UN PATTO D'AMORE
CapII: "Marika e Adriano"
L’indomani, dopo aver tradotto una
stupidissima versione di greco su Esopo, mi diressi verso casa di Marco. La sua
casa era a pochi metri dalla mia, praticamente cinque minuti di strada. Ero
talmente irrequieta che non riuscii nemmeno ad attendere l’arrivo
dell’ascensore. Esitai qualche istante davanti alla porta; poi mi risolsi a
bussare. La porta si aprì quasi subito, se si fossero attardati ad aprire,
sarei schizzata via come un razzo.
Mi aprì una ragazza dai capelli rossi, il
suo volto era stracolmo di efelidi, nei suoi occhi verdi riconobbi lo stesso
riflesso di Marco. Forse era sua sorella?!
“Chi sei?” chiese con fare inquisitorio
“Sono Marika; Marco è in casa?”
Mi fissò come se volesse trapassarmi con lo
sguardo, poi si voltò.
Dopo alcuni minuti arrivò Marco. Mi sedetti
sugli scalini invitandolo con una mano a sedersi al mio fianco. Lui chiuse la
porta e si sedette accanto a me. Rimanemmo per qualche istante, tramortiti dal
silenzio
“Allora?” mi spronò Marco
“Voglio che mi spieghi meglio la storia di…proteggermi!!”
sbottai seria
Il ragazzo mi fissò meravigliato e
divertito
“Quale storia?"
Lo squadrai accigliata.
“Io non c’entro è stata una loro decisione”
continuò tormentandosi un brufolo
“Come…in che modo…”
“Piccole cose…” mi interruppe pensoso “…non
so, Adriano che ti viene a prendere a scuola, Vanni che ti accompagna a fare
spesa…piccolezze!! E te lo ricordi a Franzese?”
Franzese?
Era un mio compagno delle medie. Magro,
moro, bassino, con il viso appuntito e gli occhi piccoli…quegli occhi che
quando si posavano su di me mostravano una palese ed irriverente avversione!!
“Si” risposi confusa “E con ciò?”
“Alessandro ci aveva raccontato che uno
strano ragazzino ti stava intorno. E allora Tonino ti venne a prendere fuori
scuola"
“E…allora?” insistetti cercando di capire
dove Marco volesse andare a parare
“Alessandro aveva detto a quel bamboccio,
che Tonino era il tuo ragazzo” disse divertito “e…che era molto, molto, molto
geloso”
“Perché?” chiesi atterrita
“Per proteggerti dai ragazzi. Loro credono
che tu sia ancora troppo giovane per i ragazzi” rispose storcendo il naso “…ma
come ti ho detto io non sono d’accordo!!”
Erano pazzi!!! I miei amici erano pazzi!!
Rimasi silenziosa, cercando di esaminare a
fondo, ogni congiuntura passata.
“Ti pace la mia sorellina?”
Lo scrutai irritata. Sorrideva.
Marco riusciva ad essere sempre
così…inopportuno!! Avevo appena saputo che i miei amici stavano facendo intorno
a me terra bruciata…sua sorella era l’ultimo dei miei pensieri!!
“Mia sorella Grazia”
Grazia?
Non poteva essere la stessa Grazia di Adriano!! Non la
sorella di Marco!!
Sgranai gli occhi. Non avevo rivelato a
Marco com’ero venuta a conoscenza dell’argomento trattato, ma l’introduzione
subitanea della questione “Grazia” mostrava che lui aveva ben chiara la
situazione.
Mi fissava compiaciuto. Detestavo Marco,
proprio per quella sua assurda caratteristica, l’incapacità di comprendere che
ciò che diceva, poteva ferire gli altri. Non riuscivo a capire quel suo
atteggiamento nei miei confronti!! Infondo aveva anche lodato il mio
sederino!!!
“Allora, ti piace? E’ carina vero?”
Mi piace?
Certo che mi piace: come poteva piacermi un
nugolo di scarafaggi che mi camminavano sulla faccia. PIACERMI!! Anche il nome
era orripilante; come poteva piacermi una che si chiamava Grazia!! Come poteva
piacermi la sorella di Marco!! E poi…io ero molto più carina, almeno la mia
faccia non sembrava un inno a “Unisci i puntini e scopri cosa si nasconde”!!
“Io sono molto più carina” bisbigliai a me
stessa
Marco si alzò. Scese un gradino. Si voltò a fissarmi e poi
chinandosi fino a che il suo volto divenne parallelo al mio, mi carezzò il
viso.
“Anch’io lo credo”
Il mio cuore sussultò; non riuscivo a
muovermi.
Sfiorò le mie labbra con il pollice.
Voleva baciarmi?
Accostò il suo volto al mio. Chiusi gli
occhi.
Voleva baciarmi!!
Panico!!
Volevo baciare un ragazzo…ero curiosa di
sapere cosa si provava!! Avrei voluto dare il mio primo bacio ad Adriano, ma se
avessi atteso che lui si fosse innamorato di me, mi sarei fatta vecchia con la
barba!! Ma…Marco!!
Sentii la sua bocca premere contro la mia
e…qualcosa di umido solleticarmi le labbra.
No…non potevo!!
Mi scostai, tenendo la testa china. Mi
sentivo colpevole!!
Perché?
Le grida provenienti da un televisore di
uno degli appartamenti, siti su quel piano, erano gli unici suoni che
scandivano quell’imbarazzante momento.
“Secondo me dovresti metterti con Adriano”
disse Marco interrompendo il silenzio “così ti togli lo sfizio”
Mi alzai e incrociando le braccia al petto
“Io e Adriano siamo come fratelli” affermai
con fermezza
“Ne sei sicura?” mi chiese stringendo gli
occhi
Dovevo salvare quel briciolo di dignità e
orgoglio che ancora mi rimaneva!! Non potevo dire che volevo un ragazzo che non
mi filava nemmeno di striscio!, e soprattutto, non poteva dirlo a Marco…il
fratello di Grazia.
“Quando lo avrai avuto, ti accorgerai che
non ne valeva la pena”
Chiuse la porta prima che potessi
replicare. Mi ritrovai a fissare una porta chiusa
“Idiota!!”
*
Passai i successivi due mesi ad evitare
Marco, a guardare con ostilità i miei presunti amici e a pedinare,
letteralmente, Adriano. Alla fine ero stremata!!
Avevo deciso di non pensare a "Grazia e Adriano", ma era impossibile;
più mi sforzavo di allontanare le loro immagini dalla mia testa, più si affacciavano prepotenti.
Cominciai a temere di impazzire!!!
Dovevo fare qualcosa!!! Ma cosa?
Ormai una sola domanda sembrava lambire la mia mente
"Cos'ha quella stupida che io non ho?"
Certo non ero la quinta essenza della femminilità, ma non ero da buttare.
E poi a Marco piacevano solo le ragazze carine e se gli piacevo...allora anch'io ero carina!!
Forse ad Adriano piacevano le rosse, pallide e un pò bruttine. Infondo io non conoscevo i suoi gusti in fatto di donne!!
In quel caso non avevo alcuna speranza. Io ero mora, dal colorito olivastro e carina...
Forse a lui interessavano le ragazze con i seni prominenti. Anche in quel caso non avevo speranze...io ero
piatta come una tavola...
Forse gli piacevano le "oche giulive" e...alla fine conclusi che se Adriano aveva scelto una come quella
allora non c'era alcuna possibilità che io potessi destare il minimo interesse!!
Dovevo rassegnarmi!!
Poi un barlume di speranza giunse ad allietare il mio spirito inquieto...
Quel giorno, avevo appena finito di
ripetere la terza declinazione greca. Pater-oV. L’indomani avevo l’ultima interrogazione
dell’ultimo semestre e poi finalmente le vacanze estive. Dovevo ripassare tutto
il programma svolto durante il primo anno. Ero talmente spossata, che decisi di
andare in salone a vedere un po’ di televisione.
Erano le 16:30. Era già cominciato Bim Bum
Bam, il programma televisivo che ha accompagnato tutta la mia infanzia.
Anche Adriano era nel salone. Era seduto
sul divano con un libro di matematica appoggiato sulle gambe. Aveva gli occhi
fissi sul testo di matematica, in un atteggiamento di mera concentrazione. Lui
frequentava il terzo anno all’Istituto Tecnico Commerciale ‘Alessandro Volta’ e
anche lui aveva le ultime interrogazioni. Non poteva permettersi di essere
rimandato, ciò avrebbe significato niente vacanze!!!
“Ti dispiace se vedo Creamy?” chiesi
titubante
Alzò gli occhi al cielo.
“Non sei troppo grande per…Creamy”
“Posso vederlo?” replicai irritata
Negli ultimi tempi ero sempre acida e scostante nei suoi
confronti.
“Certo!!” rispose ritornando a leggere e ad
appuntare note su un quaderno dai quadretti stretti.
Accesi la tivù. Giusto in tempo…sullo
schermo blu, era appena comparso il titolo.
“Il primo bacio di Creamy”
Cavoli…che argomento azzeccato!!
I commenti sarcastici e canzonatori di
Adriano, seguiti da fastidiosissime sbuffate, accompagnarono i 20 minuti di
programmazione dell’animè.
“Ma come fai a vedere una sciocchezza del
genere. Extra terrestri con le sembianze di gatti ‘parlanti’, una bambina che
vede un’arca che non esiste e alla quale è concesso di trasformarsi in
un’adulta, per non parlare di un’accozzaglia di episodi senza un senso
apparente. Naturalmente dubito che esista un senso latente!!! E poi…è anche
pesante” esplose, mentre Cristina D’avena scandiva le note della sigla finale.
“Scusa, ma ti ho invitato a guardarlo?”
ribattei scocciata
“No!! Ma mentre sono qui…tutte quelle
storie per uno stupido bacio, proprio non le sopporto. Cosa sarebbe cambiato se
avesse baciato l’attore, invece di quel pidocchio!!”
Era detestabile quando pontificava sulle
mie scelte televisive. Lui vedeva una caterva di sciocchezze, ma io non mi
ergevo su un podio a criticare i suoi programmi preferiti.
“Perché Yu non amava l’attore, ma quel
pidocchio di Toshio!! Per lei era importante” sbottai
“Credi davvero che si possa baciare solo
chi ami?” mi chiese divertito
“Perché tu no?”
“Sei proprio una bambina” replicò con
un’alzata di spalle
Io…una bambina? Chissà se mi avrebbe
giudicata un’adulta se avesse saputo che avevo baciato Marco!!
“Cosa si prova a baciare?” chiesi brusca
Perché era uscita quella insulsa domanda
dalla mia bocca?
“Lo saprai quando sarai più grande”
Giudicai la risposta ancora più insulsa!!
“Quanto grande? Quanti anni? Trenta,
quaranta…credi siano sufficienti” sbottai.
Il mio cuore era ricolmo di rabbia e
frustrazione, accumulata negli ultimi mesi.
“Perché ti arrabbi?” domandò confuso
“Perché vorrei una risposta. E sono stanca
di essere trattata come una bambina!! Sono grande, ormai!!”
Sospirò.
“Quando bacerai qualcuno saprai cosa si
prova!! Non sono in grado di descriverlo. Io non sono bravo con le parole come
te” rispose sereno “Così va bene?”
“Se mi baciassi tu?”
Mi fissò atterrito.
Quel giorno stavo facendo collezione di
scempiaggini. Nel momento in cui pronunciai quelle parole avrei voluto
cancellarle dalla mente di Adriano.
Come potevo uscire da quella situazione
d’imbarazzo?
“Non preoccuparti” continuai, allungandomi
per spegnere il televisore “lo chiederò a qualcun altro. Forse a Marco. Lui ne
sarà contento!!”
In quel momento mi accorsi che non c’era
limite all’insulsaggine e che…ero impazzita!! Le notti insonni a pensare a
Grazia e Adriano avevano leso in maniera irreversibile i miei neuroni, che
dovevano essere in atrofia!! Questa era l’unica spiegazione vagamente sensata
che potevo addurre al mio manifesto delirio.
Adriano si levò dal divano, col volto serio e tirato.
Lo osservai stranita. I suoi gesti erano
talmente lenti che sembravano irreali.
Poggiò il libro sul basso tavolinetto di
vetro e si sedette a gambe incrociate davanti a me.
“Chiudi gli occhi” ordinò deciso
“Perché?”
“Vuoi ancora che ti baci?”
Annuii. Non riuscivo a coordinare bene
pensieri e parole.
Chiusi gli occhi.
Potevo percepire il suo calore. Sentivo il
suo alito che lambiva il mio volto.
Riaprii gli occhi
“Perché?”
“Perché…cosa?” domandò spazientito
“Perché si chiudono gli occhi quando si
bacia?” chiesi con il candore di un bambino
Sorrise.
“Credo, per amplificare le sensazioni”
Richiusi gli occhi
“Stai più rilassata e dischiudi la bocca”
Adriano aveva deciso di farmi morire di
crepacuore. Lo conoscevo troppo bene per non capire che stava esasperandomi di
proposito. Non riuscivo più a sentire il battito del cuore, l’unica percezione
che avevo ancora delle mie membra, era un fastidiosissimo nodo alla gola che
non mi lasciava respirare. Mi aspettava una lenta agonia e poi una morte
prematura per infarto o soffocamento o magari entrambi, tanto per rendere la
mia vita più avventurosa.
Feci quanto mi aveva detto!!
Mi accarezzò il viso e appoggiò le sue
labbra sulle mie. Di nuovo quella sensazione di solletico umidiccio. La sua
lingua che fino a quel momento aveva accarezzato le mie labbra entrò nella mia
bocca. Era una bellissima sensazione d’intimità.
Era piuttosto facile!!
Il cuore ricominciò a pulsare.
Mentre Adriano mi baciava, pensai che era
il mio primo vero bacio; e mi rtrovai a gioire di non aver dato il mio primo bacio a Marco!!
Si scostò.
“Com’è stato?” domandò
Il cuore mi batteva talmente forte che in quel momento temetti che mi volesse uscire dal petto.
Avrei voluto rispondergli
“E’ stato
fantastico…stupendo…meraviglioso…non pensavo che il mio cuore potesse
traboccare di tanta gioia” ma l’unica parola che riuscii a pronunciare in
quel momento fu un laconico
“Bello!!”
“Riproviamo?”
Scossi forte il capo in segno d’assenso
“Cerca di essere un po’ più collaborativa”
disse sorridendo
Ci baciammo fino a che il sole non era
calato ad occidente. Ormai non c’era più luce nella stanza. Ci staccammo solo
quando sentimmo il rumore di una chiave che girava nella serratura. Prima che
la porta si aprisse corsi in bagno, le labbra erano intorpidite e mi
pizzicavano. Specchiandomi mi accorsi che avevo la bocca viola.
Ma ero contenta come una pasqua…era fatta!!
Almeno così pensavo!!
**
Il giorno dopo, infatti, con mia gran
meraviglia, fui totalmente ignorata, dallo stesso ragazzo cui ero attaccata per
le labbra il pomeriggio precedente!!! Anzi fu ignorato il fatto che ci fossimo
baciati!! Tutto come prima!! La qualcosa mi irritò notevolmente!! Naturalmente,
orgogliosa com’ero, decisi di non chiedere spiegazioni, che pur mi erano
dovute. Feci come se niente fosse.
Trascorsero così alcuni giorni. Finché, il
sabato successivo, aprendo la porta di casa mia, mi ritrovai di fronte
quella…Grazia!!
“Loredana, mi ha detto che Adriano è qui!!”
affermò irritata
Lei era irritata, e cosa avrei dovuto dire
io…
“Si” risposi concisa
Rimanemmo sulla porta a scrutarci
sospettose.
“Me lo chiami?” chiese, anche se sembrava
più un ordine.
Senza rispondere, voltai le spalle
Adriano era in cucina con mio fratello
Salvo, gli stava insegnando a giocare a scacchi. Mia madre e zia Amalia stavano
aiutando la nonna a riporre la pasta nella dispensa
“C’è una certa Grazia che ti cerca!!” dissi
sedendomi al suo fianco
“Grazia?” chiese allarmata zia Amalia
“E’ la sorella di Marco” si affrettò a
chiarire Adriano “sarà venuta per…” tentennò, il suo viso era ormai rosso
vermiglio “…riferirmi qualcosa di Marco!!”
“E perché non viene Marco?”
“Ieri non si sentiva bene, forse ha deciso
di non uscire stasera!!” replicai con noncuranza, cercando di toglierlo
dall’imbarazzo.
Zia Amalia non sembrò molto convinta della
mia delucidazione e poi…Adriano era talmente allarmato e rosso in volto, che
lasciava ben pochi dubbi sulla natura della sua amicizia con Grazia. Per la sua
scempiaggine, mi ero anche risolta ad aiutarlo, con mio grande disappunto.
Adriano uscì. Vedendo che non rientrava,
zia Amalia mi chiese di andare a chiamarlo.
“Perché io? Manda Salvo oppure vacci tu!!”
ribattei
Ma, come al solito, zia Amalia non volle
sentire ragioni.
Ora Adriano avrebbe sicuramente pensato che
ero gelosa!! Camminavo talmente lenta che a velocità normale avrei percorso il
corridoio di casa mia almeno tre volte, andata e ritorno.
Aprii la porta e li vidi….si baciavano.
Sentii una pugnalata trafiggermi il petto.
Si baciavano davanti casa mia!!! E se li avessi visti!!. Ma
forse per loro la cosa non era rilevante.
Ero furente, sentii il sangue affluirmi
alla testa.
“Scusate se vi interrompo” cercai di
assumere un’aria indifferente e distaccata e…cordiale, ma non riuscii credibile
“tua madre ti cerca”
Vidi lo sguardo di Grazia rimbalzare come
una pallina di ping-pong da me a lui.
“Davvero?” rispose sarcastica,
avvinghiandosi al suo braccio sinistro
“Certo!!” replicai acida
Lui si scostò.
L’atteggiamento di Adriano aveva inasprito
Grazia, la quale con aria di sfida mi disse
“Lo sai che stiamo insieme, vero?”
Quella vocina arrogante e lo stesso sguardo
tagliente di Marco…che ragazza detestabile!!
“Certo che lo so!!”
“Sai; è bene che certe volte non ci siano
dubbi e che non si faccia confusione!”
Esplicitò quel pensiero con fare talmente
lento e mellifluo…che mi stizzirono.
“Sono d’accordo con te” replicai
provocatoria “Perché non entri e non ti presenti a sua madre? Così per mettere
in chiaro le cose!!” fissai Adriano, che con aria inquietata sembrava
rimproverarmi per il mio atteggiamento.
Entrambi sapevamo che se Grazia si fosse
presentata al cospetto di zia Amalia, ne sarebbe uscita in lacrime. Ed io ci
speravo davvero!!
Grazia entrò. Adriano mi trattenne per un
braccio e me lo strinse con forza
“Cosa stai cercando di fare?” “sibilò
“Mi fai male!!” sbottai cercando di
divincolarmi dalla stretta
“Cosa stai cercando di fare?” ripeté
spazientito
“Prima mi baci e poi mi chiedi cosa voglio
fare?”
Mollò la presa
“Invece di discutere con me, perché non le
stai accanto!! Sai non vorrei che tua madre la strapazzasse troppo”
Mi ritirai in camera mia, non mi andava di
vedere Grazia sconfitta!! Ero stata cattiva, ma lei mi aveva fatto arrabbiare!!
STUPIDA.
Mia sorella Emma, era sul letto a leggere
“Cime Tempestose” di Emily Bronte. La sua professoressa di lettere le aveva
assegnato un riassunto e un commento dell’opera.
“Mi aiuti?” domandò supplichevole
“Hai almeno finito di leggerlo?” le chiesi
buttandomi mollemente sul letto
Mi mostrò il libro che era ancora a metà
“Entro quando devi portare la relazione?”
“Tra due settimane!!! Ti prego; finiscilo
tu?” implorò
“Non esiste proprio” replicai sdegnosa
“finisci di leggerlo e poi ti do una mano per la relazione!!”
“E’ un libro troppo noioso per finirlo!! Se lo leggi potrai chiedermi quello che
vuoi per una settimana” soggiunse disperata
“…”
“Due settimane”
“…”
“Ok; un mese. Non di più”
Agguantai il libro.
“Farai i piatti al mio posto per un mese”
“Cosa?” sgranò gli occhi
“Partendo da oggi!!” aggiunsi sorridendo
Mi strappò il libro dalle mani e sbottò
risentita
“Sei una sanguisuga!!”
“Sono d’accordo con te” assentì una voce
ben nota; Adriano ritto sulla porta, mi squadrava con aria ostile.
“Se n’è già andata?” chiesi tranquilla
“Chi?” domandò Emma curiosa
“Grazia” replicai incurante “la nuova
ragazza di Adriano!!”
“Hai la ragazza?” domandò scettica mia
sorella
“Quindi ora è ufficiale?” m’informai
“Credo che si debba parlare, noi due!!”
“Mi dispiace, ma ora non ho tempo”
“A no, e cosa dovresti fare? Se è lecito
sapere”
“Non sono fatti tuoi!!”
“Emma, ci lasci soli”
Mia sorella lo fissò con aria indagatrice.
“Vorrei ucciderla senza testimoni!!”
sentenziò scrutandomi
“Ma litigate sempre?!?!” sbuffò “io dovrei
studiare, perché non andate via voi?”
“OK” replicò Adriano, poi rivolgendosi a me
“andiamo” ordinò
“No” sbottai seccata
Adriano era di carattere tranquillo, molto
simile a suo padre; ma quando era arrabbiato, non ammetteva un “no” come risposta…in
quei momenti mi ricordava sua madre. Mi prese di peso dal letto; tenendomi
sotto braccio, manco fossi un sacco di patate. Aprì la porta e mi trascinò
fuori al balcone
“Che problema hai?” chiese mollandomi sul
lastricato
Mi rialzai
“Il mio problema sei tu!!”
“Il bacio, vero?” bisbigliò
“Menomale. Allora è successo. Pensavo di
essermelo sognato!!” dissi canzonatoria
“Chi altri lo sa?”
“Tua sorella” risposi confusa
Appoggiò una mano sulla fronte
“Solo lei?” incalzò inquieto
Annuii.
“Perché?”
“Io ho quasi diciassette anni e tu ad
ottobre ne farai quindici”
“E…allora?”
“Siamo troppo giovani!! Capisci?”
“Veramente…No!! E poi se non sbaglio Grazia dovrebbe avere pressappoco la mia età” replicai acida
"Grazia non c'entra niente!!" ribatté accigliato
"Ti piace? Ne sei innamorato?" domandai con la voce rotta dall'angoscia
Ero terrorizzata dalla risposta che avrei ricevuto, ma saperlo era troppo importante.
Infondo qualsiasi responso, avrebbe donato pace al mio cuore tormentato.
“Lei è molto carina" cominciò con voce dolce
Carina?
"Ed è dolce"
Dolce?
Cominciai a pensare che fosse pazzo...pazzo di Grazia!!
"Tu sei..."
"Lo so" lo interruppi amaramente "io sono un maschiaccio, sono bassa, sono brutta e lei è
centomila volte
meglio di me"
"Se fossi sicuro che nessuno ci vedesse ti abbraccerei"
"Non voglio la tua pietà"
"Quale pietà" replicò aggrottando le sopracciglia "E' vero sei un maschiaccio e effettivamente
sei bassa, ma sei bella, sei un milione di volte meglio di Grazia. E mi piaci un sacco.
Da quando ti ho baciato, non faccio che pensare a te e...a noi, ma quella storia delle
nostre mamme!! Metti caso che non funzioni? Per lasciarci dovremmo fare una
domanda in carta bollata. Per non parlare del fatto che siamo più che amici,
siamo cresciuti insieme, praticamente come due fratelli. Se ci lasciassimo
male, butteremmo alle ortiche quindici anni di affetto!!”
Non ci avevo mai pensato. In realtà non
avevo mai pensato che potesse andare male, ma Adriano aveva ragione. Se ci
fossimo lasciati sarebbe stata una tragedia, ma a me non andava di rinunciare
per questo!!
“E se funzionasse?!”
“Fidanzato in casa a manco diciassette
anni!!” replicò angustiato, dubitavo del fatto che mi ascoltasse
“Perché dovremmo fidanzarci in casa?”
“Perché quelle due e tuo padre, non stanno
nei panni per un nostro probabile fidanzamento. Credi si lasceranno sfuggire
l’occasione di ufficializzare la storia!! No…ci sono più probabilità che mia
madre si faccia fare in mille piccoli pezzi e si lasci buttare nel cesso!!”
“Già!!” acconsentii
“Guarda che non mi sei di nessun aiuto”
“Se non glielo dicessimo?” dissi
candidamente
"E se lo scoprissero?"
"Non lo scopriranno!!" replicai sicura
***
L’idea fu accolta con una punta di
scetticismo da parte di Adriano, ma era talmente tanta la voglia di stare
insieme che quella ci sembrò l’unica possibile soluzione.
Seppur giovani, nascondere la nostra
relazione, agli occhi indiscreti dei nostri parenti, fu relativamente semplice.
Tutti erano abituati a vederci sempre insieme fin da bambini; continuavamo a
fare le stesse cose, quindi fu agevole gestire quella nuova condizione, tutte
le altre novità, vennero vissute da entrambi con semplicità e naturalezza. Ero
felice!!! Ero felice, come non pensavo si potesse essere. Stavamo vivendo il
nostro primo amore con la purezza di un bambino, non complicato dai problemi
degli adulti; un amore vissuto senza l’apprensione del domani.
Gli unici a conoscere la nuova natura del
nostro affetto, furono i nostri amici.
Tonino e Alessandro accolsero la notizia
con estremo entusiasmo, sembravano davvero non aspettare altro. Umberto e Vanni
si mostrarono, invece, un po’ più riflessivi e pensosi di questa nostra scelta.
Gli unici che esternarono il loro disappunto furono Nicola e Marco. Appresa la
notizia, il mio compagno d’esilio, se n’era andato sbattendo la porta.
Immaginavo cosa passasse nella mente di Marco; Adriano aveva dato il ben servito a sua sorella per me,
ma l’atteggiamento di Nicola mi
lasciò perplessa e mi ferì. Col trascorrere dei giorni entrambi si abituarono
all’idea, anche perché non avevano altra scelta, ma Nicola era scostante e
distaccato nei miei confronti e acido e ostile verso Adriano. Era un bambino, a
quell’epoca aveva appena undici anni, e credo, anche se non abbiamo mai
affrontato l’argomento, che il suo comportamento fosse dettato dalla paura di
essere ulteriormente isolato; ma in seguito quella sua paura dovette scemare,
visto che ritornò il bambino allegro e affettuoso di un tempo. Io e Adriano
avevamo sicuramente moltissimi difetti, ma nonostante la forte attrazione e
l’amore che ci legava, non eravamo particolarmente appiccicosi. Tutti, dopo un
po’ si resero conto, che non era cambiato nulla!! Io continuavo a rimanere in
cucina insieme a Nicola.
Poi arrivò l'estate...
Eravamo tutti stati promossi a pieni voti e
tutti avevamo meritato due mesi di vacanza. Solitamente trascorrevamo le
vacanze estive ad Ostia, a Scauri o a Sperlonga; luoghi facilmente
raggiungibili. Gli uomini, infatti, continuavano a lavorare, nei mesi di Luglio
e Agosto, ricongiungendosi alle famiglie solo nei fine settimana, per cui per
comodità venivano scelte zone marittime relativamente vicine.
Le nostre
numerosissime famiglie si riunivano in estate; si può dire che colonizzavamo quei luoghi.
Per comodità e anche per abitudine i nostri genitori erano soliti prendere in fitto, un unico
grosso appartamento di quattro o cinque stanze e cucina, in cui potevano
abitare almeno tre famiglie.
Quell’anno mio padre aveva optato per una
villetta a Scauri su due livelli; che avrebbe ospitato la mia famiglia,
consistente di otto persone; la famiglia di mia zia Elena, la sorella di mia
madre, costituita da quattro membri; mia nonna, i sei membri della famiglia di
Adriano, aumentata frattanto della nascita di Ilaria, la figlia di Maria.
Eravamo una marea di persone, ma infondo non si andava a mare certo per chiudersi in casa; quindi erano
sufficienti solo cinque stanze, per ospitare tutti. Tre camere da
letto per gli adulti e due vere e proprie camerate, una femminile e una
maschile, per noi ragazzi. Ai locatori chiedevamo sempre letti in eccesso;
quelli non bastavano mai!!
Tutti noi aspettavamo l’estate con ansia.
Ricordo con estrema nostalgia quello stralcio della mia vita. Sono ancora
impresse nella mia memoria ombre di ricordi lontani: il mare, le uscite
notturne, che non c’erano mai concesse in città, i cinema all’aperto, le recite
di fine estate che organizzava mia madre per tenerci impegnati; sempre tutti
insieme, i miei fratelli, i miei cugini e tanti nuovi compagni di giochi con
cui fare amicizia. Anche quell’anno sarebbe stato così…tutto come sempre, solo
che io e Adriano eravamo innamorati!!
Quell’estate ci sembrò lunga e infinita.
Non vedevamo l’ora di tornare a casa!! Nascondere ciò che provavamo era stato
difficile. Riuscimmo a rubare solo pochi stralci di tempo per stare insieme.
A volte ci allontanavamo per fare lunghe passeggiate sul bagnasciuga e mentre l'acqua salmastra lambiva
i nostri piedi, noi chiacchieravamo tenendoci per mano. Le persone a volte si voltavano,
fissandoci con stupore, piacere e malinconia. Forse nel vederci così felici,
rammentavano antichi amori perduti o sbiaditi dal tempo e dalle consuetudini domestiche.
Eravamo giovani e innamorati.
Troppo giovani e troppo innamorati...
Quella sera di metà agosto non riuscivo a dormire; mi
rivoltai nel letto per un po’. Faceva troppo caldo!! Ero sudata e appiccicosa.
Ero talmente irritata per tutto quel calore, che
anche il frinire delle cicale proveniente dalle campagne circostanti mi infastidiva.
Alla fine, decisi di alzarmi, restare supina, mi
faceva venir mal di testa e voglia di fare pipì…e poi avevo fame.
Andai in cucina, cercando di non fare
rumore; la maggior parte degli abitanti della casa aveva dai sette anni ai tre
mesi. Se avessi fatto troppo rumore, si sarebbero svegliati anche i nostri
parenti tedeschi che vivevano a Colonia. Accesi la luce; alzai la testa
fissando lo sguardo sull’orologio che era di fronte a me. Erano le tre.
Estrassi una padella dalla dispensa; avevo voglia di una frittata di cipolle.
Ora non mi verrebbe nemmeno in mente una frittata di cipolle alla tre del
mattino, ma allora mi sembrò una buona idea.
Presi una cipolla, dalla busta appesa fuori
al balcone, e due uova dal frigo. Misi un po’ d’olio d’oliva nella padella; e
accesi il gas, per far riscaldare l’olio. Tagliai, con un grosso coltello, la
cipolla in due parti. Una parte l’avvolsi nel cellofan e la conservai nel frigo,
l’altra parte la affettai in striscioline sottili. Quando l’olio fu ben caldo
aggiunsi le cipolle, per farle appassire; rimestavo in continuazione per non
lasciarle bruciare. Quando furono pronte, spensi il gas, le sgocciolai
dall’olio con la schiumarola. Lo stesso olio l’avrei riutilizzato per cuocere
la frittata. Presi un piatto e ruppi le due uova, aggiunsi un pizzico di sale,
un po’ di formaggio e cominciai a sbattere le uova.
In quel momento entrò Adriano. Mi fissava
incuriosito, ritto sulla porta
“Che cavolo stai facendo?” chiese,
sfregandosi gli occhi cisposi
“Sto sbattendo le uova?”
“Scema…” replicò sedendosi su una sedia di
fronte a me
“Sto preparando una frittata di cipolle”
affermai, aggiungendo le cipolle al composto d’uova
“Una frittata di cipolle?” domandò
perplesso
“Ho fame!!” sbottai
“E…una frittata di cipolle alle…” volse lo
sguardo verso l’orologio “…tre e un’quarto del mattino, ti sembra una buona idea?” concluse divertito
“Ho fame” replicai con un filo di voce
Accesi il gas e cominciai a cuocere la
frittata
“Come mai sei sveglio?” chiesi voltandogli
le spalle
“Mi ha svegliato l’odore di cipolla”
Mi voltai fissandolo con gli occhi sgranati
“Davvero?”
Mia madre non apprezzava molto che
cucinassi e mangiassi di notte. Mi sarei presa una ramanzina alle tre del
mattino; davvero un bel modo per cominciare la giornata!!
“Stavo scherzando…non riuscivo a dormire”
Voltai nuovamente le spalle
“Nemmeno io avevo sonno!!” risposi,
voltando la frittata con la schiumarola
“Non vedo l’ora di tornare a casa?”
“Anch’io!!” replicai depressa
Mentre controllavo se la frittata era
cotta, sentii le braccia di Adriano cingermi la vita e avvicinare i nostri
corpi.
Il mio cuore batteva all’impazzata. Mi era
mancato talmente tanto!!
“Posso mettere prima la frittata in un
piatto? Ci ho messo talmente tanto; vorrei mangiarla e non buttarla nella
spazzatura!!”
Mi schioccò un bacio sul collo e si
appoggiò al tavolo.
Spensi il gas; rivoltai la frittata su un
piatto con un tovagliolo di carta e poggiai il piatto sul lavabo.
Mi girai e quasi di corsa mi gettai tra le
sue braccia
“Mi sei mancato talmente tanto” esternai
col cuore in gola
Mi sollevò la testa e mi baciò. Per stare
più comodi, senza smettere di baciarci, mi sollevò di peso, mettendomi a sedere
sul tavolo. Adriano era più alto di me, di quasi venti centimetri, questa era
un’operazione necessaria, se non voleva diventare gobbo e se io non volevo
svegliarmi con un torcicollo. Avevo, sempre per comodità, le gambe aperte e,
poiché ci stavamo baciando, Adriano si strusciava addosso. Non so come, ma mi
ritrovai, senza accorgermene, con la schiena sul tavolo di legno e le mani
tenute in alto, sopra la mia testa, trattenute dalle grandi mani di Adriano.
Per tutto il tempo le mie labbra rimasero serrate a quelle di lui.
Ho cercato per anni di vedere qualcosa di
scabroso in quella scena, senza mai scorgerlo. Eppure, quella sera di vent’anni
fa, mi fecero sentire sporca. Erano quasi due mesi che ci scambiavamo solo baci
frugali e fuggevoli. Era naturale tutto quell’impeto per due giovani anime che
si cercavano come le nostre. Forse sarebbe stato naturale per tutti, ma non per
zia Amalia che rimase sconvolta osservando la scena.
“Che cosa state facendo?” sibilò
Mio Dio!!
Ci staccammo l’uno dall’altra, come percorsi dall’alta
tensione. Scesi dal tavolo
“Possiamo spiegare…” azzardai
“Lo credo bene!!” sbottò lei sgranando gli
occhi
Silenzio
Lasciò la cucina. Sapevo cosa stava per
fare!! Avrebbe sicuramente svegliato mia madre, mio padre e zio Vincenzo;
avrebbe raccontato ciò che aveva visto e poi mi avrebbero chiuso a vita in una
stanza.
Mi voltai, cercando lo sguardo rassicurante di Adriano, ma era scomparso!! Entrai nel panico!!
Quando ritornò ricominciai a respirare.
Mio Dio!!
“Non lasciamoci convincere!!” dissi
voltandomi verso Adriano
“OK!!” acconsentì lui, ancora atterrito
“Non stavamo facendo niente di male!!”
aggiunsi arrabbiata “Ci stavamo solo baciando. Infondo, stiamo realizzando il
loro sogno, dovrebbero ringraziarci in ginocchio”
“Vuoi che ti dica cosa ha visto mia madre?”
sbottò, fissandomi con gli occhi sgranati “Ha visto me e te, mezzi nudi, che ci
strusciavamo su un tavolo, incollati per le labbra alle tre del mattino”
“A parte che non eravamo mezzi nudi!!”
puntualizzai irritata
“Canottiere e pantaloncini…non siamo
nemmeno molto vestiti!!”
“Già...io solitamente ad Agosto dormo con
lo scafandro da palombaro!!"
“Non scherzare!! Non ti rendi conto della
gravità della cosa? Tuo padre mi ucciderà!!”
“Secondo me stai esagerando” replicai
perplessa “Sono stati giovani anche loro!! Vedrai che capiranno” commentai poco
convinta
“Se sono stati giovani…lo hanno dimenticato
sicuramente!!!” argomentò isterico “Ti vorrei ricordare che tuo padre
non tiene in casa animali di sesso diverso per non farvi assistere ad
accoppiamenti immorali; che tua madre non ti ha nemmeno spiegato che le
donne hanno le mestruazioni, perché si vergognava. Per non parlare di mia
madre che, parlando di sesso, disse a te e a Loredana di farsi toccare
dalla testa alla pancia, ma mai dalla pancia in giù, se non volevate portare
guai a casa…come Maria!! Ti è più chiara, ora, la situazione?” concluse secco
Chiara come la luce del sole!! E fu ancor
più chiara, quando in cucina entrò la santa inquisizione!!
Si sedettero di fronte a noi; come fossero,
giudice e giuria. Non sapevo cosa, zia Amalia, avesse raccontato loro. Rimasi
silenziosa in attesa di comprendere la mossa più giusta da operare!!
“Da quanto tempo va avanti questa storia?”
chiese mio padre aspro
Quella domanda mi lasciò interdetta; non
per il quesito in se, ma per l’asperità con la quale era stata pronunciata.
Mio padre era un uomo severo, ma giusto.
Non si era mai rivolto a nessuno dei suoi figli con tono autoritario; non aveva
mai fatto valere la sua autorità paterna. Conoscevo mio padre, come nella vita
si possono conoscere poche persone!! Sapevo che, tutta quell’avversità, era
dettata dalla delusione di avergli tenuto nascosto qualcosa. Non l’avevo mai
fatto!! In vita mia non avevo mai fatto neppure un filone a scuola, perché se
non mi andava di andare a scuola potevo anche non andarci. A scuola ci andavo
perché mi piaceva!! Era questa l’unica regola che seguiva mio padre…lavorare o
studiare per guadagnarsi la minestra!!! Non avevo mai deluso mio padre…e non
pensavo che ingannarlo avrebbe arrecato sofferenza anche alla mia anima.
“Da fine maggio” rispose mesto Adriano,
rompendo il silenzio
“Perché…” cominciò mio padre
“Perché siamo due ragazzini” lo interruppi,
rossa in volto “e non siamo pronti per una storia da adulti. Un fidanzamento in
casa alla nostra età”
“Nessuno di noi vi ha chiesto di fidanzarvi
in casa” disse divertito zio Vincenzo
Zio Vincenzo era l’unica persona
ragionevole, era lì solo per tutelare la pace coniugale!!!
“Davvero?” replicai secca
“Si, davvero. E ti prego di non essere
impertinente!!” aggiunse la madre di Adriano
“Oh, che strano avevo pensato che fossimo
qui per ufficializzare la storia” replicai ironica
Silenzio.
“E voi…cosa avreste intenzione di fare?”
domandò mio padre, il quale era rimasto in silenzio fino a quel momento
Non sapevo cosa rispondere.
“Ora lo sappiamo. Non puoi cambiare le
cose” aggiunse “Se volete continuare a stare insieme…la cosa ora è ufficiale!!”
Aveva ragione, ma piuttosto avrei
rinunciato ad Adriano. E poi quando le acque si fossero calmate avremmo potuto…
“Ok!! Per noi va bene!!” la voce di Adriano
interruppe bruscamente il filo dei miei pensieri
Mi alzai. Lo strusciare stridente della
sedia fendette il silenzio.
“Cosa?” strascicai fissandolo
“Io voglio stare con te”
“Ma come? Se non funzionasse? Per lasciarci
dovremmo fare una domanda in carta bollata. HAI CAMBIATO IDEA?” la mia voce era
salita di tonalità senza che me ne fossi accorta
“Non urlare, Marika” disse supplichevole mia
madre “cerca di calmarti; sveglierai i bambini”
CALMARMI!! Era impossibile. Ero troppo
arrabbiata. Adriano, mi aveva lasciata da sola, a combattere contro la santa
inquisizione al completo. Ed ora con quella sua uscita…sembrava che fossi stata
io a convincere lui a nasconderci. Il mio respiro si fece pesante...dovevo riflettere
Lo fissai indignata.
“Non cambierà nulla” insistette Adriano
“…”
“Funzionerà”
“…”
“Io ti amo”
Era la prima volta che lo diceva…sapevo che
non sarebbe più stato lo stesso.
Ma…
“Anch’io ti amo”
Mi persi nel suo caldo abbraccio, proprio
com’era accaduto, oltre cinque anni prima, dopo la morte di Pallino;
quell’abbraccio che riusciva a dissimulare ogni mia paura.