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Autore: Red Leaves    27/05/2011    2 recensioni
13 personalità di un regno fantastico e apparentemente tranquillo vengono rapite da una creatura sadica e misteriosa e rinchiuse in un labirinto costellato di trappole mortali e spietate il cui scopo è eliminarle nel modo più doloroso possibile una dopo l'altra. Si ritroveranno a dover combattere contro il dolore e l'ansia sempre più crescenti in una corsa contro una forza malvagia che non possono che identificare con la Morte in una spirale di sospetto e suspence...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Intanto quelli sulla Palma erano riusciti a scendere dal Tronco. Finirono in una radura di erba alta e scura, ma senza ulteriori pericoli.
Toxa si avvicinò a Xilfis.

“Xilfis, posso parlarti un attimo?” chiese con un'insolita pacatezza.
“Certo...” rispose l'altro di spalle, ormai stanco dagli avvenimenti della mattinata.
“Credo che potrei essere la prossima a morire...”
Xilfis si bloccò e si girò verso di lei.
“Cosa? Come può?”
“Non ve ne ho parlato prima, ma sull'Oleandro è successo qualcosa...ti ricordi quei tre rettili che ci hanno attaccati? Ecco...uno di loro mi ha ferita al braccio e credo che fosse velenoso...un veleno lento ad agire certo, ma sicuramente efficace!”
“Ma...ma...perché non ce l'ha detto prima?”
“A che sarebbe servito? Di sicuro non c'è una cura in questo posto...speravo che avrei resistito per ancora tempo, ma prima...sulla Palma...l'effetto si è fatto sentire e ritengo che ora avanzi più velocemente...”
“Toxa...io...”
“Non preoccupiamoci ulteriormente, tanto è inutile, anzi dato che Sparklade ne uccide uno alla volta, finché vivo io voi non correte...”
“Non è mia intenzione far morire nessun altro!” la interruppe Xilfis.
“Già...sarebbe bello...” disse Vait intromettendosi tra i due “Ehi, guardate là!”

Poco lontano da loro, conficcata nel terreno c'era la lancia di oleandro che era caduta dalla Palma. Per un attimo controllò che non ci fossero eventuali braccia strappate tra l'erba e poi staccò la lancia, felice di avere di nuovo la sua arma.
                                                                                                                                                    §
Mahoney camminò per la Piazza vuota nel silenzio e nel vento della mattina. Una piazza occupata solo da un cadavere e da un Oleander che l'osservava da lontano.
Ora erano rimasti in due, la Morte li aveva risparmiati una volta, ma ora sarebbe tornata da loro... Poi sentì delle voci. Voci di speranza. Vait e gli altri la stavano chiamando.

                                                                                                             §

Li scrutava dall'alto: gli ultimi cinque sopravvissuti si stavano riunendo nella Piazza. Non potevano vederlo. I più deboli...otto... erano stati eliminati dalla Caccia...o almeno così gli sembrava.

                                                                                                             §

I divisi erano finalmente tornati insieme.
Si abbracciarono. Cosa che non sarebbe mai successa nella vita normale, nella vita sociale.
Ognuno venne a conoscenza della fine degli altri. Mahoney ebbe un altro momento di tristezza ancora dopo aver saputo quello che era successo a George, anche se non avendolo visto sospettava già qualcosa.
“Bene, ora che otto sono...morti...dobbiamo collaborare affinché non succeda altro.” disse Xilfis “Il Centro non è lontano.”

Non appena disse quelle parole un vento freddo li fece girare tutti: poco lontano dalla Piazza c'era un boschetto di Allori e al suo interno svettava un tempietto. I Muri del Labirinto convergevano lì e indicavano che erano giunti alla fine.

“Prima di continuare, vorrei rendervi partecipi di una mia riflessione...” disse Xilfis.
“Ovvero?”
“Siamo qui per colpa di qualcuno.”
“Chiaro: Sparklade! Ormai l'abbiamo capito!” esclamò Vait.
“Infatti ho pensato a lungo a questo. Noi non dovremmo essere qui perché Sparklade appare secondo determinati periodi. Dunque, c'è qualcosa che non va. O qualcuno. Mi hanno detto che Sparklade può essere evocato con un rituale specifico per realizzare fini personali...”
“Fini personali? Che razza di fini si possono avere per uccidere persone in quei modi che abbiamo visto?” intervenne Mahoney.
“Il Potere. Se notate sono state rapite solo persone importanti e con un rango politico basilare per l'andamento della Regione. Morendo, avrebbero lasciato un vuoto tale da indebolire ogni Regno e...”
“Gli Sgraal non mi sembravano tanto basilari...” commentò Toxa.
“Beh, alcuni soggetti sono finiti qui per sbaglio. Per esempio Flora non c'entrava nulla...”
“Nemmeno tu Xilfis.” tagliò corto Oleander.
“Prego?”
“Nemmeno tu hai motivo di essere qui francamente. Anzi, perché sei venuto ai Boschi Sopraelevati? Ti sei presentato senza che nessuno ti avesse convocato.”
“Per avvertirvi!”
“Gentile...ma lascia che ti chieda una cosa: c'è stata una sola volta in cui hai rischiato la vita qui?” chiese Vait.

Xilfis rimase interdetto.

“In che senso?”
La voce di Vait si fece più minacciosa.
“Non mi ricordo un singolo istante in cui tu abbia rischiato di morire o sia incappato in qualche trappola...anzi, mi sei sempre parso molto sicuro di te! Quasi conoscessi già il posto!”
“Io...significa che la trappola dedicata a me non è stata ancora usata!”
“Già...e magari non scatterà mai! Com'è che conosci così tanto Sparklade e sai tutto sui suoi rituali e le sue abitudini?” riattaccò Oleander.
“Infatti, la tua potrebbe essere una vendetta perfetta: guardare morire i capi dei Regni che hanno annientato il tuo! Un modo per far tornare le Silfidi nella nostra Regione!”

Xilfis non sapeva che dire, perché aveva sempre provato un forte desiderio di vendetta.

“Vi ricordo che anche voi due siete ancora vivi!”
“Io ho appena rischiato di farmi maciullare da due Massi e Vait...e Vait?” disse Oleander.
“Cosa? Io ho combattuto contro quelle creature e ho cercato di salvare il Conte!”
“Insomma! Nessuno di noi è colpevole!” intervenne Mahoney “Che senso avrebbe? Non abbiamo nemici!”
“Siamo noi stessi i nostri nemici...” disse tranquillamente Toxa “Da sempre i nostri regni sono in competizione, ci odiamo! L'avete dimenticato! Ognuno avrebbe avuto ragione di evocare Sparklade per eliminare gli altri e comandare sulla Regione!”
“Mi sembra di sentir parlare il Viceré! Solo che a differenza vostra lui è sotto una sequoia senza una testa! Usciamo da questo posto maledetto!” disse risoluta Mahoney e cominciò a scendere le scale dei Pilastri.

                                                                                                                                                   §

Mano a mano che si inoltravano tra gli allori l'erba lasciava spazio a dell'umida terra marrone scuro e a dei sassi della grandezza della testa di un uomo, grigi e assolutamente poco rilevanti all'occhio.

Era tutto calmo e piatto. Non sembrava nemmeno la fine di un Labirinto di orrori e paranoie.
Sassi, maledetti sassi.
Il tempio si scorgeva oltre degli alberi, al suo interno c'era una luce verde che brillava. Doveva essere un varco dimensionale, li avrebbe portati fuori. Ma non poteva essere così facile, ma volevano comunque crederci.

“Ci siamo quasi...” disse Oleander.
Il tempio era lì, il Varco li chiamava.
Mancava davvero poco. Poco alla fine della Caccia. Alla fine di qualcuno.

La terra esplose verso l'alto spargendo polvere ovunque. I sassi vennero sparati come mine in cielo. Saltavano ad intervalli diversi.
“No, no!” urlò qualcuno.
Per la polvere nessuno riusciva a vedere gli altri.
Un sasso colpì il braccio che teneva la lancia di Vait che saltò in aria.
Un altro sasso lo colpì sul mento facendolo cadere a schiena in giù.
Gli altri sassi, assieme alla lancia, cominciarono il loro voto verso il basso.
“Ricadono! Nascondetevi sotto gli alberi!” gridò Mahoney.


Con la gravità le pietre avrebbero potuto sfasciare la testa a qualcuno, ma quello che accadde fu complicato.
La lancia ricadde centrando il petto di Vait, ferendolo. Non era affondata molto. Il dolore fu comunque lancinante: era un oleandro velenoso che penetrava nella sua carne.
Una pietra cadde precisamente sull'estremità della lancia, affondando come fa un martello con un chiodo la lancia nel corpo di Vait, tranciando gli organi interni.
In quegli ultimi secondi Vait rifletté su quello che aveva fatto: lui aveva spezzato il ramo dall'Oleandro, lui se l'era portato dietro e lui l'aveva staccato da terra poco prima...lui si era dato la morte.
La morte era sempre stata al suo fianco.
Guardò un'ultima volta il sole filtrare tra la polvere sollevata e le piante, era un peccato perché ce l'aveva quasi fatta.
Un'ultima roccia cadde e lo impalò definitivamente.
Era stata una morte così poco “spettacolare” rispetto alle altre, così improbabile e così crudele allo stesso tempo.
Le sue membra persero rigidità e la vita lasciò quel corpo a pochi metri dal Varco.

La polvere ricadde rivelando la fine di un principe che non si aspettava di morire mai.
“Vait...” fu l'unico commento di Toxa.
“Non c'è più nulla da fare...ora siamo in quattro e in quattro sopravviveremo!” disse Oleander poco dopo.


Il gruppetto entrò nel tempio e osservò il Varco: uno squarcio di luce verde.
“Non sarà pericoloso? Ci porterà davvero fuori di qui?” chiese Mahoney.
“Non potrà essere più terribile di quello che abbiamo visto, saltiamoci dentro e...”
Non si mossero e il vortice di luce fece tutto da solo avvolgendoli completamente.

                                                                                                      §

Freddo. Questo era quello che Xilfis sentiva. Ferro. Ferro bianco.
Quella era l'ultima stanza, non era ancora finita. Si accorse di non potersi muovere. Gli altri tre erano nelle stesse condizioni: distesi per terra e paralizzati dal bacino in giù da una forza invisibile.
“E adesso?” chiese Mahoney.

“Interessante, di solito non sono in così tanti a raggiungere quest'ultima parte del Labirinto, siete davvero coriacei!” esclamò una voce a loro familiare.

Sgradel era lì, davanti a loro con un enorme serpente dietro che li guardava.
Sgradel rideva.



  
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