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Autore: Peddy    22/02/2006    4 recensioni
Commentare questa opera è difficile. Se invece scrivessi la trama non avrebbe senso, ma scrivo solo una frase che Benji userà alla fine della fic. - Dicono di non amare un angelo, perchè lui può volare e tu no. Io non ho ascoltato, questo consiglio...tu sei il mio angelo e per colpa mia tu sei volata via. Io ho bisogno di te, quindi ti prego, torna da me, perchè sei troppo importante e io ti amo troppo!- Per saperne di più leggetela. Vorrei dire un'altra cosa, questo capitolo non è stato scritto da me, ma da una mia carissima amica, che dopo aver letto il mio primo capitolo (quello che sarà pubblicato come secondo mi ha consigliato di aggiungere questo pezzo...spero che ciò non crei problemi, se ne creà informatemi e provvederò a cancellare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti

Ciao a tutti! Mi ero promessa di scrivere una ff e finalmente l’ho fatto! Protagonista principale di questa storia è il mio personaggio, cioè inventato da me, ne ho inventati anche altri, ma naturalmente non mancheranno tutti gli altri, bhe forse non tutti…

Spero che vi piaccia! Naturalmente aspetto i vostri commenti, critiche e suggerimenti!!
Ciao a tutti e BUONA LETTURA!!

P.S.: Il titolo della ff (piuttosto banale, devo ammetterlo! ^__^) mi è stato ispirato dalla bellissima canzone dei daft punk.

 

Something about us

Prologo

 

-Signori, stiamo per atterrare all’aeroporto di Hokkaido. Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza-, disse la voce dell’hostess, diffondendosi attraverso il microfono in tutto l’aereo.

Hilary, che fino a quel momento era stata profondamente immersa nei suoi pensieri, con lo sguardo intento ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, si riscosse immediatamente ed allacciò svogliatamente la cintura di sicurezza.

Ancora poco, e sarebbe stata a casa sua, a Hokkaido. Ancora gli sembrava impossibile di aver preso veramente quella decisione. Una decisione drastica, ma alla fine l’unica realmente possibile. Non poteva andare avanti come aveva fatto negli ultimi mesi, la situazione era diventata decisamente insostenibile.

Lasciare Amburgo era un po’ come subire una sconfitta…aveva giurato a se stessa che non si sarebbe arresa di fronte a nessuna difficoltà, e per anni aveva lottato contro di tutto e contro tutti con le unghie e con i denti.

 

L’aereo cominciò ad atterrare lentamente. Hilary si sentì immensamente sollevata, quando l’hostess  annunciò che il viaggio era terminato, e si avviò immediatamente verso la scaletta per scendere. Sentire sul suo viso la fresca brezza del venticello pomeridiano le diede una piacevole sensazione di benessere. Sembrava di sentire un profumo familiare…il profumo di casa.
-Bentornata a casa, Hilary-, disse piano, rivolta a se stessa, e per la prima volta dall’inizio del suo viaggio, un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra.

Hilary entrò in casa silenziosamente. Le faceva uno strano effetto rimettere piede nella propria abitazione dopo tanto tempo. Non  era mai tornata in Giappone, da quando l’aveva lasciato. Guardò l’orologio. Automaticamente, si domandò che ore fossero in Germania, e cosa stesse facendo lui in quel momento. Era inutile, continuava a pensarci, anche se si ripeteva ogni istante che doveva dimenticarlo, lui e tutta la Germania. Chissà se aveva saputo che era partita…aveva detto a poche persone di aver deciso di lasciare per sempre la Germania l’ allenatore aveva fatto l’impossibile per convincerla a rimanere, dicendogli che era la migliore che avesse mai avuto, ma nulla la poteva tenere in quel luogo.

Dopo aver sistemato tutte le sue cose nell’armadio decise di farsi una doccia. Mentre si stava spogliando però, i suoi occhi caddero su una fotografia accanto al comodino. Era una fotografia di qualche anno prima, che la ritraeva insieme alla Groondwald. Era stato meraviglioso, così finì per richiedersi cosa stava facendo lui. Non lo sapeva, visto che era sparito da un po’.

Finita la doccia si vestì rapidamente e si avviò al campo di calcio, dove si stava allenando suo fratello.

Quando arrivò, ebbe come la sensazione che il tempo fosse tornato indietro…erano tutti quanti lì, come una volta,correre allegramente dietro un pallone, senza sentire la fatica, senza accorgersi del tempo che passava, spensierati e allegri come se dalla vita non si potesse desiderare nient’altro. Provò un’acutissima fitta di nostalgia, e per un attimo si soffermò a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se non avesse mai lasciato il Giappone, se non avesse mai deciso di trasferirsi in Germania…domande inutili, non era possibile ormai cambiare quel che era stato. Tutto quello che poteva fare era guardare avanti, e sforzarsi di voltare pagina.

 

Il gioco si fermò poco dopo, quando Philip notò una figura famigliare, dai lunghi capelli castani mossi dal vento e suoi occhi castani che stranamente sembravano più scuri di quanto si ricordasse…

Gli ci volle comunque qualche istante per rendersene veramente conto, anche perché gli sembrava impossibile che fosse veramente lei…cosa ci faceva lì, a Hokkaido? Non doveva essere ad Amburgo? Eppure…no, non si stava sbagliando, era sicuramente lei!
-Hilary!-, la chiamò a gran voce, mentre tutti i compagni di squadra si voltavano nella direzione dello sguardo del compagno, sorpresi.
-Hilary?!-, ripeté Tom meravigliato. Poi notò la ragazza che li stava osservando da poco distante. –Eh sì, è proprio lei!-
Hilary sorrise, e si avvicinò ai suoi vecchi amici.
-Come state? !-, domandò con voce allegra.

In quel momento arrivarono anche Patty, Amy e  Jenny.
Philip fu il primo a raggiungerla, e l’abbracciò fortemente –Che sorpresa! Non ci aspettavamo certo di vederti qui!-
-Ma
dicci, sei venuta qui per una vacanza?-, gli domandò Bruce, incuriosito dall’arrivo inatteso della amica.

Lo sguardo di Hilary si rabbuiò immediatamente a quella domanda. Non voleva parlarne con nessuno.

-Beh, ecco…a dire il vero, sono tornata per restare-, disse, sforzandosi di utilizzare un tono di voce il più possibile naturale.
I ragazzi sgranarono gli occhi per lo stupore. Per un attimo pensarono che Hilary stesse scherzando, ma la sua espressione non era quella di una che stava scherzando.

Iniziarono tutti a farle domande, e lei rispondeva vagamente.

 

Patty sospirò. Era evidente che qualcosa non andasse, l’amica si stava comportando in modo piuttosto strano. Ma era altrettanto evidente che Hilary non aveva intenzione di parlarne, e quindi era del parere che per il momento fosse meglio lasciar perdere. Se e quando avesse voluto, sarebbe stata lei a confidarsi. Fece un gran sorriso nel tentativo di smorzare la tensione che si era venuta a creare all’interno del gruppo.
-Su, lasciate perdere…che ne dite di fare una piccola pausa invece? Visto che non siamo state di la a cucinare per nulla!- Hilary fece un sorriso, mentre le ragazze a turno l’abbracciavano. Patty non era per niente cambiata, sapeva sempre come sdrammatizzare le cose, sembrava che tutto fosse tornato come ha quei tempi felici, ma un’ombra famigliare, fin troppo, oscurò il suo sorriso.

- Ciao Benji!- Esclamò, guardando il ragazza che era uscito proprio in quel momento dagli spogliatoi…Aveva la sua divisa da nazionale, come del resto tutti gl’altri e ancora il suo cappello, che mai nessuno sarebbe riuscito a portargli via, era difficile dire che espressione avesse in quel momento visto che i suoi occhi erano nascosti dalla visiera del cappello, ma era comunque chiaro che, Benji non poteva crederci!

 Lei li? Cosa ci faceva? perché era tornata? Aveva forse mollato tutto? La conosceva bene e non avrebbe mollato tutto così! La Germania era il suo futuro…o forse era diventato il suo passato? E se era così di chi era la colpa…

Di chiunque fosse la colpa non ebbe il coraggio di guardarla in faccia, come accadeva da molto tempo.

- Ciao Hilary!- riuscì finalmente a dire mentre si metteva il guanto…

  Tutti fecero la pausa e chiacchieravano allegramente, e si erano divertiti un sacco a prendere in giro il povero Bruce. Hilary sembrava felice, tuttavia, tutti quanti si erano accorti che, la loro cara amica Hilary aveva qualcosa che non andava; Jenny qualche volta  aveva tentato di parlarle, ma con scarso successo:
"Non ti preoccupare Jenny, sto bene, sono solo un po' stanca..."
aveva risposto Hilary con un tono decisamente poco convincente, quindi, visto l'umore dell'amica, non aveva voluto insistere. L’aveva fatto non solo perché era sua amica, ma anche perché vedeva Philip preoccupato e non le era mai piaciuto vedere così il suo ragazzo.

Per quanto riguardava Benji invece, fu l’unico a non rivolgerle parola. Poi finalmente arrivò l’ora di iniziare ad allenarsi e le quattro ragazze tornarono all’interno dello stabile.

 

- Allora Ily, è per via di Benji?- Le chiese Amy, sicura di aver azzeccato.

Hilary abbassò lo sguardo…

- Infatti, è proprio così!- Non poteva più tenersi tutto dentro, ma non riusciva a trovare le parole giuste…l’aria dentro lo stabile la stava soffocando così uscì e andò a sedere sulla panchina dove fu raggiunta immediatamente dalle sue amiche.

- Su dai parlaci…ti sentirai meglio!- Insistete Amy.

- Se non trovi le parole prova a raccontarci come è iniziato?-Chiese Patty…

Hilary fece un sospiro e poi un lieve sorriso.

- Sì! Avete ragione su tutto!- sospiro - Ricordo perfettamente il giorno in cui tutto ha avuto inizio…-

 

Continua


Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Forse non vi sembrerà strana e forse non vi è piaciuta, ma aspetta il prossimo capitolo.

 Aspetto tanti commenti!! Un bacione a tutti!!
 

 

  
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