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Autore: kateausten    27/05/2011    11 recensioni
L'ultimo anno di Lily Evans a Hogwarts.
L'ultimo anno per la scuola, per le amiche,
per la spensieratezza dei diciassette anni..
per James Potter.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily passò un lungo e tranquillo pomeriggio in biblioteca. Notò che Remus non si era fatto vedere, trovando la cosa alquanto strana. Perfino i compiti erano una cosa buona, pensò Lily. Doveva concentrarsi su di essi e non aveva tempo per pensare a Potter. Oddio, sicuramente avrebbe fatto una battutina su quello che era successo... oppure i Malandrini avrebbero cominciato a sghignazzare al suo passaggio... oppure, peggio ancora, al suo ritorno in Sala Comune ci sarebbero stati dei cartelloni appesi. Lily sentì la tachicardia parecchio vicina, ma decise che era meglio andare a controllare di persona e affrontare tutte le possibili situazioni, che stare in biblioteca a torturarsi con inutili pensieri.
Eppure, non dovette preoccuparsi. La Sala Comune era vuota e a cena, Potter le aveva sorriso, senza neanche un accenno a quello che era successo, senza nessuna battutina maliziosa.
Anche i Malandrini non le parlarono.
"Perchè fai quella faccia?" chiese Alice, mentre erano in Sala Comune dopo cena.
"Quale faccia?" chiese Lily.
"La faccia di 'Lily- sono molto confusa- Evans ?" rispose Mary, finendo il suo tema di Trasfiguarzione.
"Non sono confusa!" disse Lily scontrosa.
"E sei anche irritata" continuò Alice ignorando il suo sguardo assassino.
"Alice e Mary hanno ragione, Lils" disse tranquilla Marlene.
"Len" Non ti ci mettere anche tu!.
"E' vero" rispose lei stringendosi nelle spalle.
Lily sbuffò, ma non disse nulla. D'altra parte le amiche avevano ragione. Era vero che lei voleva evitare Potter, ma non voleva che Potter la ignorasse. Le guancie le si colorarono quando lo pensò, ma non poteva essere disonesta con se stessa. Voleva che le cose tornassero come prima che lei uscisse Jack Harbor. Voleva Potter al suo tavolo che le chiedeva di uscire, voleva Black che lo trascinava via senza tante cerimonie, voleva parlare con Remus del nuovo tema di Pozioni, voleva Peter che ridacchiava guardando questa scena.
Rivoleva i Malandrini... Capiva che si stava comportando da bambina viziata e immatura. Che cosa stava facendo? Cosa stai facendo, Lily? si chiese mentre lanciava l'ennesima occhiata ai Malandrini, insolitamente tranquilli, tutti presi a contemplare quella che sembrava una vecchia mappa.
Mah, sarà stata un'altra delle loro stramberie.
Si accorse di un gruppetto di ragazze del quinto anno, poco distanti da loro, tutte sognanti a rimirarli. Perchè tutte cadevano vittime dei ragazzi capeggiati da Potter e Black?
Prendiamo Potter, si disse Lily. Cosa aveva di tanto speciale? Ok, degli occhi belli, nocciola e profondi. Cos'altro? I famigerati capelli? beh si, forse erano belli, così folti e neri, ma un sacco di ragazzi avevano capelli neri e in disordine. Cosa poi? Il fisico? Ok, gli allenamenti di Quidditch gli avevano fatto bene.
E con questo? Begli occhi e addominali notevoli.
"Finito di spogliarlo con gli occhi?" chiese Mary.
Lily trasalì.
"Cosa?"
"Tesoro, è mezz'ora che guardi Potter come se volessi violentarlo" spiegò senza imbarazzo Mary.
"No. No no no no no. No" disse Lily battendo una mano sul tavolo.
"E' la fase di negazione, ve l'avevo detto" disse Alice a Mary e Marlene, che annuirono.
"Di cosa diavolo state parlando?" chiese Lily con gli occhi ridotti a una fessura.
"Lils... ecco. Tu sei in una fase di lutto" cominciò a spiegare Alice.
"Lutto?"
"Si. Il tuo odio verso Potter è deceduto. Morto, finito.".
"No, non è vero" disse Lily paziente.
"Quindi" continuò Alice come se lei non avesse parlato "Adesso ci sono le tre fasi del lutto".
"Ah si? E quali sarebbero?" chiese sarcastica Lily.
"Rifiuto, negazione, accettazione" disse Alice soddisfatta.
"Alice, te sei tutta matta. Paciock ti ha dato alla testa" disse Lily scuotendo i capelli rossi.
"No!" disse Alice ostinata "Tu hai avuto la fase di rifiuto, non volendo vedere Potter. Adesso c'è quella di negazione, che durerà un bel pò". disse sconfortata e le altre due annuirono depresse.
"Fammi capire... alla fine c'è l'accettazione. Vuol dire che... che... cosa vuol dire?" chiese Lily minacciosa.
"Che finalmente ammetterai i tuoi sentimenti per lui e sfornerete tanti piccoli Potter!" annunciò gioiosa Alice.
"Magari ci voleva un pò più di tatto Alice" mormorò Marlene.
Lily la fulminò con gli occhi.

                                                             *********************

"La Evans ha smesso di fissarti, Ramoso" disse Peter.
Sirius ghignò.
"Per me è li che si aspetta una battuta oscena o una dichiarazione d'amore eterno".
James sorrise tranquillo, guardando la mappa. Mocciosus era in un corridoio del terzo piano... potevano fargli uno scherzo... era da un bel pò che lo lasciavano in pace, ma... no. Il suo piano, concordato con Remus, sull'essere più maturo quell'anno per piacere a Lily, non includeva scherzi a Mocciosus.
"Oh, la Evans sta minacciando Alice" disse allegramente Sirius.
"Fatto il misfatto" disse Remus, puntando la bacchetta sulla vecchia pergamena. Poi, insieme agli altri, alzò lo sguardo e vide Lily con la bacchetta puntata verso Alice e l'espressione minacciosa.
"Ancora non ho capito bene perchè non affondi con la Evans, Ramoso. Dopo quel bacio..." disse Sirius.
James sorrise.
"Vedi Felpato, io voglio Lily. E conoscendola, se io mi avvicino scappa. Se sto fermo, forse, lei verrà da me." disse
"Se ora le parlo, del bacio, di qualsiasi cosa, la allontanerò da me in modo irrimediabile. Aspetterò". spiegò.

Sirius e Peter lo guardarono increduli.
"Saggio Ramoso" disse Peter, mettendosi in bocca una Cioccorana.
"Saggio Lunastorta vorrai dire, Codaliscia" disse Sirius, con la sua solita risata a latrato, capendo chi c'era dietro quel discorso tanto assennato.
James rise colpevole, mentre Remus sorrideva: finalmente aveva fatto ragionare quella testa calda di James.
Adesso Lily stava minacciando Marlene. l'unica calma era Mary.
"Oh, ma guarda" disse James "La McDonald ti sta facendo gli occhi dolci, Lunastorta".
Sirius e Petr ridacchiarono.
"Ma non è vero!" si difese Remus "Cosa stai blaterando?"-
Tre paia di occhi si puntarono su di lui.
"Remus, sei cieco o cosa?" esplose Sirius.
Il povero Remus cominciò a guardare tutto interessato il fuoco, sperando che i Malandrini lo lasciassero in pace.
Speranza vana.
"Io non ci posso credere Remus" disse James "E' dal quinto anno che Mary ti va dietro".
"Dal quarto" corresse Peter.
"Giusto, dal quarto." disse James "Poverina, come la capisco".
Peter ridacchiò.
"Ragazzi, non è vero" mormorò Remus.
"Per Merlino, quando si tratta dei tuoi affari sei così ottuso Remus!" disse Sirius irritato.
"Beh, se anche fosse" affermò Remus alterandosi "Sapete bene che io non posso stare con nessuna".
"Remus, se ti riferisci ancora al tuo piccolo problema peloso, giuro che ti schianto!" disse James.
"James non è un piccolo problema! Io sono solo un..." cominciò, ma James lo interruppe.
"Un ragazzo maturo, studioso e divertente che ci a fatto capire molte, molte cose".
Piombò il silenzio nel loro angolino, mentre Remus cercava di non incrociare il suo sguardo commosso con quello degli amici.
"E comunque" aggiunse Sirius intono serio e tutti si girarono verso di lui "Io fossi in te... me la farei!"
James e Peter risero, mentre Remus cercava disperatamente di non sghignazzare e nel contempo, uccidere Sirius.
Remus li guardò di soppiatto, ricordando se stesso a undici anni, che si chiedeva chi mai l'avrebbe voluto come amico, una volta scoperto cosa era.
I Malandrini, si disse. I Malandrini.

                                                                    *********************

"Guarda guarda".
Marlene smise di scrivere, immobilizzandosi al suono di quella voce.
Era nell'aula di Pozioni per fare il tema assegnatole da Lumacorno quella settimana. Sperava infatti in una comparsa del professore, per un aiuto, ma fin'ora non era stata accontentata.
Le sue amiche non trovavavno normale la fissa che aveva per Pozioni, visto che in tutte le altre materie aveva voti che variavano dall' Oltre Ogni Previsione all'Eccezionale. Ma Marlene aveva deciso da tempo di diventare un Auror e essere brava in Pozioni, era indespensabile.
Quindi, quando sentì una voce che la distubò durante quel delicato processo, s'irritò parecchio.
Si girò e lo stomaco le si contrasse dalla paura.
Davanti a lei, c'era Avery, al Settimo anno come lei, ma smistato a Serpeverde.
Marlene lo odiava, non sopportava essere guardata in quel modo lascivo, soprattutto se a farlo era un verme come lui.
"Marlene McKinnon" mormorò lui entrando nella stanza.
Lei chiuse il libro, senza degnarsi di rispondergli e si alzò, con l'intento di andarsene.
Odiava Avery: odiava il modo in cui la guardava, odiava il modo in cui la fissava, odiava sentirsi il suo sguardo addosso ogni volta che entrava in Sala Grande.
E lui lo sapeva.
"No no. Come siamo nervosette. Vuoi andare subito via?" chiese mellifluo, avvicinandosi a Marlene.
"Fammi passare Avery" disse lei guardandolo furiosa.
Erano nei sotterranei, anche se urlava, dubitava che qualcuno potesse sentirla. Se solo avesse avuto la bacchetta a portata di mano, invece che nella borsa!
"Non credo proprio. Non adesso che sei senza le tue amichette mezzosangue e quel seguito di sbruffoni". sibilò lui.
Marlene aveva apertamente paura, adesso che lui era così vicino. Avesse avuto la bacchetta, si sarebbe sbarazzata di lui, o almeno avrebbe sato battaglia. Invece era disarmata, sola, con un argazzo forte le cui intenzioni si leggevano chiaramente sulla sua brutta faccia.
Lui cercò di baciarla, ma Marlene si scansò. Avery le prese con forza il viso, provandola a baciare nuovamente, nonostante lei si dimenasse. Non ce la faceva, lui era troppo forte... Le si riempirono gli occhi di lacrime di rabbia e dentro di se, sperò che fosse una cosa veloce.
Ma proprio in quel momento, il peso del corpo di Avery che gravava sul suo, sparì. aprì gli occhi e, sbalordita, vide Sirius di fronte a Avery. Aveva la bacchetta puntata contro di lui, ed era evidente lo sforzo che stava facendo per non lanciare una maledizione al Serpeverde. Dalla sua bacchetta uscivano scintille rosse, che Avery teneva d'occhio in modo preoccupato.
"Vattene subito di qui" sibilò Sirius con voce bassa.
Perfino Marlene in quel momento ebbe timore di lui.
Avery gli scoccòun'occhiata di puro odio, ma arretrò fino a quando non uscì definitivamente dalla stanza.
Sirius fece un profondo sospiro per calmarsi e poi guardò Marlene, rimettendo la bacchetta nella tasca della divisa. Lei era rimasta immbile, nella stessa posizione in cui era stata lasciata dall'arrivo di Sirius.
Si stettero a guardare per qualche secondo in silenzio, tutti e due incapaci di articolare una benchè minima frase.
Marlene stava cercando di convincersi che alla fine non era successo niente di grave; doveva ringraziare Sirius e andarsene da li.
Staccò le mani dal manco, al quale si era inconsapevolmente artigliata.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo chock e la paura le piombarono addosso così forte, che, senza neanche rendersene conto, si buttò fra le braccia di Sirius piangendo disperatamente, mentre lui le accarezzava dolcemente i capelli.

  
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