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Autore: Armida    28/05/2011    1 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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State per leggere qualcosa di sconvolgente, siete avvisati. Dato che non voglio togliervi di bocca il sapore agrodolce della sorpresa non dirò nient'altro. Vi lascio gustare il capitolo. Solo vi chiedo, vi IMPLORO (prima di scagliarmi contro i pomodori) di leggere il mio commento finale al brano (Armida dice che :)) così posso spiegarmi e spiegarvi ed evitiamo fraintendimenti.
Buona lettura...


Minerva McGrannitt sedeva sulla terrazza della sua nuova casa. Si perchè qualcosa era cambiato in lei e aveva deciso di dare un taglio netto alla vecchia donna stanca che si era sempre trascinata dietro, così aveva traslocato. Teneva una tazza in mano con quella diavoleria babbana che le aveva consigliato lui tanto tempo addietro.
"è buona la cioccolata calda, Minerva, dovresti provarla."
fece un altro piccolo sorso.
"Aiuta a ragionare e dà energie"
sorrise al ricordo di quegli occhi azzurri.
Il vento di quella cittadina sui fiordi del nord Inghilterra, straziava furente e violento le piante del suo nuovo immenso giardino. Lo sguardo della Professoressa si perse fra il verde della natura che la circondava, l'azzurro intenso del mare poco lontano e il nero del cielo.
"Diluvierà" pensò tranquilla.
Tirò un ultimo piccolo sorso alla bevanda scura, posò la tazza su un tavolino lì vicino spedendola poi con un colpo di bacchetta in cucina dove si sarebbe lavata. Rinfoderò l'arma di legno e sorridendo si trasformò in un gatto striato con una strana macchia a forma di occhiali intorno agli occhi lucenti. Salutò un momento con lo sguardo la nuova grande abitazione e si andò a nascondere dentro quel tronco che conosceva tanto bene. Da lì la tempesta che cominciava a infuriare faceva ancora più paura. Tremò appena. Un altro enorme gatto entrò allora in quel momento nel tronco. Si fecero spazio a vicenda e rimasero in silenzio accoccolati.
"Albus" era forse la prima volta che lo chiamava per nome.
"L'uomo alzò gli occhi"
"è vero? È vero davvero?"

"Minerva" sorrise l'altro benevolo "una donna logica e seria come te che mi pone una domanda simile?" rimase un secondo in silenzio "Si quanto ti ho detto è vero. Quanto ti ho detto è tutta la mia vita, tutti i segreti che avrai bisogno di sapere, tutte le cose che dovrai fare quando, domattina, non ci sarò. Fidati di Severus. Fidati di Potter e dei suoi amici. Fidati dell'Ordine."
La donna annuì piano, con le lacrime agli occhi.

"Minerva..." Riprese l'anziano preside.
"Non mi chiami così la prego" Esordì senza riuscire più a frenare le lacrime.
L'uomo sorrise divertito "E come dovrei chiamarti, di grazia?". Anche la donna sorrise impercettibilmente, il volto inondato dalle lacrime. Allora l'uomo fece una cosa inaspettata: si alzò, nascondendo la mano nera nella manica, arrivò di fianco a lei e l'abbracciò. Dolcemente. Quasi cullandola. E la donna, felice come una ragazzina, si lasciò guidare da quel contatto.
"Minerva" riprese l'anziano preside "Io so che tu non provi per me quello che credi di provare". La professoressa alzò gli occhi, tremando di sorpresa. "Per me sei stata qualcosa di molto simile a una sorella, una madre, un'amica e confidente." continuò imperturbabile il preside. La McGranitt dal canto suo si immobilizzò rendendosi conto del peso di quelle parole: come una sorella, una madre...
"Vedi, io so che tu per me, provi un affetto profondo. Lo vedo in ogni tuo gesto nei miei riguardi. Cosa sono per te, più un maestro o un fratello minore da accudire? In qualche modo sei stata la mia migliore famiglia. " anche l'uomo si fermò per soppesare la gravità delle sue parole. "Si" annuì convinto "C'è poco da nascondere o di cui vergognarsi, Minerva. Ma non è amore il nostro." Sorrise dolcemente sciogliendo l'abbraccio. La donna aveva il viso tutto rosso, non solo per le lacrime.
"No, ovviamente" disse, ma solo la voce era convita, la sua testa diceva tutt'altro.

"Io ho amato un solo uomo, Minerva" il preside aspettò per vedere la reazione della professoressa, di fronte a lui, imperturbabile. "credo sia l'unico uomo che tu possa mai amare." La McGranitt rimase in silenzio
"sai già cosa dovrai fare, quando tutto questo sarà finito. Lo sai dentro di te... e in fondo non bisogna fare altro che accettarlo, come tutte le cose. Io ho accettato di averlo perso. Tu puoi accettare di averlo trovato. L'unica cosa che mi spiace è di non essere stato niente di più per voi due, se non un mezzo per incontrarvi. Fingi di non sapere niente su questo, su di me, fingi che questa conversazione non sia mai avvenuta. Addio Minerva e grazie." sorrise e lei uscì.

Quel gatto tigrato rannicchiato nel tronco non poteva credere che davvero quell'uomo potesse sapere tutte quelle cose e avere sempre ragione. Anche se di errori ne aveva fatti tanti, e lo sapeva. Glieli aveva detti lui. Uno ad uno. Era come un custode segreto. Lo ringraziò, guardando il cielo che si placava.
Il gattone al suo fianco si mosse, soffiando piano contro il suo ventre. E lei rispose al soffio. Ripensò a quando l'aveva salvato. C'era voluta tanta fatica. Ma lei era brava, in trasfigurazione. Era davvero brava. Ed era un Animagus. Anche i gatti possono sorridere.
"Quando sei cattivo tutta la vita, ad una certa età ti scocci, ma sono sempre quello, un uomo è solo uno." E così si era convinta.

Armida dice che:
Allora. Non tirate i pomodori, non ancora.
Davvero fino all'ultimo non volevo pubblicarlo, saltare al successivo, in fondo non è un capitolo utile ai fini della storia, anzi, rallenta molto il corso degli eventi. Avrei potuto e avrei dovuto inserirlo in una storia a parte. Però alla fine non ne ho avuto il coraggio perchè era come saltare un pezzo: non avrei mai spiegato come mai la McGranitt era diversa, come mai aveva abbandonato la scuola...e poi non lo so, se l'ho pensato e scritto è bene per coerenza che lo pubblichi..
Insomma eccolo.
Bhè che dire... non ho voluto spiegare proprio esplicitamente cosa succede, ho provato a trattenermi un po', ma alla fine nella mia testa la storia era questa ... 
Da piccola credevo che Minerva e Albus si amassero... ammetto di esserci rimasta male all'inizio quando ho saputo della storia col mago oscuro, ma alla fine non si può non adorarli. Io sostengo davvero la coppia Albus e Gellert, mi piacciono da impazzire, mi ricordano lo Ying e lo Yang (io amo lo Ying e lo Yang <3). Per questo ho deciso così. Non ce la facevo ad immaginarli lontani e soli, alla fine. Proprio perchè li amo troppo c'è Minerva. Scordatevela come l'avete sempre conosciuta, io la voglio nuova. Non più stanca o vecchia. 
Loro due non sono "fidanzati" no, no... semplicemente stanno insieme ma stare insieme nel senso letterario: sono due presenze l'una per l'altra, per ricordare Albus, non so se mi sono spiegata.
Direte voi, si ma come ha fatto Minerva da sola a far scappare il mago oscuro più controllato dopo Voldemort? Ho pensato che lei è un Animagus ( e i dissennatori non avvertono la sua presenza) ed è brava in Trasfigurazione... insomma la mia mente ha ideato un piano... immaginate che la cosa sia possibile.
Ho paura a pubblicare.
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche le critiche negative sono ben accette, basta che... bhè non si esageri :) Grazie!

  
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