteggermi!!” sbottai seria

Il ragazzo mi fissò meravigliato e divertito
“Quale storia?"

Lo squadrai accigliata.

“Io non c’entro è stata una loro decisione” continuò tormentandosi un brufolo

“Come…in che modo…”

“Piccole cose…” mi interruppe pensoso “…non so, Adriano che ti viene a prendere a scuola, Vanni che ti accompagna a fare spesa…piccolezze!! E te lo ricordi a Franzese?”

Franzese?
Era un mio compagno delle medie. Magro, moro, bassino, con il viso appuntito e gli occhi piccoli…quegli occhi che quando si posavano su di me mostravano una palese ed irriverente avversione!!

“Si” risposi confusa “E con ciò?”

“Alessandro ci aveva raccontato che uno strano ragazzino ti stava intorno. E allora Tonino ti venne a prendere fuori scuola"

“E…allora?” insistetti cercando di capire dove Marco volesse andare a parare

“Alessandro aveva detto a quel bamboccio, che Tonino era il tuo ragazzo” disse divertito “e…che era molto, molto, molto geloso”

“Perché?” chiesi atterrita

“Per proteggerti dai ragazzi. Loro credono che tu sia ancora troppo giovane per i ragazzi” rispose storcendo il naso “…ma come ti ho detto io non sono d’accordo!!”

Erano pazzi!!! I miei amici erano pazzi!!
Rimasi silenziosa, cercando di esaminare a fondo, ogni congiuntura passata.

“Ti pace la mia sorellina?”

Lo scrutai irritata. Sorrideva.
Marco riusciva ad essere sempre così…inopportuno!! Avevo appena saputo che i miei amici stavano facendo intorno a me terra bruciata…sua sorella era l’ultimo dei miei pensieri!!

“Mia sorella Grazia”

Grazia?
Non poteva essere la stessa Grazia di Adriano!! Non la sorella di Marco!!
Sgranai gli occhi. Non avevo rivelato a Marco com’ero venuta a conoscenza dell’argomento trattato, ma l’introduzione subitanea della questione “Grazia” mostrava che lui aveva ben chiara la situazione.
Mi fissava compiaciuto. Detestavo Marco, proprio per quella sua assurda caratteristica, l’incapacità di comprendere che ciò che diceva, poteva ferire gli altri. Non riuscivo a capire quel suo atteggiamento nei miei confronti!! Infondo aveva anche lodato il mio sederino!!!

“Allora, ti piace? E’ carina vero?”

Mi piace?
Certo che mi piace: come poteva piacermi un nugolo di scarafaggi che mi camminavano sulla faccia. PIACERMI!! Anche il nome era orripilante; come poteva piacermi una che si chiamava Grazia!! Come poteva piacermi la sorella di Marco!! E poi…io ero molto più carina, almeno la mia faccia non sembrava un inno a “Unisci i puntini e scopri cosa si nasconde”!!

“Io sono molto più carina” bisbigliai a me stessa

Marco si alzò. Scese un gradino. Si voltò a fissarmi e poi chinandosi fino a che il suo volto divenne parallelo al mio, mi carezzò il viso.

“Anch’io lo credo”

Il mio cuore sussultò; non riuscivo a muovermi.
Sfiorò le mie labbra con il pollice.

Voleva baciarmi?

Accostò il suo volto al mio. Chiusi gli occhi.

Voleva baciarmi!!

Panico!!
Volevo baciare un ragazzo…ero curiosa di sapere cosa si provava!! Avrei voluto dare il mio primo bacio ad Adriano, ma se avessi atteso che lui si fosse innamorato di me, mi sarei fatta vecchia con la barba!! Ma…Marco!!
Sentii la sua bocca premere contro la mia e…qualcosa di umido solleticarmi le labbra.
No…non potevo!!
Mi scostai, tenendo la testa china. Mi sentivo colpevole!!
Perché?
Le grida provenienti da un televisore di uno degli appartamenti, siti su quel piano, erano gli unici suoni che scandivano quell’imbarazzante momento.

“Secondo me dovresti metterti con Adriano” disse Marco interrompendo il silenzio “così ti togli lo sfizio”

Mi alzai e incrociando le braccia al petto
“Io e Adriano siamo come fratelli” affermai con fermezza

“Ne sei sicura?” mi chiese stringendo gli occhi

Dovevo salvare quel briciolo di dignità e orgoglio che ancora mi rimaneva!! Non potevo dire che volevo un ragazzo che non mi filava nemmeno di striscio!, e soprattutto, non poteva dirlo a Marco…il fratello di Grazia.

“Quando lo avrai avuto, ti accorgerai che non ne valeva la pena”

Chiuse la porta prima che potessi replicare. Mi ritrovai a fissare una porta chiusa

“Idiota!!”

*

Passai i successivi due mesi ad evitare Marco, a guardare con ostilità i miei presunti amici e a pedinare, letteralmente, Adriano. Alla fine ero stremata!!
Avevo deciso di non pensare a "Grazia e Adriano", ma era impossibile; più mi sforzavo di allontanare le loro immagini dalla mia testa, più si affacciavano prepotenti. Cominciai a temere di impazzire!!!
Dovevo fare qualcosa!!! Ma cosa?

Ormai una sola domanda sembrava lambire la mia mente
"Cos'ha quella stupida che io non ho?"
Certo non ero la quinta essenza della femminilità, ma non ero da buttare. E poi a Marco piacevano solo le ragazze carine e se gli piacevo...allora anch'io ero carina!!
Forse ad Adriano piacevano le rosse, pallide e un pò bruttine. Infondo io non conoscevo i suoi gusti in fatto di donne!! In quel caso non avevo alcuna speranza. Io ero mora, dal colorito olivastro e carina...
Forse a lui interessavano le ragazze con i seni prominenti. Anche in quel caso non avevo speranze...io ero piatta come una tavola...
Forse gli piacevano le "oche giulive" e...alla fine conclusi che se Adriano aveva scelto una come quella allora non c'era alcuna possibilità che io potessi destare il minimo interesse!!
Dovevo rassegnarmi!!
Poi un barlume di speranza giunse ad allietare il mio spirito inquieto...

Quel giorno, avevo appena finito di ripetere la terza declinazione greca. Pater-oV. L’indomani avevo l’ultima interrogazione dell’ultimo semestre e poi finalmente le vacanze estive. Dovevo ripassare tutto il programma svolto durante il primo anno. Ero talmente spossata, che decisi di andare in salone a vedere un po’ di televisione.
Erano le 16:30. Era già cominciato Bim Bum Bam, il programma televisivo che ha accompagnato tutta la mia infanzia.
Anche Adriano era nel salone. Era seduto sul divano con un libro di matematica appoggiato sulle gambe. Aveva gli occhi fissi sul testo di matematica, in un atteggiamento di mera concentrazione. Lui frequentava il terzo anno all’Istituto Tecnico Commerciale ‘Alessandro Volta’ e anche lui aveva le ultime interrogazioni. Non poteva permettersi di essere rimandato, ciò avrebbe significato niente vacanze!!!

“Ti dispiace se vedo Creamy?” chiesi titubante

Alzò gli occhi al cielo.
“Non sei troppo grande per…Creamy

“Posso vederlo?” replicai irritata
Negli ultimi tempi ero sempre acida e scostante nei suoi confronti.

“Certo!!” rispose ritornando a leggere e ad appuntare note su un quaderno dai quadretti stretti.

Accesi la tivù. Giusto in tempo…sullo schermo blu, era appena comparso il titolo.
Il primo bacio di Creamy
Cavoli…che argomento azzeccato!!
I commenti sarcastici e canzonatori di Adriano, seguiti da fastidiosissime sbuffate, accompagnarono i 20 minuti di programmazione dell’animè.

“Ma come fai a vedere una sciocchezza del genere. Extra terrestri con le sembianze di gatti ‘parlanti’, una bambina che vede un’arca che non esiste e alla quale è concesso di trasformarsi in un’adulta, per non parlare di un’accozzaglia di episodi senza un senso apparente. Naturalmente dubito che esista un senso latente!!! E poi…è anche pesante” esplose, mentre Cristina D’avena scandiva le note della sigla finale.

“Scusa, ma ti ho invitato a guardarlo?” ribattei scocciata

“No!! Ma mentre sono qui…tutte quelle storie per uno stupido bacio, proprio non le sopporto. Cosa sarebbe cambiato se avesse baciato l’attore, invece di quel pidocchio!!”

Era detestabile quando pontificava sulle mie scelte televisive. Lui vedeva una caterva di sciocchezze, ma io non mi ergevo su un podio a criticare i suoi programmi preferiti.

“Perché Yu non amava l’attore, ma quel pidocchio di Toshio!! Per lei era importante” sbottai

“Credi davvero che si possa baciare solo chi ami?” mi chiese divertito

“Perché tu no?”

“Sei proprio una bambina” replicò con un’alzata di spalle

Io…una bambina? Chissà se mi avrebbe giudicata un’adulta se avesse saputo che avevo baciato Marco!!

“Cosa si prova a baciare?” chiesi brusca

Perché era uscita quella insulsa domanda dalla mia bocca?

“Lo saprai quando sarai più grande”

Giudicai la risposta ancora più insulsa!!

“Quanto grande? Quanti anni? Trenta, quaranta…credi siano sufficienti” sbottai.

Il mio cuore era ricolmo di rabbia e frustrazione, accumulata negli ultimi mesi.

“Perché ti arrabbi?” domandò confuso

“Perché vorrei una risposta. E sono stanca di essere trattata come una bambina!! Sono grande, ormai!!”

Sospirò.

“Quando bacerai qualcuno saprai cosa si prova!! Non sono in grado di descriverlo. Io non sono bravo con le parole come te” rispose sereno “Così va bene?”

“Se mi baciassi tu?”

Mi fissò atterrito.
Quel giorno stavo facendo collezione di scempiaggini. Nel momento in cui pronunciai quelle parole avrei voluto cancellarle dalla mente di Adriano.
Come potevo uscire da quella situazione d’imbarazzo?

“Non preoccuparti” continuai, allungandomi per spegnere il televisore “lo chiederò a qualcun altro. Forse a Marco. Lui ne sarà contento!!”

In quel momento mi accorsi che non c’era limite all’insulsaggine e che…ero impazzita!! Le notti insonni a pensare a Grazia e Adriano avevano leso in maniera irreversibile i miei neuroni, che dovevano essere in atrofia!! Questa era l’unica spiegazione vagamente sensata che potevo addurre al mio manifesto delirio.
Adriano si levò dal divano, col volto serio e tirato.
Lo osservai stranita. I suoi gesti erano talmente lenti che sembravano irreali.
Poggiò il libro sul basso tavolinetto di vetro e si sedette a gambe incrociate davanti a me.

“Chiudi gli occhi” ordinò deciso

“Perché?”

“Vuoi ancora che ti baci?”

Annuii. Non riuscivo a coordinare bene pensieri e parole.
Chiusi gli occhi.
Potevo percepire il suo calore. Sentivo il suo alito che lambiva il mio volto.
Riaprii gli occhi

“Perché?”

“Perché…cosa?” domandò spazientito

“Perché si chiudono gli occhi quando si bacia?” chiesi con il candore di un bambino

Sorrise.
“Credo, per amplificare le sensazioni”

Richiusi gli occhi

“Stai più rilassata e dischiudi la bocca”

Adriano aveva deciso di farmi morire di crepacuore. Lo conoscevo troppo bene per non capire che stava esasperandomi di proposito. Non riuscivo più a sentire il battito del cuore, l’unica percezione che avevo ancora delle mie membra, era un fastidiosissimo nodo alla gola che non mi lasciava respirare. Mi aspettava una lenta agonia e poi una morte prematura per infarto o soffocamento o magari entrambi, tanto per rendere la mia vita più avventurosa.
Feci quanto mi aveva detto!!
Mi accarezzò il viso e appoggiò le sue labbra sulle mie. Di nuovo quella sensazione di solletico umidiccio. La sua lingua che fino a quel momento aveva accarezzato le mie labbra entrò nella mia bocca. Era una bellissima sensazione d’intimità.
Era piuttosto facile!!
Il cuore ricominciò a pulsare.
Mentre Adriano mi baciava, pensai che era il mio primo vero bacio; e mi rtrovai a gioire di non aver dato il mio primo bacio a Marco!!
Si scostò.

“Com’è stato?” domandò

Il cuore mi batteva talmente forte che in quel momento temetti che mi volesse uscire dal petto. Avrei voluto rispondergli
E’ stato fantastico…stupendo…meraviglioso…non pensavo che il mio cuore potesse traboccare di tanta gioia” ma l’unica parola che riuscii a pronunciare in quel momento fu un laconico

“Bello!!”

“Riproviamo?”

Scossi forte il capo in segno d’assenso

“Cerca di essere un po’ più collaborativa” disse sorridendo

Ci baciammo fino a che il sole non era calato ad occidente. Ormai non c’era più luce nella stanza. Ci staccammo solo quando sentimmo il rumore di una chiave che girava nella serratura. Prima che la porta si aprisse corsi in bagno, le labbra erano intorpidite e mi pizzicavano. Specchiandomi mi accorsi che avevo la bocca viola.
Ma ero contenta come una pasqua…era fatta!! Almeno così pensavo!!

**

Il giorno dopo, infatti, con mia gran meraviglia, fui totalmente ignorata, dallo stesso ragazzo cui ero attaccata per le labbra il pomeriggio precedente!!! Anzi fu ignorato il fatto che ci fossimo baciati!! Tutto come prima!! La qualcosa mi irritò notevolmente!! Naturalmente, orgogliosa com’ero, decisi di non chiedere spiegazioni, che pur mi erano dovute. Feci come se niente fosse.
Trascorsero così alcuni giorni. Finché, il sabato successivo, aprendo la porta di casa mia, mi ritrovai di fronte quella…Grazia!!

“Loredana, mi ha detto che Adriano è qui!!” affermò irritata

Lei era irritata, e cosa avrei dovuto dire io…
“Si” risposi concisa

Rimanemmo sulla porta a scrutarci sospettose.

“Me lo chiami?” chiese, anche se sembrava più un ordine.

Senza rispondere, voltai le spalle
Adriano era in cucina con mio fratello Salvo, gli stava insegnando a giocare a scacchi. Mia madre e zia Amalia stavano aiutando la nonna a riporre la pasta nella dispensa

“C’è una certa Grazia che ti cerca!!” dissi sedendomi al suo fianco

“Grazia?” chiese allarmata zia Amalia

“E’ la sorella di Marco” si affrettò a chiarire Adriano “sarà venuta per…” tentennò, il suo viso era ormai rosso vermiglio “…riferirmi qualcosa di Marco!!”

“E perché non viene Marco?”

“Ieri non si sentiva bene, forse ha deciso di non uscire stasera!!” replicai con noncuranza, cercando di toglierlo dall’imbarazzo.

Zia Amalia non sembrò molto convinta della mia delucidazione e poi…Adriano era talmente allarmato e rosso in volto, che lasciava ben pochi dubbi sulla natura della sua amicizia con Grazia. Per la sua scempiaggine, mi ero anche risolta ad aiutarlo, con mio grande disappunto.
Adriano uscì. Vedendo che non rientrava, zia Amalia mi chiese di andare a chiamarlo.

“Perché io? Manda Salvo oppure vacci tu!!” ribattei

Ma, come al solito, zia Amalia non volle sentire ragioni.
Ora Adriano avrebbe sicuramente pensato che ero gelosa!! Camminavo talmente lenta che a velocità normale avrei percorso il corridoio di casa mia almeno tre volte, andata e ritorno.
Aprii la porta e li vidi….si baciavano. Sentii una pugnalata trafiggermi il petto.

Si baciavano davanti casa mia!!! E se li avessi visti!!. Ma forse per loro la cosa non era rilevante.

Ero furente, sentii il sangue affluirmi alla testa.

“Scusate se vi interrompo” cercai di assumere un’aria indifferente e distaccata e…cordiale, ma non riuscii credibile “tua madre ti cerca”

Vidi lo sguardo di Grazia rimbalzare come una pallina di ping-pong da me a lui.

“Davvero?” rispose sarcastica, avvinghiandosi al suo braccio sinistro

“Certo!!” replicai acida

Lui si scostò.
L’atteggiamento di Adriano aveva inasprito Grazia, la quale con aria di sfida mi disse
“Lo sai che stiamo insieme, vero?”

Quella vocina arrogante e lo stesso sguardo tagliente di Marco…che ragazza detestabile!!

“Certo che lo so!!”

“Sai; è bene che certe volte non ci siano dubbi e che non si faccia confusione!”

Esplicitò quel pensiero con fare talmente lento e mellifluo…che mi stizzirono.
“Sono d’accordo con te” replicai provocatoria “Perché non entri e non ti presenti a sua madre? Così per mettere in chiaro le cose!!” fissai Adriano, che con aria inquietata sembrava rimproverarmi per il mio atteggiamento.

Entrambi sapevamo che se Grazia si fosse presentata al cospetto di zia Amalia, ne sarebbe uscita in lacrime. Ed io ci speravo davvero!!
Grazia entrò. Adriano mi trattenne per un braccio e me lo strinse con forza

“Cosa stai cercando di fare?” “sibilò

“Mi fai male!!” sbottai cercando di divincolarmi dalla stretta

“Cosa stai cercando di fare?” ripeté spazientito

“Prima mi baci e poi mi chiedi cosa voglio fare?”

Mollò la presa

“Invece di discutere con me, perché non le stai accanto!! Sai non vorrei che tua madre la strapazzasse troppo”

Mi ritirai in camera mia, non mi andava di vedere Grazia sconfitta!! Ero stata cattiva, ma lei mi aveva fatto arrabbiare!! STUPIDA.
Mia sorella Emma, era sul letto a leggere “Cime Tempestose” di Emily Bronte. La sua professoressa di lettere le aveva assegnato un riassunto e un commento dell’opera.

“Mi aiuti?” domandò supplichevole

“Hai almeno finito di leggerlo?” le chiesi buttandomi mollemente sul letto

Mi mostrò il libro che era ancora a metà

“Entro quando devi portare la relazione?”

“Tra due settimane!!! Ti prego; finiscilo tu?” implorò

“Non esiste proprio” replicai sdegnosa “finisci di leggerlo e poi ti do una mano per la relazione!!”

“E’ un libro troppo noioso per finirlo!! Se lo leggi potrai chiedermi quello che vuoi per una settimana” soggiunse disperata

“…”

“Due settimane”

“…”

“Ok; un mese. Non di più”

Agguantai il libro.
“Farai i piatti al mio posto per un mese”

“Cosa?” sgranò gli occhi

“Partendo da oggi!!” aggiunsi sorridendo

Mi strappò il libro dalle mani e sbottò risentita
“Sei una sanguisuga!!”

“Sono d’accordo con te” assentì una voce ben nota; Adriano ritto sulla porta, mi squadrava con aria ostile.

“Se n’è già andata?” chiesi tranquilla

“Chi?” domandò Emma curiosa

“Grazia” replicai incurante “la nuova ragazza di Adriano!!”

“Hai la ragazza?” domandò scettica mia sorella

“Quindi ora è ufficiale?” m’informai

“Credo che si debba parlare, noi due!!”

“Mi dispiace, ma ora non ho tempo”

“A no, e cosa dovresti fare? Se è lecito sapere”

“Non sono fatti tuoi!!”

“Emma, ci lasci soli”

Mia sorella lo fissò con aria indagatrice.

“Vorrei ucciderla senza testimoni!!” sentenziò scrutandomi

“Ma litigate sempre?!?!” sbuffò “io dovrei studiare, perché non andate via voi?”

“OK” replicò Adriano, poi rivolgendosi a me “andiamo” ordinò

“No” sbottai seccata

Adriano era di carattere tranquillo, molto simile a suo padre; ma quando era arrabbiato, non ammetteva un “no” come risposta…in quei momenti mi ricordava sua madre. Mi prese di peso dal letto; tenendomi sotto braccio, manco fossi un sacco di patate. Aprì la porta e mi trascinò fuori al balcone

“Che problema hai?” chiese mollandomi sul lastricato

Mi rialzai
“Il mio problema sei tu!!”

“Il bacio, vero?” bisbigliò

“Menomale. Allora è successo. Pensavo di essermelo sognato!!” dissi canzonatoria

“Chi altri lo sa?”

“Tua sorella” risposi confusa

Appoggiò una mano sulla fronte

“Solo lei?” incalzò inquieto

Annuii.
“Perché?”

“Io ho quasi diciassette anni e tu ad ottobre ne farai quindici”

“E…allora?”

“Siamo troppo giovani!! Capisci?”

“Veramente…No!! E poi se non sbaglio Grazia dovrebbe avere pressappoco la mia età” replicai acida

"Grazia non c'entra niente!!" ribatté accigliato

"Ti piace? Ne sei innamorato?" domandai con la voce rotta dall'angoscia

Ero terrorizzata dalla risposta che avrei ricevuto, ma saperlo era troppo importante. Infondo qualsiasi responso, avrebbe donato pace al mio cuore tormentato.

“Lei è molto carina" cominciò con voce dolce

Carina?

"Ed è dolce"

Dolce?

Cominciai a pensare che fosse pazzo...pazzo di Grazia!!

"Tu sei..."

"Lo so" lo interruppi amaramente "io sono un maschiaccio, sono bassa, sono brutta e lei è centomila volte meglio di me"

"Se fossi sicuro che nessuno ci vedesse ti abbraccerei"

"Non voglio la tua pietà"

"Quale pietà" replicò aggrottando le sopracciglia "E' vero sei un maschiaccio e effettivamente sei bassa, ma sei bella, sei un milione di volte meglio di Grazia. E mi piaci un sacco. Da quando ti ho baciato, non faccio che pensare a te e...a noi, ma quella storia delle nostre mamme!! Metti caso che non funzioni? Per lasciarci dovremmo fare una domanda in carta bollata. Per non parlare del fatto che siamo più che amici, siamo cresciuti insieme, praticamente come due fratelli. Se ci lasciassimo male, butteremmo alle ortiche quindici anni di affetto!!”

Non ci avevo mai pensato. In realtà non avevo mai pensato che potesse andare male, ma Adriano aveva ragione. Se ci fossimo lasciati sarebbe stata una tragedia, ma a me non andava di rinunciare per questo!!

“E se funzionasse?!”

“Fidanzato in casa a manco diciassette anni!!” replicò angustiato, dubitavo del fatto che mi ascoltasse

“Perché dovremmo fidanzarci in casa?”

“Perché quelle due e tuo padre, non stanno nei panni per un nostro probabile fidanzamento. Credi si lasceranno sfuggire l’occasione di ufficializzare la storia!! No…ci sono più probabilità che mia madre si faccia fare in mille piccoli pezzi e si lasci buttare nel cesso!!”

“Già!!” acconsentii

“Guarda che non mi sei di nessun aiuto”

“Se non glielo dicessimo?” dissi candidamente

"E se lo scoprissero?"

"Non lo scopriranno!!" replicai sicura

***

L’idea fu accolta con una punta di scetticismo da parte di Adriano, ma era talmente tanta la voglia di stare insieme che quella ci sembrò l’unica possibile soluzione.
Seppur giovani, nascondere la nostra relazione, agli occhi indiscreti dei nostri parenti, fu relativamente semplice. Tutti erano abituati a vederci sempre insieme fin da bambini; continuavamo a fare le stesse cose, quindi fu agevole gestire quella nuova condizione, tutte le altre novità, vennero vissute da entrambi con semplicità e naturalezza. Ero felice!!! Ero felice, come non pensavo si potesse essere. Stavamo vivendo il nostro primo amore con la purezza di un bambino, non complicato dai problemi degli adulti; un amore vissuto senza l’apprensione del domani.
Gli unici a conoscere la nuova natura del nostro affetto, furono i nostri amici.
Tonino e Alessandro accolsero la notizia con estremo entusiasmo, sembravano davvero non aspettare altro. Umberto e Vanni si mostrarono, invece, un po’ più riflessivi e pensosi di questa nostra scelta. Gli unici che esternarono il loro disappunto furono Nicola e Marco. Appresa la notizia, il mio compagno d’esilio, se n’era andato sbattendo la porta. Immaginavo cosa passasse nella mente di Marco; Adriano aveva dato il ben servito a sua sorella per me, ma l’atteggiamento di Nicola mi lasciò perplessa e mi ferì. Col trascorrere dei giorni entrambi si abituarono all’idea, anche perché non avevano altra scelta, ma Nicola era scostante e distaccato nei miei confronti e acido e ostile verso Adriano. Era un bambino, a quell’epoca aveva appena undici anni, e credo, anche se non abbiamo mai affrontato l’argomento, che il suo comportamento fosse dettato dalla paura di essere ulteriormente isolato; ma in seguito quella sua paura dovette scemare, visto che ritornò il bambino allegro e affettuoso di un tempo. Io e Adriano avevamo sicuramente moltissimi difetti, ma nonostante la forte attrazione e l’amore che ci legava, non eravamo particolarmente appiccicosi. Tutti, dopo un po’ si resero conto, che non era cambiato nulla!! Io continuavo a rimanere in cucina insieme a Nicola.
Poi arrivò l'estate...

Eravamo tutti stati promossi a pieni voti e tutti avevamo meritato due mesi di vacanza. Solitamente trascorrevamo le vacanze estive ad Ostia, a Scauri o a Sperlonga; luoghi facilmente raggiungibili. Gli uomini, infatti, continuavano a lavorare, nei mesi di Luglio e Agosto, ricongiungendosi alle famiglie solo nei fine settimana, per cui per comodità venivano scelte zone marittime relativamente vicine.
Le nostre numerosissime famiglie si riunivano in estate; si può dire che colonizzavamo quei luoghi. Per comodità e anche per abitudine i nostri genitori erano soliti prendere in fitto, un unico grosso appartamento di quattro o cinque stanze e cucina, in cui potevano abitare almeno tre famiglie.
Quell’anno mio padre aveva optato per una villetta a Scauri su due livelli; che avrebbe ospitato la mia famiglia, consistente di otto persone; la famiglia di mia zia Elena, la sorella di mia madre, costituita da quattro membri; mia nonna, i sei membri della famiglia di Adriano, aumentata frattanto della nascita di Ilaria, la figlia di Maria.
Eravamo una marea di persone, ma infondo non si andava a mare certo per chiudersi in casa; quindi erano sufficienti solo cinque stanze, per ospitare tutti. Tre camere da letto per gli adulti e due vere e proprie camerate, una femminile e una maschile, per noi ragazzi. Ai locatori chiedevamo sempre letti in eccesso; quelli non bastavano mai!!
Tutti noi aspettavamo l’estate con ansia. Ricordo con estrema nostalgia quello stralcio della mia vita. Sono ancora impresse nella mia memoria ombre di ricordi lontani: il mare, le uscite notturne, che non c’erano mai concesse in città, i cinema all’aperto, le recite di fine estate che organizzava mia madre per tenerci impegnati; sempre tutti insieme, i miei fratelli, i miei cugini e tanti nuovi compagni di giochi con cui fare amicizia. Anche quell’anno sarebbe stato così…tutto come sempre, solo che io e Adriano eravamo innamorati!!
Quell’estate ci sembrò lunga e infinita. Non vedevamo l’ora di tornare a casa!! Nascondere ciò che provavamo era stato difficile. Riuscimmo a rubare solo pochi stralci di tempo per stare insieme. A volte ci allontanavamo per fare lunghe passeggiate sul bagnasciuga e mentre l'acqua salmastra lambiva i nostri piedi, noi chiacchieravamo tenendoci per mano. Le persone a volte si voltavano, fissandoci con stupore, piacere e malinconia. Forse nel vederci così felici, rammentavano antichi amori perduti o sbiaditi dal tempo e dalle consuetudini domestiche.
Eravamo giovani e innamorati.
Troppo giovani e troppo innamorati...

Quella sera di metà agosto non riuscivo a dormire; mi rivoltai nel letto per un po’. Faceva troppo caldo!! Ero sudata e appiccicosa. Ero talmente irritata per tutto quel calore, che anche il frinire delle cicale proveniente dalle campagne circostanti mi infastidiva. Alla fine, decisi di alzarmi, restare supina, mi faceva venir mal di testa e voglia di fare pipì…e poi avevo fame.
Andai in cucina, cercando di non fare rumore; la maggior parte degli abitanti della casa aveva dai sette anni ai tre mesi. Se avessi fatto troppo rumore, si sarebbero svegliati anche i nostri parenti tedeschi che vivevano a Colonia. Accesi la luce; alzai la testa fissando lo sguardo sull’orologio che era di fronte a me. Erano le tre. Estrassi una padella dalla dispensa; avevo voglia di una frittata di cipolle. Ora non mi verrebbe nemmeno in mente una frittata di cipolle alla tre del mattino, ma allora mi sembrò una buona idea.
Presi una cipolla, dalla busta appesa fuori al balcone, e due uova dal frigo. Misi un po’ d’olio d’oliva nella padella; e accesi il gas, per far riscaldare l’olio. Tagliai, con un grosso coltello, la cipolla in due parti. Una parte l’avvolsi nel cellofan e la conservai nel frigo, l’altra parte la affettai in striscioline sottili. Quando l’olio fu ben caldo aggiunsi le cipolle, per farle appassire; rimestavo in continuazione per non lasciarle bruciare. Quando furono pronte, spensi il gas, le sgocciolai dall’olio con la schiumarola. Lo stesso olio l’avrei riutilizzato per cuocere la frittata. Presi un piatto e ruppi le due uova, aggiunsi un pizzico di sale, un po’ di formaggio e cominciai a sbattere le uova.
In quel momento entrò Adriano. Mi fissava incuriosito, ritto sulla porta

“Che cavolo stai facendo?” chiese, sfregandosi gli occhi cisposi

“Sto sbattendo le uova?”

“Scema…” replicò sedendosi su una sedia di fronte a me

“Sto preparando una frittata di cipolle” affermai, aggiungendo le cipolle al composto d’uova

“Una frittata di cipolle?” domandò perplesso

“Ho fame!!” sbottai

“E…una frittata di cipolle alle…” volse lo sguardo verso l’orologio “…tre e un’quarto del mattino, ti sembra una buona idea?” concluse divertito

“Ho fame” replicai con un filo di voce

Accesi il gas e cominciai a cuocere la frittata
“Come mai sei sveglio?” chiesi voltandogli le spalle

“Mi ha svegliato l’odore di cipolla”

Mi voltai fissandolo con gli occhi sgranati
“Davvero?”

Mia madre non apprezzava molto che cucinassi e mangiassi di notte. Mi sarei presa una ramanzina alle tre del mattino; davvero un bel modo per cominciare la giornata!!

“Stavo scherzando…non riuscivo a dormire”

Voltai nuovamente le spalle
“Nemmeno io avevo sonno!!” risposi, voltando la frittata con la schiumarola

“Non vedo l’ora di tornare a casa?”

“Anch’io!!” replicai depressa

Mentre controllavo se la frittata era cotta, sentii le braccia di Adriano cingermi la vita e avvicinare i nostri corpi.
Il mio cuore batteva all’impazzata. Mi era mancato talmente tanto!!

“Posso mettere prima la frittata in un piatto? Ci ho messo talmente tanto; vorrei mangiarla e non buttarla nella spazzatura!!”

Mi schioccò un bacio sul collo e si appoggiò al tavolo.
Spensi il gas; rivoltai la frittata su un piatto con un tovagliolo di carta e poggiai il piatto sul lavabo.
Mi girai e quasi di corsa mi gettai tra le sue braccia

“Mi sei mancato talmente tanto” esternai col cuore in gola

Mi sollevò la testa e mi baciò. Per stare più comodi, senza smettere di baciarci, mi sollevò di peso, mettendomi a sedere sul tavolo. Adriano era più alto di me, di quasi venti centimetri, questa era un’operazione necessaria, se non voleva diventare gobbo e se io non volevo svegliarmi con un torcicollo. Avevo, sempre per comodità, le gambe aperte e, poiché ci stavamo baciando, Adriano si strusciava addosso. Non so come, ma mi ritrovai, senza accorgermene, con la schiena sul tavolo di legno e le mani tenute in alto, sopra la mia testa, trattenute dalle grandi mani di Adriano. Per tutto il tempo le mie labbra rimasero serrate a quelle di lui.
Ho cercato per anni di vedere qualcosa di scabroso in quella scena, senza mai scorgerlo. Eppure, quella sera di vent’anni fa, mi fecero sentire sporca. Erano quasi due mesi che ci scambiavamo solo baci frugali e fuggevoli. Era naturale tutto quell’impeto per due giovani anime che si cercavano come le nostre. Forse sarebbe stato naturale per tutti, ma non per zia Amalia che rimase sconvolta osservando la scena.

“Che cosa state facendo?” sibilò

Mio Dio!!

Ci staccammo l’uno dall’altra, come percorsi dall’alta tensione. Scesi dal tavolo

“Possiamo spiegare…” azzardai

“Lo credo bene!!” sbottò lei sgranando gli occhi

Silenzio
Lasciò la cucina. Sapevo cosa stava per fare!! Avrebbe sicuramente svegliato mia madre, mio padre e zio Vincenzo; avrebbe raccontato ciò che aveva visto e poi mi avrebbero chiuso a vita in una stanza.
Mi voltai, cercando lo sguardo rassicurante di Adriano, ma era scomparso!! Entrai nel panico!! Quando ritornò ricominciai a respirare.

Mio Dio!!

“Non lasciamoci convincere!!” dissi voltandomi verso Adriano

“OK!!” acconsentì lui, ancora atterrito

“Non stavamo facendo niente di male!!” aggiunsi arrabbiata “Ci stavamo solo baciando. Infondo, stiamo realizzando il loro sogno, dovrebbero ringraziarci in ginocchio”

“Vuoi che ti dica cosa ha visto mia madre?” sbottò, fissandomi con gli occhi sgranati “Ha visto me e te, mezzi nudi, che ci strusciavamo su un tavolo, incollati per le labbra alle tre del mattino”

“A parte che non eravamo mezzi nudi!!” puntualizzai irritata

“Canottiere e pantaloncini…non siamo nemmeno molto vestiti!!”

“Già...io solitamente ad Agosto dormo con lo scafandro da palombaro!!"

“Non scherzare!! Non ti rendi conto della gravità della cosa? Tuo padre mi ucciderà!!”

“Secondo me stai esagerando” replicai perplessa “Sono stati giovani anche loro!! Vedrai che capiranno” commentai poco convinta

“Se sono stati giovani…lo hanno dimenticato sicuramente!!!” argomentò isterico “Ti vorrei ricordare che tuo padre non tiene in casa animali di sesso diverso per non farvi assistere ad accoppiamenti immorali; che tua madre non ti ha nemmeno spiegato che le donne hanno le mestruazioni, perché si vergognava. Per non parlare di mia madre che, parlando di sesso, disse a te e a Loredana di farsi toccare dalla testa alla pancia, ma mai dalla pancia in giù, se non volevate portare guai a casa…come Maria!! Ti è più chiara, ora, la situazione?” concluse secco

Chiara come la luce del sole!! E fu ancor più chiara, quando in cucina entrò la santa inquisizione!!
Si sedettero di fronte a noi; come fossero, giudice e giuria. Non sapevo cosa, zia Amalia, avesse raccontato loro. Rimasi silenziosa in attesa di comprendere la mossa più giusta da operare!!

“Da quanto tempo va avanti questa storia?” chiese mio padre aspro

Quella domanda mi lasciò interdetta; non per il quesito in se, ma per l’asperità con la quale era stata pronunciata.
Mio padre era un uomo severo, ma giusto. Non si era mai rivolto a nessuno dei suoi figli con tono autoritario; non aveva mai fatto valere la sua autorità paterna. Conoscevo mio padre, come nella vita si possono conoscere poche persone!! Sapevo che, tutta quell’avversità, era dettata dalla delusione di avergli tenuto nascosto qualcosa. Non l’avevo mai fatto!! In vita mia non avevo mai fatto neppure un filone a scuola, perché se non mi andava di andare a scuola potevo anche non andarci. A scuola ci andavo perché mi piaceva!! Era questa l’unica regola che seguiva mio padre…lavorare o studiare per guadagnarsi la minestra!!! Non avevo mai deluso mio padre…e non pensavo che ingannarlo avrebbe arrecato sofferenza anche alla mia anima.

“Da fine maggio” rispose mesto Adriano, rompendo il silenzio

“Perché…” cominciò mio padre

“Perché siamo due ragazzini” lo interruppi, rossa in volto “e non siamo pronti per una storia da adulti. Un fidanzamento in casa alla nostra età”

“Nessuno di noi vi ha chiesto di fidanzarvi in casa” disse divertito zio Vincenzo

Zio Vincenzo era l’unica persona ragionevole, era lì solo per tutelare la pace coniugale!!!

“Davvero?” replicai secca

“Si, davvero. E ti prego di non essere impertinente!!” aggiunse la madre di Adriano

“Oh, che strano avevo pensato che fossimo qui per ufficializzare la storia” replicai ironica

Silenzio.

“E voi…cosa avreste intenzione di fare?” domandò mio padre, il quale era rimasto in silenzio fino a quel momento

Non sapevo cosa rispondere.

“Ora lo sappiamo. Non puoi cambiare le cose” aggiunse “Se volete continuare a stare insieme…la cosa ora è ufficiale!!”

Aveva ragione, ma piuttosto avrei rinunciato ad Adriano. E poi quando le acque si fossero calmate avremmo potuto…

“Ok!! Per noi va bene!!” la voce di Adriano interruppe bruscamente il filo dei miei pensieri

Mi alzai. Lo strusciare stridente della sedia fendette il silenzio.

“Cosa?” strascicai fissandolo

“Io voglio stare con te”

“Ma come? Se non funzionasse? Per lasciarci dovremmo fare una domanda in carta bollata. HAI CAMBIATO IDEA?” la mia voce era salita di tonalità senza che me ne fossi accorta

“Non urlare, Marika” disse supplichevole mia madre “cerca di calmarti; sveglierai i bambini”

CALMARMI!! Era impossibile. Ero troppo arrabbiata. Adriano, mi aveva lasciata da sola, a combattere contro la santa inquisizione al completo. Ed ora con quella sua uscita…sembrava che fossi stata io a convincere lui a nasconderci. Il mio respiro si fece pesante...dovevo riflettere
Lo fissai indignata.

“Non cambierà nulla” insistette Adriano

“…”

“Funzionerà”

“…”

“Io ti amo”

Era la prima volta che lo diceva…sapevo che non sarebbe più stato lo stesso.
Ma…

“Anch’io ti amo”

Mi persi nel suo caldo abbraccio, proprio com’era accaduto, oltre cinque anni prima, dopo la morte di Pallino; quell’abbraccio che riusciva a dissimulare ogni mia paura.

EFP
  
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