Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jazz Hyaenidae    28/05/2011    2 recensioni
Aggiornata sino al quindicesimo capitolo. [Siamo arrivati al delirio della storia. Le città finalmente in fiamme; scontri, violenza, la calma riappacificatrice che contrassegna le ore prima di una guerriglia. La Linea Gotica vuol richiamare l'enfasi disperata del periodo Nazifascista che come sappiamo sprofondò in una disfatta drammatica per i tedeschi e anche per il popolo italiano che ne usciva sì liberato ma al contempo sconfitto. ] È la storia avvincente di due giovani amici Heléna e Ludovich nel bel mezzo di una rivoluzione sovietica ambientata nel XXI secolo. Partecipi come killers mercenari ingaggiati dalla Maskhadov, un'associazione di stampo terrorista, si troveranno a disertare la causa sovietica. Se vi piace il sangue, la collera spietata o l'amore senza vincoli di ogni sorta questo è il racconto che fa per voi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 Capitolo VI
"Un Dio Perverso"
Parigi
Parte terza





Uscì frettolosamente dall'appartamento, lasciò sbattere la porta .L'aura che lasciava dietro di se era come spesso accadeva la forza della disperazione, un lieve sbalzo di adrenalina e un alito di gelo verso la fine delle mani. Pugno chiuso è incazzato; quello della ragazza di Singapore si chiudeva nella rabbia febbrile e nell'odio sconsiderato verso la razza umana. Poteva aver la genialità di agire: così fece.
Guidò l'auto sino ad arrivare nella periferia di Parigi alla banlieue di Clichy-sous-Bois; frenò di colpo quasi tamponando un'auto che era parcheggiata. Era un gigantesco condominio delimitato da un enorme cancello, quello che avrebbe reso l'idea di un elite di Clichy-sous-Bois, la dove un'elite ormai non c'era; la prostituzione e lo spaccio di droga dilagavano come malattie infettive; la polizia: inesistente.
Qualcosa di ancestrale, sadico, violento le passava per la scatola contenente il cervello; sarà stato rivedere quell'ambiente dei borghi parigini, l'odore di cipolla e salse cucinate dai tunisini residenti: aveva una gran voglia di scoprire cosa stesse accadendo veramente, chi c'era alle spalle di quell'operazione della Maskhadov; chi c'era veramente dietro; chi poteva garantirle che non sarebbe finita come Berlino.
L'indagine proseguiva nella sua mente di continuo, mentre aprì un cancelletto, mentre urtò le spalle di un rumeno facendolo quasi schiantare al suolo, mentre percorreva le scale avvicinandosi sempre di più alla porta stabilita.
La stava già ripetendo tra le sue labbra, con il perverso intento di ripeterlo incutendo maggior sgomento, maggior terrore per chi si fosse trovato dinanzi.

La porta dell'appartamento si aprì di scatto, la ragazza di Singapore si gettò con il capo in avanti a colpire il volto sbavato di trucco di Judith Defour; cadde a terra esanime ricoperta di sangue per tutta la faccia.
-A quanto pare Judith abbiamo un altro lavoretto per il tuo chirurgo facciale...- Lo disse ridendo come una iena al suo biglietto da visita.
-Brutta bastarda di una cinese, chi ti manda?-
-No, no Judith, iniziamo male...-
L'afferrò per i capelli e la trascinò per due metri di pavimento poi, quasi già stufa,la riempì di calci nello stomaco.
-Oggi ti dice male Judith, sono in preda ad una crisi di nervi...- Prese poi una statuetta di bronzo posta sopra un comodino. -Ti conviene parlare prima che io ti apra la testa.
Judith Defour stava rannicchiata in un angolo a piangersi l'anima, terrorizzata e shockata da quello che accadeva; Judith sapeva che in quel momento Helèna era una ragazza lontana, che con la mente era poco presente, le avrebbe aperto la testa e poi l'avrebbe lasciata in una pozza di sangue.I trascorsi in Francia tra le due comprendevano episodi poco felici anche se non si erano mai odiate. Helèna era sempre stata un sicario che in Francia chiudeva dei conti di debito. Aveva eliminato numerosi capi di piccoli clan e trafficanti di droga. A quei tempi Judith era stata la puttana di molti per questo si conoscevano abbastanza bene. Helèna sapeva di di non doversi fidare delle sue parole, Judith sapeva di aver la vita appesa ad un filo sul punto di spezzarsi. Qualcuno uscì da una stanza; un uomo giovane che sconvolto si addossò al muro.
-E tu cos'hai da guardare?- Chiese Helèna.
L'uomo non rispose, lasciò dei soldi davanti ad uno specchio e uscì a dorso nudo fuori dall'appartamento.
-Cosa ne sai dalla Muskhadov Judith? Ti conviene parlare perché vedi... anche se non ci vediamo da forse tre anni, so perfettamente con chi scopi ancora, so chi mantiene i tuoi gioielli ed i tuoi cosmetici...-
Judith singhiozzava fortemente, tremava così da far scaturire impulsi ancora più nervosi in quel demone che le si presentava davanti.
-Ok... non vuoi parlare... - Le scaraventò una sedia contro: un urlo atroce ed isterico uscì dal petto della ragazza in lacrime...
-Cosa vuoi da me!! Devi lasciarmi in pace!!!-
Allora la ragazza di Singapore raccolse la sedia e si sedette. Curvò la schiena e guardò profondamente e faticosamente verso il basso.
Si tenne la fronte, pesantissima e dolorante. Le urla non le sopportava poi tanto; per un istante allora il demone parve placarsi e assopirsi, come se tutto fosse ancora normale nella stanza. Da sottofondo ancora qualche lamento di Judith Defour poi come nel vuoto trovò le parole.
-Mi spiace per te Helèna...
-Per cosa ti dispiace?
-Perché ti stanno facendo diventare una bestia...
-Allora sai già di chi parlo quando voglio chiederti qualcosa...
-Lo sanno tutti che lavori ancora per la Muskhadov, non potrebbe essere diversamente.
-E' qui che sbagli, tu sei solo una sgualdrina, non sapresti fare altro nella vita. Io sono un soldato per me è diverso, posso abbandonare la giostra quando voglio... sta a me agire.
-La giostra? Stai delirando evidentemente, morirai prima di poterti liberare di loro.
-La morte sarebbe comunque una liberazione non credi? A no, tu sei troppo codarda per poterlo pensare...

Judith si alzò, la stanza era buia poiché tutte le serrande erano abbassate. Accese la luce benché fosse ancora giorno; prese un pacchetto di sigarette e ne accese una. Poi Helèna notò quanto fosse deplorevole la scena, Judith indossava una vestaglia da notte con dei disegni infantili cuciti sopra, cosa forse molto più triste sembrava esser stata picchiata da un gruppo ti uomini assatanati.
-Ti chiedo scusa se mi sono lasciata prendere un po' troppo la mano...-
-Picchi forte brutta stronza...- Judith sorrise guardandosi allo specchio. -Sai una volta ho scopato quello che tu consideravi il tuo unico capo, Ludovich... non è stato lavoro, l'ho fatto perché credevo di essermene innamorata.

-Per favore... non ti crederò mai. Non è tipo che va con squallide prostitute minorenni.
-Non ha mai saputo la mia età, comunque mentre eravamo all'apice dell'amplesso chiesi di picchiarmi.
-Scommetto che anche lui ti ha tirato una sedia sopra...
-No, si rifiutò di farlo; non potrò mai dimenticarmi con quanta dolcezza mi chiese perché io volessi certi suoi comportamenti. Io non potevo rispondergli ovviamente, mi faceva sentire così stupida e nello stesso tempo mi sentivo troppo importante per essere guardata da un ragazzo così.
-Taglia corto puttanella...non so dove vuoi arrivare con questa bella storia di fantasia, ma ti stai solo accorciando la pausa che porta al nostro secondo round.
-Tu credi di essere diversa dai russi, credi di poter sognare la tua libertà nel nome del tuo amato Ludovich ma la verità è che tu non sei come lui... stai solo cercando ti inventare una via d'uscita che non esiste. Tu morirai per mano dei russi perché è quello che meriti Helèna e per quanto tu stia cercando di agire nel bene, sei solo un cane rabbioso che divora se stesso e tutto ciò che gli passa davanti.-
Ci fu un altro silenzio, questo fu più nero e lugubre come lo sguardo della ragazza di Singapore che si alzò dalla sedia e afferrò il braccio di Judith Defour. Le prese la sigaretta da mano.
-Mi stai parlando di Ludovich perché sai dove si trova adesso per caso?- Disse la ragazza di Singapore mostrando i denti.
-E se io lo sapessi Helèna? Pensi che andrei contro Nil o Ivanovich? Sei una povera illusa...
-Allora ho ragione.. tu sai tutto brutta troia...- La ragazza di Singapore mise la mano sotto la vestaglia e affondò con la sigaretta:Judith cadde per una seconda volta sul pavimento. - Voglio proprio vedere con cosa tirerai a campare una volta che avrò segnato tutto il tuo corpo.-
Judith questa volse trattenne le lacrime con tutta se stessa; si osservò bene intorno, poi si decise: fece uno scatto verso la cucina, si armò di coltello e lo puntò contro al nemico che l'aveva già raggiunta sogghignando.
-Sei veramente ridicola con quel coso in mano.
-Cosa credi che solo tu sei brava con le armi?
-Non amo la falsa modestia quindi... credo proprio di sì. Ma sai a cosa sto pensando? Che la stiamo tirando per le lunghe... tu sai molto di ciò che voglio sapere ma non vuoi parlare, io posso ucciderti anche solo con una mano ma non voglio decidermi a farlo. Stiamo perdendo del tempo prezioso non credi?-
Judith, che non era affatto stupida fece un ultimo tentativo di prendere in mano un telefono cordless, un allungamento che consentì facilmente ad Helèna di bloccarle il braccio. Si beccò un colpo sotto ad un fianco: cadde per la terza volta.
Helèna ora maneggiava il coltello facendolo danzare da una mano all'altra.
-Sai Judith... stiamo proprio perdendo tempo...- Le conficcò il coltello nella gamba sinistra, così che le urla devastarono la cucina, si espansero fuori dalla finestra, arrivarono a tutto il quartiere; ma per la strada non passava neanche un cane.
La cucina in poco tempo si riempì di sangue per terra, era tornato un altro silenzio ed un odore di plasma perforava le radici di quella che era una iena che con cura ripuliva il coltello.
-Se ti stai chiedendo quanto tempo voglio perdere ancora voglio che tu sappia che non considero una perdita di tempo torturare la gente. Fa parte del mio mestiere capisci? A te so che dopotutto, prendere cazzi ti piace... prova ad immaginare cosa sto provando io vedendoti dissanguata.-
Judith ormai aveva un vestito totalmente imbrattato di rosso, piangeva e strillava, piangeva e si dimenava stringendosi la ferita, le sarebbe venuto un infarto per la tortura che stava subendo in quegli istanti. Cercò in qualche modo di parlare in fretta davanti al suo assassino.
-Due giorni fa è venuto Ivanovich qui... ho soltanto potuto sentire qualche risposta che dava per telefono. Lo tengono prigioniero in Italia, parlavano di un casolare... non so dirti altro lo giuro!!
-Lo giuri? So cosa può giurare una puttana? Se Ivanovich è stato qui devi per forza sapere dell'altro... magari riguardo la cena di domani a cui saranno presenti Hughes e Lewis, magari avrai sentito cosa ne vogliono fare di me!
Puntò nuovamente il coltello all'altezza della gambe...
-Che cosa triste una puttana sfregiata su di una sedia a rotelle...
-Smettila ti prego... non hanno parlato della cena, ho sentito solo un altro nome mentre parlavano di Ludovich... una certa Lola di Valenza...pare che sia una referente della Muskhadov in Italia, non so altro... ti prego!!

Il coltello accarezzò ancora un po' la veste poi la ragazza di Singapore si sollevò flettendosi.
-Non mi hai convinto, ma va bene così.
Judith Defour intanto era diventata giallognola a causa dell'emorragia, il sangue uscito a fiotti aveva sporcato anche le mani di Helèna che, dopo averle sciacquate accuratamente, lasciò il palazzo.

 

 

 





Qui, ancora sotto voce la tua vaga
sembianza ha le grida di assenze,
ha l’ebbrezza del delirio nell’incanto
appena simulato da un sospiro.

Dirompe quasi a gioco un Dio perverso
dai luoghi ormai fuggiti,
bellissimo Narciso intrappolato allo spazio
che mi fu concesso tra gli uomini e le cose,
stupore e smarrimento che mi azzera.


Discorso da dimenticare
così come il graffio lungo della giovinezza. 

 

Citazione poetica di Antonio Spagnuolo da Fugacità del tempo


 

 

 

 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jazz Hyaenidae