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Autore: Little white angel    26/05/2011    2 recensioni
Quando un nuovo ragazzo arriva nella sua classe, Kairi riconosce subito qualcosa di strano in lui a partire dal suo profumo, che le fa tornare in mente vecchi ricordi mai abbandonati.
Una caccia, una sete di potere che non potrà essere soddisfatta finchè l'ultimo essere puro sarà ancora in vita e la nascita di un sentimento più forte della semplice amicizia che ha il profumo di qualcosa di magico. [SoraXKairi][Leggermente Dark]
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Saaaalve, eeehmmmm, suvvia mettete da parte lance e forconi, come promesso ho postato prima che passassero altri 5 mesi… ne sono passati solo tre, stavolta! È un gran passo avanti… più o meno… il fatto è che la scuola non lascia tregua e il capitolo l’ho riletto 5 volte per poterlo rendere al meglio -.- ok basta parlare, vi lascio alla lettura. Ci vediamo a fine capitolo e ringrazio in particolar modo chi continua a seguirmi nonostante i miei mostruosissimi ritardi! Non so come farei senza di voi ^^


Capitolo 6 (Seconda parte) -


Se ne stavano lì, senza dire niente da una decina di minuti, rilassandosi, liberandosi della tensione accumulata nello scontro e godendosi la quiete del bosco. Sora non era ancora tornato nella sua forma umana. Anche se restare trasformato richiedeva un maggiore utilizzo di energie e l’impiego di forme di comunicazione mentale, pensava che i sensi più sviluppati di un unicorno lo avrebbero aiutato a percepire meglio eventuali pericoli.

E così se ne stavano uno accanto all’altra: Sora steso sull’erba, appoggiato in parte al tronco della quercia e Kairi con la testa appoggiata alla sua groppa. Ad interrompere per primo quegli attimi di silenzio fu Sora.

-Prima hai detto che volevi chiedermi qualcos’altro. Di che si tratta?-

-Uhm… ecco, prima, mentre combattevi con Riku, hai detto una cosa… hai detto ‘So che è del mio sangue che hai bisogno!’ e sono a conoscenza delle leggende secondo cui il vostro sangue è uno dei più potenti all’interno del mondo magico ma, non capisco, perché proprio te.-

-Vedi non è così semplice da spiegare. Il 40% del sangue degli unicorni è formato da energia pura. Nelle altre creature, invece, la stima è solo del 10%. Inoltre, se bevuto, il nostro sangue è in grado di incrementare il livello di energia di chi lo assume favorendo un aumento del potenziale magico e una migliore rigenerazione delle cellule che porta, quindi, ad un allungamento della vita. Questa peculiarità ci ha reso una delle specie più a rischio; quando stregoni e vampiri si sono resi conto che potevano usufruire di esso come alimentatore dei propri poteri la mia specie iniziò ad essere decimata. Per arginare questo problema fu creato un gruppo di Cacciatori di taglie il cui compito era quello di trovare e fermare chi trasgrediva alle leggi della natura stessa, proteggendo non solo gli unicorni, ma preservando la sicurezza dell‘intero mondo magico. Stregoni e vampiri, che fino a quel momento avevano seminato il panico tra la nostra specie, furono catturati e rinchiusi in apposite celle, create per contrastare e resistere alla forza spropositata dei prigionieri.

Non so poi cosa accadde di preciso, è probabile che tra i Guardian si fosse introdotta una spia, ciò che è certo è che una notte vennero aperte tutte le celle dei vampiri. L’allarme venne dato dopo pochi secondi e le sentinelle di turno tentarono di ostacolare la fuga dei prigionieri combattendo al massimo delle proprie potenzialità ma, essendo i vampiri in maggioranza numerica, furono debellati in breve tempo. Quando la notizia si diffuse, i Guardian decisero di eliminare il problema alla radice e vennero organizzati gruppi d’assalto che alimentarono gli scontri fino a sfociare in una vera e propria guerra. Fu una strage e le perdite furono consistenti per entrambe le fazioni ma i Guardian, meglio organizzati, riuscirono ad ottenere la vittoria sui nemici. Tuttavia quella volta non offrirono  loro una seconda possibilità e, anche a costo di sconvolgere il naturale equilibrio su cui si basa ogni mondo, ne sterminarono la specie.

Erano davvero convinti di aver risolto il problema ma il tempo ha dimostrato loro quanto si sbagliassero. I vampiri non sono creature stupide. Mentre i Guardian si organizzavano al meglio per lo scontro imminente, il nemico si assicurava di avere qualcuno, in caso di sconfitta, pronto a far risorgere la loro specie. L’intera comunità vampirica si riunì e, probabilmente con la magia, trasmisero ad uno dei loro figli le conoscenze più importanti di tutti loro, nonché le abilità speciali migliori. Il bambino venne nascosto accuratamente poco prima dello scoppio della guerra e riuscì incredibilmente a sfuggire alla strage.

Crebbe nel cuore del bosco, nascosto nell’ombra, ma le vittime dei suoi “pasti” non passarono inosservate ai Guardian che, seppur sorpresi, cominciarono a dargli la caccia. Non riuscirono mai a trovarlo o catturarlo. Per qualche tempo ne persero addirittura le tracce e si vociferava che avesse deciso di andarsene… ma non era vero.- Sora interruppe bruscamente la narrazione e tutto ciò che Kairi poté percepire attraverso i suoi pensieri fu un dolore straziante che colpì anche lei come un fiume in piena. Spaventata si mise a sedere e si voltò verso quello splendido unicorno che aveva iniziato a tremare lievemente, schermando i propri pensieri. La ragazza cercò di incontrare il suo sguardo ma non vi riuscì poiché la criniera copriva quegli splendidi occhi. Non sapeva più cosa fare. Sussurrò il suo nome sperando che si riprendesse e protese un braccio nella sua direzione. Ma, non appena le sue dita sfiorarono i morbidi ciuffi d’argento affondandovi in una carezza rassicurante, la sua mente fu invasa da flash ed immagini in grado di farle mancare il respiro.


*Flashback*


Una donna con lunghi e mossi capelli castani e grandi occhi verdi si aggirava indaffarata per la cucina preparando tutto ciò che sarebbe potuto servire per il pic-nic che avevano programmato mentre un bambino di otto anni con i capelli spettinati e grandi occhioni azzurri tentava, con scarsi risultati, di aiutarla. Ultimati i preparativi si diressero in giardino dove li attendeva un bellissimo stallone nero dalla criniera e dalla coda d’argento che rifulgevano come raggi di luna.

La donna gli salì in groppa mentre il bambino si trasformava in un puledro bianco come la neve, dal crine d’argento e un corno appena accentato sulla fronte.

Iniziarono ad addentrarsi nel bosco, diretti in un posto scoperto qualche tempo prima dove era possibile godere di una vista meravigliosa. Gli alberi sfrecciavano loro accanto senza mai sfiorarli nonostante l’alta velocità; ormai quel posto così ricco di verde e inframmezzato da luminosi raggi di sole era una sorta di seconda casa per loro e conoscevano ogni suo nascondiglio, anfratto, roccia o pianta.

Non appena gli alberi si diradarono del tutto gli unicorni arrestarono la loro corsa lasciando vagare lo sguardo su un immenso spiazzo erboso. Semi-circondato dagli alberi era proteso su un profondo precipizio che offriva una splendida vista del paesaggio all’orizzonte.

La donna scese dall’unicorno con un movimento fluido e veloce mentre il cesto da pic-nic era stretto saldamente tra le braccia. Anche il puledro tornò ad assumere le sue sembianze umane, seguito dall’unicorno nero che sparì in un lampo bianco per mostrare un uomo sulla trentina con corti e spettinati capelli neri e limpidi e profondi occhi azzurri.

Si avvicinò alla moglie dandole un lieve bacio a fior di labbra e aiutò il figlio a sistemare il necessario per il pranzo.


*Fine flashback*


Kairi non riusciva a crederci. Aveva appena visto un frammento della vita di Sora!

Quando realizzò questo si sentì un po’ a disagio. Aveva davvero il diritto, dopo solo due giorni, di intromettersi nella sua vita e nei suoi ricordi?

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da una nuova ondata di ricordi, impedendole così di trovare una risposta.


*Flashback*


Era pomeriggio ormai. Il pranzo era stato consumato tra battute, scherzi e risate e ora la donna aveva tirato fuori dal cesto una torta tentando di tenerla lontana dal figlio, ridendo e minacciandolo scherzosamente di non dargli la sua fetta di dolce mentre l’uomo davanti a loro cercava di trattenere le risate.

D’un tratto, però, l’aria sembrò vibrare pericolosamente e sul bosco calò un immediato silenzio. I corpi dei due genitori si tesero in allarme e la donna strinse a se il bambino tentando di acquietare almeno un po’ il panico che vi leggeva nei grandi occhi azzurri. L’aveva sentita anche lui. Anche lui aveva percepito a pelle la sensazione di qualcosa di indefinibile ma senza dubbio malvagio e pericoloso, estremamente vicino.

Una nuova ondata li colpì, più potente e spaventosa della prima; scattarono in piedi percependo una gigantesca aura negativa avvicinarsi ad altissima velocità.

Bastò un attimo. L’uomo si trasformò nell’unicorno nero di qualche ora prima, parandosi davanti alla moglie e al figlio facendo loro da scudo e scalpitando nervosamente.

Un fruscio più vicino, un cespuglio che si muove in assenza di vento e i muscoli dello stallone che si tendono, pronti a qualsiasi cosa.


*Fine flashback*


I ricordi si interruppero nuovamente ma questa volta alla ragazza fu dato solo il tempo di riprendere fiato prima di essere travolta da un nuovo ricordo, talmente permeato da sensazioni di disperazione e dolore da farle stringere ulteriormente la presa sul crine dell’amico mentre l’aria faticava a raggiungere i polmoni e il cuore le batteva furiosamente nelle orecchie.


*Flashback*


Silenzio. Innaturale silenzio è quello che avvolge il bosco illuminato dagli ultimi deboli raggi di sole.

Silenzio. Quel silenzio che fa venir mal di testa perché sembra urlarti nelle orecchie per quanto carico di tensione e nervosismo. Silenzio. Nemmeno le tre figure che sfrecciano tra gli alberi rompono quest’angosciante calma apparente. Si muovono rapide, sfiorando appena le foglie del sottobosco con la speranza di riuscire a seminare l’ombra che li insegue. Ma non servirà a nulla. Non è grazie all’udito che quella creatura riesce e stargli dietro e loro lo sanno.

Un ruggito, un urlo di rabbia squarcia la quiete del bosco facendo aumentare la velocità degli unicorni. Sfilano tra gli alberi come fulmini mentre il bosco osserva con preoccupazione la fuga disperata di quelle splendide creature.

Un fruscio. Un fruscio quasi inudibile ma che in quel silenzio rimbomba come tuono. Un fruscio è l’unico avvertimento emanato da una sfera di fuoco nero che esplode poco dopo contro un albero, spaventosamente vicino al punto in cui un minuto prima c’era il piccolo puledro bianco che, spaventato, aumenta la sua corsa superando, anche se di poco, i genitori mentre lo stallone nero rallenta appena in modo da far da scudo col proprio corpo alla sua famiglia.

Un nuovo fruscio e un colpo che si avvicina rapido e preciso; una nuova sfera, questa volta grigia dalle fumose sfumature bianche, guadagna velocemente terreno per poi esplodere a pochissima distanza dai tre unicorni. Mille lame di vento si liberano dall’esplosione colpendo tutto ciò che si trova sulla loro traiettoria.

Le agili creature riescono ad evitarle quasi tutte e quando gli attacchi terminano solo graffi superficiali spiccano sui manti luminosi. Poi, l’inizio della fine. Un’ultima lama di vento arriva silenziosa diretta al collo dell’unicorno nero che, accortosene troppo tardi, non ha il tempo di evitare l’attacco.

Uno spintone. Un colpo che va a segno. Un nitrito di dolore appena soffocato ma in grado di squarciare il silenzio che permea l’aria. Un ghigno che si allarga sulle labbra del predatore che veloce si avvicina.

La corsa ricomincia ma questa volta la situazione è diversa. Una di quelle splendide creature è ferita e la sua corsa è più difficoltosa mentre l’odore del sangue fa aumentare la velocità del vampiro.

La forza inizia a mancare e la corsa rallenta ad ogni battito di cuore. Due occhi verdi color acquamarina ma più freddi del ghiaccio sono l’ultima cosa visibile e poi il buio.


*Fine flashback*


Il ricordo si interruppe bruscamente ma Kairi se ne accorse appena. Era sconvolta, non poteva… era… era assurdo! Non sapeva come fosse finita la vicenda eppure lo aveva intuito benissimo. Ma qualcosa non tornava…

Quando riuscì a riprendersi si accorse di star tremando; se per paura, tensione o incredulità non lo sapeva nemmeno lei.

Spostò lo sguardo sul giovane unicorno che aveva risollevato il capo. Aveva smesso di tremare e con le poche lacrime versate sembrava aver mandato via anche tutto il male che quei ricordi gli avevano causato ma, osservando con attenzione quei limpidi frammenti di cielo, si potevano notare in fondo ad essi sprazzi di dolore mai superato.

Sobbalzò appena quando la voce del ragazzo si fece dolcemente largo tra i suoi pensieri, rompendo quello strano silenzio.

-Mi dispiace. Non avresti dovuto vedere. Diciamo che non sono il massimo come ricordi…-

La ragazza, non sapendo cosa dire, agì quasi d’istinto, buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé.

-Mi dispiace- sussurrò con un filo di voce.

-E per cosa? Non è mica colpa tua-

-…Ti va di raccontarmi cos’è successo dopo?- gli chiese iniziando ad accarezzargli il collo niveo e la criniera.

Un cenno d’assenso fu tutto ciò che ricevette prima che Sora proseguisse il racconto.

-Quando mia madre ha spinto via papà per salvargli la vita, l’attacco l’ha colpita ad un fianco causandole un taglio abbastanza profondo. Ci aveva detto che stava bene perciò papà la aiutò ad alzarsi e ricominciammo a correre ma lei era rallentata dalla ferita e non ci volle molto prima che il vampiro la raggiungesse. Attaccò. A quella scena io e mio padre restammo impietriti… la cosa più straziante era vedercela portare via e sapere che qualsiasi cosa avremmo fatto non sarebbe servita a nulla.

Però, quando il vampiro la morse, papà sembrò riprendersi e iniziò a corrergli contro. L’ultima cosa che mi disse fu di scappare e correre più veloce del vento. Non volevo andarmene. Avrei preferito restare e provare ad aiutarli che fuggire ma, quando per la seconda volta mi urlò di scappare, percepì tanta apprensione da convincermi ad andarmene.

Fu l’ultima volta che li vidi. Penso di essere riuscito a sopravvivere solo perché quell’essere non ha continuato la caccia.-

-Dove sei andato poi? Sembravi piuttosto piccolo nei ricordi che ho visto.- chiese lei mentre tentava di fare il quadro della situazione.

-Continuai a correre, senza fermarmi. Non so quanto tempo passò ma, ad un certo punto, iniziò a girarmi la testa, inciampai e caddi. Ero troppo stanco per rialzarmi; ci provai ma i muscoli bruciavano per la corsa e non rispondevano più hai miei comandi. Non so nemmeno se svenni o mi addormentai, so solo che due giorni dopo mi risvegliai in una camera che non avevo mai visto. Mi accorsi in seguito di aver ripreso le mie sembianze umane e alla fine riuscì a scoprire anche che mi trovavo in uno dei rifugi dei Guardian. Restai con loro per 7 anni, allenandomi per diventare più forte e migliorare i miei poteri; poi partì. Volevo viaggiare, scoprire se c’erano altri unicorni oltre me. È così che sono arrivato qui.-

-Capisco…- sussurrò la ragazza venendo poi colta da un leggero sbadiglio.

-Hai sonno?- chiese Sora ricevendo in risposta un cenno affermativo.

Quando notò che gli occhi di Kairi iniziavano a chiudersi da soli aggiunse.

-Forse dovremmo tornare a casa, non penso che dormire sull’erba assicuri il massimo comfort-

-Mmmh…- un mugugno confuso fu l’unica risposta che ricevette prima che il suo respiro si facesse lento e profondo.

Vedendo la ragazza addormentata, accoccolata tra il collo e la schiena e con le dita immerse nella sua criniera a stringerne delicatamente i ciuffi, non poté fare a meno di pensare che fosse veramente carina: le palpebre erano abbassate e sembravano voler custodire quegli splendidi occhi azzurro mare mentre il respiro usciva leggero dalle labbra socchiuse.

Avrebbe dovuto chiederle un appuntamento, pensò. Non appena fosse giunta dai Guardian la notizia della sconfitta del vampiro, magari.

Mentre pensava a come chiederle di uscire finì per addormentarsi, sopraffatto dalla stanchezza, e una forte luce bianca lo avvolse facendolo tornare umano.

Restarono così, una tra le braccia dell’altro in una piccola radura che profumava di magia mentre Morfeo li accoglieva nel suo onirico regno, lontano da ogni sorta di preoccupazione e pericolo.


Note dell’autrice: Allora, che ne pensate? 

Fatemi sapere le vostre impressioni e soprattutto fatemi sapere se c’è ancora qualcuno che segue ‘stà storia. Scusate ancora per il ritardo e ci rivediamo, spero presto, con il prossimo e ultimo capitolo!


Un bacio


Ayumu-chan ^^

   
 
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