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Autore: Fed    24/05/2011    2 recensioni
"Non mi dava retta. Continuava a respirare più avidamente di quanto non parlasse.
I gatti non mi erano mai stati simpatici.
- Eppure, il suono…"
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Altrove?
- Altrove è un altro posto.
- Rispondendo così accumulerai solo silenzi.

 
C’era silenzio, infatti, ed il cielo era scomparso. Il soffitto bianco mi riempiva gli occhi ed il pavimento odorava tanto di candeggina che anche le mie vie respiratorie sembravano ormai completamente decolorate.
Fondamentalmente, ero da sola.
Io, lei e lui. Sola.
 

- Ma io non volevo essere qui.
- Capita a tutti.
- Di volere?
- Di non essere.

Lei rispondeva sempre, lui non parlava mai.
Tanto lei era saccente, tanto lui era timido.
 

- Eppure è capitato, talvolta, di sentire altro che voi.
- Ma non ne sei sicura.
- L’ho scritto.
- Le tue mani non sono più le stesse.

Mi osservai le mani: tra il dispiacere e la rabbia, giacevano grigiastre alla fine dei miei avambracci, abbandonate al vento e alla pioggia.
- Erano bianche?
- Mai state. Non erano farfalle.
- Hai mai visto farfalle completamente bianche?

[…]

- Perché qui piove?
- Questo dovresti chiederlo a lui.
- Io penso…
- Lascia stare. Lo sai che di noi tre sei l’unica a poter fare domande, limitati a quelle.

Annuii.
Ricordavo di essere sola da sempre. Di lei non ero mai certa, alle volte la sentivo respirare all’altezza della gola, altre volte sembrava trovarsi sulla bocca dello stomaco. Altre volte ancora non c’era affatto – o forse smetteva solo di respirare per farmi credere di essere altro.
In quei momenti rimaneva lui. Lui c’era sempre e, nonostante rare volte fosse pieno e lucente, ultimamente ansimava nel suo sfiorire veloce.
 

- Perché qui piove?
Lo chiesi a lui.
Era così solo da non sentirmi affatto.

 - Sai. Non ti fa bene pensare. Ora e qui potrebbero non esistere e di certo arriverai a scordarli domani. Ci sarà una festa e tutti saremo felici.
- “Tutti stanno andando alla festa e si divertono molto”.
- Non citare con me. Io colgo comunque solo le sfumature.
- E lui?

 
C’era ancora silenzio e le parole fuggivano via. Le domande che mi pendevano sopra la testa poco prima erano solo cocci sul pavimento. Cadendo avevano fatto un piccolo PLOF.
Poi nulla.
Il soffitto era ancora colmo di venature grigiastre.
 

- Il gatto saprebbe farmi le domande giuste.
- In realtà i gatti non parlano affatto.
- Voi sì?

 
Lei stava ritta in piedi.
Sembrava un minuscolo, vecchio frassino mosso appena dal vento.

- A dire il vero non parli neanche tu.
Disse digrignando i denti ad ogni parola.
- A dire il vero mi è odioso davvero tutto, di te.
Aggiunse.

 

[…]
Le farfalle bianche, quasi avendo paura di far troppo rumore, sbattevano le ali lentissimamente.

  
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