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Autore: Sun86    26/05/2011    12 recensioni
Dopo il mancato matrimonio Akane prende un importante decisione che porterà Ranma per diversi mesi lontano da casa... ma cosa succede se il più temibile tra i rivali di Ranma, Shinnosuke, si trasferisce inaspettatamente a Nerima? come si comporterà Akane? e se Ranma lo scoprisse,cosa sarà disposto a fare per non perdere Akane? e soprattutto, se non fosse così scontato che questa volta i due tornino insieme? lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shinnosuke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CREPUSCOLO



16)Che differenza può fare un giorno?

È una fresca giornata di settembre. L’estate è andata via da un pezzo, l’aria è più fresca… più frizzante. Le giornate si sono accorciate permettendo al sole di calare via prima per tornare nel suo nascondiglio notturno, la luna al contrario sembra reclamare altezzosa il suo posto nell’alto dei cieli.
Un nuovo anno mi si apre davanti, un anno ricco di premesse inaspettate e piacevoli. L’anno scorso di questi tempi ero alle prese con lo shopping prescolastico. Comprare penne e quaderni nuovi per iniziare al meglio l’ultimo anno di liceo sembrava il massimo dei miei progetti. Certo non mi sarei mai aspettata tutto quello che è avvenuto dopo… Sono stata intrappolata in una bambola di cera mentre lo spirito vendicativo di questa si è impossessata del mio corpo per uccidere Ranma, sono stata catapultata pochi mesi dopo in Cina dove ho quasi perso la vita in un orribile grotta, sono stata spedita a trabocchetto sull’altare e poi abbandonata dal mio quasi sposo pochi minuti dopo mentre tre pazze scatenate riducevano la palestra in un ammasso di macerie e detriti.
Ho visto Ranma andare via. Ho dovuto fare i conti con la sua assenza e con i miei rimorsi per mesi interi. Ho ricevuto il mio primo vero bacio da un ragazzo che non era lui sotto i suoi stessi occhi. È vero, ero già stata baciata prima ma mai in modo reale. La prima volta Ranma era sotto l’effetto della Neko Ken, la seconda era imbavagliato per bene da uno spesso strato di scotch. Certo avevo potuto sentire in entrambi i casi la consistenza delle sue labbra morbide sulle mie, gli insani brividi che il solo contatto poteva provocarmi… ma questo era troppo poco per parlare di bacio vero e proprio.
La scena rabbiosa che è arrivata poco dopo è stata una vera sorpresa per tutti e due, soprattutto quando lui si è lasciato sfuggire in preda all’ira quelle due piccole parole che per quasi tre anni ho sperato, pregato, desiderato ardentemente di sentirgli dire… “ti amo”.
Come dimenticare poi la scoperta di un rimedio alla sua maledizione, ancora lo vedo piroettare su e giù per il corridoio di casa. Allo stesso modo credo che non potrò mai dimenticare neanche la sera in cui fummo raggiunti da Shinnosuke e Shan-Pu nella foresta di Ryugenzawa, Ranma che lottava rabbioso contro Shinnosuke, Shan-Pu che lo accusava di atti terribili e inimmaginabili. Solo io potevo essere così stupida da credere alle sue parole, tanto sciocca da poter anche solo pensare che Ranma, il mio Ranma, potesse essere capace di simili meschinità. Lo avevo appena ritrovato dopo averlo praticamente spinto a lasciarmi pochi mesi prima, per poi allontanarlo di nuovo con i miei dubbi e la mia insicurezza. Avrei potuto perderlo per sempre… se solo ci ripenso mi vengono i brividi e il terrore mi stringe alla gola togliendomi il respiro.
Ranma mi ha perdonato quasi subito per fortuna. Devo ammettere che ne sono rimasta sorpresa. Ero convinta che mi avrebbe costretta a strisciare ai suoi piedi a denti stretti per chissà quanto tempo prima di concedermi un’altra opportunità. Il primo istinto alla sua area gelida è stato quello di non dargli la soddisfazione di vedermi supplicare il suo perdono, ma se solo ripenso al dolore e alla frustrazione dei mesi passati senza di lui mi rendo immediatamente conto che se lui non fosse capitolato subito allora avrei potuto anche prostrarmi ai suoi piedi, recitare centinaia di mea culpa cospargendomi il capo di ceneri e seguirlo fino all’infinito pur di non perderlo di nuovo. Non avrei sopportato di vederlo uscire ancora una volta dalla mia vita, non dopo tutto quello che c’era stato.
Se mesi fa, riprendere una vita quasi normale era stato tremendamente difficile, ora dopo le sue parole, le sue promesse, un po’ ortodosse ma pur sempre promesse, dopo il suo sconvolgente bacio al chiaro di luna, dopo tutto quello che entrambi sapevamo di provare per l’altro… beh, sarebbe stato assolutamente impossibile!
Quando siamo tornati a casa da Ryugenzawa, nascondere a tutti quello che era successo è stato praticamente impossibile. Nabiki aveva pensato bene di mettere al corrente i nostri padri della rottura dei vari fidanzamenti di Ranma, dell’imboscata di Shan-Pu a Ryugenzawa, delle sue accuse infamanti e della mia partenza alla ricerca di redenzione. Inutile dire che nessuno dei dettagli è stato tralasciato dalla mia adorata sorellina, nemmeno stesse descrivendo la trama di uno shoujo manga o la scena di uno di quei film strappalacrime che piacciono tanto a Kasumi e alla signora Nodoka.
Il risultato? Come era prevedibile, non appena mettiamo piede sulla soglia di casa i nostri padri ci assalgono con l’intero programma dei preparativi matrimoniali. Abbastanza scontato come comportamento, infatti lo avevo messo in conto nel momento stesso in cui ho lasciato casa per andare a riprendermi Ranma. Ciò che ancora una volta mi ha lasciata sconcertata è stata la reazione di lui. Non è scappato via imbarazzato urlando insulti a destra e a manca, non ha lanciato suo padre nello laghetto in giardino dandogli dell’idiota, non ha blaterato frasi sconnesse e senza senso come suo solito pur di trarsi fuori dall’impiccio. No. Si è limitato a fissarli con aria seria e grave intimandoli di restare fuori dalle nostre faccende private. Ha detto loro che non dovevano azzardarsi ad organizzare nessun matrimonio perché noi non vi avremmo preso parte, affermando in un modo tale da non permettere repliche, che il giorno in cui avremmo deciso di sposarci, se avremmo deciso di sposarci, sarebbe stata nostra premura informarli… quindi, la questione matrimonio doveva chiudersi all’istante.
I nostri genitori ne sono rimasti praticamente sconvolti. le urla disperate e i pianti di dolore hanno reso il nostro ritorno a casa insopportabile per giorni interi. Nemmeno la consapevolezza di ciò che provavamo era riuscita a spingerci al grande passo e, ciò per i nostri genitori era inspiegabile… e non solo per loro.
Dire che sono rimasta profondamente delusa dal comportamento di Ranma è un eufemismo. Le sue parole sono state atroci, mi hanno ferito come mille lame incandescenti infilzate tutte insieme nello stesso punto. Mi ha ripetuto per due intere settimane che mi voleva bene e che sarebbe stato disposto a sposarmi in qualsiasi momento per poi ritrattare tutto nel momento e nel modo più inaspettato e doloroso. Tipico di Ranma!
Per un attimo mi è persino venuto il dubbio che si stesse prendendo la sua vendetta per non avergli creduto subito quando Shan-Pu lo aveva accusato di essere stato con lei. Ma che senso avrebbe? Lui mi aveva assicurato di avermi perdonato… allora perché non vuole più sposarmi? Le possibilità sono due. O non era sincero nel momento in cui me lo diceva o ha cambiato idea tornando a casa. Magari l’atteggiamento dei nostri padri lo ha spaventato. Forse non si sentiva pronto a compiere un passo del genere dopo la totale mancanza di fiducia che ho dimostrato di avere nei suoi confronti. Non so! Ormai non riesco più a capacitarmi dei suoi comportamenti, dei suoi ragionamenti, dei suoi gesti. È un Ranma che mi è completamente estraneo.
Come se non bastasse, sono giorni ormai che si fa vedere poco è niente. È sempre fuori casa, torna a sera inoltrata solo per ingozzarsi come un animale prima di sparire in camera sua. A stento riusciamo a salutarci la mattina a colazione e quei pochi minuti a cena se non è troppo impegnato a trangugiare l’intero tavolo.
Vorrei sapere esattamente cosa fare, cosa dire per migliorare questa assurda situazione. Ad ogni passo avanti che compiamo, ce ne sono altri dieci indietro. È tremendamente frustrante. Sarà sempre così la nostra vita?

 

Dannazione! Ha cominciato a piovere. Anche se non corro più il rischio di un indesiderata trasformazione in ragazza, non ci tengo minimamente a beccarmi un fastidiosissimo raffreddore. Il solo pensiero di starnutire in continuazione o di dovermi tappare il naso che cola mi fa rabbrividire.
No. Ranma Saotome non è tipo da ammalasi! Tantomeno con un banale raffreddore.
Corro veloce tra i tetti di Nerima per tornare a casa facendo attenzione a non scivolare dalle tegole bagnate. Il sole è tramontato da un pezzo. Non ho l’orologio con me ma dai brontolii che provengono dal mio stomaco riesco facilmente a capire che saranno le nove passate di sera. In perfetto orario per la cena.
Sono stremato! Sono giorni che mi alzo alle sette per rientrare solo a tarda sera. Nemmeno quando andavo a scuola mi costringevo a svegliarmi tanto presto. Di solito erano già le otto passate quando Akane veniva a destarmi con l’acqua gelida. Sembra passata una vita.
L’estate è finita ormai. Appena tornato a casa ho dovuto fare i conti con la realtà che per troppo tempo mi sono impedito di vedere. Non sono più il ragazzino immaturo e presuntuoso che si nascondeva dietro alla barricata del suo orgoglio. Sono cresciuto. Sono un uomo adesso. Un vero uomo!
Nemmeno il tempo di rimettere piede in casa che quell’idiota di mio padre insieme a quell’altro rammollito del suo compare già mi avevano affibbiato un intero elenco di compiti perfettamente stilato apposta per me, dietro supervisione di Nabiki scommetto. Una lista di sciocchezze che non finiva mai. A confronto il Dàzàng jīng* è un volumetto tascabile. Due pazzi imbecilli! Soprattutto due poveri illusi se davvero credevano che mi sarei fatto incastrare così facilmente.
Il primo dei punti trattati era stato ancora una volta il matrimonio. Per un attimo l’espressione indecifrabile di Akane mi ha mandato nel panico. Giusto un attimo e la consapevolezza che se non avessi fatto immediatamente qualcosa per fermarli avrebbero finito per rovinare tutto quello a cui eravamo arrivati con non poca fatica, mi ha colpito in pieno. Non potevo permettere che giostrassero ancora la nostra vita come un burattinaio fa con le sue marionette. Non spettava più a loro stabilire chi, come e quando sposarci. Li ho tranquillamente invitati a restarsene fuori da faccende che non riguardavano loro. Beh forse dovrei dire che l’ho praticamente ordinato, beccandomi sguardi sconcertati da tutti i presenti, Akane compresa.
Non abbiamo ancora avuto modo di parlare della cosa. Da quando siamo tornati lei si è come ritirata nelle sue segrete riflessioni ed io… beh io non ho fatto niente per creare l’occasione. Cosa potevo dirle? Scusami, Akane. Avevo detto che ti avrei sposato ma come e quando lo decido io? Assolutamente fuori discussione! A meno che non mi fosse venuta voglia di fare un bel tour intorno al sistema solare ovviamente.
Conoscendola, non fatico ad immaginare gli stravaganti film tragicomici che si è costruita in testa per spiegare il mio comportamento. Sono convinto che ha valutato più volte l’idea di mollarmi di nuovo…. Magari aspetta solo il mio prossimo errore per lasciarmi per l’ennesima volta.
Con Akane è sempre stato così… una lotta continua. Un eterno incontro di box dove i momenti sereni potevano essere paragonati alle brevi pause tra un round e l’altro.
A volte mi fermo a pensare a come sarebbe la nostra vita da sposati. Di certo non più pacifica di quanto non lo sia adesso. Sarebbe un continuo battibeccare. Litigare per le sciocchezze più assurde. Beccarsi ridicole scenate di gelosia per i motivi più insensati. Essere costretti a mangiare porcherie ad alto rischio di avvelenamento solo perché da qualche parte è scritto che è giusto così.
Chiunque abbia deciso una clausola simile ovviamente non poteva immaginare che esistesse una cucina pericolosa come quella di Akane, altrimenti avrebbe sicuramente avuto pietà del poveraccio che l’avrebbe sposata.
Tra un pensiero e l’altro sono arrivato a casa. Tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento è un bagno caldo, un paio di ciotole di riso e un bel letto caldo.
Atterro fulmineo nel cortile di casa, la porta d’ingresso è aperta… forse abbiamo visite.
Nemmeno il tempo di avvicinarmi che il suono di due risate attira tutta la mia attenzione provocandomi un moto di stizza interiore. So fin troppo bene a chi appartengono quelle voci. Non mi aspettavo una sua visita .
<< Buona sera >>, rendo loro nota la mia presenza sulla soglia di casa. Si voltano entrambi sorpresi. Che c’è? Si erano già dimenticati di me?
<< Oh, Ranma… sei tu… >>, lo sguardo di Akane è confuso. Certo che sono io! Chi sennò? Non le rispondo. Sono convinto che abbia già capito il fastidio che provo nel vederla sorridere e conversare tranquillamente con il suo amichetto. Dopo lo scontro a Ryugenzawa credevo che avesse avuto almeno il buon senso di non farsi più vivo, invece…
<< Saotome… >>, non era di così poche parole l’ultima volta che ci siamo visti. Lancia un ultima occhiata ad Akane prima di avvicinarsi lentamente a me.
<< Shinnosuke… cosa ci fai tu qui? Hai perso la strada di casa? >>, il mio sarcasmo è tangibile. La sua presenza da sola basta a farmi salire il sangue al cervello.
<< No, tranquillo. Sono solo passato a salutare Akane. Domani mattina, alle prime luci dell’alba mi metterò in marcia per tornare a Ryugenzawa >>, m’informa lui assumendo un espressione contrariata.
<< Bene. Buon viaggio allora >>, mi sposto leggermente dalla porta d’ingresso in modo da lasciargli libera l’uscita.
<< Grazie, ma prima devo… chiederti scusa. Ho saputo che le accuse che ti erano state rivolte da quella cinese si sono rivelate infondate. Voglio che tu sappia che io ero solo preoccupato per Akane… niente di personale contro di te. >>, afferma lui con un espressione ipocrita stampata in volto. Certo, assolutamente niente di personale, ed io sono nato ieri.
<< Accetto le scuse, ma la prossima volta ti pregherei di restarne fuori >>, lo esorto soddisfatto. La sua espressione in questo momento non ha prezzo. Si avvia mesto verso l’uscita. Non era questa la fine che voleva… beh peggio per lui. Si volta ancora una volta verso Akane sorridendole. Che altro vuole ancora?
<< Un ultima cosa Saotome… avete più avuto notizie di quella Shan-Pu? >>, chiede voltandosi rapido verso di me. Chissà perché, me l’aspettavo questa domanda?
<< Qualche giorno fa ho incontrato Mousse dal dottor Tofu… sai, per l’antidoto alla maledizione di Jusenkyo. Mi ha detto che per sdebitarsi del favore avrebbe convinto, in un modo o nell’altro Shan-Pu a tornare in Cina per qualche tempo, da allora non ho saputo più niente… credo che alla fine ci sia riuscito >>, lo informo sollevato al pensiero. Almeno per un po’ dovremmo avere un po’ di pace.
<< Adesso che ci penso, in questi giorni il ristorante il gatto era chiuso >>, interviene Akane con un espressione assorta. Già, a lei non avevo detto niente della conversazione con Mousse. Non c’è ne stato né tempo né modo.
<< Bene. Meglio così. Ora vi saluto… a presto Akane! >>, le lancia un ultimo sguardo per poi uscire di casa e dirigersi verso il portone aprendo un enorme ombrello nero.
Mi volto verso Akane, la sua espressione è mutata da meditabonda a triste. La vedo sussultare un istante come se si fosse appena svegliata prima di scattare verso l’esterno incurante della pioggia. Ma cosa…?
<< Shinnosuke!? >>, lo chiama raggiungendolo sotto il grande portico. Lui si volta fulmineo, forse colto da un moto di speranza. Sento il cuore stringersi in una terribile morsa nel momento stesso in cui si getta tra le sue braccia lasciandogli cadere l’ombrello dalla mano.
Un misto di rabbia e tristezza mi annebbiano la mente. Perché? Perché lo sta abbracciando in quel modo?
<< Resterai per sempre il mio migliore amico, non ti dimenticherò mai, te lo prometto >>, afferma lei tra le lacrime. Sono rimasto come uno stupido sulla soglia di casa a contemplare la romantica scenetta. Dovrei voltarmi e andar via, ma non ci riesco.
<< Beh… non è questo che speravo di sentirmi dire ma… grazie! Neanche io ti dimenticherò mai! Abbi cura di te Akane >>, si stacca a malincuore da lei continuando a tenerla per le spalle.
<< Mi dispiace >>, sussurra lei a testa bassa. Le dispiace di cosa? Che se ne stia andando per sempre? Le dispiace di non aver scelto lui forse? Dispiace anche a me, ma per ben altro. Passano lunghi, interminabili istanti prima che decida di voltarsi a recuperare l’ombrello e sparire per sempre da questa casa e dalle nostre vite una volta per tutte.
Quando Akane si volta per rientrare in casa le rivolgo lo sguardo più freddo che possiedo prima di sparire sulle scale e tornarmene in camera mia.

 

È passata quasi una settimana dalla partenza di Shinnosuke. Da quella sera non ho avuto più modo di parlare con Ranma. Ho provato più di una volta ad intavolare con lui una conversazione qualsiasi ma è stato a dir poco impossibile. Inoltre, cosa faccia nelle ore in cui non è a casa è ancora un mistero, persino Nabiki non ne sa niente.
Questa faccenda mi puzza di bruciato. Possibile che con quell’idiota non si riesca mai a star tranquilli?
<< Akane!!! Attenzione, sta bruciando tutto! >>, la voce squillante di Kasumi mi ricorda dove sono e cosa stavo facendo. Ero venuta in cucina per cercare di preparare un dolce… ma a quanto pare non esiste più nessun dolce. Ecco spiegato l’odore.
<< S..scusami Kasumi! Ero distratta >>, riesco solo a dire. La sua espressione sembra più mortificata della mia. Mi volto per aprire la finestra sul lavello in modo che l’odore di bruciato possa uscire fuori. Sono un vero disastro… in tutto.
<< Akane? C’è qualche cosa che ti preoccupa? A me puoi dirlo >>, mi chiede dolcemente accarezzandomi la spalla con una mano.
<< No. Tutto bene Kasumi, è solo che oggi non mi sento molto in forma. Forse è meglio che me ne torni in camera mia >> , le rispondo dirigendomi verso l’uscita della cucina.
<< Forse hai la febbre. Magari hai preso l’influenza, si è passati così rapidamente dall’afa estiva alla pioggia autunnale… è normale. Perché non ti metti a letto? Magari ti sentirai meglio dopo >>, mi invita lei accompagnandomi verso le scale. Kasumi è davvero una seconda mamma per me, cosa farei se non ci fosse lei?
<< Seguirò il tuo consiglio, grazie! >>, le sorrido un ultima volta per poi tornarmene in camera mia.
Nella mente solo un unico pensiero… Ranma che sta succedendo?

Sarà trascorsa all’incirca un ora dal ritorno a casa di Ranma. Dal trambusto che proveniva da sotto, si capiva chiaramente che tanto per cambiare stava litigando con suo padre ed Happosai. Sempre i soliti. Non mi andava molto di cenare perciò ho preferito restarmene in camera mia, non avevo voglia di sorbirmi le solite domande indagatrici dei nostri genitori o peggio ancora le insinuazioni sconce di Nabiki.
Mi volto di scatto verso la porta quando sento qualcuno bussarci. Forse sarà Kasumi che viene a controllare come mi sento.
<< Avanti! >>, invito continuando a starmene seduta al centro del letto.
La porta si apre molto lentamente permettendo a… Ranma… di entrare con un vassoio tra le mani.
<< Che ci fai tu qui? >>, chiedo perplessa. La sua espressione da imbarazzata si trasforma in irritata. Forse avrei potuto usare un tono meno acido.
<< Kasumi mi ha chiesto di portarti la cena e di chiederti come stavi, ma se ti infastidisce tanto la mia presenza posso sempre togliere il disturbo! >>, posa il vassoio sulla scrivania, dirigendosi di nuovo verso la porta. Sembra di essere tornati in dietro di anni.
<< No, Ranma, aspetta! È…è solo che non mi aspettavo fossi tu... tutto qui >>, se l’avessi lasciato uscire da quella porta molto probabilmente sarebbero passati giorni prima di riuscire a parlarci nuovamente.
Si volta lento verso di me fissandomi con un espressione imbronciata. Sembra un bambino… fa quasi tenerezza.
<< Tutto qui? Sono giorni che sei strana, mi dici cosa ti prende? Perché non mi parli più? Cosa ho fatto questa volta per farti arrabbiare? >>, chiede lui abbastanza alterato avvicinandosi al letto. Ma se…?
<< Io? Sei tu quello che esce tutti giorni all’alba per tornare a notte fonda! Come fai a dire che sono io quella che non ti parla più se tu nemmeno sei a casa per ascoltarmi? >> , affermo altrettanto irritata alzandomi di scatto dal letto. Lo vedo irrigidirsi come una statua di marmo, che nasconde?
<< Beh… a me è perso che fossi tu invece quella arrabbiata >>, si limita ad affermare con la sua solita espressione stralunata di quando sa che è stato colto in fallo. Prende a grattarsi dietro la testa indietreggiando meccanicamente verso la porta. Sta forse scappando? Da me?
<< Non lo sono affatto! Almeno mi dici che combini tutto il giorno fuori casa? >>, spalanca la bocca per dire qualche sciocchezza forse, ma si ferma visibilmente intimorito.
<< M..magari la prossima volta, eh? D..dimmi solo una cosa per favore… è cambiato qualcosa fra noi due? >>, mi chiede con occhi preoccupati facendo un piccolo passo avanti.
<< Che intendi dire? Mi stai forse chiedendo se stiamo ancora insieme? >> , non riesco a capire il senso della sua domanda. Vedo solo il suo sguardo intristirsi continuando a fissare un punto indecifrato del pavimento.
<< Beh… te lo chiedevo perché… per come hai salutato Shinnosuke l’altra sera. Sembravi quasi… pentita di non aver scelto lui >>, sussurra alzando lo sguardo verso di me a fine frase. Mi avvicino di qualche passo a lui.
<< Pentita? Ma come ti viene in mente una sciocchezza simile? Shinnosuke è solo un carissimo amico che mi ha aiutato ad uscire da un periodo disastroso della mia vita. Per me è stato come un fratello in questi mesi, ha ascoltato tutti i miei sfoghi e si è sorbito tutte le mie frustrazioni. È ovvio che gli voglia molto bene e, non nascondo che in più occasioni in passato ho sperato di riuscire ad innamorarmi di lui ma… è diverso da quello che provo… per te >>, ecco, ho appena ammesso con lui di amarlo, anche senza dire esplicitamente quelle due parole. Sento le guance in fiamme! Possibile che mi faccia questo effetto una semplice, insignificante frase? In fondo sappiamo già da un po’ quello che proviamo l’uno per l’altra, senza contare che ci siamo già baciati per ben tre volte. L’espressione sorpresa scompare dal suo volto per lasciare posto ad un sorrisetto quasi beffardo.
<< Allora la prossima volta potresti evitare di abbracciare i tuoi amici in quel modo? Sai, non credo che loro ti vedano proprio come una sorella >>, cosa? Mi sta davvero chiedendo di...?
<< Ma.. io... ma... ecco >>, non so che dire.
<< Bene! Volevo sapere solo questo… ora ti lascio riposare. Ciao! >>, si dirige fulmineo verso la porta ed esce dalla stanza lasciandomi confusa e perplessa fissare il punto da cui è appena uscito. Mi volto per tornare verso il letto quando mi sento improvvisamente afferrare per le braccia. Ranma mi è davanti… si china verso di me stampandomi un rapido bacio sulle labbra. Veloce ma non per questo insignificante. Sono sbalordita…
<< Buona notte! >>, sorride chiudendosi la porta alle spalle.
Torno a fissare ancora una volta quel punto senza riuscire a muovermi di un solo passo questa volta. Un giorno all’altro mi farà impazzire completamente.




Il sole è ancora alto nel cielo. Questa è stata la giornata più faticosa di tutte. L’ultima per fortuna in cui sono stato costretto a svegliarmi presto. Da domani mi alzerò solo ad ora di pranzo, lo giuro!
Siamo in ottobre, qualcuno lo ha definito il mese dei ricordi… in un certo senso è vero.
Sono arrivato in questa città per la prima volta proprio in un giorno di ottobre. Come passa il tempo? E come cambiano le cose? Se solo ripenso a come è cominciata…
Domani saranno giusto tre anni. Tre anni che vivo a Nerima. Tre anni che ho un tetto sopra la testa. Tre anni che ho degli amici… Tre anni che ho una fidanzata, beh una si fa per dire. Tre anni da quando la mia vita è diventata davvero vita smettendo di essere semplicemente un esistenza vuota ed inutile. È bello tornare a casa e sapere che c’è qualcuno che ti aspetta, è bello sapere di essere importante per delle persone… sapere di non essere solo.
Negli ultimi due mesi ho lavorato come un matto! Ho fatto le consegne a domicilio per il ristorante di Ucchan fino all’ora di pranzo, e da lavapiatti in un vecchio ristorante cinese in centro la sera. Avevo bisogno di soldi, ma non mi sarei mai azzardato a chiederli a nessuno a casa.
Non è stato facile depistare la rete di spionaggio di Nabiki, i pedinamenti di quell’idiota di mio padre e Soun e le domande sospettose di Akane. Ma alla fine ci sono riuscito!
Nessuno ha capito cosa faccio tutto il giorno… soprattutto nessuno ha capito il perché.
In effetti a volte me lo chiedo anch’ io. Perché sto facendo tutto questo? Mi sarei risparmiato un sacco di casini e un mare di fatica se avessi optato per la soluzione più ovvia, cioè chiedere aiuto ai miei genitori o magari a Soun. Nessuno dei tre si sarebbe mai tirato indietro, questo è certo, ma non mi andava di sottostare ai loro tempi e ai loro modi, senza contare che chissà quali assurde pretese avrebbe avuto prima, dopo e durante. No, l’ipotesi era assolutamente da scartare.
Sono in piedi, di fronte ad una vetrina del centro da un bel po’ ormai. Certo non è il genere di negozio in cui mi sarei mai aspettato di entrare, ma le alternative erano poche.
Vedo il commesso elargire uno di quei sorrisi di circostanza tipici dei negozianti appena metto piede dentro. Continuo a chiedermi nel frattempo perché lo sto facendo.
<< Buongiorno, in cosa posso aiutarti ragazzo? >>, chiede lui gentilmente indicando la grande varietà di merce esposta alle sue spalle.
<< Prendo quelle >>, limitandomi ad indicare un punto specifico della vetrina.
<< Quelle? Ottima scelta! >>, afferma soddisfatto aprendo la vetrina con una piccola chiave. Deve essere stata la vendita più veloce della sua vita. Beh, nonostante il duro lavoro di questi mesi non è che potessi permettermi una scelta molto ampia.
Prendo il pacchetto dalle sue mani e mi defilo velocemente dal negozio. Se qualcuno mi vede sono fregato.
Non mi resta che tornare a casa sperando che Kasumi abbia svolto il compito che le ho assegnato. Non le ho dato molto preavviso, ma sono sicuro che riuscirà lo stesso a fare ciò che le ho chiesto. Mancano solo poche ore.




Anche oggi Ranma ha trascorso tutta la giornata fuori casa. Sono due mesi ormai che va avanti così, non so davvero più che pensare. Che si veda con qualcuna? Shan-Pu è ancora in Cina ma dubito che lui tornerebbe a frequentarla, soprattutto dubito che lei non ne avrebbe informato tutto il Giappone. Non vede nemmeno Ucchan a quanto ne so, lei sembra aver rinunciato a lui definitivamente ormai. Kodachi è assolutamente fuori discussione, non uscirebbe con lei nemmeno per salvarsi la vita. Chi potrebbe essere?
Uno spiffero di vento mi provoca un brivido di freddo uscendo dalla vasca da bagno. Avevo voglia di riflettere ed un bel bagno caldo era proprio quello che mi ci voleva.
Mi avvio veloce verso la mia camera per evitare incontri indesiderati nel corridoio. Di solito Happosai si apposta sempre nei pressi del bagno quando sa che c’è qualcuna di noi dentro. Entrata in camera, mi affretto a chiudere la porta a chiave per poi dirigermi verso il letto, dove con grande sorpresa trovo un enorme scatola rosa sul letto ad aspettarmi. Quando sono uscita non c’era, chi l’ha messa qui? Alzo velocemente il coperchio, vari strati di carta velina ne nascondono il contenuto. Un biglietto spunta all’improvviso tra uno strato e l’altro. “Mettilo!”
Apro l’ultimo strato e ne estraggo fuori un abito bianco come la neve. È molto semplice, sobrio, non ha decorazioni, disegni o applicazioni particolari. Lo guardo meglio… ma questo… Era della mia mamma.
Il corpetto si interrompe sotto il seno decorato da un ampio nastro bianco da dove parte la lunga gonna che scende morbida fino a terra, le spalle sono coperte da semplici spalline di velo che ricadono larghe lungo le braccia. Questo era l’abito da sposa della mia mamma. Ma… ma perché è qui?
Sento bussare alla porta di camera, non posso certo aprire con questo addosso? Se fosse Ranma che figura ci faccio? Penserebbe di sicuro che sto progettando un altro matrimonio.
<< Akane, sono io. Posso entrare? >>, la voce di Kasumi mi tranquillizza all’istante. Almeno di lei non devo preoccuparmi. Le apro la porta facendola entrare.
<< Akane, ma… ma sei stupenda! Se la mamma potesse vederti ora… >>, sussurra con le lacrime agli occhi e le mani incrociate al petto.
<< Kasumi, ma sei stata tu a portarlo qui? Perché? >>, le chiedo perplessa. Ora che ci faccio case anche lei non indossa il solito grembiule. Porta un abitino azzurro molto semplice ma allo stesso modo non uno dei soliti vestiti che usa per uscire.
<< Oh, Akane… non c’è tempo per spiegare! Vieni dobbiamo sbrigarci è tardissimo! >>, urla preoccupata trascinandomi per un braccio fuori dalla stanza. Credo di aver capito cosa sta per accadere, ma questa volta non mi farò imbrogliare… non voglio essere abbandonata ancora una volta all’altare, questa volta non lo sopporterei.
<< Fermati, Kasumi! Non mi muoverò di qui finché non mi avrai spiegato cosa sta succedendo! >>, riesco a fermarla facendo pressione sulle mie gambe piantate stabilmente a terra. Non mi trascinerai da nessuna parte sorellina.





Ma perché non arrivano? E se Akane avesse capito tutto e non fosse d’accordo? Forse avrei dovuto parlarne prima con lei… ma se lo avessi fatto che sorpresa sarebbe stata? Ricordo come se fosse stato ieri il giorno in cui mi ha parlato dei suoi sogni infantili, di come desiderava fosse il suo matrimonio, quello che non ha avuto sette mesi fa.
Sono ormai da un ora al centro del parco di Nerima, proprio sotto il grande salice piangente, quello dove giocava da bambina con la madre. Tra pochi istanti calerà la sera e sarà troppo tardi per l’ospite più importante. Non è stato facile trovare qualcuno che fosse disposto celebrare un matrimonio a tardo pomeriggio e nel bel mezzo di un parco cittadino. Ancora meno facile è stato far arrivare qui, quei due rammolliti dei nostri padri e Nabiki senza che facessero storie… credo che per questo il merito sia tutto di mia madre e della sua inseparabile e temibile katana.
Gli unici che non hanno fatto domande sono stati il dottor Tofu e Ucchan che chissà come è riuscita a recuperare anche quell’imbecille di P-chan disperso per le vie di Nerima. Non ci posso credere che lo sto facendo davvero. Ancora una volta mi viene da chiedermi perché. Soprattutto perché non arriva? Che farò se non si presenta?
<< Ranma! Ranma, figliolo sono arrivate! >>, la voce squillante di mia madre mi riporta con i piedi per terra. Era ora? Poi sarei io quello che arriva sempre in ritardo?
Mi volto rapido verso la direzione indicata da mia madre. Non ci posso credere. Bella più di un’apparizione divina, supera ogni immaginazione, avanza sicura e decisa nel suo abito bianco portando tra le mani un piccolo buchè di fiori di ciliegi... se è possibile è ancora più bella della volta scorsa.
Una lenta melodia parte alle mie spalle, mi volto confuso per vedere da dove proviene. Il dottor Tofu è due passi dietro di me, la sue espressione è concentrata e con due dita fa scivolare una foglia davanti alle labbra soffiandoci sopra in modo da intonare un breve ritornello che accompagna Akane fino al mio fianco. Le sue guance sono tinte di una leggera sfumatura di rosa, gli occhi sono lucidi e splendenti come le stelle d’estate.
Quanto è diventato tanto bella? Che sciocco… lo è sempre stata, solo che ero troppo stupido da ammetterlo perfino a me stesso.
<< Cari amici, siamo qui riuniti questa sera per celebrare il matrimonio di Ranma Saotome e Akane Tendo. Mentre questi due giovani si accingono ad unire finalmente le loro vite, è importante capire che tutti voi presenti avete partecipato a costruire la loro vita e continuerete ad avere un ruolo essenziale nel prossimo futuro. Perciò noi siamo qui non solo come testimoni dei loro reciproci voti coniugali ma anche per dar loro la nostra benedizione >>, il vecchio monaco alle nostre spalle inizia con le solite frasi di rito credo
<< Ragazzi è il momento di pronunciare le vostre promesse matrimoniali >>, l’espressione di Akane si tramuta in terrorizzata all’istante, mandando anche me nel panico più totale.
<< Ma io…veramente.. non ho preparato niente >>, sussurra tra l’imbarazzo e la preoccupazione. Credevo che ci avesse ripensato.
<< Hum, hum… Io invece ho qualcosa da dire >>, è arrivato il momento.
<< Ranma… >>, mi fissa confusa, non te lo aspettavi e? Avvicino la mano al viso tentando di non destare sospetti. Apro il palmo e rimango sconvolto. Ho la mano sudata, si sono cancellate tutte le parole che avevo scritto! Ora come faccio? Che dico? Non posso più tirarmi indietro… spero solo di ricordarmi tutto.
<< Su Ragazzo… coraggio! >>, coraggio un corno! Dammi il tempo di ricordare come cominciava almeno no?! D’accordo! O la va o la spacca.
<< Hum, Hum… Oggi è il giorno in cui la mia vita comincia. Per tutta la vita sono sempre stato solo io, un ragazzino che parla troppo. Oggi divento un uomo. Oggi divento un marito. Da oggi dovrò rendere conto ad un’altra persona oltre che a me. Da oggi divento responsabile di te, del nostro futuro e di tutte le possibilità che questo matrimonio ha da offrire. Insieme, qualsiasi cosa accada. Io sarò pronto per tutto, per affrontare la vita, per affrontare le responsabilità… per affrontare l’amore. Oggi Akane, inizia la nostra vita insieme e ad essere sincero non vedo l’ora che cominci ** >>, c’è l’ho fatta! Ho ricordato tutto! Gli occhi di Akane che non hanno smesso di lacrimare per tutto il tempo si sono chiusi di scatto all’ultima frase, senza che me ne rendessi conto ha afferrato il mio viso tra le mani regalandomi un fugace bacio sulle labbra.
Per un attimo ho perfino dimenticato i nostri padri alle spalle di Akane che non hanno smesso un secondo di piagnucolare e di Ryoga che singhiozzava dietro al grande salice.
<< Ehm… non ancora >>, ci informa imbarazzato il vecchio monaco. Quanto tempo dura una cerimonia?
<< Le fedi >>, sussurra il dottore alle mie spalle.
<< Hai preso le fedi vero figliolo? Non te ne sarai mica dimenticato?! Oh No! >>, blatera isterico quell'imbecille di mio padre senza lasciarmi nemmeno il tempo di rispondere.
<< Certo che le ho prese! Mi sono costate due mesi di duro lavoro se proprio vuoi saperlo >>, mi lascio sfuggire infastidito mentre tiro fuori dalla casacca nera la scatolina che le custodisce. Forse ho parlato un po' troppo. Vedo il monaco e tutti i presenti fissarmi sbalorditi.
<< Ranma, ma allora era per questo che... >>, Akane sobbalza meravigliata all'inverosimile. Perché si sorprende tanto? Non le avevo detto tempo fa che avrebbe avuto il matrimonio che desiderava da piccola?
<< Per il potere conferitomi dai Kami, io vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa >>, è andata! Questa volta è fatta! Aspetta un attimo! Ba..baciare? Qui davanti a tutti? Akane sembra aver intuito la mia preoccupazione, e ancora una volta è lei a rompere le distanze. Forse avrebbe fatto meglio a dire la sposa può baciare lo sposo.
Alle nostre spalle l’ospite più atteso fa il suo ingresso nella festa. Il crepuscolo di un nuovo giorno segna il coronamento del sogno infantile di Akane e, mentre i suoi raggi colorano la sera, io riesco finalmente a darmi quella risposta che cercavo. L’ho fatto perché non avrei potuto cominciare la mia vita in un modo migliore. L’ho fatto perché è lei la mia vita, e lo sarà fino alla morte.

FINE


* testo sacro buddista.
** scena tratta da Grey’s Anatomy.

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N.D.A. Ciao a tutte!!!! Ebbene si! Crepuscolo si è appena conclusa!! Avevo programmato di pubblicare questo capitolo domenica sera, ma proprio non sono riuscita a trattenermi dal postarlo ora. Pensate, non l'ho nemmeno riletta! Quindi spero che vogliate perdonarmi i probaibili errori presenti nel testo, vi assicuro che li correggerò entro un giorno, promesso! Come avevo già detto, il precedente capitolo non è stato di mio gradimento, anzi, tuttavia ringrazio i commenti positivi che non sono comunque mancati. Siete state gentilissime! Spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto, a differenza degli altri questo era scolpito nella mia mente prima ancora di trovare un nome alla storia. Ammetto che a me piace molto, e che a dire il vero la storia nella mia mente continuava ben oltre la scena di chiusura, ma scriverla per me sarebbe stata un impresa abbastanza ardua. Riconosco di non essere adatta a decrivere determinate scene. Perciò ho preferito fermarmi quì.
Che dire? E' stata davvero un esperienza fantastica! Grazie a questa possibilità che mi è stata offerta tramite EFP ho potuto imparare tante cose nuove e scoprire doti e passsioni che non sapevo di avere. Detta così suona come una specie di addio, ma non lo è. Devo ancora terminare Dear Ranma in fondo, no?
Beh un grazie speciale a :
angelikapiccolina
mary_1989
princesss
sasusaku4everlove
per aver inserito la storia tra le preferite.
KillerQueen86
per averla inserita tra le storie da ricordare

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2 - akanuccia84
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Per averla inserita tra le storie seguite.
E' stato un piacere conoscere ognuna di voi.
Infine vi invito tutte alla pagine fan su facebook chiamata "
La stanza di Ily94 & Sun86m fanfiction writers" dove un po' alla volta sto allestendo un piccolo spazio per comunicare con voi oltre le recensioni che gentilmente lasciate.
Quasi dimenticavo, visto che la storia è finita mi sembra giusto svelare anche il mistero dell'autrice di Crepuscolo, Dear Ranma e Hidden Truths... Anche se le storie sono pubblicate con l'account Ily94, la reale autrice è Sun86m, praticamente io che però pubblico le mie storie sull'account di mia sorella minore, per l'appunto Ily94. All'inizio di questa avventura ero troppo vigliacca per postarle con il mio account, per questo ho lasciato che tutti credessero che l'autrice fosse Ily94. Spero che vogliate perdonarmi questa piccola bugia. Ora vi lascio. A presto con il seguito di Dear Ranma! Ciaooo

   
 
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