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Autore: _Giuls17_    24/05/2011    1 recensioni
Due ragazzi che si sono amati perdutamente, che hanno vissuto gioia e dolore assieme, che erono tutto l'uno per l'altro, questo fichè le loro strade non si sono divise e si sono lasciati.
Per qualcosa che nessuno capirà finchè le loro strade non si ritroveranno.
Lei crede ancora in lui, nel loro amore anche se ha capito che l'amore non è sempre bello, aspettare senza rendersene conto il suo ritorno e dopo anni di solitudine, di tristezza ritroverá quello che aveva perso
[Tutti i capitoli della storia sono stati soggetti a modifiche per renderla più discorsiva e fluida.]
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 1: Quando l'amore appare all'improvviso.
 
 
 
Tre anni prima.
 
 
Avevo sempre amato la scuola, mi era sempre piaciuto studiare, imparare cose nuove e conoscere persone nuove, passare il tempo con i compagni, andare alle gite, ma nell'ultimo periodo non riuscivo neanche ad aprire un libro.
Il motivo?
Mia madre e le sue manie di farmi cambiare scuola in continuazione, solo perchè non erano giuste!
Che cosa stupida
Posteggiai il motorino nella nuova scuola, non poteva decidere all'improvviso di cambiare e solo per un suo dispetto, ma a lei non era mai interessato molto della mia opinione.
Guardai la scuola dall'alto verso il basso, era grande, era alta, non era una scuola adatta a me, era la solita scuola dove ci andavano le persone che si credevanoimportanti, chi pretendeva di avere il mondo ai propri piedi.
Ma io non ero così,  ero una ragazza semplice, che non chiedeva niente di piú di quello che aveva, ma neanche questo aveva importanza per mia madre, così cominciai a salire gli odiosi scalini della nuova scuola, con il cuore che batteva forte sperai di non incontrare nessuno fino alla presidenza.
E per la prima volta il mio sogno si avveró, la strada per la presidenza fu abbastanza semplice da percorrere grazie all'aiuto del portiere e dopo pochi minuti mi ritrovai davanti alla preside.
Una donna possente con molti anni sulle spalle, ma con un tono autoritario e pieno di saggezza.
-Luce, giusto?- mi chiese vedendo il mio fascicolo.
-Si esatto.- dissi annuendo.
-Bene, andiamo che ti presento la tua classe, il terzo no?.- chiese alzandosi.
-Si.- dissi seguendola.
-Ora stanno facendo educazione fisica col quinto, oggi non è venuta una professoressa e abbiamo unito le classi.- disse conducendomi giú per alcune scale.
-Questo è il bar della scuola.- disse indicando un chiosco vicino al cortile.
-E questo è il campo interno.- disse uscendo fuori.
La seguii in silenzio, la voglia di parlare con quella donna non era poi molta, era meglio stare zitti.
-Professore buongiorno.- disse salutando un'uomo con i capelli quasi bianchi e un fisico da urlo!
Mi diedi un pizzicotto, non potevo pensare quelle cose!
-Lei è la nuova ragazza ecco il fascicolo, la presenti lei agli altri.- detto questo mi sorrise e mi lasció in balia del professore e della classe.
-Luce? Che bel nome, io sono il professore di educazione fisica.- disse porgendomi la mano.
-Piacere.- dissi stringendogliela.
-Vieni.- e mi portó vicino ai ragazzi che giocavano.
-Scusate ragazzi!- urló il professore ai ragazzi.
Questi smisero di giocare e lo guardarono o meglio mi guardarono.
-Lei è una nuova studentessa, verrà in terzo ma la presento a entrambe le classi essendo entrambe presenti, lei è Luce.- disse guardandomi.
Sentí una ragazza ridere dopo aver sentito il mio nome, invece i ragazzi non facevano altro che guardarmi, che odiosi, pensai.
-Ciao.- dissi piano.
Odiavo essere presentata alla classe e odiavo ancora di più essere presentata a due classi contemporaneamente e iniziai a provare un istinto omicida nei confronti di mia madre.
Il matriticido è ancora un reato?
I ragazzi per tutta risposta mi sorrisero e ripresero a giocare a calcio e le ragazze continuarono a parlare, così potei rilassarmi e andai a sedermi su una panchina che stava al sole.
Da lì potei osservare bene sia i maschi sia le femmine, e già a prima vista rimasi alquanto scioccata.
Le ragazze si muovevano come se stessero partecipando in quel momento a qualche sfilata di moda ed erono vestite pronte per far concorrenza alla regina d'Inghilterra.
Perfetto, non solo sono obbligata a cambiare scuola ma finisco anche con le oche, che non sanno articolare neanche un discorso.
Povera me!
In una scuola per snobbini, rispose saggiamente il mio cervello.
Decisi di distogliere il pensiero dalla reggazze e osservai I ragazzi giocare a calcio, alcuni erano molto bravi, ma riflettei sul fatto che gli snobbini dovevano pur sapere qualcosa bene, non potevano basare tutto il loro essese sull’aspetto fisico.
 
-Che sono stronza.- dissi a bassa voce.
Non riuscii a descriverne manco uno, erono tutti abbastanza carini, certo altro requisito importante, pensai ma qualcuno in particolare aveva attirato la mia attenzione.
Un ragazzo che poteva essere un pó piú alto di me con i capelli castani tendenti al biondo, qualcosa in lui mi fece battere il cuore a mille e arrossii tutta in un colpo.
Così distolsi subito lo sguardo e presi il libro dallo zaino: Romeo e Giulietta, William Shakespeare.
Ripresi a leggerlo da dove avevo interrotto la sera precedente, amavo i libri di Shakespeare, mi facevano sentire come una bambina col suo primo giocattolo, felice.
Solo che la mia pace interior venne interrotta pochi minuti dopo.
-Romeo e Giulietta? Com'è?- mi sentii chiedere.
Non alzai subito lo sguardo, ma risposi direttamente.
 -Dipende se ti piacciano i classici inglesi.- dissi guardando il mio interlocutore.
E in poco tempo mi bloccai del tutto, capelli che tendevano al biondo, poco piú alto, era il ragazzo di prima!
Oh cavolo, di solito non sono così fortunate!
-Non lo so, non leggo molto.- disse sedendosi accanto a me.
Cercai di controllare il battito cardiaco, ma mi risultò abbastanza difficile.
Il ragazzo mi prese il libro dalle mani e inizió a guardarlo.
-Come ti chiami?- chiesi senza rendermene conto.
-Tu credi nell'amore?- mi rispose invece.
Ci pensai un attimo:
-Si perchè.-
-Sei mai stata innamorata?- chiese senza troppi preamboli.
-No.- dissi sincera, altro elemento che non riuscii a capire, come potevo esserlo con un'estraneo e non con mia madre?
I misteri della vita.
-Neanche io lo sono mai stato, ah il mio nome è Diego.- disse sorridendomi.
-Piacere Luce.- dissi sorridendo.
-Luce, sei la ragazza di prima?- chiese indicando l'entrata del cortile.
-Sì, la nuova.- dissi in sintesi.
-È un peccato che tu non sia nella mia classe.- disse alzandosi.
-Perchè sei del quinto?- sussurrai per nascondere la delusione.
-Già, ah e poi ho capito perchè ti hanno chiamato Luce.-
Lo guardai senza capire.
-Perchè risplendi di luce propria.-
Senza aggiungere altro mi sorrise e riprese la sua partita di calcio.
   
 
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