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Autore: BlackLilium    25/05/2011    2 recensioni
Si odiano, sono anime maledette, e quel che è peggio è che sono fratelli. Lo stesso sangue scorre nelle loro vene, quello stesso sangue infetto dall’una e dall’altra casata, che li trasformò da figli dello stesso giorno ad acerrimi nemici per l’eternità.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quattro mesi più tardi, Andromeda è insieme a Tyler. Non ha mantenuto grossi rapporti con la banda dei lupi, solo Johnny ogni tanto la cerca, ma lei si fa negare.
Tutti i suoi progetti sembrano finalmente avere inizio e si sta preparando ad una vita con Tyler, il dolce e premuroso barista che la affianca dalla morte di Mark.
Tuttavia, non è facile scappare da una storia come quella dei due gemelli con un semplice sparo di pistola, e un giorno Gregory si presenta alla porta di Andromeda: la ragazza non può evitarlo.
 
 
 
“Ti sei sistemata bene, Andromeda, ma fossi in te non mi adagerei così in fretta.”
“Gregory, che cosa vuoi?”
“Devi tornare, non è finita.”
Andromeda si voltò a guardare la finestra: “No, per me è finita quella notte nel bosco. Ti prego, Gregory, non rivangare quella storia. Basta. Vattene.”
“Perché non vuoi ascoltarmi?”
Andy fece per portarsi una mano al ventre, ma si fermò.
Si voltò di scatto e condusse il vampiro alla porta senza spiccicare parola.
Gregory le si avvicinò velocemente, senza darle il tempo di allontanarsi, e le mise una mano sulla pancia.
Un flash, un battito.
Indietreggiò: “No, Andromeda…”
“Maledetto! Non avresti dovuto saperlo…”
“Tu non puoi, lui è il figlio di Mark. Non puoi crescerlo senza di lui.”
“Io sono cresciuta senza mio padre e mi sono arrangiata. Lui avrà me e Tyler accanto.”
“Tyler…? Ti prego, stai scherzando?”
“No.”
“Andromeda, io ti ho salvata, io ti ho aiutata e amata come se fossi mia. Non puoi fare questo a Mark.”
“Finiscila! È la mia vita!”
“Ma William non è morto! Lo vuoi capire?!?!?”
“Cosa? L’ho ucciso… io l’ho ammazzato. È morto e sepolto!”
“No, Andromeda. Metti al mondo un figlio in una situazione orribile e piena di insidie. È il nipote di William… lo prenderà, lo farà suo, te lo porterà via! Come puoi non capirlo?!”
“Basta, Gregory! Cosa vorresti che facessi? Che abortissi? È il figlio di Mark! Era l’uomo che amavo…”
“È l’uomo che hai ammazzato.”
“Tu c’eri! Tu sai perché l’ho fatto!”
“Per gelosia, ecco perché.”
“No, per William, per poterci liberare di lui.”
“Andromeda, ora siamo tutti in pericolo, ancora più di prima! Tuo figlio non ci salverà. Tuo figlio ha una scia di morte dietro di sé. Porterà la rovina… la rovina! Tu… tu e il tuo maledetto istinto! Non potevi… cristo!, non potevi perderlo?”
Andy sbarrò gli occhi, inorridendo: “Che cazzo dici, Greg? Se fosse stato tuo? Cosa avresti fatto?”
“Se fosse mio, non sarebbe nipote di William. Non sarebbe in pericolo e William non lo cercherebbe per portarmelo via. Come fai a non capirlo?”
“E allora sarà tuo…”
“Scusami?”
“Sì, diremo a tutti che è tuo. Sei contento ora?”
“Non mi crederanno mai… e ti odieranno. Tu, la donna di Mark, che l’hai ammazzato e tradito con il suo amico fraterno. Fatti un’idea delle conseguenze.”
“Io lo tengo, Greg. A costo di andarmene all’altro capo del mondo per salvarlo, io lo tengo. Rivedrò gli occhi di Mark nei suoi. Rivedrò la sua tenacia.”
Gregory sbuffò e guardò il pavimento, rassegnato: “…e sai già cos’è?”
“In che senso?”
“Sarà un lupo?”
“Non ne ho idea. Potrebbe anche uscirne un bambino umano, per quanto ne so.”
“No, impossibile. Il nostro DNA è più forte del vostro. Sarà contaminato, sicuramente. Se nasce un lupo, non posso aiutarti.”
“E io non potrò aiutare lui; ma lo farò lo stesso.”
 
 
Cinque anni dopo, il bimbo è nato e Andromeda l’ha chiamato Thomas, in ricordo del padre biologico, Mark Thomas Trumper. Il bimbo somiglia in modo impressionante al padre e Andy rivede il suo amato ogni volta che lo osserva: il piccolo però ha una caratteristica particolare, ovvero ha gli occhi di due colori diversi.
Lei, il figlio e Tyler sono andati a vivere in Scozia, sparendo dalla circolazione, protetti dagli Highlander del posto con i quali han fatto amicizia.
Un giorno, al calar del sole, il piccolo Tom scappa dalle cure della madre lungo la collina in cui vive…
 
 
“Tom…? Tom! Torna qui!”
Il bimbo smise di ridacchiare e risalì la collina, tenendo per mano un uomo alto, dal fisico longilineo e vestito di nero. William.
“No… Tom! Vattene!”
“Andy, il tuo pargolo è davvero grazioso. Dicono sia di Gregory… non ti facevo così puttana.”
Andromeda notò una lunga cicatrice sul collo del vampiro, da parte a parte, e le venne subito in mente quella notte, quella maledetta notte senza fine.
“Tom, scappa!” Disse lei, correndo loro incontro.
Il bimbo si liberò dalla morsa della mano di William e cominciò a correre verso il bosco.
“No, Tom! Entra in cas…!”
William la prese per la gola e lei fece appena in tempo a vedere il suo piccolo cucciolo sparire tra le fronde basse del bosco vicino.
Tornò a guardare il vampiro: “Will… William… lasciami… prendi me… lascia stare mio figlio!”
“Oh, che grande scena madre!”
“Non te ne fai niente di lui! È me che vuoi, lo sai bene!”
“No, il tuo piccolo bastardo è un vampiro, se, come dici, è figlio di Gregory, quindi lo porterò con me e lo crescerò nel modo che meglio crederò per lui.”
“Non è tuo figlio! Vattene! Porta via me, piuttosto!”
Le lacrime di disperazione di Andy corsero tra l’erba alta della collina e scesero sibilanti nel sottobosco, tra il muschio umido e gli aghi di pino. Tom, spaventato, stava seguendo il sentiero insegnatogli dall’amico Scott l’Highlander, lontano dalla strada e costellato di rami spinosi.
Ormai non sentiva più le urla della madre e cercò un rifugio tra gli alti fusti. Sentì dei passi alle sue spalle: l’avevano seguito. Fiutò l’aria come un cucciolo di lupo e si fece piccolo piccolo nel sottobosco. Forse, se si fosse calmato, sarebbe riuscito a non respirare tanto affannosamente.
Si premette contro un tronco parzialmente cavo e sprofondò piano nel terriccio smosso, acquattandosi furtivo.
Vide passare a pochi metri da lui tre uomini in nero, molto simili all’uomo che l’aveva preso per mano. Il nemico.
Aggrottò la fronte e si fece sempre più basso, vicino al suolo.
Passato il pericolo, rimase ancora qualche minuto in quel posto, senza muovere un muscolo. Quando stava per alzarsi, sentì un passo felpato raggiungerlo da sinistra: si voltò e vide un grande lupo avanzare con passo lento e nobile. Tom sbarrò gli occhi e si raggomitolò ancora di più su se stesso. Quando tornò a guardare l’animale, si trovò di fronte un uomo dai capelli neri e ricci che gli cadevano sugli occhi, occhi gentili e paterni. La carnagione abbronzata appariva provata e segnata da graffi violacei.
“Oh, sei tu Marcus!” Ridacchiò Tom, uscendo allo scoperto.
“Sì, stai tranquillo… dimmi, ti hanno fatto del male?”
“No no, mi sono nascosto come mi hai insegnato tu!”
Mark sorrise: “La tua mamma dov’è?”
“Sta litigando con un signore cattivo, là, sulla collina.”
Mark ebbe uno scatto d’ira ma si contenne: “E il tuo papà?”
“Stamattina è in città…”
“Vai a casa, Tom. Stai attento a non farti vedere dal signore cattivo, d’accordo?”
Il bimbo annuì e sfilò via nel sottobosco, lasciando un sorriso a trentadue denti sul volto di Mark.
‘No, non sei di Gregory, figliolo… non lo sei affatto.’
 
 
‘Ti ha lasciato un giorno per pensarci, Andy. Vattene a casa…’ si disse, imboccando il sentiero verso il cottage.
Tom la raggiunse di corsa, aggrappandosi alla sua mano.
“Tom! Stai bene?” gli chiese lei, guardandolo negli occhi.
“Sì, mi sono nascosto…”
“Bene, bravo! Sei tutto sporco di terra! Hai trovato qualcuno nel bosco?”
“Sì, degli uomini in nero, ma non mi hanno trovato, e poi il mio amico, Marcus.”
Andy sobbalzò: “Ancora? Cosa ti avevo detto riguardo a questa tua fantasia?”
“Ma non è finto, è reale! Esiste!”
“E perché non l’ho mai visto in cinque anni?”
“Perché lui si nasconde…” piagnucolò il piccolo, entrando in casa.
La giovane madre, sorridente per un momento, lo prese e lo strinse a sé, assaporando quello che sarebbe stato forse l’ultimo abbraccio dato al figlio.
 
La notte calò in fretta e Tyler tardava ad arrivare. Andromeda se ne stava sulla finestra a guardare il limitare della collina, speranzosa di qualche faccia amica. Trovò di meglio.
Ebbe un tuffo al cuore nel vedere quella testa tanto folta da sembrare irreale risalire la collina. Le treccine erano sparite.
Era vivo.
Era Vivo.
Prese la mantella scura e, assicurandosi che Tom stesse dormendo, uscì di casa e corse nella notte, la via illuminata dalla finestra della casetta.
‘Mark…?! Mark sei tu?!? Tom non mentiva?! Sei reale?!?!’ si ripeteva lei, sperando di poterlo urlare, ma incapace di produrre alcun suono.
Gli arrivò addosso e lo abbracciò, saltandogli al collo.
Quello barcollò ancora un istante e poi al strinse a sé, caldo come un tempo.
Non si dissero nulla e lei lo portò in casa.
Tom dormiva sul divanetto in salotto, presto Andy l’avrebbe portato a letto.
“È bellissimo.” Disse Mark, guardandolo.
Andy tacque.
“L’hai chiamato Tom? Bel nome…”
Ancora nessun cenno.
“Non credevo sarei riuscito a trovarti. È stata dura dopo… sì, insomma, dopo quella notte.”
Andy scoppia a piangere.
“Ehi, Andy, no, non piangere… so com’è andata. Non ti devi giustificare. Ti capisco. Probabilmente anch’io avrei fatto lo stesso. Era la disperazione che ti guidava, lo so. Ehi… smettila, dai…”
“Scusami…”
“È davvero mio figlio?”
Andy annuì, pulendosi il viso dalle lacrime: “Ma allora non eri morto?”
“No… e nemmeno William. Non eri né vampira né lupa quando hai creduto di ucciderlo, quindi l’hai solo ferito… non l’hai ucciso.”
“Ma ti ho sparato…”
“Non erano d’argento, quelle pallottole. Gregory le aveva sostituite per tempo. Ha cercato di salvarmi fino alla fine. Mi ci è voluto un po’ per rimettermi in sesto, ma quando ho saputo del bimbo… non volevo venire da te, non volevo crearti altri problemi. Ne avevi già avuti abbastanza… però vi ho cercati, non potevo lasciarvi soli con William in libertà.”
“Un Andy è già morto, era l’Andy di William.”
“Non me ne frega niente della profezia… non vorrei mai perderti, Andy.”
La donna ebbe un sussulto: “Sei sempre stato qui?”
“Certo, a badare a Tom. Oh, ho una brutta notizia da darti… Tyler…”
“Sì?”
“È morto, l’hanno trovato oggi pomeriggio ammazzato in un angolo dietro l’emporio del paese.”
“No!” Disse lei, portandosi le mani alla bocca.
“Probabilmente prima di venire da te, hanno trovato lui. Mi dispiace…”
Andy abbassò lo sguardo e si voltò verso suo figlio: “Mi ricorda così tanto te.”
“Davvero? E i due occhi diversi?”
“Sì, soffre di eterocromia, ma non è preoccupante. È molto rara, ma non gli farà nulla a parte fargli avere un occhio scuro e uno chiaro. Stai tranquillo.”
“Che cosa ti ha detto William?”
“Mi ha dato un ultimatum e tempo fino a domani per pensarci.”
“Sai già cosa fare?”
“Certo. E tu dovrai darmi una mano.”
Mark la guardò, le andò vicino e la baciò. Tanto. Lentamente. Profondamente.
“Ti amo, Andy.”
“Anch’io, Mark. Dovrai prendere Tom con te. Andrò io con William.”
“…cosa?”
“No, non t’intromettere. È il dovere di una madre verso suo figlio. Tu sei il padre, tu gli baderai. Portalo con te. Istruiscilo. Proteggilo e insegnagli ad arrangiarsi.”
“Non puoi andare con mio fratello, ti farà diventare una corvina…”
“E così sia, Mark. Qui non è più in ballo la nostra storia. Non siamo più noi i protagonisti, ora… adesso c’è Tom e basta. Tom. Pensiamo a lui. Noi abbiamo avuto la nostra occasione. Ti amo.”
Concluse lei, ferma e decisa.
La notte passò lenta. Il giorno arrivò discreto.
 
Il giorno dopo Andromeda scese la collina e raggiunse William nel posto concordato, concedendosi a lui e seguendolo a Londra. Lo seguì per salvare suo figlio mentre Mark se ne prendeva cura, tra le montagne della Scozia, correndo tra le foreste come due lupi selvaggi. Nessuno sa se un giorno padre e figlio avrebbero fatto vista alla madre per liberarla o per vendicarla… tutto, ora, era diviso; tutto, ora, era imprevedibile.
Tutto, ora, era al suo posto.
 
-:-:-:-
 
 
Bene. La Storia finisce qui.
Non odiatemi.
Alla prossima.
=)
B.L.
 
 
  
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