Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Strummer_inLove    23/05/2011    1 recensioni
Olga è una quindicenne che ama lo skateboard e la musica. Un giorno nella città in cui vive accade un fatto inspiegabile: Laure, una misteriosa bionda di cui nessuno dei ragazzi del liceo sospettava l'esistenza, muore nel sonno. Il giorno dopo il vento porta tra le mani di Olga una pagina di diario: è di Laure. E lo spettro assetato di sangue che l'ha uccisa inizia a tormentare la ragazzina che, grazie all'aiuto del "suo" Paul, riuscirà a svelare il mistero del fantasma delle rose bianche.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Appena uscita dalla biblioteca, Olga non ebbe dubbi sul da farsi. Mandò un messaggio a Paul, dicendogli che doveva parlargli, e gli diede appuntamento al parco del cimitero. Quasi correndo, raggiunse la statua di Che Guevara, e lì attese. Aveva così paura di non vederlo arrivare! Una mano le accarezzò un gomito, scese lungo l'avambraccio e le strinse le dita sottili. Olga si girò di scattò e guardò il ragazzo negli occhi: «Mi dispiace di essere scappata, ma...» disse, abbassando il viso. Paul si chinò e la baciò piano sulle labbra. La ragazza sorrise, ma in quel momento non riuscì a trattenersi dal singhiozzare. «Cerca di capire, temevo di rovinare la nostra amicizia, insomma, di coinvolgerti in storie pericolose... Non so cosa avrei fatto se ti fosse accaduto qualcosa...» «Non me ne frega niente di quello che accadrà, okay?» le rispose Paul, accarezzandole i capelli «Tu mi piaci un sacco e basta!» Olga gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò ancora, e ancora e ancora. Il mondo intorno a loro si fece sempre più insignificante, e gli occhi dei passanti imbarazzati e invidiosi infagottati al freddo non infastidirono i due innamorati. Erano ancora protetti dal torpore di quell'abbraccio, quando Olga avvertì una ventata d'aria gelida sul viso. Si staccò da Paul e rimase ferma tra le sue braccia, a osservare gli alberi da sopra la sua spalla destra: qualcuno li stava guardando, se lo sentiva. Paul si accorse del suo turbamento e la posò a terra. «Cosa c'è?» chiese preoccupato. Ma non fece in tempo a dire altro che una figura evanescente, statuaria ed imponente uscì piano dal fitto degli alberi, puntando un dito affusolato e minaccioso verso di lui. Olga non poté fare nulla, e lo vide accasciarsi al suolo, senza emettere il minimo suono. Anche lei rimase silenziosa, scossa da un tremore incontrollabile. Il fantasma era ora a pochi metri dalla ragazzina, e la scrutava dalla testa ai piedi, vagamente stupita e con un sorriso canzonatorio dipinto in volto. Olga non riusciva a staccare gli occhi da Paul, riverso in maniera scomposta sull'erba: «Non temere,» disse per prima la presenza «ma ho dovuto prendere le mie precauzioni: non deve sapere del nostro colloquio». «Avrei voluto tenerlo all'oscuro di tutta, ma lui a voluto stare con me a tutti i costi...» «Non credere di potermi distrarre con le tue chiacchiere inutili, ragazzina» la interruppe bruscamente lo spettro, gettando un'occhiata a Paul «So benissimo in che rapporti siete, voi due. Anzi, scoprirai che so molte cose su di te. Sono soltanto venuta a avvisarti che presto porrò fine alla tua miserabile vita: ora non posso torcerti un capello, purtroppo». Olga guardò il dente di iena, tanto per essere certa di averlo intorno al collo. «Quella vecchia strega non avrebbe dovuto impicciarsi, ma d'altronde è da quando è spirata che non si fa gli affari suoi...» Olga approfittò del silenzio del fantasma per osservarlo meglio: era una donna giovane, dal viso allungato e dai lineamenti semplici, che in vita doveva avere avuto una bella carnagione ambrata, come certe dive dell'est. Indossava un abito di velluto verde muschi, e dall'orlo inferiore spuntavano due calzari di cuoio appuntiti. Al braccio sinistro teneva legato un pugnale di bronzo, che pareva etereo quanto la sua padrona. I suoi occhi erano una palude illuminata da un generoso sole. Inquietavano la sua altezza e le sue membra spigolose e scarne. Le parole fredde e decise della ragazzina ruppero una lunga pausa: «Non ti servirà a niente uccidermi: non ho armi per nuocerti, né qualcosa da strapparmi per poi buttarmi in un angolo come una scatola vuota. Non mi farai quello che hai fatto a Laure, te lo assicuro». «Siete tutti così stupidi, voi essere umani: tirate fuori il coraggio all'avvicinarsi della fine» replicò in una risata di scherno lo spirito «Ma ora, se vuoi scusarmi, vado ad preparare la tua morte». «Non mi avrai mai, Clotichilda!» ora Olga si sentiva meno impotente, accucciata accanto al corpo grosso del suo amore, pronunciando quella sfida alla donna, che già le dava le spalle per andarsene. A sentir proferire il suo nome di persona libera, il fantasma fu percorso da un fremito, che colpì Olga sotto forma di un lieve formicolio alle labbra, la fonte di quella rivelazione. Probabilmente Clotichilda si sentì in dovere di fermarsi, di ascoltare quello che aveva ancora da dirle quella ragazzina tanto temeraria da dire il vero nome di uno spirito demoniaco, quale era lei. Così si voltò verso Olga, che ora le si mostrava nella sua forma più vera, debole alle lacrime, che accarezzava il volto pallido di Paul. Lo spirito però era immune alle emozioni umane, e le commozione poteva solo darle fastidio. Gelida, attese con impercettibile impazienza che la piccola le dicesse qualcosa, se qualcosa le era rimasto da dire. Sembrava che Olga non si fosse accorta che la donna era rimasta lì, ma a un certo punto parlò, e i dubbi le scorsero fuori senza che prendesse fiato una sola volta: «Giurami che sarò l'ultima. Promettimi solo questo, e da domani sarò alla tua mercé. Giurami che dopo di me la farai finita e te ne andrai in pace». A seguire, il tempo quasi si fermò per la mancanza di suoni e fatti. Un primo fiocco di neve fluttuò, niente più. «Se avessi potuto riposare nel giardino della morte avrei già preso sonno, non credi?» la presenza svanì all'istante, come avesse paura di udire la risposta della bambina a quella domanda retorica; comunque Olga non avrebbe detto nulla. D'un tratto Paul prese un lungo respiro, così come fa un naufrago gettato dalla tempesta su una spiaggia. Olga si lasciò sfiorare dai suoi baci, percorsi dall'inquietudine della consapevolezza. Entrambi avevano capito che li attendeva un cammino difficile, ma l'amore li trascinava con sé, cercando di alleviare un poco il peso delle loro certezze. Una pioggia di coriandoli bagnati sfiorò i due mentre tornavano a casa, dimentichi di odiare la neve.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Strummer_inLove