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Autore: NiNieL82    29/05/2011    4 recensioni
Tra tarocchi, alberi di Natale, incomprensioni e continui scivoloni -fisici- Grace ed Elijah vivivono la loro storia, che non sarà sempre rosa e fiori.
Per tutti quelli che hanno amato Natale A New York, regalo un piccolo scherzo del destino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Boyd, Dominic Monaghan, Elijah Wood, Nuovo personaggio, Sean Astin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tarocchi, agrifogli e fondi di caffè'
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Per i ringraziamenti dritti alla fine. Buona lettura. Niniel.


EPILOGO



Ancora un Natale a New York.


Via Condotti.

Grace si sentiva molto Audrey Hepburne in 'Vacanze Romane'. Ci mancava solo la Vespa ed erano apposto.

Quasi quasi non se ne voleva nemmeno andare. Elijah era conosciuto come Frodo lì, ma nessuno conosceva lei come la ragazza di. E questo nelle interviste che faceva era davvero utile.

Inoltre il tempo era clemente. Nonostante fosse quasi Novembre, non sentiva freddo e poteva girare con una giacca non molto pesante.

Stava pensando a questo quando sentì il cellulare squillare.

Sbuffando aprì la borsetta e lesse 'Adam Calling'. Era suo fratello.

Scostò i capelli freschi di messa in piega e poggiando il cellulare all'orecchio, disse:

Hello darling!”

Hello sweety. Sei già in Italia?” chiese Adam.

Grace sospirò e guardando i negozi di via Condotti e replicò:

Sì! Roma è davvero meravigliosa!”

Hai già visto il Colosseo?”

No! Mi porta domani Julia!”

E Piazza San Pietro?”

Sono andata ieri e ho visto anche i Musei Vaticani. Tu non puoi immaginare tutta la roba che c'è lì dentro!”

Dio! Come ti invidio!”

Fai bene fratellone. Sono in Paradiso. Per il momento ho visto solo città bellissime!”

Ci fu un attimo di silenzio e poi Adam domandò:

Ma è vero?”

Grace aveva capito, ma non voleva rispondere alla domanda e facendo la gnorri, quindi, sorridendo disse:

Che sono in Paradiso? Si fratellone! È vero...”

Smettila di fare la stupida. Non lo sei! Lo sai a cosa mi riferisco” sussurrò Adam.

E a cosa ti riferisci Adam? Io non ho ancora capito!” cercò di divagare ancora Grace.

Voleva tenere lontana la domanda riguardante Elijah. Sapeva che anche il solo evitare il problema la faceva sentire meglio, quasi il problema non esistesse. Non sapeva che, facendo così, il problema diventava solo più grande.

Ad Elijah! A chi sennò!” rispose scocciato Adam.

Grace sentì una punta di ferro trapassarle il cuore. Sentire il nome di Elijah aveva riportato su vecchi spettri. Che tanto vecchi non erano.

So quanto te. Non ho voluto parlargli!” rispose Grace greve.

Sai che magari parlando avreste chiarito!” replicò Adam stranamente serio.

Grace sbuffò guardando una vetrina di Bulgari. Pensava: a quello che aveva visto quando aveva sfogliato quel dannatissimo giornale in aeroporto; a cosa aveva sentito quando il suo sguardo cadde sull'abbraccio di Elijah con Pamela.

'Un modo per lasciarti un bel ricordo quando scoprirai che ha un'altra!'

La vocina riecheggiò nella sua testa, cattiva.

Non c'era nulla di cui parlare. Lui ha sbagliato e io... Io sono stata una stupida ad innamorarmi di un attore. Hanno troppi grilli per la testa. È un mondo diverso dal mio. Ecco tutto... Lui ha Pamela... Bene! Felicità. Spero che con lei diventi un po' più responsabile. E non la faccia soffrire come ha fatto con me!”

'…non mi importa di altre donne. E che appena posso, giuro, giuro davvero, prendo un aereo e ti raggiungo anche in Siberia. Perché te l'ho detto, te lo ripeto e non smetterò mai di ripeterlo: ti amo Grace Melanie Thompson. E non c'è bisogno che elenchi tutti i motivi per cui ti amo. Ma so che è così e devi smetterla di aver paura. Perché nessuna, mai, sarà come te ...'

Ieri ha chiamato!”disse Adam.

Lij?” chiese quasi incredula Grace.

Sì! Mi ha chiesto di aiutarlo. Che le cose che avevano scritto su quel giornale non erano vere. E che lui è ancora terribilmente innamorato di te!” spiegò Adam.

Grace scosse la testa. E pigolò, spaventata dalla risposta:

Adam... Tu cosa gli hai detto?”

Gli ho chiuso il telefono in faccia. Gli ho detto che mi ero fatto promettere di non farti soffrire e lui lo aveva fatto. Che non meriti tanto dolore. E che non puoi permettersi di giocare con i sentimenti di mia sorella... Ecco che cosa gli ho detto, Grace. Quello che avrebbe detto ogni fratello all'uomo che ha fatto soffrire sua sorella!” disse Adam.

Grace sbiancò e sentì una morsa allo stomaco. Quella che sentì era una sensazione differente da quella che provava normalmente quando pensava ad Elijah.

Grace? Che hai? Ci sei ancora?” chiese allarmato Adam.

Grace portò una mano alla gola. Voleva piangere e non sapeva nemmeno perché e questo la faceva arrabbiare come una matta.

Adam... scusami... Ho l'avviso di chiamata e devo chiudere. Ci sentiamo, prometto. E ti mando qualche foto con un MMS!”

Grace...” stava per dire Adam ma venne bloccato dalla sorella che secca disse:

Adam, sto bene! Devo andare!” e salutandolo con un freddo ciao chiuse la chiamata.

Via Condotti non era più bella, ma un vicolo che le toglieva l'aria. Con passo svelto andò in Piazza di Spagna e si mise a sedere sulle scale. Guardò la piazza piena di gente. Turisti, uomini eleganti, donne piene di buste.

Tutto era lontano da lei. Tutti con le loro risate e le loro vite.

Lei era sola. Aveva perso l'uomo che amava.

Anche se lui stava cercando disperatamente di parlare.


'Danielle sospirò guardando Piazza di Spagna. Aveva girato tanti posti, ma nessuno era come quello. Nessuno era casa come Roma. Eppure lei era americana. Figlia di una donna francese e di un americano. Che cosa la faceva sentire legata a Roma? Che cosa le rendeva così famigliari quelle strade che non aveva mai visto prima?'

Grace rilesse muovendo solo le labbra, il pezzo che aveva scritto.

Le piaceva anche se sentiva che mancava qualche cosa.

Sbuffò grattando la testa con la punta della matita quando sentì un rumore conosciuto. La casella postale aveva ricevuto un nuovo messaggio e guardando l'icona che saliva lentamente al lato destro del computer, lesse l'avviso di avere un messaggio di posta non letto.

Premette ed entrò nella sua casella personale di posta elettronica.

'DomMonaghan@yahoo.com (*)

ciao Grace. Sono io. Elijah. Lo so che non dovrei nemmeno scriverti. Ma sono convinto che sia l'unico modo per riuscire a parlarti. Ti conosco abbastanza bene per sapere che non smetterai di leggere fino a che non ci sarà l'ultimo puntino a chiudere la mia mail. E allora lascia che ti dica che anche se i giornali hanno pubblicato tutta quella spazzatura, io non ho nessuna intenzione di perderti senza lottare. Ti amo Grace. E davvero, sto a terra da quando tu non sei nella mia vita...

Ho deciso che ti scriverò una mail ogni giorno.

E in tutte queste mail ci saranno versi, citazioni, poesie intere che parleranno di noi. E che spero ti facciano capire quanto ti amo...

non rispondere non c'è bisogno...

Alla prossima mail. Lij.


Questo amore che impauriva gli altri

Che li faceva parlare

Che li faceva impallidire

Questo amore spiato

Perché noi lo spiavamo

Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Questo amore tutto intero

Ancora così vivo

E tutto soleggiato

E' tuo

E' mio

E' stato quel che è stato

Questa cosa sempre nuova

E che non è mai cambiata


Questo amore – Prevert'


Grace portò una mano alla bocca e pianse.

Era stato furbo, Elijah, aveva usato la mail di Dom per contattarla.

Questo significava che Dom stava cercando di aiutare l'amico in tutti i modi per riprendersela.

Sospirò frustrata.

'...io non ho nessuna intenzione di perderti senza lottare. Ti amo Grace. E davvero, sto a terra da quando tu non sei nella mia vita...'

Avrebbe voluto rispondere per mandargli una serie fitta di insulti e mandarlo al diavolo un volta per sempre. Ma non lo fece. Con il dito mosse il touchpad per cancellare la mail ma non lo fece. E abbassando lo sportellino si maledì in silenzio per aver letto quella dannatissima mail.


Julia stava nella hall del Parco dei Principi, un lussuosissimo albergo nei pressi di Villa Borghese. Un albergo bellissimo, molto chic, di quelli che Grace mai avrebbe sognato di visitare un giorno nella sua vita. Ora, stretta in un cappottino nero corto, il collo sollevato e la cinta chiusa nonostante avesse abbottonato i grandi bottoni, con i tacchi straordinariamente alti dei bellissimi stivali neri che arrivavano quasi al ginocchio e un gonna corta che mostrava le gambe asciutte e lunghe, spostando i capelli lisci, Grace sorrideva tranquilla.

Julia fischiò e disse:

Come mai così bella? Vuoi conquistare un italiano?”

Sono single da un paio di settimane, non ho nessuna intenzione di mettermi con qualcun altro!” sorrise Grace avvicinandosi e portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio aggiunse: “Programmi?”

Dobbiamo andare in videoconferenza con quelli della casa editrice. Mi hanno detto che ci sono delle grandi novità.”

Non mi vorranno licenziare?” chiese Grace preoccupata.

Tesoro. Se mai ti dovessero licenziare, io sarei la prima a prendere le tue parti. Il tuo libro sta vendendo tantissimo e la promozioni in giro per l'Europa sta dando risultati insperati. Sai che cosa significa? Che sei la punta di diamante dell'azienda. E non ti possono licenziare. Non senza un motivo valido!” rispose Julia seria.

Grace sbarrò gli occhi. Non sapeva tutte queste cose. E saperle tutte così in fretta l'aveva lasciata un po' frastornata.

Grace? Grace!” la chiamò Julia vedendo che la ragazza non dava segno di vita.

S-Si! D-Dimmi!”balbettò Grace.

Julia la guardò seria e disse:

Non dirmi che non lo sapevi!”

No!” rispose sincera Grace.

Le due si guardarono negli occhi per un attimo e poi scoppiarono a ridere.

Fu Julia a riprendersi e dire:

Andiamo cara. Che se tardiamo il cazziatone me lo prendo io dal capo, non tu!”

Grace si mise sull'attenti e replicò:

Agli ordini capo!” e prendendo sottobraccio Julia andò verso la sala conferenze dell'hotel dove era stata preparata tutta l'attrezzatura per la loro videoconferenza con l'America.


NON CI POSSO CREDERE!” esclamò Grace una volta finito.

Julia sorrideva guardandola divertita.

MA TI RENDI CONTO? IL MIO LIBRO DIVENTERÀ UN FILM! UN FILM!” continuò Grace completamente fuori di se dalla gioia.

Stava saltando sui tacchi quando, prendendo una storta, Grace cadde rovinosamente su di un cameriere che portava delle valigie.

Julia non riuscì a trattenersi scoppiò a ridere mentre Grace, rossa come un pomodoro, si scusava con il cameriere che quasi quasi, invece, si stava prendendo le colpe dell'accaduto.

Quando entrambi furono in piedi, Grace guardò Julia e disse:

Dobbiamo fare qualche cosa?”

Dobbiamo andare a mangiare qualcosa al Harry's Bar in Via Vittorio Veneto e poi magari farci un giro!” rispose Julia. “Non dirmi che non vuoi festeggiare il fatto che il tuo libro diventerà un film!”

Grace annuì mordendosi il labbro e disse:

Sai cosa! Qua sono le tre del pomeriggio. Dai miei saranno le prime ore del mattino, ma voglio dargli la notizia!”

Julia annuì e diss:

Vai! Hai ragione!” e guardando Grace domandò: “Vuoi che ti accompagni?”

Grace le fece una smorfia e rise allontanandosi. Corse all'ascensore e schiacciò il piano della sua stanza. Entrò in camera, si tolse il cappotto e lo buttò su di una sedia.

Prese il portatile e senza sapere perché si collegò alla casella postale.

E subito lesse l'indirizzo di Elijah.

Un'altra mail.

L'aprì.

CrazyMonkey@hotmail.com

ciao. Come va? So che sei sempre a Roma. Vedi? Sei più avanti di me. Io non l'ho mai vista. Dicono che sia una città bellissima e che gli italiani siano dei grandissimi lumaconi. Ok! La smetto di fare il geloso.

Allora. Oggi sono esattamente due settimane e tre giorni che stiamo lontani. A dire il vero siamo lontani da quando sei partita per Barcellona, ma sapere che non ti ritieni più la mia ragazza rende le cose un pelo differenti. Che ti dovrei dire? Che sono un cretino già lo sai. Che sono un idiota calzato e vestito che non prende le sue responsabilità, lo sai anche questo.

Ieri sera stavo rileggendo quel libro che mi hai regalato un po' di tempo fa, per il mio compleanno. C'è un aforisma di Ernest Hemingway che dice: 'Se tu non mi ami, non importa, sono in grado di amare per tutti e due.' La trovo una frase che rispecchia il mio stato d'animo in questo momento. Sto qua a New York, nella nostra casa ad Harlem e mi chiedo se mi ami ancora. E allora giro in cerca di te. E ti trovo ovunque. Nell'altra parte dell'armadio, nell'altra parte del letto. Questa casa sa di noi, infondo. E ho capito che io posso e devo avere la forza di ripartire da zero. Solo che ti chiedo tempo per le responsabilità. Non sono mai stato uno che ha sognato il matrimonio, i bambini. Sono uno semplice, che ride e si diverte con gli amici e vive le sue relazioni alla giornata. Almeno prima che arrivassi tu. Non ti ho mai chiesto di cambiare. La gente cambia da sola. Ti chiedo di non cambiarmi. Fai che avvenga senza che sia imposto, questo cambiamento. Fai che sia io a cominciare da solo a farlo. E giuro, quando accadrà saremo felici.

Nel frattempo ti dedico un'altra poesia.


Mi piaci quando taci perché sei come assente,

e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.

Sembra che gli occhi ti sian volati via

e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.


Poiché tutte le cose son piene della mia anima

emergi dalle cose, piene dell'anima mia.

Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,

e rassomigli alla parola malinconia.


Mi piaci quando taci e sei come distante.

E stai come lamentandoti, farfalla turbante.

E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:

lascia che io taccia col tuo silenzio.


Lascia che ti parli pure col tuo silenzio

chiaro come una lampada, semplice come un anello.

Sei come la notte, silenziosa e costellata.

Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.


Mi piaci quando taci perché sei come assente.

Distante e dolorosa come se fossi morta.

Allora una parola, un sorriso bastano.

E son felice, felice che non sia così.


Pablo Neruda- Mi piace quando taci.


Alla prossima.

Mi manchi. Lij.'

Grace sospirò. Guardò la lista di mail che gli aveva scritto in quegli ultimi giorni. Se lo avessero aiutato o no, doveva dire che era riuscito davvero a toccarla nel cuore.

In una mail, parlando del loro incontro, le aveva scritto:

'C'è una citazione di Wilde che mi è piaciuta parecchio. Diceva: Quando cerchi sinceramente l'amore, lo trovi che ti sta aspettando. E tu, quel giorno, quello scontro che ci ha fatti finire per terra nell'albergo, senza saperlo mi stavi aspettando. O forse è meglio dire che ero io ad aspettare te...'

L'aveva scritta persino su di un foglietto, Grace, quella frase per non dimenticarla.

In un'altra, alla fine della mail aveva scritto:

'Ma l'amore non fa baratti da mercato, né usa la bilancia del merciaiolo. La sua gioia, come la gioia dell'intelletto, è di sentirsi vivo. Il fine dell'Amore è amare; niente di più e niente di meno...'

Non sapeva davvero se era merito della loro crisi o se fosse davvero scattato qualche cosa in quel ragazzo che guardando lo stesso libro da cui prendeva citazioni d'amore per le mail, un anno prima le aveva detto che non era tipo per quelle letture.


Stretta in un vestito nero (*), con i capelli raccolti a crocchia, Grace stava aspettando, stretta in una stola per ripararsi dal freddo -ma senza successo-, Julia che le aveva dato appuntamento a Piazza di Spagna, davanti alla Fontana della Barcaccia.

Il problema era che l'appuntamento se l'erano dati alle otto. Erano le otto e mezza e di Julia ancora nulla.

Il freddo cominciava a farsi più pungente e Grace si chiedeva dove la volesse portare la sua assistente, se ci fosse un adeguato sistema di riscaldamento e se avrebbe fatto abbastanza in fretta da non trovarla morta in ipotermia.

Rabbrividì di nuovo dal freddo quando sentì qualcuno mormorarle all'orecchio:

You look beautiful!”

Grace si voltò di scatto e vide due enormi occhi azzurri. Il cuore le saltò in gola e quasi incredula disse:

E-Elijah?”

Il ragazzo si mise a sedere vicino a lei e sorridendo le disse:

Sai! A New York non avevo nulla da fare! Dom mi ha detto se volevo farmi un giretto da lui e io gli ho detto che avrei preferito di più andare a fare un giro a Roma. Giusto perché c'era una persona che non vedevo da tanto tempo... Ho chiamato Julia e le ho chiesto di mettere su un appuntamento inesistente. E mi sono presentato al posto suo.”

Grace lo guardava senza riuscire a parlare. Che cosa le stava succedendo. Due settimane prima gli avrebbe volentieri strappato gli occhi, poi dopo la prima mail aveva cominciato a raddolcirsi. Come poteva, dopo così poco tempo, essere riuscito a toccare quelle corde del suo cuore che nessuno prima di lui aveva toccato?

Rendendosi conto che la ragazza non diceva nulla, Elijah sorrise e prendendole la mano disse:

So che ci sono state delle prove a prima vista inconfutabili contro di me. Ma credo di averti insegnato qualche cosa in questi mesi. Che non è vero tutto quello che ti mostrano i giornali. E io voglio dimostrarti che ti amo e che voglio stare con te e che non c'è nessuna Pamela con me o qualsiasi altra donna!” e sollevandosi le chiese: “Mi vuoi seguire?”

Grace non rispose.


Fu una bella serata. Una serata in cui Grace con difficoltà, memore di tutte le mail scritte dal compagno, sentendo perfino il racconto che lui aveva fatto, sul fatto che fosse in gioielleria per comperare un regalo per lei e non per Pamela, come avevano voluto farle credere in quella dannatissima rivista. Fu strano per Grace credere a tutte quelle cose solo guardandolo negli occhi. Forse anche per il fatto che avesse chiamato a casa sua, avesse cercato perfino l'aiuto di Adam per poterle parlare, le aveva fatto capire che lei aveva sempre saputo la verità. Ed era che Elijah non le aveva mentito.

Accettò di seguirlo in silenzio. Salì con lui nella macchina che aveva noleggiato e raggiunsero la Terrazza del Pincio. Ai loro piedi Piazza del Popolo. Dietro di loro una piazza bellissima, storia di una città che aveva segnato la storia del mondo.

Grace si strinse nella stola, guardando San Pietro lontana e il Quirinale alla sua sinistra.

Roma era tutta una luce quella notte, solo per lei.

Sorrise stretta alla sua stola quando sentì la fodera della giacca di Elijah poggiarsi sulle spalle. Lei si voltò sorrise e con le braccia poggiate al parapetto disse:

Hai detto che avevi comprato un anello per me... Ma io l'anello non l'ho mica visto!”

Elijah rise e mettendo una mano nella tasca del pantalone tolse un cofanetto nero.

Sappi che non ho mai regalato un solo anello in vita mia. Ecco perché mi sono portato Pamela con me in gioielleria. Non sapevo dove mettere le mani!”

Grace sollevò un sopracciglio, guardandolo scettica, nonostante un sorriso divertito le avesse illuminato il volto.

Fammi vedere sto sbriloccone, va!” disse lei facendo un cenno con la mano.

Elijah stava per aprire l'astuccio, ma si bloccò e guardando Grace le chiese:

Mi devo mettere in ginocchio?”

Devo forse pensare che mi vuoi sposare?” rispose Grace divertita.

Elijah scosse la mano e aprì il cofanetto. Grace sentì il cuore in gola.

Era un anello bellissimo(*). Grace portò una mano sul collo e disse:

Questo è... Per me?”

Elijah annuì e mise l'anello al dito della ragazza. Era perfetto.

Ti piace?” chiese Elijah spaventato dall'idea di non aver centrato i gusti della sua compagna.

CERTO!” esclamò Grace subito e abbracciandolo disse: “Sono stato anche io una stupida orgogliosa Elijah. Sono stata io a partire con quella stupida litigata sul groppone. Che ti ho messo fretta senza pensare che siamo due ragazzini... Io voglio stare con te. E l'ho capito con tutte quelle mail che mi hai mandato. L'ho capito per il fatto che sei venuto fino a Roma pur di chiarire. E sono tante ore di volo dall'America. E l'ho capito anche stasera, quando mi hai messo la giacca sulle spalle. Sono una stupida. Hai ragione tu. Non ti devo cambiare. Lo farai. Crescerai. E quel giorno decideremo assieme del nostro futuro. Te lo prometto!”

Elijah sorrise e abbracciandola la baciò, salvò poi, una volta stretto a lei, mormorarle all'orecchio:

Se ti dico che mi ha aiutato Hannah per le mail, ti arrabbi?”

Grace si staccò un attimo, lo guardò trattenendosi dal ridergli in faccia, salvo poi farlo per davvero. E abbracciandolo replicò:

Elijah! Non mi importa di chi ha scritto quelle mail. Basta che tu ora sia qui!” e baciandolo notò che uno dei busti che si vedevano, era quello di Cristoforo Colombo. Lo osservò, sollevò il pollice e chiuse gli occhi.

Aveva fatto pace anche con lui. E era più tanto offesa dal fatto che avesse scoperto l'America.


Natale 2006...


Oh! La signora Thompson. È un onore per il nostro albergo ospitarla ancora una volta” disse il direttore dell’albergo quando arrivò la ragazza all’albergo.

Grace era diventata famosa. Il suo libro aveva venduto moltissime copie e stavano girando anche un film. Ma lei era rimasta sostanzialmente la stessa.

Il signor Wood è arrivato?” chiese la ragazza al direttore.

Si, signorina. L’aspetta alla 706...” rispose il direttore.

Grace sorrise e si diresse all’ascensore. Salì alla camera e aprì la porta. Elijah canticchiava sotto la doccia. Cercando di non fare il minimo rumore, si mise a sedere nel letto aspettando che il ragazzo uscisse.

Poco ci volle però che ad Elijah, vedendola sul letto, non gli prendesse un colpo. Superato lo stupore che durò pochi secondi, Elijah disse, avvicinandosi al letto:

Dillo Grace Thompson che non mi vuoi far arrivare al mio ventiseiesimo compleanno..” e si buttò addosso alla ragazza.

Si baciarono dolcemente.

Ti aspettavo per domani. Come mai qui?” chiese il ragazzo fregando il naso contro quello della ragazza.

Grace sorrise e disse:

Avevo paura che andassi a cozzare contro qualche bella ragazza. Sai. Visti i precedenti è meglio non correre nessun rischio” rispose maliziosa la ragazza.

Elijah sorrise e la baciò. E guardandola disse:

Allora anche questo Natale lontani da casa?”

Grace gli baciò il mento e rispose:

Noi siamo a casa. Passeremo un altro Natale a New York. Dove tutto è cominciato” e baciandolo le sfilò l’asciugamano che teneva stretto ai fianchi.


DRIIIN... DRIIIN.

Elijah sollevò la testa, guardando Grace che rispose scuotendo il capo.

Pronto?” chiese al telefono dell'albergo.

Signor Wood. Ci sono i suoi parenti e quelli della signorina Thompson che l'aspettano. Li faccio salire!” chiese il direttore.

Elijah sbarrò gli occhi e replicò.

NO!” e veloce aggiunse: “Stiamo scendendo noi... Gli dica di aspettare!”

Sarà fatto!” rispose l'uomo.

Chi è?”chiese Grace.

Non siamo lontani da casa questo Natale, vero?” chiese Elijah saltellando per infilare i pantaloni.

Beh! Avevamo casa qua, l'abbiamo venduta per prenderne una più bella a Los Angeles. Lo sai che io a New York mi sento a casa!”rispose Grace che non capiva.

Anche le nostre madri si trovano benissimo qua. Infatti ci stanno aspettando al piano di sotto. E vogliono salire. Quindi vestiti, in fretta. Mia madre saprebbe corrompere anche un santo e in men che non si dica ce la troveremo qua...”

Grace sbarrò gli occhi e corse a cercare la biancheria e il vestito che aveva fatto atterrare da chissà quale parte.

Inutilmente cercò di riavviare trucco e capelli, riuscendo un po' solo con il primo e sospirando si voltò verso Elijah e disse:

Pronti?”

Elijah annuì e prendendole la mano uscirono dalla porta.

Fu allora che sentirono dire:

Avete scopato. Vero?”

Elijah e Grace si voltarono e videro Hannah con le braccia incrociate poggiata al muro. Vicino a lei, alto il doppio, Adam.

Tu fai sesso con la mia sorellina!” si finse indignato Adam.

I quattro si guardarono, rimasero un attimo in silenzio e poi scoppiarono a ridere.

Ma come hai fatto a salire qua!” disse Elijah ad Hannah.

MA guarda come sei bella con questo vestito!” disse Adam ammirando la sorella prima di prenderla in braccio.

Ho sviato la vigilanza e sono salita con Adam...”rispose Hannah.

Si abbracciarono prendendosi in giro, facendosi un sacco di domande.

Poi, Hannah, seria disse:

Voi credevate davvero che vi avremmo lasciato da soli per due Natali di fila... Allora non avete proprio capito nulla!” e abbracciando entrambi aggiunse: “Sono contenta di essere qua con voi. Buon Natale!”

Grace ed Elijah la strinsero commossi e risposero:

Buon Natale anche a te!” e facendo un po' di spazio, abbracciarono anche Adam.

Una cosa era certa: New York li aveva fatti incontrare e innamorare in poco tempo; a New York avevano abitato in una casa bellissima fino a novembre, salvo poi trasferirsi a Los Angeles...

E a New York, la famiglia Wood e la famiglia Thompson avrebbe passato il Natale più memorabile che mai aveva trascorso prima di allora.





(*) importante ricordare che le mail segnate sono fittizie. Non conosco gli attori citati, quindi non usatele, prima che siano esatte per botta di culo e ci passo i casini io!!!! ^^'' non si sa mai.


(*) http://abitisera.altervista.org/immagini/abito-da-sera-impero08%5B1%5D.jpg vestito di Grace quando fa pace con Elijah.


(*) http://files.splinder.com/b88fa64fc94409a3a8b66c97c37c666c.jpeg l'anello.



RINGRAZIAMENTI: Allora. Siamo alla fine. Vorrei ringraziare chi ha letto questa storia dall'inizio anche se ora non sta più dalle parti di efp.

Vorrei ringraziare anche marochan, che non scrive più su efp e che ha visionato con me i primi capitoli della storia.

Vorrei ringraziare Chiara (chiaretta78) che mi ha dato un po' di fiducia e mi ha permesso di finire questa storia lunga cinque anni.

Vorrei ringraziare Claudia (nick DiNozzo323 è giusto vero????) che mi ha sorpreso con la sua recensione inattesa e che mi ha aiutato ugualmente a credere in quello che scrivo.

E vorrei ringraziare chiunque è passato e ha letto questa fan fiction. Spero che vi sia piaciuta, anche se non avete lasciato un commento.

Volevo postare assieme i capitoli finali ma dei problemi mi hanno impedito di farlo. Spero che il finale sia di vostro gradimento.

Scusate anche alcune libertà che mi sono presa. Non sono mai stata a Roma -me misera!!! ho visto quasi tutta Italia tranne Roma, faccio schifo -.-''- e non se dalla terrazza del Pincio si possono vedere tutti i busti presenti. La mia è una licenza. Perdonatemela...

Bene ragazzi, quasi non ci credo!

È finita!!!

Mano ai fazzoletti. Un sospirone. Si chiude il sipario.

Alla prossima spero. Per ora...


FINE.



Importante! Le poesie e le citazioni presenti nella storia non mi appartengono, ma fanno parte di tutto quell'insieme di letture che mi ha aiutato a crescere e a diventare un po' una sognatrice.


   
 
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