“ A cosa pensi? “
“ Penso che
l’acqua di queste parti debba essere
tremendamente fredda e senza vita: non ho visto neanche un salmone!
“
“ Un salmone? “
“ Un tipo di
pesce… nulla di che. Tu, piuttosto: cosa ti
turba, Anna? “
Distolsi lo sguardo
dall’acqua e lo puntai su di lei, seduta
nella barca adiacente alla mia. Navigavamo su ben tre barche: Aragorn
conduceva
quella di testa, con Frodo e Sam a bordo; io stavo con Boromir, di
giorno in
giorno sempre più cupo e taciturno, e Merry, che cercava di
capire cosa ci
fosse fra noi, mentre Giulia era sulla barca di Legolas, la
più affollata, dato
che con loro vi erano Pipino e Gimli. Per questo, avevamo accolto una
parte dei
loro bagagli sulla nostra barchetta, e procedevamo a rilento. Erano
giorni in
cui si parlava poco, giorni di tensione e di ansie, dovute in gran
parte alla
decisione che doveva essere presa: da che parte raggiungere Mordor? Io
e Giulia
ne parlavamo continuamente, sfruttando il dono della Dama. La telepatia
era un dono
meraviglioso, che dava pieno accesso al pensiero dell’altra,
lasciando però
poco spazio per se stessi. Fu infatti con enorme fatica che riuscii a
tenere
nascoste le mie paure riguardo Boromir: se Giulia ne fosse venuta a
conoscenza,
sicuramente mi avrebbe costretta a parlarne con Aragorn, e quella era
l’ultima
cosa che desiderassi. Anche se vedevo la situazione farsi sempre
più buia, la
mascella di Boromir sempre più contratta
dall’angoscia, cercavo di convincermi
che tutto sarebbe andato per il verso giusto, senza problemi, liscio
come
l’Anduin che scorreva sotto di noi. Ma Giulia era
più abile di me
nell’utilizzare il dono della Dama, e mi scrutava
l’anima alla ricerca della
più piccola crepa, continuando a pormi domande che preferivo
lasciare senza risposta.
“ Nulla, Giulia, cosa vuoi
che mi turbi? “
La vidi guardare prima me e poi
guardare Boromir, che remava
alle mie spalle “ E’ da un pezzo che non vi
scambiate parole, e tutto questo è
iniziato già a Lothlorien. Avete avuto qualche problema?
“
“ No. “
“ Questo no vuol dire si.
Cazzo, Anna, sono tua sorella mica
tua madre! A me puoi parlare senza problemi “ Sorrisi
debolmente a quella
affermazione “ Non è mia madre che temo.
“
Giulia tacque, un silenzio pieno di
domande. Mi voltai a
guardarla “ E’ Aragorn di cui ho più
paura. “
“ Aragorn? “
Proruppe nella mia testa, assordandomi “ Scusa,
ti ho resa sorda.. ma Aragorn che centra??? “
Non sarei riuscita a restare zitta
ancora a lungo, dovevo
svelarle almeno in parte la mia pena “ Continui a dirmi che
Boromir è strano. “
Iniziai “ Be, me ne sono accorta anch’io.
E’ da qualche giorno che ha smesso di
comunicare con chiunque, me compresa. Sembra come preso da una
conversazione
interiore, che assorbe completamente le sue energie. “
“ Conversazione? Direi
piuttosto lotta. “ Giulia
si passò una mano fra i capelli, che le erano
cresciuti fin quasi alle orecchie, facendola assomigliare giorno dopo
giorno a
me “ Ma contro cosa sta lottando Boromir? “
“ Non lo so! A saperlo,
cercherei in tutti i modi di
salvarlo, di redimerlo dalla sua dannazione… “
“ Parli come Dante
all’Inferno, sorellina. Forse ho capito
cosa lo turba tanto: è ancora quel coso, vero? “
Come al solito, Giulia era abbastanza
sveglia da averlo
capito da sola. Le avrei raccontato ogni cosa, evitando di dirle che il
mio
uomo aveva cercato di tirarmi dalla sua parte. Mi voltai a guardarlo,
vestito
di blu e rosso, col corno di traverso sulle gambe, lo sguardo cupo
perso chissà
dove. La Dama Galadriel gli aveva regalato una cinta d’oro, e
Boromir la sfoggiava
sotto le pieghe del mantello della terra di Lorien, il mantello che la
Dama
aveva tessuto apposta per noi. Non ricambiò il mio sguardo
che per un secondo,
ma subito lo distolse, e il remo affondo con rabbia
nell’acqua.
“ Boromir vuole prendere
l’Anello. “ Dissi a mia sorella,
vedendola spalancare gli occhi. “ Me l’ha detto
qualche giorno fa a Lorien,
precipitandomi nell’angoscia. Sei l’unica che lo
sa, Giulia, e non deve uscire
dalla tua bocca. Hai capito? “
“ Una volta toccata terra,
la prima cosa che farò sarà
andare a sputtanare tutto ad Aragorn! “ Esclamò
lei sarcastica
“ Ma per chi cazzo mi hai preso, eh?!
OVVIO che starò zitta, ma non credere che la passerai
liscia: sono giorni che
ti chiedo cos’hai, e solo ora me lo tiri fuori! Sei stata
proprio una stronza,
a non dirmi niente. “ Mi strinsi nelle spalle “
Avrei fatto preoccupare anche
te… “ Ribadii, sconsolata. La vidi sogghignare
“ Dice il saggio: una pena condivisa
è sempre meno pesante di una pena solitaria. “
Ribadì lei “ Dai ascolto al
saggio, sorellina, e ora godiamoci il silenzio perfetto di questi
posti. Credo
che questi saranno gli ultimi attimi di pace per molto tempo.
“
Al secondo giorno di viaggio, dopo
una delle tante curve a
gomito dell’Anduin, ci trovammo davanti a una delle mete
prefissate del nostro
viaggio: gli Argonath. Erano due statue immense, illuminate dal primo
sole del
pomeriggio, che ci scrutavano con indecifrabili volti di pietra.
Dovevano essere
molto antichi, dato che i lineamenti dei visi erano erosi
dall’acqua e dal
vento, ma erano ancora riconoscibili: Isildur e suo padre, coloro che
avevano
sconfitto Sauron. Erano gli Antichi Re, la stirpe di Aragorn. Lo vidi
puntare
il naso in alto, guardarli bene in faccia. Chissà se si
rispecchiava in loro…rimasi
stupita dalla maestria degli Antichi, capaci di scolpire nella cruda
roccia
monumenti così duraturi. Non erano passati un secolo o due,
ma migliaia di anni
da quando Isildur e suo padre avevano calcato la Terra di Mezzo, eppure
i loro
simulacri erano ancora li, a salutare i viaggiatori sul corso
dell’Anduin,
avvisandoli con le mani protese che alle loro spalle si estendeva
Rauros, la
cascata più alta di Arda, e augurandogli buon viaggio.
<< Sono meravigliosi,
vero? >> Merry diede voce
all’ovvietà e, dopo tanto tempo, Boromir
parlò << Gli Antichi Re danno
coraggio e speranza anche a dei disperati come noi. >>
Disse con la voce
roca di chi non parla da tempo. Non mi voltai nemmeno per paura di
farlo
tacere: quanto mi era mancata la sua voce? “ Un fottio,
sorellina, ti era
mancata un fottio. “ Suggerì Giulia, ironico
“ Speriamo che non si rimangi
nuovamente tutto. “
Passando fra gli Argonath, potemmo
ammirare i loro
mastodontici piedi: per loro, non eravamo altro che formiche
insignificanti,
nemmeno alte un quarto del loro alluce. Grandi scalini salivano accanto
a loro
e chi li avrebbe percorsi sarebbe giunto sul loro capo, avendo la
possibilità
di vedere l’intera Terra di Mezzo.
<< Chissà se
si vede casa. >> Mi sfuggì dalle
labbra, mentre mi riparavo gli occhi dal sole e guardavo nelle narici
di
Isildur.
<< Da dove ?
>> Mi chiese Boromir, e quella era
la prima domanda che mi rivolgeva da tempo . Lo guardai, stupita
<< Ma da
lassù, no? Dalla punta dell’elmo di Isildur.
>> Boromir fermò il ritmico
vogare e si lasciò trascinare dalla corrente.
Guardò in alto e poi sorrise, un
sorriso che mi sciolse il cuore << Credo che da
lassù si riesca a vedere
persino Mordor, tanto è alto. Mi chiedo come abbiano fatto a
costruire delle
meraviglie simili, infondendovi quello spirito di cui
poc’anzi parlavo: a te
non danno speranza, piccola mia? >>
Da quanto non mi chiamava
piccola… sentii gli occhi farsi
lucidi dalla gioia, ma subito si asciugarono << Si,
amore, me la danno.
>> “ Proprio come me la da la tua voce, il tuo
sorriso. Ben tornato,
amore mio, ben tornato. “
Boromir riprese a parlare con me, e
per il resto del
pomeriggio non stette zitto un minuto. La tensione sulla nostra barca
si
sciolse e scivolammo via, verso Rauros, col sorriso sulle labbra. Il
ruggito
della cascata arrivava distinto, e la schiuma bianca di
umidità saliva come
fumo verso il cielo, illuminato adesso dal caldo sole del tardo
pomeriggio. Ci accampammo
sulla riva destra del fiume, per riposarci e aspettare la notte. Solo
allora,
avremmo attraversato il fiume e raggiunto la sponda orientale, per poi
raggiungere Mordor da nord. Gimli non parve particolarmente felice di
questa
soluzione, ma era l’unico ad essere contrario: persino
Boromir taceva, e ciò mi
insospettì. “ Credi che stia covando qualcosa?
“ Mi chiese Giulia, mentre
aiutavo ad allestire il campo e preparavo il focolare. “ Non
vorrei ammetterlo,
ma questa sua improvvisa apertura non mi piace affatto. “
Lei sorrise “ Allora non
sei così accecata dall’amore come
sembri. Tienilo d’occhio, ok? “
<< Ma tu guarda cosa ci
tocca fare! >> Stava borbottando
Gimli << Attraversare gli Emin Muil, quelle pendici
maledette, con rocce
affilate come lame e neanche un cespuglio dietro cui nascondersi!
>>
Pipino e Merry lo ascoltavano con aria spaventata << E
poi cosa c’è?
>> Bisbigliò Pipino, mordendo un angolo di
Lembas. << MA va ancora
peggio! >> Sbuffò Gimli, puntando
l’ascia contro Aragorn << Poi ci
sono le paludi! Uno schifoso, puzzolente acquitrino, che si estende
dalla fine
di quell’orrida catena fino al Nero Cancello!
>> Aragorn non sembrava
minimamente toccato dal discorso. Guardò il Nano con aria
gelida e alzò un
sopracciglio << Ebbene, questa è la strada.
Vedo che hai un’ottima conoscenza
della geografia di Arda, e la cosa non può che darmi
piacere. Quindi, proprio perché
la conosci, ti consiglio di darti una calmata e di recuperare le forze.
>>
Quella fu la goccia che fece
traboccare il vaso. Gimli
divenne rosso di rabbia e squadrò Aragorn <<
Recuperare le forze?! Ma con
chi credi di parlare, sono un NANO, IO!! >> Giulia
ridacchiava mentre
terminava di scavare la buca per il focolare. Svegliò Sam,
che si era
appisolato, e gli disse di preparare un po’ di carne
essiccata. Questi acconsentì
con aria insonnolita, ma si riprese subito quando si accorse che Frodo
non era
con noi. << Dove il padrone? >> Chiese, e
tutti sentimmo un tuffo al
cuore. Ci guardammo attorno con aria sconvolta, specchiandoci negli
occhi degli
altri e vedendo sempre la stessa cosa: l’angoscia.
<< Frodo!
>> Iniziò a chiamare Aragorn <<
FRODO!! >> La Compagnia si disperse lungo i boschi che
costeggiavano la
riva, chiamando Frodo a gran nome. Stavo per andare anch’io,
quando mi accorsi
che Boromir aveva lasciato il suo scudo sulla barca- e lui non
abbandonava mai
il suo scudo… << E’ in pericolo.
>> Mi disse Giulia a voce alta
<< Dobbiamo ASSOLUTAMENTE trovarli, Anna. Tutti e due.
Prima che succeda
un bordello. >> Annuii, spaventata. Lo sapevo, lo sapevo,
lo sapevo! Boromir
mi aveva ingannata.
“ Più
propriamente te l’ha messo nel cul-“
Provocò Giulia,
ma la zittii in malo modo. “ Io vado a destra. Tu a sinistra.
Se lo trovi e va
tutto bene, coinvolgilo nelle ricerche, se no… “
<< Se no?
>>
Deglutii a fatica, sfoderando piano
la spada al mio fianco
<< Fermalo. In qualsiasi modo. >>
NOTICINA!!!mio dio ci siamo!!sta per
succedere un vero e
proprio bordello, ve l’assicuro! Spero di aver reso bene
l’idea…e spero che
questa storia vi sia piaciuta abbastanza, dato che ormai volge al
termine: ma
tranquille, non penserete che vi lascio senza seguito! Non so ancora
come si
chiamerà- perciò, accetto suggerimenti- ma
sarà carina…è già tutto
qui, nella
mia testa! Yo, quanto mi sento bene!!!
Spero tanto che il successo dei
Gioielli si ripeterà, anche
se questa storia è stata parecchio più doloroso e
difficile dell’altra…forse è
per questo che sono stata premiata con una valangata di recensioni e di
visite!ergo, vi ringrazio sentitamente, stimati lettori, e vi do
appuntamento
ai chappi futuri-ancora pochi, ma veramente VERAMENTE densi.
Non smettete di seguirmi e recensite,
mi raccomando!!! Pace e
ammore- e tante scuse a chi non ho ancora risposto…sto
diventando
pigra!!sappiate che avete tutta la mia stima stimissimma!!!vi lovvo
assai!!
Con infinito calore,
un’abbronzata Nini.