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Autore: POPster    26/05/2011    7 recensioni
Mikey era seduto sul letto di Gerard, con le gambe incrociate e lo sguardo perso nel vuoto, mentre il rumore della matita che suo fratello stava utilizzando per scrivere il testo di una possibile canzone che gli aveva attraversato la mente dopo la notte passata con Frank, lo ipnotizzava quasi.
Sospirò, voltandosi verso Gee che era seduto sul davanzale, con la testa china sul blocco di carta che teneva poggiato sulle ginocchia.
    «Quindi ora tu e Frank state insieme? Cioè, insieme insieme, dico?» domandò con un leggero filo di imbarazzo nella voce.
Gerard sorrise. Gli bastava sentir pronunciare quel nome, per sentirsi meglio, allegro. Sospirò, facendo spallucce «Credo di si. Insomma, qualsiasi cosa sia, è... è bellissimo, Mikey. L'amore, è straordinario...» disse sorridendo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le confusioni più grandi le procura il cuore'
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Capitolo 17 The hardest part of

Capitolo 17
Come on closer, I wanna show you, what I'd like to do. You sit back now, just relax now, I'll take care of you.
oppure volendo:
You and me baby ain't nothing but mammals so let's do it like they do on the Discovery Channel! XD

 

    Mikey guardò Alex che lentamente stava chiudendo gli occhi, con la testa poggiata sulle sue spalle, seduti sul pavimento del salotto davanti alla televisione accesa. Non la stavano nemmeno guardando, avevano parlato e parlato e parlato per tutta la serata, e si erano guardati, e scambiati tanti bei sorrisi, e avevano riso, bevuto e scherzato.
   
«Ehi, aspetta...» le disse sussurrando «Non puoi addormentarti...». Prese il volto della ragazza tra le mani e la fece voltare verso di lui. Alex riaprì gli occhi. Aveva l'aria stanca e assonnata.
    «...ma ho sonno...» si lamentò «Credo che siano già le quattro e tra qualche ora devo andare al Cafè...» rispose sbadigliando.
    «Non puoi andarci il pomeriggio?» chiese Mikey come un bimbo.
    «...no, sono giorni che non ci vado...» rispose lei dispiaciuta. Le avrebbe fatto piacere restare lì, in tutta la semplicità di quel momento, anche per tutta la vita. Si stava bene tra le braccia di Mikey Way. Si stava bene al suo fianco.
    «Quindi la nostra serata finisce qui?» domandò con un filo di delusione. Alex gli sorrise sollevando un sopracciglio «Dammi un buon motivo per restare sveglia, allora... » lo sfidò maliziosa. Sapeva che se fosse stato Frank avrebbe scherzato su qualche strana pratica sessuale tailandese, se fosse stato Gerard l'avrebbe supplicata di restare sveglia ad ascoltare le sue ennesime paranoie su Frank, ma da Mikey Way non aveva assolutamente idea di cosa aspettarsi.
    Lui la guardò mordendosi il labbro per qualche secondo, poi fece un respiro profondo e socchiuse gli occhi, per farsi più coraggio. La prima ed unica volta in cui aveva provato a baciarla, lei si era tirata indietro, ed era stato un colpo duro. Ora però lui le aveva dato ciò che lei desiderava, una serata solo per loro due e tutto il resto, e forse stavolta sarebbe andata meglio. Lentamente chinò il suo volto su quello di lei, finché le sue mani cominciarono a tremare leggermente, mentre le loro labbra si facevano sempre più vicine. E quando finalmente Mikey capì che lei non si sarebbe scansata, sta volta, sentì come una scossa elettrica di pura energia attraversargli il petto, ed un brivido percorrergli l'intero corpo, dalla punta dei capelli ai piedi. Era come se tutto il resto per un attimo stesse sparendo da intorno a loro, come se fossero sospesi nell'aria, in un universo dove non c'era nessun'altro che loro due, con tutte le loro emozioni. Mikey non poteva definirsi un esperto baciatore, ma poteva decisamente affermare che le labbra di Alex erano anche più morbide di come le avesse mai immaginate, e a parte quel piccolo dettaglio, ora non riusciva più a pensare a nulla. Alex aveva posato le sue mani sul suo corpo. D'un tratto Mikey iniziò a sentirsi ansioso, mentre una miscela di brividi caldi e freddi lo accompagnavano in quel momento. Sapeva che anche Alex non era mai stata a letto con nessuno, proprio come lui, ma sapeva anche che comunque qualsiasi altra cosa avesse fatto con qualsiasi altro ragazzo - perché sapeva anche che almeno lei qualcun'altro lo aveva frequentato nei suoi diciotto anni di vita - sicuramente era andata molto più oltre di lui con quel paio di ragazze che gli era capitato di frequentare. E poi gli era capitato più e più volte di sentire Alex parlare di sesso o farci riferimento in qualche modo, e lo faceva sempre con tanta disinvoltura che quindi Mikey immaginò che sicuramente ne sapeva molto più di lui. Per un attimo fu preso dal panico. Che dove fare? Come doveva farlo? Si maledì per il fatto di essere un totale incompetente in fatto di donne.
    Quasi gli scoppiò il cuore quando Alex si scansò interrompendo quel bacio e quel tornado di sensazioni, per guardarlo sorridendo divertita «Mikey, rilassati...» gli disse. Era come se lei potesse leggergli nel pensiero. Era quasi inquietante e per un attimo Mikey sperò che non fosse così, altrimenti che figura ci avrebbe fatto?
    Mikey arrossì imbarazzato.

 

    Quando si risvegliò era mezzogiorno passato. Alex non era lì, e lui non aveva nulla addosso se non le lenzuola di lei. Si guardò tra l'imbarazzato e il compiaciuto. Chi lo avrebbe mai detto? Non sono più vergine!, si disse sorridendo a sé stesso. Se Alex lo avesse visto in quel momento probabilmente avrebbe fatto un patto con il Diavolo per riprendersi quello che gli aveva dato la notte precedente e, per quanto ne sapeva - da quanto aveva letto su qualche rivista da ragazzine trovate dal parrucchiere quando gli era capitato di doverci accompagnare sua madre - la verginità era una cosa molto importante per una ragazza. Non sapeva se fosse vero o meno, comunque decise di tornare in sé e rivestirsi, per raggiungere suo fratello e Frank che dal piano inferiore stavano facendo davvero un casino tremendo.
    Raccolse alla svelta la roba che aveva gettato a terra la sera prima e trovò un bigliettino attaccato ai boxer, scritto a penna. Sapeva già cosa ci avrebbe trovato quando si rese conto di quali boxer aveva indossato la sera prima.
 "Quale dannato serio problema mentale avete tu e tuo fratello? Spiderman? Spiderman non è nemmeno un supereore con le palle, per Dio! XD Se me ne fossi accorta ieri non avrei mai fatto l'amore con te. XO Mary-Jane" .
   
«Uff, ma ce li ha regalati nostra madre...» borbottò in sua difesa parlando col foglio come se potesse ascoltarlo. Pensò che avrebbe gettato quei boxer appena sarebbe tornato a casa. Effettivamente erano anche peggio di quelli di Batman di Gerard. Per lo meno quelli erano semplici. I suoi avevano il motivo della ragnatela e il disegno di Spiderman arrampicato sul lato. Ed ora che poteva dirsi un uomo a tutti gli effetti avrebbe anche scongiurato sua madre di smetterla di comprargli la biancheria intima.
    Si rivestì al volo e poi si guardò allo specchio e si sorrise compiaciuto. Si sentiva più grande, più uomo e anche più carino ora che stava con Alex. E nel momento stesso in cui stava per chiedersi se ora lui ed Alex stavano effettivamente insieme e come doveva comportarsi quando l'avrebbe rivista e tutto il resto si disse di smetterla, che stava diventando proprio come suo fratello.

    «Guarda guarda chi c'è...» rise Frank quando Mikey entrò in cucina.
    «Potevate almeno dare una ripulita ieri sera, avete lasciato un casino ovunque...» borbottò Gerard gettando in un bustone nero tutte le candele smorzate e i piatti che suo fratello ed Alex avevano lasciato in giro la notte precedente.
    «Scusa, non ci abbiamo pensato...» mormorò Mikey avvicinandosi alla macchinetta del caffè. Prese una tazza e la riempì.
    «Allora, com'è andata?» chiese Gerard posando la busta ed avvicinandosi a suo fratello, copiando i suoi gesti nel versarsi del caffè anche lui.
Mikey sospirò, scrollò le spalle, arrossì e bevve un lungo sorso di bevanda fumante. «Tutto bene...» mormorò dopo un pò.
Gerard lo guardò deluso «Tutto qui? Non ci racconti nient'altro?».
    «Che altro dovrei raccontarvi?» chiese lui senza guardarlo.
    «Come sarebbe, che altro devi raccontarci?» disse Frank suonando come se fosse la cosa più ovvia «Sei o non sei diventato finalmente un vero uomo, come noi per dire?» disse ridendo.
Mikey rise dietro a lui «Non vi definirei propriamente tanto uomini, sai...» disse scherzando.
    «Ah-ah» finse una risata Frank «Ti ha attaccato la sua ironia del cavolo, devi esserci stato a letto per forza!» disse poi.
Mikey arrossì, imbarazzato. Se fosse stato in American Pie avrebbe dato il cinque a tutti, e parlato di ogni dettaglio probabilmente, ma lui non era tipo, e comunque era una cosa abbastanza personale.
    «Ma che bello il mio fratellino non è più un verginello!» esclamò Gerard abbracciandolo stretto. Frank si unì a loro due e strinse ancora più forte «E bravo Mikey! Io avrei giurato che saresti morto da segaiolo, e invece...» scherzò.
    «Lasciatemi! Non faremo una cosa a tre!» disse lui scansandosi. Frank lo fissò fermandogli il volto con le mani «Alex! Esci da questo corpo!» disse con gli occhi fissi in quelli di Mikey «Tu sei diventato lei!» aggiunse poi scoppiando a ridere.

   Durante i periodi di festa il gruppo si era preso dei giorni di pausa, ma finalmente quella sera avevano un altro show. Suonare dal vivo era qualcosa di inspiegabile, e Gerard non vedeva l'ora di cantare davanti ad un pubblico, finalmente. Quando Mikey uscì di casa per tornare a casa sua, lui e Frank rimasero soli e si misero a mangiare cibo spazzatura in salotto. Parlavano tanto di musica, e Frank ogni tanto, come in quel caso, si portava dietro la chitarra e gli capitava di suonarla insieme a Gerard, che non era un ottimo chitarrista ma si impegnava tanto, tirando fuori qualche rif originale, e mettendo giù qualche accenno per delle probabili nuove canzoni.
   
«Hai un'abilità davvero unica nel giocare con le parole, sai?» disse Frank dopo un pò, mentre Gerard canticchiava qualche fraso scarabocchiata su un foglio di getto. Voleremo a casa.
Gerard gli sorrise lusingato «Grazie...» mormorò.
    «E' una bella canzone...» continuò Frank, posando la chitarra a terra. Prese la penna che Gerard teneva in mano e si chinò sul tavolino, scrivendo sul foglio.
Gee guardò quella grafia confusa e disordinata. Non poteva che essere così, rappresentava Frank appieno. Poi sorrise mentre con un tuffo al cuore.
Io e te, aveva scritto Frank, che riposò la penna sul foglio e si avvicinò a Gerard guardandolo negli occhi, penetrandogli l'anima con quello sguardo nocciola.
    Lentamente avvicinò le sue labbra a quelle di Gerard e i due si baciarono, trasformando quell'attimo di dolcezza in pura passione. Frank giocherellava con la sua lingua contro quella di Gee, mentre le sue mani lo carezzavano ovunque, facendogli girare la testa e tremare le ginocchia.

    Alex era stremata. Aveva dormito pochissimo, e nonostante ne fosse valsa la pena e per gran parte della giornata le sembrava di volare, più che altro, ogni volta che le veniva in mente Mikey - e le veniva in mente anche troppe volte, inaspettatamente - aveva un gran bisogno di riposare almeno un pò. Ma la sua solita fortuna volle che il ragazzo che avrebbe dovuto occuparsi del turno di chiusura del Cafè era bloccato a letto con l'influenza, e che nessun'altro era libero quella sera per poterlo sostituire. Così provò a chiamare Frank, era la sua ultima speranza, se non voleva morirci, lì dentro. Infondo al Cafè se la cavava alla grande e le andava bene anche fargli chiudere il locale prima del previsto, purché non avrebbe dovuto occuparsene lei, che si sentiva incredibilmente stanca.
    Il telefono squillò a vuoto per un bel pò. Poi finalmente Frank rispose, affannato e scocciato.
   
«Che vuoi?» chiese appena accettò la chiamata.
Alex alzò gli occhi al cielo «Che modo cordiale di rispondere al telefono. Disturbo?».
    Frank guardò Gerard, che sdraiato sotto di lui lo guardava, eccitato ed implorante «Abbastanza.».
    «Ti stai scopando Gee?» chiese lei ridendo.
    «Abbastanza...» sorrise Frank «Che vuoi?».
    «Devi farmi un favorone. Stasera Tim sta male e non può venire a fare chiusura. Potresti pensarci tu? Io ho dormito pochissimo e non mi reggo più in piedi...» disse supplicando.
    Frank dall'altra parte rise rumorosamente «Certo che non hai dormito! Benvenuta del club dei sessualmente attivi!» esclamò.
Non poteva vederla, ma Alex era diventata completamente rossa in volto «Ehm... fatti gli affari tuoi...» disse sentendosi incredibilmente in imbarazzo, e guardandosi intorno come se qualcuno potesse sentire Frank dall'altro lato del telefono «Allora? Puoi aiutarmi?» chiese di nuovo.
    «Mi dispiace, ma stasera suoniamo, non te lo ricordi? Avevi detto che saresti anche venuta a vederci...» le ricordò Frank.
Alex si diede uno schiaffetto in fronte con una smorfia «Cazzo! Hai ragione... che palle, sto da sola al Cafè e sto per morire!» disse scoraggiata.
    «No che non muori. L'erba cattiva non muore mai...» rise Frank «Fai una cosa, chiudi prima il Cafè e raggiungici al locale stasera, ti va? Credo che suoneremo un nuovo pezzo...» la invitò Frank. Alex era la loro fan numero uno e non avrebbe suonato una nuova canzone in sua assenza.
Lei sospirò «Si, credo di si... ci sentiamo dopo...» disse riagganciando poi il telefono. Guardò l'ora. Erano ancora le 15 e 30 e la giornata era ancora lunga e faticosa. E sopratutto, ora non sentiva più di volare a qualche metro dal suolo. Era tornata coi piedi per terra, piedi di piombo anche. Mikey era andato in giro a raccontare a Frank e Gerard che la sera prima avevano fatto l'amore, era una cosa triste e squallida, secondo lei. Doveva essere una cosa loro, non di tutta Belleville. Prese il telefono e cominciò a digitare un sms.
    "La tipografia qui accanto fa le fotocopie a pochissimo. potevi stampare dei volantini e distribuirli per tutta Belleville. Sei proprio un idiota.".
Premette il tasto di invio e spense il telefono, tornando a servire caffè e cioccolata calda ai clienti, ai quali avrebbe detto volentieri di andarsene da Starbucks e lasciarla in pace.

 

. . .

Grazie a tutti come al solito... Miri visto che non è un sogno? XD
Gì, hai ragione per la storia Frerard, infatti ci stavo pensando anche io, ma siamo quasi giunti al termine e mi serviva il legame Milex - si, da oggi si chiamerà così, lol, Frerard e Milex! ghghgh - quindi, vabbè, spero non vi annoi...
Questo capitolo è molto un pò abbastanza così ma vabbè, mi serviva anche questo, spero vi piaccia. E ricordatevi: think happy thoughts! *.*
Grazie anche a Alba, Sab - ti stai rendendo conto che ti chiamerò Sab per sempre, che ti piaccia o no, vero? - eccetera eccetera.
Vi adoro.
E lo voglio dire anche qui: grazie mille per tutto il sostegno, il supporto, i complimenti che mi fate. Vi amo. Mi fate stare bene. Mi fate sorridere il cuoricino! - diabete time.
XOXO


E si, questo capitolo ha tre titoli, cioè... XD


 

   
 
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