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Autore: Leemoon MewSisters    20/02/2006    12 recensioni
Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un piccolo problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu) Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di rapirla! E ci riuscirà… FANFIC SPERIMENTALE... spero vi piaccia! Buona lettura!
-By MewLeemoon-
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Game of Us'
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13.Capitolo 6 - Solo Ricorsi - By Ichigo

SALVE GENTE!!!!!
Prima di tutto, voglio ufficialmente annunciarvi che il sito web su TMM di MewLeemoon e Neko Ichy-Chan è On-Line! (Anche se in fase di costruzione!) Nella nostra pagina personale trovate il link!

Ora passiamo ai ringraziamenti:

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Vi lascio al CAPITOLO ed al mitico POSTO SPECIALE (ma io non ho mai detto fosse *speciale*... Oo?)
Cmq un paio di giorni fa ho ritrovato le foto! (del posto speciale, intendo...)
Ok... lasciamo perdere...
Però...

BASTA!!!! (NdNichy-chan)

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Intro al Capitolo: Scusate per il capitolo lunghissimo e logorroico, ma se siete stati 52 puntate e/o 7 volumetti del manga a domandarvi come fa Ichigo ad essere così cretina, mi capirete…
 
Avviso a tutte coloro che hanno un MINIMO di simpatia per Aoyama-Kun: NON LEGGETE!
Quelle che ho scritto sono mie considerazioni personali su di lui (fin troppo buone, per i miei gusti!) e non voglio essere inveita nelle recensioni per questo.
Ovviamente, restano ben accette tutte le critiche costruttive! GRAZIE!

*** 6. Solo Ricordi ***
~ * ~
By Ichigo

(When this began)
I had nothing to say
And I get lost in the nothingness inside of me
(I was confused)
But all the vacancy the words revealed
Is the only real thing that I’ve got left to feel
(Nothing to lose)
Just stuck, hollow and alone
And the fault is my own, and the fault is my own
 
I wanna heal,
I wanna feel what I thought was never real
I wanna let go of the pain I’ve felt so long
(Erase all the pain till it’s gone)
 
I will never know myself until I do this on my own
And I will never feel anything else,
until my wounds are healed
I will never be anything till I break away from me
I will break away,
I'll find myself today
 
I wanna heal,
I wanna feel like I’m close to something real
I wanna find something I’ve wanted all along…

(Quando questo è iniziato)
Non avevo nulla da dire
E mi sono persa nel nulla dentro di me
(Ero confusa)
Ma tutto il vuoto che le parole rivelavano
Sono la sola cosa reale che mi rimane da sentire
(Niente da perdere)
Solo bloccata, vuota e sola
E la colpa è mia, e la colpa è mia
 
Io voglio guarire
Voglio sentire quello che non avevo mai creduto potesse essere reale
Voglio lasciare andare la sofferenza che ho sentito così a lungo
(Cancella tutta la sofferenza finchè non se n’è andata)
 
Non conoscerò mai me stessa, finchè non faccio questa cosa da sola
E non sentirò nient’altro,
Finchè le mie ferite non saranno guarite
Io non sarò niente finchè non mi libererò di me
Io mi libererò
Troverò me stessa, oggi.
 
Io voglio guarire
Voglio sentire che sono vicina a qualcosa di reale
Voglio trovare quel qualcosa che ho desiderato finora…

(Somewhere I Belong – Linkin Park)

 
 
I suoi piedi toccarono delicatamente il suolo, scomparendo tra l’erba verde e folta.
 
Erano in una radura.
 
Ichigo si guardò attorno esitante, schermandosi gli occhi con un braccio. Il Sole era alto nel cielo e faceva parecchio caldo.
La piccola radura dove si trovavano era stretta tra alcune colline boscose e davanti a lei un fiumiciattolo argenteo si allargava in un piccolo laghetto.
 
“Dove siamo?”
 
“Non siamo in Giappone.” Rispose Kisshu spostandosi al suo fianco “Ma siamo sulla Terra!”
 
Sono a casa? A casa?
Iniziò a tremare di gioia.
“Oh Kisshu! Grazie! Grazie!” farfugliò, con le lacrime agli occhi.
 
“Non farti strane idee… è solo per oggi…” rispose lui freddo. “E non provare a scappare: quest’isola è completamente disabitata!”
 
Il sorrise le morì sulle labbra. Abbassò la testa, afflitta.
Doveva immaginarselo… sapeva che lui non avrebbe ceduto così facilmente.
 
Ma ora la vista del Sole e il calore dei suoi raggi sulla pelle la facevano stare così bene, dopo tutto quel tempo di prigionia in quel buco buio!
 
Fece alcuni passi tra l’erba, affondando leggermente nel terreno morbido.
 
“Vieni…” disse Kisshu prendendola per un polso.
 
La trascinò verso il fiumiciattolo e ne risalirono il corso finché questo non curvò attorno ad una sporgenza rocciosa coperta di arbusti.
Lì dietro c’era una cascatella alta un paio di metri che si insinuava tra alcuni grossi massi. (*)
 
“Ti ho portato qui...” iniziò il giovane alieno “così puoi svestirti e …”
 
Ichigo sbarrò gli occhi inorridita e diede uno strattone liberandosi il braccio.
Kami-Sama… no… io non voglio… no… con lui no!
Non voglio…
Si sentì invadere dal panico.
 
Invece, dopo una attimo di silenzio, Kisshu arrossì di colpo.
“Ma che hai capito? Fammi finire, diavolo!” sbraitò l’alieno.
 
Kisshu che arrossisce? Si domandò Ichigo, confusa e poco convinta, mentre le tremavano ancora le gambe.
 
“Volevo dire… guarda come sei ridotta… sei tutta sporca di polvere e la roba che hai addosso fa schifo!” si spiegò lui, con poca delicatezza.
 
La rossa lo guardò storto, diffidente.
Ok, forse aveva frainteso: lui non voleva saltarle addosso, per ora…
Però, anche se era una specie di prigioniera, non aveva il diritto di insultarla…
 
Ignorando la sua espressione offesa, Kisshu continuò la sua spiegazione: “Qui puoi lavarti e lavare anche i vestiti se vuoi…”
“Io vado via… stai tranquilla” aggiunse.
 
“A-ah… Ok…” mormorò Ichigo, guardandolo allontanarsi, perplessa.
Da quando in qua quell’alieno era diventato improvvisamente capace di tanta premura?
 
“A-aspetta!” lo richiamò la rossa.
“Io… io non ho nulla per cambiarmi…” aggiunse imbarazzata.
 
Kisshu si fermò, voltandosi verso di lei e la guardò pensieroso per alcuni secondi con il mento tra le dita. Poi i suoi occhi si illuminarono.
“Non muoverti di qua, Ko-Neko-Chan. Torno subito!” le disse con un sorrisetto, quindi si smaterializzò lasciandola sola.

 
***

 
Ichigo si sedette su un masso, in attesa del ritorno di Kisshu.
Mentre sentiva il muschio morbido sfiorarle le gambe semiscoperte, il suo sguardo si posò tristemente sul livido e sull’escoriazione che si era procurata la notte prima sul ginocchio.
Aveva pianto tutta la sera per ore, mentre correva in preda al panico e alla disperazione.
Ora non sentiva più nulla.
Era stranamente tranquilla… come se quella situazione fosse così normale…
 
E tutto ciò era talmente strano che non riusciva a capacitarsene.
Per di più, oltre al mal di testa che non accennava a diminuire, da quando si era svegliata le sembrava che il suo cervello non connettesse molto bene.
 
Dopo quello che è successo, possibile che il mio cuore sia… andato in stand by? Si domandò alzando un sopracciglio.
 
Non ha molto senso… pensò.
 
Erano passati solo un paio di minuti, quando Kisshu riapparve davanti a lei.
Teneva un pacchetto in mano che le porse con aria trionfale. “Tieni! Puoi mettere questo!”
 
Ichigo prese tra le mani i vestiti piegati, osservandoli. Dalla consistenza e dal colore sembravano…
“Kisshu! Io NON mi metto la tua roba!” sbottò isterica, ributtando il pacchetto nelle mani dell’alieno, arrossendo.
 
“Perché no?” domandò lui perplesso “Guarda che io non ho altro… soprattutto per una ragazza!”
“Sono puliti… “ aggiunse portandosi una mano dietro la testa incerto “Li ha lavati Pai…”
 
Ichigo lo guardò incredula. “Pai fa il bucato?” (°O° NdTutti)
 
Passarono alcuni secondi di assoluto silenzio…
 
“Pffff… Hmpffff… BWAH AH AH AH AH AH AH!!!!” Ichigo scoppiò a ridere, stupendosi da sola del suono delle sue risate.
 
Al ché, Kisshu la guardò con gli occhi sbarrati, come se fosse pazza.
“Si può sapere che hai da ridere? Che c’è di strano?” le domandò contrariato .“Ti aspettavi che lo facessi io?”
 
Ichigo prese a ridere più forte.
 
“Questa è partita…” mormorò lui incredulo.
 
La ragazza riafferrò il pacchetto e lo spiegò, stendendo uno dei capi per le spalle. Era identico a quello che aveva addosso.
“Ma quanti ne hai di questi?” domandò, cercando di trattenersi.
 
“Diversi… perché?”
 
Malgrado i suoi buoni propositi, Ichigo scoppiò nuovamente a ridere, in faccia a Kisshu che la guardava sconvolto. (Ma che c***o avete da ridere tutti??? >___< NdKisshu)
 
“Beh ci vediamo dopo” le disse lei infilandosi tra i massi, soffocando le risate a stento.
 
Con la coda dell’occhio rimase ad osservarlo finché non fu sicura che lui se ne fosse andato, quindi si infilò nell’angolino più nascosto ed iniziò a togliersi i vestiti.
 
Pai che fa il bucato… si rimise a ridere.. -.-“
 
Kisshu aveva ragione: era tutta coperta di polvere impiastricciata nelle gambe e nelle braccia; la sua faccia doveva essere anche peggio.
Per fortuna non ho uno specchio… pensò ironicamente.
 
Toccò l’acqua che zampillava tra i massi con il palmo delle mani: era gelida.
Rabbrividendo, iniziò a passarsela sul corpo, evitando di mettersi direttamente sotto all’esiguo getto della cascatella.
 
Uff.. senza sapone lo sporco non viene via… borbottò tra sé e sé, sfregandosi le braccia con più energia.
Si accorse di essere piena di lividi. Kisshu l’aveva sbattuta così forte la sera prima… e poi lei era inciampata un sacco di volte mentre correva senza meta intorno a quella costruzione aliena.
Sospirando, prese a pettinarsi i capelli con le dita, frizionandoli sotto l’acqua.
 
Quando le parve di essere abbastanza pulita, uscì timidamente dai massi strizzandosi i capelli.
Speriamo che sia andato davvero via… pensò imbarazzata.
Constatò con poco piacere che Kisshu non le aveva portato nulla per asciugarsi, quindi restò alcuni minuti al Sole, aspettando che l’acqua sulla sua pelle evaporasse almeno un pochino.
Nel mentre, decise di approfittare di quel lasso di tempo per lavare i suoi vestiti pieni di polvere: si mise a strofinare alla bella e meglio la maglietta sotto l’acqua, poi passò ai calzoncini neri, ma quando li prese in mano, dalla tasca vide cadere il suo cellulare, che atterrò con un tonfo sordo sopra una strato di muschio.
“Accidenti, l’avevo dimenticato!” disse scocciata, infilandolo nella tasca dei pantaloni che le aveva dato l’alieno.
 
Studiò incerta i vestiti che doveva mettersi. Non le andava di indossare tutta quella roba!
Infine si infilò solo la maglietta marrone senza maniche, a mo’ di canottiera e i pantaloni.
 
“Fantastico…” si lamentò la ragazza: i pantaloni le stringevano da morire sui fianchi e le erano larghissimi in vita…
 
Stese i suoi vestiti sui rami di un albero lì vicino ad asciugare e si riavviò verso il laghetto.

 
***

 
Trovò Kisshu sdraiato tra l’erba, poco distante dalla riva, con le braccia incrociate dietro la testa e gli occhi chiusi. Aveva acceso un fuoco e ci stava arrostendo sopra qualcosa.
 
Ichigo si avvicinò a grandi passi tenendosi su i pantaloni con entrambe le mani, imbarazzata.
“Non mi vanno!” sbottò quando fu a un paio di metri da lui.
 
Lui aprì un occhio e la guardò divertito. Aveva tutti i capelli inzuppati d’acqua.
“Bambolina, se togli le mani ti staranno meglio…” le disse maliziosamente.
 
Ichigo si sentì avvampare di indignazione.
“Non scherzare! Idiota!” gli sbraitò. “Sei solo un porco…”.
L’ultima frase le uscì con un tono stranamente serio.
 
E infatti, a quelle parole Kisshu si alzò lentamente e la fissò dritta negli occhi.
Con la luce forte del sole le sue pupille erano strette in due fessure sottilissime, facendo risaltare ancora di più quel colore così poco umano delle sue iridi.
Sembrava decisamente arrabbiato… e iniziò ad avvicinarsi a lei.
 
“Che c’è…?” domandò Ichigo, spaventata. Fece un passo indietro stringendosi le mani sul petto. Era per quella frase che aveva detto? O lui aveva un altro di quei suoi scatti… iniziò a batterle forte il cuore…
 
Lui le passò di fianco portandosi alle sue spalle e con uno strattone le tirò su i pantaloni che le erano paurosamente scesi da quando aveva smesso di tenerli.
“Si fa così” disse, tirando i due nastri dietro la schiena e stringendo la stoffa intorno alla vita.
Alla bella e meglio fece un fiocco con i due nastri per fermarli. Ichigo sentì sfiorarsi la pelle da una ciocca fredda dei suoi capelli umidi.
 
“Ichigo” disse lui da sopra la sua spalla. “Quant’è che non mangi nulla? Sei quasi più pallida di me…”
 
Era da più di un giorno che non toccava cibo… e inoltre prima di uscire con Aoyama-Kun non aveva quasi fatto colazione.
Aoyama-kun… non aveva più pensato a lui da…
non si ricordava da quando…
Chissà se stava sentendo la sua mancanza!
Se sapesse che sono qua, sarebbe già venuto a prendermi per portarmi via, a casa! Pensò con improvvisa tristezza Ichigo.
Ma lui non c’era…
Se Kisshu l’avesse portata via, lui non ci sarebbe stato mai più…
 
Kisshu la tirò con poco garbo per un braccio facendola sedere vicino al fuoco, distogliendola dalle sue afflizioni.
“Stiamo un po’ qua, così ci asciughiamo prima. Sono sicuro che oggi hai fame!” le disse lui con uno di quei suoi sorrisi poco rassicuranti.
 
Beh… in effetti…
 
Le mise sotto al naso un grosso pesce un po’ bruciacchiato, infilzato su un rametto.
 
“L’hai pescato tu?” domandò, prendendo in mano il pesce titubante.
 
“Non ne sono capaci solo i gatti, sai?”
 
Ichigo guardò il pesce, incerta… certo che aveva una gran fame…
Prima di accorgersene lo aveva già addentato.
Uff… ma perché non mi so controllare? Si rimproverò masticando a bocca piena.
Era scondito e senza sale, ma il suo stomaco prese a ringraziarla calorosamente.
 
Kisshu la osservò finire il pranzo, mentre lui masticava svogliatamente il suo pesce.
Ad un certo punto, lo vide stringere gli occhi, come per osservare meglio qualcosa, e allungarsi verso di lei.
“Ma che ingorda… ti sei sporcata la faccia…” le disse, passandole l’indice vicino alle labbra.
 
La ragazza provò una stretta al cuore.
Neanche un mese prima aveva fatto una grigliata con le sue amiche del caffè, con Shirogane, Akasaka-san e poi il suo Aoyama-Kun…
Mentre mangiavano, il suo ragazzo le aveva tolto la salsa dal viso, facendola arrossire per l’imbarazzo… (**)
 
L’alieno si leccò il dito con cui le aveva pulito il viso. “Che c’è?” le disse poi, vedendola probabilmente adombrarsi.
 
Ichigo non osava ripetere il nome di Aoyama-kun, vista la reazione che Kisshu aveva avuto il giorno prima. Decise che era molto meglio cambiare discorso…
 
“Vieni qui spesso?” gli domandò.
 
“Ah… beh… La Terra è un pianeta interessante: quando mi stufo di quella città inquinata in cui vivi, mi piace andarmene un po’ in giro. Ogni tanto vengo anche qui! E’ un bel posto…”
 
“Il tuo pianeta… non è un bel posto?” domandò tentennante la ragazza. Si stupì del fatto che nonostante stessero combattendo da un anno per salvare i rispettivi pianeti, lei non gli avesse mai posto una domanda del genere.
 
“Più o meno” si limitò a dire lui, tagliando corto.
 
“Che significa più o meno? Spiegati!” insistette lei.
 
“Non c’è molto da dire che possa interessare la tua testolina vuota!” ribatté l’alieno, cercando di farle un sorriso sarcastico.
 
“Non sono scema, sai?”
 
“Sicura?”
 
Ichigo si spazientì. “Senti, ieri mi hai sbattuto contro al muro e mi hai quasi strozzato, poi ti sei messo pure a piangere e hai urlato che non ti ho mai ascoltato, quindi ora vedi di parlare! Avanti, rispondimi!”
 
Kisshu la guardò frastornato. “Io…”
 
“Per favore”, aggiunse Ichigo in tono fermo.
 
L’alieno fece un gesto scocciato con la mano e distolse lo sguardo. “Sei proprio testarda! Ok… ti dirò qualcosa ma tanto non capirai un accidente!”
“Dunque… il nostro pianeta è nel sistema stellare più vicino al vostro…” iniziò. “Ci sono circa 1,33 Parsec, se non ricordo male.”
“Nella sua orbita rivolge sempre la stessa faccia verso la nostra stella, un po’ come fa la Luna con la Terra. E’ per questo che da una parte del pianeta è sempre giorno e la temperatura è elevatissima, mentre dall’altro lato è sempre notte e fa un freddo terribile. Per adattarci, io e i miei simili viviamo solo nella zona limite tra le due e viviamo sotto terra. Ti basta come spiegazione?” (***)
 
“E lì sotto, com’è?”
 
“Non è male…” disse lui, fissando un interessantissimo sassolino a pochi centimetri dalla sua gamba. “Abbiamo le luci artificiali e quindi la vegetazione, ci sono anche alcuni animali, certo, non come sulla Terra, ma sono simili perché quando i nostri antenati se ne sono andati da qui hanno portato via molti campioni di DNA. E poi abbiamo delle grosse città costruite in pietra e gli stabilizzatori climatici…”
 
Ichigo si mise a disegnare cerchietti nella terra morbida, con il rametto che aveva in mano.
Era impossibile cavargli due parole di bocca…
 
“E allora perché siete venuti ad invadere la Terra proprio ora? Se sono migliaia di anni che vivete lì…” chiese.
 
Lo vide stringere i pugni, nervosamente.
 
“Periodicamente… “ continuò lui, tentennante, “Periodicamente, più o meno ogni 26000 dei vostri anni, il nostro pianeta incrocia l’orbita di un pianeta più esterno. Per via della gravità si attraggono e diventano instabili.” (****)
 
“Instabili?” ripeté la ragazza, cercando di capire.
 
“L’asse del pianeta vacilla per cui ci sono terremoti, eruzioni vulcaniche, tempeste magnetiche, cose di questo tipo…”
Restò in silenzio qualche secondo, come per ricordare qualcosa.
“Abbiamo una specie di profezia, tra la nostra gente, che narra di un essere superiore che apparirebbe in queste occasioni per permettere al nostro popolo di tornare sulla Terra e salvarsi. Io non so se questa cosa sia già successa realmente in passato, ma questa volta….”
 
“Ti riferisci a Profondo Blu?”
 
“Già…”
 
Ichigo restò in silenzio, cercando di realizzare tutto quello che le aveva detto.
Terremoti… eruzioni vulcaniche… Si sdraiò nell’erba dietro di lei.
In effetti era stato un discorso un po’ complicato…
L’erba le solleticava la schiena nuda.
Le tornò in mente il suo primo appuntamento con Aoyama-Kun: anche quella volta si era sdraiata sull’erba del parco, mentre lui le andava a prendere da bere. Quanto tempo era passato? Sembravano anni… Non si ricordava di essersi più stesa nell’erba a rilassarsi da allora.
Certo, combattendo era finita molte volte catapultata per terra, ma era un’altra cosa…
 
“Che fai? Dormi?” domandò Kisshu protendendosi verso di lei, curioso.
 
“No, stavo pensando a quando sono uscita con Aoyama-Kun per la prima volta e sono diventata una Mew Mew” rispose lei soprappensiero.
 
“Come è successo?”
 
“Ah! Io ho fatto delle indagini per tutta la scuola e Kaori della 3F, che era la ragazza di uno dei suoi compagni di kendo, mi ha detto che Aoyama-Kun andava matto per le ricerche sulle specie in via d’estinzione, allora io gli ho proposto di…”
 
“Non me ne frega niente del tuo amichetto!” la interruppe seccato Kisshu. “Volevo sapere come sei diventata una Mew Mew”
 
“A-ah… ecco…” disse lei, dandosi mentalmente dell’imbecille.
Per fortuna lui non sembrava essersi particolarmente alterato…
“D-dunque… E’ stato Shirogane a modificare il nostro Dna. Ha portato avanti delle ricerche di suo padre, dopo che lui è morto, ucciso da uno dei vostri chimeri. Sai, lui aveva scoperto che una volta vivevate sulla Terra e sapeva che sareste tornati. Per questo Shirogane ha scelto me e le altre ragazze come cavie per il suo esperimento…così durante il mio primissimo appuntamento sono stata colpita da un-non-so-che-genere-di-raggio e mi sono ritrovata mezza gatto! Ha detto che ero la sua importantissima arma vivente per proteggere la Terra…”
Shirogane è sempre così romantico… pensò Ichigo ironica.
 
“In gamba il biondino, però…” fece notare l’alieno.
 
“Già…” ammise la ragazza.
 
Ichigo saltò a sedere. Pensando ai genitori di Shirogane le venne improvvisamente un dubbio atroce. Kisshu aveva detto che il suo pianeta era scosso da cataclismi…
“Ma sul tuo pianeta come stanno ora? Voglio dire, la tua famiglia, i tuoi amici? Mentre tu eri qua sulla Terra, loro cosa…” disse con un certo impeto.
 
Kisshu le fece un sorriso strano. “Non c’è nessuno che mi aspetta, bambolina, tranquilla!”.
 
“Come puoi dire una cosa del genere?” domandò confusa la rossa.
 
“Quando ero molto piccolo, c’è stato un crollo in una galleria sotterranea dopo un terremoto e la mia famiglia è rimasta sepolta là sotto…” disse lui fissando la superficie cristallina del lago. “Non mi ricordo molto… comunque, siccome ero un maschio e sembravo avere buone potenzialità, mi inserirono in un istituzione sociale a carattere militare. Sono rimasto lì fino all’anno scorso, quando Profondo Blu ha deciso di venire sulla Terra…. In quell’occasione hanno indetto delle selezioni per vedere chi fossero i guerrieri migliori, in grado di adattarsi prima alle condizioni climatiche della Terra e io sono rientrato nella lista dei prescelti. Punto e Basta. Non c’è molto di interessante nella mia vita… …a meno che tu non sia un soldato della mia camerata, allora ci sarebbero due o tre cose che mi sono successe che dovrei proprio raccontarti…” continuò Kisshu con un sorrisetto malizioso. “Ma è meglio che tu non le sappia… decisamente” aggiunse.
 
Ichigo sgranò gli occhi. Aveva perso la sua famiglia? (*****)
Allora, era per questo motivo che la sera prima, mentre lei gli urlava in faccia, gli erano scappate quelle lacrime?
Certo, era arrabbiatissima in quel momento… e lei non poteva saperlo, ma…
 
Cattiva…
 
si sentì improvvisamente cattiva. E insensibile.
 
Chissà come si sta senza genitori, senza qualcuno che si occupa di te e ti dice cosa devi fare… si domandò.
 
I suoi pensieri corsero a Shirogane: dopo la morte dei suoi genitori, lui aveva sempre avuto Akasaka-san a preoccuparsi di lui, eppure era sempre così taciturno e chiuso in sé stesso…
Poi pensò al suo Aoyama-kun: lui invece aveva i suoi genitori adottivi e poi aveva un sacco di amici e tutte quelle ammiratrici. Poi aveva lei!
E nonostante questo, sapeva che Aoyama-kun non era mai stato felice. Una volta le aveva detto di come la morte dei suoi lo avesse reso cinico, di come la maschera da ragazzo modello che si era creato gli servisse per accontentare i suoi nuovi genitori e per comprarsi il loro affetto, di come i suoi bei voti a scuola gli regalassero delle amicizie false, di come i successi nello sport gli procurassero l’ammirazione delle ragazze.
Vivendo così, poteva solo credere che le persone fossero mosse solo da secondi fini, incapaci di sentimenti autentici… e verso di loro provava solo disprezzo… disprezzo per gli esseri umani, capaci con il loro stupido egoismo solo di rovinare il bel pianeta in cui vivevano…
 
Il suo bel pianeta…
 
Con un brivido le venne in mente Profondo Blu mentre la fissava con quegli occhi di ghiaccio e le puntava contro la spada, costringendola sul pavimento.
“Questo pianeta è mio e non permetterò a nessuno di voi sporchi umani di toccarlo più”
La sua voce malevola le risuonava nelle orecchie.
 
Come aveva fatto a non collegare le due cose?
 
In realtà…
 
In realtà, nel profondo del suo cuore, aveva sempre saputo che c’era qualcosa in Aoyama di strano, di sinistro…
Si era convinta che il suo affetto sincero potesse farlo ricredere, potesse far venire allo scoperto il lato dolce, gentile e premuroso del ragazzo, cancellando tutto il resto.
 
Ma il suo affetto per lui… era davvero così sincero?
 
All’inizio era uscita con lui solo perché era il più corteggiato della scuola. Tutte le sue compagne ne parlavano così bene… immaginava dovesse trattarsi di un ragazzo perfetto e meraviglioso, che si sarebbe preso cura di lei come se fosse una principessa! E lei desiderava tantissimo vivere questa favola romantica…
 
Ma invece, nella realtà, prima ancora di mettersi insieme, la perfezione costante ed inflessibile di quel ragazzo aveva iniziato a metterla a disagio.
E lei aveva iniziato a nascondergli dei segreti.
Gli aveva nascosto di essere una Mew Mew, di essersi lasciata baciare da altri ragazzi mentre stava con lui, e tante altre piccole cose, ogni giorno…
Si comportava da ipocrita, da incapace e si domandava continuamente se meritasse di stare in sua compagnia… se meritasse le sue attenzioni.
 
Ma se avesse potuto diventare in qualche modo preziosa, indispensabile per lui…
Avrebbe sentito anche lei di valere qualcosa… di essere una ragazza speciale…
 
Era… egoismo questo?
 
Un giorno Aoyama le aveva fatto promettere di sorridere sempre, in modo da renderlo allegro e fargli dimenticare i suoi problemi.
Quel giorno si era sentita veramente importante.
 
Si ripeté mentalmente l’ultima frase.
Così, a distanza di mesi, suonava come se lei si fosse ridotta ad una specie di pagliaccio o qualcosa del genere…
Che idea cretina…
Però… si accorse che le luccicavano gli occhi.
 
Profondo Blu era nel Dna di Aoyama-Kun come il Gatto Iriomote era nel suo… così le aveva spiegato Pai… (******)
 
Quando il suo ragazzo si era sacrificato per liberare l’Acqua Mew, lo aveva fatto… lo aveva fatto per il suo pianeta.
Sapeva che l’avrebbe uccisa dal dolore morendo, ma l’aveva ingannata, per farsi colpire da lei. Le aveva detto che a lui non sarebbe successo nulla, invece lo aveva visto sparire davanti ai suoi occhi e lei aveva dovuto rischiare di morire a sua volta per salvare la persona a cui teneva di più sulla faccia della Terra.
Certo… il pianeta era più importante di lei, però…
 
Morire…
 
Si ricordò di Kisshu.
Lui, quando aveva cercato di salvarla, si era messo contro Profondo Blu, contro il suo sovrano, dicendogli:
 
“Mio signore, so bene che opporsi a voi significa tradire la nostra stirpe, ma per me Ichigo viene prima di tutto!” (7*)
 
E si era messo a combattere per lei con tutta l’energia che aveva in corpo, mentre lei se ne stava lì imbambolata, senza sapere da che parte stare.
Era sempre talmente irruente e smodato in quello che faceva, che anche in quell’occasione si era scoperto troppo, per cercare di colpire il suo avversario e questo aveva approfittato della sua distrazione per trapassarlo da parte a parte con la spada…
 
Poi l’aveva scaraventato per terra con ripugnanza…
 
…facendolo strisciare sul pavimento come un peso morto per parecchi metri…
 
Guardò il giovane alieno con la coda dell’occhio, nascondendosi sotto la sua frangetta per non far vedere le lacrime che le offuscavano i begli occhi color cioccolata.
 
Sapeva che l’aveva scaraventato verso di lei per deriderla…
 
Per farla vergognare dell’inutilità di quel sentimento strano che c’era tra loro due, per farla sentire sciocca e… colpevole…
 
Nell’addome scoperto di Kisshu si vedeva ancora quella grossa cicatrice che neanche il potere dell’Acqua Mew aveva cancellato.
 
Ichigo non aveva mai visto tanto sangue tutto insieme. Si sentiva svenire.
Sgorgava a fiotti da quel taglio profondo e gocciolava sul pavimento, le macchiava le gambe su cui aveva appoggiato l’alieno…
Doveva soffrire terribilmente perché il suo corpo era scosso da brividi spaventosi, ma lui le sorrideva…
 
“Voglio insegnarti qualcosa di buono…” le aveva sussurrato, mentre spendeva le ultime forze per cercare di dargli un bacio. (8*)
Un bacio che lei non aveva ricambiato.
 
Perché?
Cosa le sarebbe costato?

 
Poi l’aveva visto andarsene lentamente tra le sue braccia, mentre il respiro diventava sempre più debole e superficiale…
 
Perché era stata così… così crudele…? (Bella domanda… -_- NdMe)
 
“Ichigo?” domandò allarmato Kisshu guardandola.
 
La ragazza si accorse di tremare come una foglia.
 
Le si avvicinò preoccupato senza capire, inginocchiandosi di fianco a lei.
 
“Io volevo dimenticare…” mormorò Ichigo.
“Non ho mai raccontato a nessuno cos’è successo quel giorno, sull’astronave… Ma non ci riesco! Continuo a fare degli incubi da allora… a rivedere sempre le stesse scene…”
 
Quegli incubi che venivano a ricordarle che non poteva vivere con tutti quei rimorsi nel cuore…
Quei dubbi…
E quei sensi di colpa…

 
“Non ci riesco più a tenermi dentro questa cosa!” gridò piombando contro di lui, facendolo cadere a sedere per terra.
 
“Ma di che parli?” le domandò prendendola per le spalle, sbigottito.
 
“Mi dispiace tanto, Kisshu… io non capivo un accidente, perché non volevo… ma tu non dovevi fare così”
 
Sarebbe stato tutto più semplice se avesse fatto il bastardo fino alla fine… invece…
 
“Ichigo, non capisco niente di quello che stai dicendo…”
Ma mentre diceva così, sentì che lui l’abbracciava e che poggiava il mento sui suoi capelli.
 
“Tutto quel sangue… io… non volevo, mi dispiace, mi dispiace…” farfugliò Ichigo, strofinando il viso contro la sua maglia, per asciugarsi le lacrime.
 
Kisshu prese ad accarezzarle i capelli.
“Stai… piangendo per me? Davvero?” domandò lui titubante.
 
Sì… stava piangendo per lui. Perché aveva sofferto, per colpa sua…
E lei aveva fatto finta di niente finora…
Però non riuscì a dirgli nulla, perché i singhiozzi le chiudevano la gola.
 
“Perché se stai piangendo per me, devi smettere subito! Quello che è successo è successo, bambolina! A me sta bene…” le disse, cercando di tranquillizzarla.
 
Non ce l’aveva con lei…
 
Anche se questo pensiero la fece sentire immensamente meglio, Ichigo non riuscì a smettere di piangere.
 
“Però hai ragione… è stato terribile…” aggiunse lui, piano, dopo un lungo attimo di silenzio.
“Sai che ti dico? Se vuoi piangere fai pure, gattina… forse dopo non faremo più incubi…”.
 
La strinse più forte, strofinando il viso sui suoi capelli ancora umidi, poi Ichigo si sentì tirare verso il basso, tra l’erba.
Ebbe un attimo di disorientamento, ma vide che Kisshu stava fissando con sguardo perso il cielo, assorto nei suoi pensieri…
 
Lasciò che se la poggiasse sul petto e che si mettesse ad arrotolare le sue ciocche rosse tra le dita… mentre lei non riusciva a fermare le lacrime…
 

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Kisshu e Ichigo: Tutto ciò è patetico…
Autrice: Pazienza… l’autrice sono io! E voi fate quello che IO voglio!
 
Note:
 
Cavolo, ma quante note ho fatto????? O_O
 
(*) Autrice: Ehi! Sapete che questo posto esiste davvero? Ci sono andata in vacanza ed è stato lì che per la prima volta io ho…
Kisshu: STA ZITTA! Non raccontare i tuoi traumi esistenziali ai lettori!!! >___<
Autrice: Uffa… guarda che non c’entra (quasi) niente con quello che pensi tu!!! >o<
 
(**) Episodio… 48. Quello dove Kisshu gonfia di botte Aoyama-kun nella “terrificante montagna della dimensione alternativa”… Wow!
 
(***) Ringrazio il mio Profe di Scienze per tutto ciò! (Profe, però potrebbe anche cambiarsi quel maglione… almeno una volta o due all’anno…).
Il Parsec (abbreviato in pc) è un'unità di lunghezza usata in astronomia. Significa "parallasse di un secondo d'arco". È basato sul metodo della parallasse trigonometrica, che è il modo più antico ed affidabile di misurare le distanze stellari. L'angolo sotto il quale si vede da una stella il raggio medio dell'orbita della Terra è chiamato parallasse. Il parsec è definito come la distanza dalla Terra di una stella che ha una parallasse di 1 secondo d'arco. Corrisponde quindi a 360×60×60/2π UA = ~2.0626480625×105 UA = ~ 3,08567758066631×1016m ≈ 3,26 anni luce. (tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera su internet).
Voi ci avete capito qualcosa? Io no…
Cmq la stella a cui Ki-chan fa riferimento è il sistema binario di Alfa Centauri, composta da una stella A ed una B. Non so se ci siano realmente pianeti che ci girano attorno…
 
(****) Secondo il calendario Maya, ogni 26000 anni la Terra giunge alla fine di un ciclio e rischia di venir distrutta dalle divinità… in realtà questo periodo corrisponde anche alla durata della precessione degli equinozi, ovvero del tempo che impiega l’equinozio di primavera a spostarsi lungo i 365 giorni dell’anno… Sempre grazie al mio Profe di scienze! Mitico Zio Max!!!
 
(*****) Ma sono tutti sfigati i personaggi di sta storia???? Shirogane ha perso i genitori, Aoyama ha perso i genitori… per non parlare di Purin che ha perso la mamma, non vede il padre da anni e deve badare a 300 marmocchietti…
E che dire di Zakuro? Chi era quel tipo morto assassinato nei suoi ricordi? Suo padre?
E Minto? Che non sa nemmeno che fine abbiano fatto i suoi, sempre in giro per il mondo… Viva la famiglia!!!!!
 
(******) Episodio 50, subito dopo che Profondo Blu si è risvegliato.
 
(7*) Questo e tutta la scena del combattimento sono presi dal Manga, perché nell’anime fa molto più schifo!
 
(8*) Questo invece lo dice nella versione giappina dell’anime. In realtà non so se la traduzione che ho io sia del tutto corretta!
Kisshu dice qualcosa tipo: “Ikatanshi Dakara” che credo assomigli di più ad un “Ora devo fare una cosa” o “Devo fare qualcosa di buono”, ma il mio giapponese fa pena! Se qualcuno di voi lo sa, PER FAVORE DITEMELO!!!!!! HO BISOGNO DI SAPERLO!!!!!!

   
 
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