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Autore: marygirlonfire    27/05/2011    5 recensioni
Tre Eroi
Due Mondi
Un Regno da Salvare

Le battaglie non finiscono mai per Percy e Annabeth... anzi, la situazione peggiora quando Lizzie, regina di Narnia arriva al Campo Mezzosangue in cerca di aiuto per salvare il suo regno.
Tra Profezie, Misteri, Battaglie, Amicizia, Dolore e Amore, Percy, Annabeth e Lizzie riusciranno a sconfiggere il male dalla Terra di Narnia?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Percy Jackson e il Regno di Narnia'
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10. La Figlia di Poseidone

 
COSA?? No, no… cosa??
Guardai Percy e vidi che era sorpreso quanto me, guardai mio padre.
Ero senza parole. Insomma, una madre che non era chi pensavo che fosse andava bene, ma anche un padre!
Cosa stava succedendo al mio calmo e tranquillo mondo?
Mi sentivo affogare (peccato che, vista la mia stretta parentela con Poseidone non potevo neanche affogare!).
Poseidone stava aspettando che dicessi qualcosa, ma l’unica cosa che riuscii a gracchiare fu:
-Cosa?- una domanda stupida, nessuno avrebbe detto cosa? Dopo aver scoperto chi era il proprio genitore divino, una risposta stupida come quelle che faceva Percy… di certo, era mio fratello!
-Proprio così…-rispose lui
-Cosa?-ripetè Percy, sorpreso quanto me.
-L’ho già chiesto io, Testa d’Alghe!-esclamai
-Sta zitta, Testa d’Alghe!-rispose mio fratello usando il mio stesso tono.
Ignorai la sua risposta, non ero ancora stata chiamata figlia o sorella che avevo già il soprannome di Testa d’Alghe.
-Mi dispiace Lizzie-disse Poseidone. E in quel momento feci la cosa più stupida che avrei mai potuto fare in quel momento: insultai il dio del mare.
-Ti dispiace?-urlai infuriata –TI DISPIACE!?!? Non sai quanto dispiace a me! Mi hai abbandonata in un mondo non mio, mentre Percy è cresciuto con la nostra vera madre! E adesso mi ritrovo con uno stupido dio per padre in uno stupido mondo…-avrei continuato all’infinito, ma successe una cosa strana: sentii una stretta allo stomaco e all’improvviso l’acqua che era nella fontana si alzò e si riversò nella sala, inondando tutti i presenti.
Il lato negativo fu che in quel momento era entrata nella sala Afrodite per recuperare il suo specchio. Così ricevetti un bel po’ di insulti e maledizioni come –Non troverai mai il vero amore!- -Maledirò tutti i tuoi fidanzati!- e altre di vario genere e mi chiesi come avessi fatto a chiedermi se lei fosse mia madre, era di gran lunga meglio essere figlia di Poseidone.
Per fortuna mio padre intervenne in mio aiuto.
-Afrodite, il tuo specchio è nell’arena.
Lei se ne andò infuriata e bagnata fradicia.
Mio padre e Percy erano completamente asciutti mentre Annabeth era completamente bagnata e Grover puzzava di capra bagnata.
-Beee –belò il ragazzo capra sistemandosi i capelli per coprire le corna.
-Scusate-sussurrai abbassando gli occhi
-Niente-rispose non curante Poseidone, con un gesto della mano asciugò la sala e i miei due amici –Di sicuro meriti una spiegazione…
Ma và, che scoperta ! Pensai ironica
-Ci sono due buone ragioni per cui ti ho portata a Narnia: come saprai c’è una profezia che riguarda i figli di Ade, Zeus e miei, ma ora non ho intenzione di svelarla, sappi soltanto ce ho cercato di allontanarti da questo mondo per salvarti, e soprattutto esiste un’altra ragione:agli dei è proibito avere dei figli gemelli.
-Cosa?-chiese Annabeth
-Si dice che due gemelli si completino insieme, uno ha i poteri che l’altro non ha e insieme potrebbero essere forti come un dio. Non è sempre stato così, venne messa questa legge quando Ares ebbe Romolo e Remo, insieme si rivelarono troppo forti e tentarono persino di eliminare noi dei, per questo Zeus decretò che a nessun dio era permesso avere dei gemelli.
-E quando sono nata…
-Avrei dovuto uccidere uno di voi due, come aveva stabilito la legge. Ma non ne ho avuto il coraggio di farlo. Così una notte ti ho presa e ti ho portata a Narnia, conoscevo il re e gli ho chiesto questo favore, così lui e sua moglie ti hanno accettata come figlia, mentre dissi a Zeus che ti avevo uccisa.
-E perchè io e non Percy?-chiesi
-Non lo so neanche io…
-Ma Zeus non sembrava così furioso.
-No, gli ho spiegato la situazione… credo che abbia capito, ma sarete sempre sotto controllo.
Rimasi zitta, persa nei miei pensieri.
-Ho una sorella…-sussurrò Percy
-E guarda che razza di stupido mi sono ritrovata come fratello- scherzai
-Ora dovete andare, Narnia ha bisogno di voi… buona fortuna, figli miei.
-Grazie-rispondemmo in coro io e Percy
E, se prima avevo fatto la cosa più stupida, ora feci quella che mi sembrava più sensata: abbracciai mio padre. In fondo aveva rischiato tutto il suo potere, l’immortalità per me, una semplice mezzosangue.
Poseidone mi arruffò i capelli e fece lo stesso con Percy, ci sorrise e scomparve nel nulla.
-è ora-disse decisa Annabeth.
Ci voltammo verso il varco. Stavo tornando a casa finalmente.
Presi un respiro profondo e entrai.
Notai subito il cambiamento dell’aria: nell’altro mondo era inquinata, mentre a Narnia profumava di fiori e di estate.
Il mare gorgogliava poco distante da noi. Sorrisi.
-Questo posto è magnifico!-esclamò Grover –Mi trasferisco qui!
-Mi sembra impossibile che esista una vegetazione così… poco inquinata-commentò Annabeth
-Noi non abbiamo macchine, ne cellulari ne niente di inquinante, e poi la leggenda narra che quando venne creata, Aslan strinse un patto con il dio Pan, per far germogliare i fiori e le piante.
-Il dio Pan!?-esclamò Grover
-Te lo spiego dopo, ragazzo capra. Ora dobbiamo raggiungere Cair Paravel-indicai il castello –Non vedo l’ora di abbracciare mio fratello-poi mi corressi –Cioè, quello che credevo che fosse mio fratello… insomma, Jake.
-Ma come faremo a arrivare fino a là?-chiese Percy –Spero che hai qualche asso nella manica, sorellina!
-Io non sono la tua sorellina, siamo gemelli!
-Ok, sorellina.
-Un altro conflitto di sorellina e fratellino come Artemide e Apollo-rise Annabeth
-Comunque ho un asso nella manica, fratellino  
Fischiai e dopo alcuni secondi comparvero tre cavalli.
-Fulmine!-esclamai abbracciando il mio destriero nero.
-Ben tornata, maestà
-PARLA!?-esclamò Annabeth
-Certo che parla-risposi –Il problema è farlo stare zitto.
-E io rispondo come ha fatto il valoroso Ripicì quando re Caspian ha detto la stessa frase: Starò zitto quando non avrò più niente da dire.
I tre ragazzi mi guardavano come se Fulmine avesse parlato in un’altra lingua.
-Vi spiego anche questo dopo.
Montammo i cavalli e partimmo alla volta di Cair Paravel.
Finalmente mi sentivo libera, me stessa, e non solo perché la gente acclamava quando mi vedeva, ma solo perché ero di nuovo nel posto migliore del mondo.
Entro pochi minuti, la voce si era sparsa, e tutti i miei sudditi correvano nei campi per vederci.
-Bentornata!-urlava qualcuno.
-La nostra salvatrice!
Salutai tutte quelle persone.
E quando arrivammo a palazzo, beh, pullulava di gente! Persone che si spingevano per arrivare ai cancelli, qualcuno che mi stringeva la mano e ringraziava Percy, Grover e Annabeth.
Il palazzo era ancora più bello di quanto mi ricordavo, entrammo e lasciammo liberi i tre cavalli. Poi ci avviammo verso la sala del trono.
-Vai piano!-urlò Percy, correndomi dietro.
-Vorremmo anche vedere qualcosa-confermò Annabeth
Grover annuì.
-Vedrete tutto dopo. Andiamo!- ma prima di raggiungere la sala, vidi un ragazzo che mi veniva incontro.
Era alto e atletico, i capelli arruffati erano color miele e i suoi occhi azzurri spendevano di felicità.
-JAKE!
   
 
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