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Autore: telesette    30/05/2011    1 recensioni
[The World of Lone Wolf - Oberon]
Oberon è il personaggio creato da Joe Dever, in collaborazione con Ian Page, per una serie di quattro libri associati alla collana dei LIBROGAME ( piuttosto celebre negli anni ’90 ). La serie si affianca a quella assai più famosa di Lupo Solitario ( “The World of Lone Wolf”, nell’edizione originale ) e, invece di ripercorrere le avventure del giovane Cavaliere Ramas, Joe Dever descrive stavolta la storia di un giovane essere umano in possesso della sapienza magica degli Shanti ( un popolo di creature sagge e potenti, proveniente da un altro mondo ). Scampato miracolosamente a un naufragio e cresciuto dagli Shanti sull’isola di Lorn, Oberon viene addestrato all’uso della magia cosicché, una volta pronto, possa recuperare un importante oggetto magico e sconfiggere il malvagio Re Negromante Shazarak.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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OBERON è una serie di quattro libri, per la collana dei LIBROGAME, creata da: Joe Dever

Nota Introduttiva
Oberon è il personaggio creato da Joe Dever, in collaborazione con Ian Page, per una serie di quattro libri associati alla collana dei LIBROGAME ( piuttosto celebre negli anni ’90 ). La serie si affianca a quella assai più famosa di Lupo Solitario ( “The World of Lone Wolf”, nell’edizione originale ) e, invece di ripercorrere le avventure del giovane Cavaliere Ramas, Joe Dever descrive stavolta la storia di un giovane essere umano in possesso della sapienza magica degli Shanti ( un popolo di creature sagge e potenti, proveniente da un altro mondo ). Scampato miracolosamente a un naufragio e cresciuto dal magico popolo degli Shanti sull’isola di Lorn, Oberon viene addestrato all’uso della magia cosicché, una volta pronto, possa recuperare un importante oggetto magico e sconfiggere il malvagio Re Negromante Shazarak.
Purtroppo, a differenza del personaggio di Lupo Solitario ( che ancora oggi è piuttosto conosciuto e apprezzato dagli appassionati dei Giochi di Ruolo ), Oberon non ha ottenuto un gran successo in Italia. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che, a differenza del Cavaliere Ramas ( le cui avventure sono state pubblicate su ventotto volumi per la collana dei LIBROGAME e riproposte al pubblico con la versione LIBRO ), la vicenda del mago non è andata oltre i quattro volumi della serie:

- Oberon il Giovane Mago
- La Città Proibita
- Il Cancello dell’Ombra
- Il Duello dei Maghi

Per quelli che come me adorano i Giochi di Ruolo, Oberon non può cadere nel dimenticatoio! Tempo fa chiesi presso il sito MONASTERORAMAS.NET ( creato per gli appassionati del Grande Maestro Ramas Lupo Solitario ) se Joe Dever aveva in mente di portare avanti qualcosa anche sul personaggio di Oberon. Purtroppo pare che, a causa dello scarso interesse ottenuto, Joe Dever non abbia al momento intenzione di riprendere in mano questa storia. Ecco perché, attraverso questa fanfiction, ho deciso di riprendere le avventure vissute da Oberon così come le ho vissute io, giocando coi LIBROGAME per oltre quindici anni ( cosa che, appena posso, faccio ancora oggi ). Premetto che la storia riprende a grandi linee la versione tradotta in italiano da Judy Moss e Giulio Lughi tuttavia, confrontando i quattro libri pubblicati da EL Edizioni con quanto segue, sarà possibile verificare che non si tratta assolutamente di plagio ( tenendo conto anche del fatto che questa storia segue comunque un filone narrativo a senso unico, il LIBROGAME invece ha come caratteristica la “variabilità” di poter leggere una storia sempre diversa, in base a scelte e combattimenti dall’esito sempre vario e imprevedibile ). Concludo porgendo questo messaggio a Joe Dever, sperando che possa giungergli in qualche modo:

GRAZIE PER AVERCI REGALATO SOGNI E AVVENTURE CON LE TUE OPERE !!!

***

INDIETRO NEL TEMPO...

Al tempo dei tempi, quando tutto era ancora giovane e privo di memoria, ogni singolo pianeta altro non era che un piccolo granello di sabbia nell'intricato disegno degli dei. L'universo di Aon nacque da questo fitto ricamo, per volontà del Regno della Luce e del Regno delle Tenebre, attraverso l'eterno conflitto tra la Dea Ishir e il Dio Naar.
Proprio qui, in questo spazio senza limiti e senza confini, interamente originate dal Regno della Luce, vi erano creature magiche dall'aspetto e dai poteri quasi divini. Gli Shanti, questo era il loro nome, fuggendo dalla distruzione di Caliandra, il loro pianeta natio, vagarono dunque nel cosmo sconfinato alla ricerca di un luogo in cui vivere. Fu proprio durante questo interminabile viaggio tra una dimensione e l'altra che il loro nobile sguardo si posò sulle terre di un pianeta chiamato Magnamund, un giovane e fertile pianeta agli inizi della sua storia. Il loro cuore si colmò di gioia e meraviglia, davanti a quella natura incontaminata: imponenti montagne senza nome, pianure sterminate, foreste libere e selvagge... Qui avrebbero finalmente posto fine al loro eterno vagabondare e, forti del benefico potere della Luce che irradiava da ogni fibra del loro essere, avrebbero condotto una nuova vita.

- Che ne pensi Oberon, nostro Maestro, davvero potremo eleggere questo stupendo pianeta come nostra dimora ?

Il saggio e venerabile mago Shanti ponderò in silenzio la domanda.

- Sì, mio fido Astaryen, credo che il Cancello dell'Ombra che ci ha condotti qui fosse quello predettoci da Ishir tanto tempo fa, la "porta del nostro destino"... D'ora in poi la nostra gente potrà vivere e gioire, contemplando le meraviglie di questo mondo!

Gli occhi di Astaryen, simili a frammenti luccicanti di specchio, si colmarono di felicità nel sentire quelle parole.

- Maestro Oberon - esclamò lo Shanti, singhiozzando. - E' così bello che non sembra vero...
- Scaccia le lacrime, o giovane amico - sorrise il Maestro, posandogli affettuosamente il braccio intorno alle spalle. - Oggi è giorno di infinita letizia per noi! Qui vivremo pacificamente e in armonia con tutto ciò che vedi e costruiremo il nostro futuro secondo gli insegnamenti di Ishir, madre della luce, regina e custode di tutto ciò che è buono!
- Che Ishir ti ascolti, Maestro, e che vegli sul nostro popolo ora e sempre!
- Così sarà, Astaryen… Così sarà!

 Accadde come il saggio Maestro aveva predetto: gli Shanti giunsero sul Magnamund, allo stesso modo in cui la luce filtra attraverso le nubi per rischiarare tutto con il suo splendore avvolgente, e il loro arrivo segnò una svolta importante nel futuro di ogni specie vivente.
Proprio allora sul Magnamund stava nascendo la stirpe degli umani, e gli Shanti ebbero modo di assistere con benevola sollecitudine ai primi sforzi che l'uomo produsse per intraprendere il suo lungo cammino nella storia del mondo. Agli occhi dei primi uomini, gli Shanti apparvero come figure divine: alti e fieri; splendenti nella magia dei loro arcani poteri... E come il giardiniere si cura della giovane pianticella, così gli Shanti seguirono lo sviluppo della stirpe umana.

Con il passare dei secoli, l’ammirazione verso gli Shanti diventò qualcosa di più. Gli esseri umani cominciarono a venerare quelle sagge e potenti creature e ad implorare il loro aiuto per tenere lontane le epidemie, la morte, la carestia… Per rispondere alle suppliche dell’uomo, gli Shanti spinsero il raggio della mente verso piani di esperienza totalmente sconosciuti. Era impossibile descrivere correttamente la natura dei loro poteri, così diversa da quella umana, grazie ad essi infatti erano in grado persino di mutare il fato di ogni cosa, viva o inanimata. Fu allora che, giunti all’apice della loro conoscenza magica, crearono la Pietra della Luna. Questa gemma splendente, costituita dalla stessa materia del Mondo degli Astri, rappresentava il traguardo ultimo della sapienza Shanti, il potere supremo, l’essenza di tutti i loro poteri e conoscenze e un’inesauribile fonte di benessere. Purtroppo, per creare la Pietra della Luna, era stato commesso un tragico errore: come lo stesso popolo degli Shanti, la Pietra era qualcosa di fondamentalmente estraneo alla dimensione umana, dove il bene e il male coesistono in equilibrio; essa infatti travalicava l’ordine naturale delle cose, di conseguenza il disegno tracciato dagli dei ne risultò compromesso; le stagioni si fondevano in una primavera senza fine, le malattie scomparvero e perfino la morte diventò una rarità fin quasi a scomparire del tutto…
Ishir, dea della Luna e madre di tutti gli uomini, osservò preoccupata l’influenza che gli Shanti avevano sugli esseri umani, per questo decise di manifestarsi e comunicare loro la propria volontà. Gli Shanti rimasero sorpresi nel vedere la somma figura splendente della dea, Ishir apparve in tutta la sua grazia e magnificenza, eppur terribilmente severa nella voce.

 - Le leggi che governano questo mondo sono state scritte assai prima che il vostro antico Maestro Oberon vi conducesse attraverso il Cancello dell’Ombra - esclamò la dea, con voce soave e decisa allo stesso tempo. - Il figlio dell’uomo deve mettere mano da solo su ciò che gli spetta e costruire da solo il proprio destino! Troppo è cresciuta la sua ammirazione verso di voi, la vostra magia lo ha completamente accecato, e presto verrà il momento in cui proverà invidia per i poteri della Pietra della Luna! Nel suo animo coesistono sia il bene che il male, la bramosia e il desiderio di possesso smisurato verso ciò che desidera e non può avere, perciò è necessario che ve ne andiate da questo pianeta!

 Gli Shanti accolsero la notizia con sommo stupore. Non riuscivano a concepire la grande diversità tra la loro razza e quella degli uomini, per loro la coesistenza tra il bene e il male era un concetto totalmente estraneo, per questo rimasero sconcertati dalle parole di rimprovero della somma Ishir.

 - Non erano malvagie le nostre intenzioni, o dea sublime - rispose Acaraya, Maestro Shanti e creatore della Pietra della Luna. - Il nostro amore per la stirpe umana è inferiore solo al tuo… Non volevamo nuocere alle tue creature bensì tenere lontano il male che impediva loro di vivere serenamente, nella gioia e la tranquillità del loro stupendo pianeta!

Ishir annuì.

- Conosco bene la purezza del vostro cuore e della vostra mente, so che il male vi è sconosciuto perché siete nati nel Mondo della Luce, ma è proprio questo il punto: gli uomini non sono come voi, la luce serve solo a rendere visibili le loro ombre non a cancellarle, ed è mio desiderio che siano liberi di costruire da soli il proprio destino… La vostra presenza su queste terre ha stravolto l’ordine che era stato deciso in precedenza, perciò dovete andarvene da qui, il vostro potere si è esteso al punto che l’uomo potrebbe smarrire la sua identità e abbracciarne una che non gli appartiene!

Tra gli Shanti calò improvvisamente il nero mantello del dolore. Lasciare il mondo degli uomini per loro significava riprendere un viaggio senza meta nel nulla eterno, perciò implorarono Ishir di poter rimanere.

- Ti supplichiamo dea venerabile, non vogliamo andare contro la tua volontà, perché sappiamo che è giusta, ma non mandarci via dal mondo che abbiamo amato per tutti questi secoli: non privarci della gioia di posare i nostri occhi sul tuo astro che illumina la volta celeste, sulla grande distesa d’acqua che si perde nell’orizzonte, sullo splendore della natura e dei fiori, sulla vita che irradia da ogni angolo di questo pianeta... Per favore, concedici di restare come testimoni invisibili della tua opera!

Ishir ascoltò commossa quelle parole, e decise di esaudire la supplica di Acaraya e del suo popolo.

- E sia - disse loro la dea. - Vi concederò di restare sul mondo che tanto amate, ma dovete giurare solennemente che, qualunque cosa accada nei secoli a venire, il vostro popolo non interferirà mai più nella sorte degli uomini… Come segno della vostra obbedienza inoltre, dovrete ricollocare la Pietra della Luna nel suo luogo di origine, il Mondo degli Astri, e cancellare così ogni traccia della vostra presenza agli occhi di chiunque!

Acaraya e gli altri acconsentirono di buon grado all’ordine della dea e, dopo aver fatto giuramento solenne, la Pietra della Luna venne condotta al cospetto di Ishir affinché lei potesse constatare di persona la lealtà e ubbidienza dei Figli della Luce. Dopo aver stretto il cerchio magico e teso le mani sullo splendente gioiello, gli Shanti recitarono la formula per il teletrasporto di un oggetto attraverso le barriere del tempo e dello spazio.

- Kala mel, Shàndria, kala mel… Asta goimel, por Lumak Pòito, Calàndra melanel… Imac foiter kateristo, Lumi Shàndria kala mel (*)

Come le parole vennero intonate dalla voce di Acaraya e degli Shanti, la Pietra della Luna si sollevò in aria e, dopo essere stata inghiottita da una specie di varco dimensionale, scomparve senza lasciare  traccia.

- Ecco - sospirò Acaraya, rivolto a Ishir. - Da questo momento manterremo l’impegno, Ishir nostra dea… La Pietra della Luna rimarrà confinata nel Mondo degli Astri, senza possibilità di ritorno, e la nostra gente resterà nascosta agli occhi degli uomini per rispettare la parola data!
- Eccellente Acaraya, Figlio della Luce e guida del popolo Shanti - rispose Ishir compiaciuta. - Come promesso vi concederò di restare entro i limiti di un’isola remota, ai margini del mondo conosciuto, in un luogo dove tu e la tua gente possiate vivere in pace per tutto il tempo a venire!

Ishir sollevò le proprie braccia verso l’alto e scomparve in un bagliore accecante. Come la dea aveva detto loro, gli Shanti intrapresero il loro ultimo viaggio verso sud e si stabilirono in un’isola chiamata Lorn che, sempre come aveva detto Ishir, sarebbe divenuta luogo a immagine e somiglianza della cultura Shanti; luogo di pace e serenità e oasi di benessere eterna, ovvero ciò che si poteva considerare un vero e proprio paradiso terrestre. Secondo la volontà di Ishir, l’isola venne circondata con una fitta rete di incantamenti, di nebbie magiche e venti stregati, in modo da impedire agli uomini di raggiungere la loro nuova dimora nel Mare dei Sogni. Pian piano il loro ricordo andò a cancellarsi su tutta la superficie della Terra, ad eccezione delle terre meridionali di Magnamund ( dove la loro memoria fu trascritta nei libri e nelle leggende ) e per molti secoli ancora rimasero nel cuore di alcuni uomini come oggetti di ammirazione e di culto. I sacerdoti della religione Shanti fecero il possibile per custodire e tramandare i loro insegnamenti, confidando che un giorno gli Antichi Maestri sarebbero tornati, portando con sé l’alba di una nuova età dell’oro.

 

( continua )

Angolo Autore:
(*) NON ME NE VOGLIA JOE DEVER: purtroppo NON esiste un glossario o un dizionario della lingua Shanti, di conseguenza ho “improvvisato” nel costruire una formula magica che potesse suonare in qualche modo come tale. Molte cose di ciò che avete letto e che leggerete in seguito NON SONO PRESENTI SULL’OPERA ORIGINALE per due motivi:

1 ) perché sarebbe da considerarsi un plagio assurdo, se non facessi altro che “copiare” pezzo per pezzo tutta la trama dei quattro LIBROGAME conosciuti in Italia.
2 ) perché lo scopo di questa fanfiction è unicamente quello di restituire il fascino di un personaggio dei Giochi di Ruolo, ingiustamente dimenticato, senza alcuno scopo di lucro.

Mi auguro veramente che, scrivendo questa e altre fanfiction sull’opera originale, Oberon torni ad essere un eroe per molti; questo almeno è il mio intento. Per quanto riguarda il significato della frase invece, eccovi la traduzione: 

Invoco la via, fratelli Shanti, invoco la strada… Oltre il Mondo degli Astri, per il Potere della Luce, Caliandra guidi il tuo viaggio… Attraverso le frontiere del tempo e dello spazio, con la Luce degli Shanti invoco la meta…

 

NOTA:

"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni

Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

   
 
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