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Autore: Patta97    25/05/2011    9 recensioni
Questa FF è sorta da delle semplici domande: come si sono rincontrati Harry e Dudley? Come l'hanno presa? E le loro nuove famiglie?
E così, ho iniziato a rispondermi ed è venuto su questo: a voi il parere!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley, Famiglia Dursley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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…Ginny apparve al suo fianco, stringendogli un braccio, incoraggiante, quello le sorrise debolmente di rimando. Aprì la porta.
- Harry! – fece la voce trillante di Darla, mentre il suo viso sorridente spuntava all’aprirsi della porta. Teneva in braccio un bimbo sui tre anni profondamente addormentato, dal viso incredibilmente dolce, che Harry immaginò essere Bobby. Accanto a lei stava un paonazzo e imbarazzatissimo Dudley, che teneva per le spalle un contrariato e allo stesso tempo eccitato Vernon. Dietro di loro, se possibile ancora più impacciati, stavano zia Petunia e zio Vernon, la prima con le labbra serrate in un quasi impercettibile sorriso di cortesia e un colorito verdognolo, il secondo con la carnagione che variava in modo sublime dalle tonalità del rosso a quelle del viola con apparente nonchalance. La donna abbracciò forte Harry e gli diede un grosso bacio sulla guancia; Harry arrossì abbondantemente. Poi il mago strinse la mano a Dudley e anche al giovane Vernon, mentre rivolse solo un breve sorriso agli zii - erano infatti tutti e tre ancora stravolti dal loro ultimo incontro – per poi passare alle presentazioni.
- Darla, lei è mia moglie, Ginny – la Babbana rivolse un gran sorriso alla strega, che rispose con uno tirato, cercando di non socchiudere gli occhi, leggermente infastidita dal comportamento che Darla aveva avuto nei confronti di Harry, nonostante si conoscessero da pochissimo. – Ginny, loro sono Dudley, Vernon… - la strega rivolse loro sorrisi più sereni e strinse la mano a Dudley, mentre Vernon la fissava, un sopracciglio appena sollevato.
– Mentre loro sono zio Vernon e zia Petunia – finì Harry, teso. Ginny li guardò con il migliore dei suoi sorrisi, ma loro risposero solamente con un brusco cenno del capo. Mentre li facevano accomodare nell’ingresso e Harry, che stava sudando freddo, faceva strada loro verso la cucina, Ginny sbatté la porta di casa.
- Cominciamo bene… - borbottò, afflitta. Quando la strega arrivò, ciondolante, in cucina, trovò il quasi assoluto silenzio, rotto solo da Harry che faceva le presentazioni e spiegava le parentele. Darla annuiva, contenta, anche Dudley si sforzava di essere cordiale e il piccolo Bobby, nel sonno, rivolgeva a tutti un sorriso beato; Vernon e zia Petunia scrutavano tutti, avidi, mentre zio Vernon sembrava più a disagio che mai ed era sbiancato: non era mai stato in un luogo con tutti quei maghi assieme. Quando Harry finì le presentazioni e tutti erano con un sorriso di cortesia sul volto, Darla ruppe il ghiaccio.
- Oh, bé… siete tanti! E di sicuro non ricorderò tutti i vostri nomi, ma… - lasciò in sospeso, mortificata. – Ma quando vedrò una persona coi capelli rossi la saluterò di sicuro, non si sa mai! – concluse con un occhiolino, strappando qualche sorriso. Ginny, senza farsi sentire, sbuffò.
Dudley, sconcertato, stava fissando da un po’ George, che gli sorrideva apertamente, sornione, stringendo qualcosa in tasca: delle vecchie caramelle mou appiccicose, mentre James, Roxanne, Fred e Hugo, che sapevano tutta la storia, cercavano di trattenere le risate. Zio Vernon, nonostante il sorriso nervoso, aveva un paio di piccole chiazze rosse sulle guance e gli occhi stretti a due fessure, forse perché aveva appena riconosciuto Arthur, che gli aveva sfasciato il salotto quando Harry aveva quattordici anni, e che, in quel momento, sembrava rapito da una delle manopole del gas del forno. Zia Petunia osservava con occhi critici ogni dettaglio della cucina e di come fosse apparecchiata la tavola, le numerose teste rosse scompigliate ed era un po’ che osservava, accigliata, i voluminosi capelli viola di Teddy, che, in un attimo, diventarono… arancioni. Mentre la zia spalancava la bocca, sorpresa, il giovane Vernon e Darla , che guardavano entrambi, con la coda dell’occhio, i non esattamente sobri capelli del mago, ebbero invece due reazioni differenti: Vernon strizzò gli occhi un paio di volte e li lasciò socchiusi, sospettoso e… spaventato? Mentre Darla fece un sorriso timido, rivolta a Teddy.
- Che strano, Teddy (Teddy, giusto?)! Un attimo fa avrei giurato che i tuoi capelli fossero viola! -
- Bé, è così infatti – rispose Ted, che era stato informato dal padrino che Darla era a conoscenza della loro magia.
- E come hai fatto? – domandò sorpresa Darla, sgranando un po’ gli occhi, e mentre Teddy, confuso, cercava le parole e Harry stava per venire in suo aiuto, il piccolo Bobby, tra le braccia della madre, spalancò lentamente gli occhi, appannati dal sonno, stropicciandoseli con le manine paffute. A molti mancò un battito: il colore degli occhi di Bobby era molto simile a un altro, che possedevano solo altre due persone in quella stanza, un verde chiaro, limpido e sincero.
Darla rivolse un sorriso al bimbo, che fece una breve risata, battendo le mani piene di fossette. Poi la donna rivolse nuovamente la sua attenzione a Teddy, con aria interrogativa, mentre tutti facevano saettare lo sguardo da Darla e Bobby a Teddy e poi a Harry. Fu la saggia Andromeda a cambiare discorso.
- Lascia perdere, Darla, gli strani trucchetti di mio nipote, sai, sono ragazzi…! Se ne inventano una nuova al minuto! Piuttosto, il bel bimbo, lì, come si chiama? -
Molly capì la situazione e annuì.
- Complimenti, Darla, è molto bello! Quanti anni ha? – aggiunse.
- Ti somoglia molto, cherie! Ed è bello paffuto! Quanto mangia? - accorse Fleur.
Mentre Darla, stranita, rispondeva alle numerose domande, Harry, grato, prese Dudley in disparte.
- Dudley, sei ancora in tempo – disse Harry, con aria leggermente minacciosa. – C’è qualcosa che devi dirmi? -.
- Bé, ecco… - temporeggiò l’altro. – Sai, quando ti ho detto che avrei detto tutto a Darla… bé… -
Harry gli fece cenno di continuare, concitato.
- Bé, non gliel’ho detto! – finì Dudley, con aria di sfida.
Il mago sbatté le palpebre un paio di volte prima di parlare.
- Dudley, non hai fatto… cosa?! – chiese, cercando di rimanere calmo.
- Non ho detto né a Darla né tantomeno a Vernon delle tue, anzi, vostre stramberie magiche! – ripeté Dudley, tutto d’un fiato.
- Cosa?! – urlò quasi Harry, perdendo il controllo.
Ginny che, appoggiata alla credenza lì vicino, aveva sentito tutto, capì al volo che doveva fare.
- Darla, Vernon, signori Dursley! Perché non venite un attimo in salotto? Potete posare le vostre borse, giacche… - disse Ginny, in tono che non ammetteva repliche, quasi spingendo i quattro attraverso la porta a vetri che conduceva nel salotto, stanza adiacente a quella, e chiudendosela alle spalle.
Dudley, mortificato e incapace di incontrare lo sguardo di Harry, mentre tutti i maghi restanti capivano lentamente la situazione, fissò la porta a vetri, dove poteva vedere i movimenti dei suoi familiari e di Ginny. Tutti fecero lo stesso, persino George, Roxanne, Fred, Hugo e James si scordarono di prendere in giro con le occhiate Dudley.
- Ragazzi… - esordì Harry, a bassa voce. – A quanto avete spero tutti capito, i parenti di mio cugino non sanno che siamo magici e quindi, vi prego, niente stramberie… Teddy, cerca di mantenere lo stesso colore di capelli, James, Hugo, Roxanne, Fred… George, niente scherzi, d’accordo? – tutti annuirono, fissando ancora la porta a vetri, tristi per non poter seguire le tradizioni degli anni precedenti: Teddy che cambiava forma, George che faceva scherzi e battute con i monelli al seguito, nonno Arthur che chiedeva a Hermione nomi e funzioni di stramberie Babbane…
- Bene, ricordate che non sanno nulla della magia, ok? D’accordo, ora vado di là a chiamare Ginny e gli altr… - Harry si interruppe, mentre tutti trattenevano il fiato e si irrigidivano, lo sguardo come ipnotizzato alle ombre che si intravedevano attraverso la porta a vetri. Un qualcosa, che assomigliava tremendamente a un bambino molto piccolo, volteggiava a mezz’aria, battendo le mani e ridendo come un pazzo, mentre si sentivano i piccoli strilli terrorizzati di zia Petunia, Darla e Vernon. Ginny spalancò la porta a vetri, stravolta, lasciando che tutti vedessero bene la scena, diventando sempre più inorriditi. In quel momento, Bobby atterrò preciso e tranquillo tra le braccia della madre, facendo sorrisi a tutti. George si alzò da tavola e si diresse verso Harry e Dudley; poi, posando la mano sulla spalla di quest’ultimo, che aveva occhi e bocca spalancati, disse:
- Benvenuto nel club, amico! –
Darla avanzò attraverso la porta a vetri, rientrando nella cucina, avvicinandosi al marito, stringendo convulsamente Bobby, che la guardava con aria interrogativa, come se temesse volasse ancora via.
- T-tu… tu nei sa qualcosa, Dudley? - chiese, il tono sempre allegro incrinato.
Dudley si ridese un contegno e guardò la moglie, assentendo piano col capo. Vernon, che stava attaccato alla madre, sussultò, come se suo padre fosse colpevole di un delitto plurimo. Darla però guardava solo Dudley, gli occhi pieni di domande, come se tutti i presenti, per i quali quella cosa che aveva fatto suo figlio era quasi del tutto normale, non esistessero.
- Darla…  - sussurrò Dudley, ignorando anch’egli tutti gli altri. – Io avrei voluto, anzi dovuto, dirtelo, ma… non ce l’ho fatta -.
- Dirmi cosa, esattamente, Dudley? –
Quest’ultimo parve accorgersi in quell’istante di tutti quelli che li fissavano, di quelli che provavano a guardare da un’altra parte, di quelli che osservavano suo figlio Bobby con aria curiosa; trascinò la moglie nell’ingresso e Vernon, rimasto solo, si strinse ai nonni, impaurito, fissando tutti con aria truce. James arricciò leggermente il labbro inferiore, guardandolo: non lo sopportava proprio. Petunia e Vernon Dursley, durante tutta la scena, avevano mantenuto un’aria composta. La zia aveva assunto un delizioso colore verdastro, come se stesse per vomitare, e, in effetti, represse a stento un paio di conati; mentre lo zio era diventato rosso come un pomodoro e, per un attimo, stette per esplodere, poi però chiuse gli occhi, contò fino a dieci, e riassunse un colorito degno di essere chiamato tale. Erano entrambi sconcertati dal prodigio, o meglio “obbrobrio” a sentire i loro pensieri, del minore dei loro due nipoti ma, tutto sommato, a parte battito accelerato e pressione a mille, stavano prendendo bene la cosa. Aspettando che Darla e Dudley facessero ritorno, molti si misero a bisbigliare su quanto era successo. Nel brusio, Ginny si avvicinò a Harry, che era rimasto vicino al frigo, dove prima aveva sospinto Dudley per parlare a quattrocchi.
- Hai visto gli occhi del bambino? – chiese, a bassa voce, il mago.
Ginny annuì lentamente.
- Sono identici ai tuoi – affermò.
- Identici a quelli di mia madre – la corresse Harry. – Evidentemente anche qualcos’altro di lei è arrivato al piccolo Bobby -.
La strega annuì di nuovo, non sapeva che dire.
- Povera Darla… piombare nel nostro mondo così all’improvviso… - sospirò infine. Le era stata antipatica in un primo momento, ma adesso, che provava a mettersi nei suoi panni, le riusciva difficile non dispiacersi per lei, non capire la sua frustrazione e sorpresa.
Proprio in quel momento, la Babbana fece il suo ingresso in cucina, Bobby era tra le braccia di Dudley, che, mortificato, stava dietro di lei. Darla sembrava stravolta e irritata, tratteneva a stento le lacrime.
- Vernon, andiamo – disse solo. Il ragazzino fu subito al suo fianco. Darla afferrò la mano del figlio stretta. – Buona serata a tutti – fu l’unica frase di cortesia che riuscì a dire, senza guardare nessuno, prima di uscire nuovamente dalla stanza. Qualche secondo dopo, si sentì il portone di ingresso sbattere.
 
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Ok, lo so che volete uccidermi! E non sapete quanto sto ringraziando il cielo per il fatto che davanti a me ci sia solo un computer e non una folla inferocita.
Il capitolo è finito più all’aria del precedente e inutile dire che ci sarà anche una terza parte di “Weasley vs Dursley”. Bé, direi che c’è un grande colpo di scena e, a parte questo, in realtà, non succede granché; comunque, ovviamente, aspetto le vostre recensioni e i vostri pareri (numerosi, eh?).
Ciao,
Patta97
  
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