Capitolo
14
Mi
sembra che il tempo sia passato in un attimo. Ieri, dopo aver parlato
con la
sarta delle ultime disposizioni, ritornai nella mia stanza grazie al
vecchio
maggiordomo. Che strano uomo. Sembra che sia molto affezionato a Sulfus
per
come me ne aveva parlato ieri quando mi beccò a guardare le
foto sul camino.
Che abbia ragione? Se è vero che ha un lato tenero, di certo
non lo da a vedere.
Adesso
mi ritrovò a scuola a seguire la lezione di scienze.
“Seguire” è una parolona
visto che non sto facendo altro che sospirare e perdermi nei miei
pensieri.
Certo
che quel vestito che ho scelto è un vero sogno.
Chissà cosa ne penserà Sulfus.
Non che mi importi di quello che pensa ma visto che pagherà
lui, è giusto che
sappia per CHE COSA tira fuori i soldi.
Mi
ci vorrà una vita a risarcirgli questo debito ma per adesso
non ci voglio pensare.
Desidero solo sentirmi importante per una volta. Sarà pure
vanità però sono pur
sempre una donna e a noi donne piace indossare vestiti carini.
Finite
le lezioni, uscii da scuola. Ho notato che oggi Ricky non
c’era a scuola,
oddio! Sulfus non l’avrà ucciso spero. Ah ma
appena ritorno, gliene dico
quattro a quell’arrogante.
Povero
amico mio! Ricky l’ha fatto per me. Mentre loro si erano
incontrati, io me ne
stavo in camera con l’ansia, pregando che non si facessero
male. Volevo dire
Ricky non si facesse male, di Sulfus non mi importa che gli capita.
Adesso
che ci penso, nemmeno Sulfus è andato a scuola. Stamattina
non è venuto in
macchina con me e ieri sera non l’ho nemmeno visto a cena per
quanto avrei
voluto chiedergli che cosa era successo. Perbacco! Sto morendo dalla
voglia di
sapere i fatti di ieri pomeriggio.
Comunque
devo andare a casa di Ricky per sapere come sta. Sono troppo
preoccupata.
Tuttavia
come faccio a sviare la sorveglianza di Gas la spia? Sono sicuro che
è lui che
riferisce tutto al signorino e che
mi
segue dappertutto fuori dalla residenza Zolfanelli.
O
la va o la spacca, tento la fuga e vado da Ricky! Penso determinata ma
dopo
pochi passi affrettati verso l’uscita da scuola, spunta fuori
Gas vicino alla
macchina dei Zolfanelli. Come non detto. Mi dovrò limitare a
chiedere
spiegazioni e a minacciare di morte Sulfus appena metto piede a casa.
-Mio
Dio! Sembri uscito dalla guerra- esclamai appena lo vidi. Aveva il viso
con
diversi segni neri e un graffio sul mento. Di certo non era difficile
immaginare il resto del corpo coperto in che stato era.
-Se sei venuta per scassarmi
le palle, non è
aria, angioletto- mi risponde sbuffando. Quanto lo detesto. Ed io che
mi sono
preoccupata anche per lui oltre che per Ricky.
Bhè… sì, lo ammetto che mi sono preoccupata per
questo stupido… ma
solo un pochino!
-Spero
per te che Ricky non stia peggio. Per quale motivo vi siete picchiati?-
-Affari
nostri. Comunque se non ti è di disturbo, chiamami Marcus e
digli di portare le
bende. E’ il maggiordomo che ti ha accompagnato ieri al
salone per la sarta-
disse con sarcasmo.
Santo
cielo! Il maggiordomo non gli avrà detto anche delle foto
che ho visto e della
nostra chiacchierata, spero. No, dubito che glielo abbia riferito.
Credo
piuttosto che Sulfus scoppierebbe a ridere se sapesse che il signor
Marcus mi
ha chiesto di essere gentile con lui. Come se al signorino gli servisse
la mia
gentilezza per ritenersi soddisfatto. Cavolate.
-Va
bene- dissi uscendo un attimo dal salone e subito mi trovai di fronte
l’uomo.
-Come
immaginavo, gli serve il kit del pronto soccorso, vero?- disse Marcus
alla
ragazza.
-Già-
lo fissai sbalordita. Lavora per questa casa da così tanto
tempo che ormai sa
leggere persino le menti dei padroni di casa?
-Tenga.
Lo curi lei, per favore- disse sorridendomi cordiale e subito dopo
sparì senza
darmi nemmeno il tempo di replicare. Ben fatto, Raf! Adesso ti tocca
badare
alle ferite del nemico.
-Ehy
bella, quanto ci metti a chiamare il maggiordomo?- irruppe la voce
impaziente
di Sulfus.
Sospiro
ed entro dentro con il kit del pronto soccorso che mi ha lasciato
l’anziano.
-L-lui
aveva da fare perciò lascia che ci pensi io a fasciarti-
dissi senza guardarlo
e con un po’ di imbarazzo. Non avevo mai fatto
l’infermiera a qualcuno prima
d’ora.
-Ho
sentito bene? Più che curarmi, mi sembri sempre ansiosa di
vedermi morto-
-No!
Cioè… ti odio è vero ma non al punto
di volerti morto. Non sono così meschina-
-Ma
davvero? Buono a sapersi- disse per poi porgermi il braccio.
Aprii
la scatola e presi il disinfettante. Certo che Ricky picchia duro. Gli
ha
procurato un bel graffio vicino al gomito.
Cominciai
a curargli le ferite ma quando alzai gli occhi su di lui, mi accorsi
che mi
stava fissando.
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Ora
vorrei sapere per che diavolo la sto fissando senza riuscire a
distogliere lo
sguardo! In qualche modo, seppur strano, le sue parole mi rimbombano in
testa.
Mi odia ma non mi vuole morto. Ben magra consolazione. Comunque dubito
che
sappia cosa sia la parola “odio”. Me l’ha
detto tante di quelle volte in pochi
giorni che ho perso il conto ma non credo che sia capace di odiare
qualcuno. E’
una creatura talmente angelica che nessuno potrebbe mai pensare che
venga
pervasa da sentimenti così oscuri.
-Ti
ringrazio- dico senza pensarci. Merda! Adesso che mi è
preso? Da quando
ringrazio qualcuno a parte i miei fedeli Gas e Marcus?
-Di
niente. Scusami se ti faccio male ma non sono… abituata a
curare le persone-
ammise arrossendo. Sbaglio o si è addolcita adesso?
-Figurati.
Non sono così delicato da piagnucolare per un po’
di dolore. In ogni caso, te
la cavi bene- dissi distogliendo lo sguardo. Ecco! Adesso sono io
quello ad
addolcirsi. Ma che è una malattia contagiosa?
Per
tutto il resto del tempo che mi curò il braccio, rimanemmo
in silenzio finchè
lei non si fece avanti.
-A-anche
Ricky è ridotto come te?-
A
quel nome, quel poco di gentilezza che mi era uscita fuori, scomparve
all’istante
facendomi rispondere in tono brusco.
-No.
Lui sta praticamente peggio, visto che vuoi saperlo-
Già.
Ieri è stata davvero una bella lotta. Ci abbiamo dato sotto
per parecchio
finchè non ci accasciamo esausti. Senza rivolgerci una
parola, ce ne andammo e
quando ritornai a casa, non ebbi nemmeno voglia di cenare.
L’unica cosa che
ottenni da lui dopo le botte, fu uno sguardo pieno d’odio e
di promesse
vendicative.
-Dio,
Sulfus! Perché tutto questo? Come hai osato picchiare il mio
migliore amico?-
Amico
un corno! Lo spagnolo è soltanto un inetto che si strugge
d’amore per te
fingendo amicizia. Pensai con la fronte aggrottata.
-Mi
andava di picchiare qualcuno e il tuo amichetto mi è
capitato a tiro nel
momento giusto. E comunque ti ho già detto che non sono
affari tuoi-
-Non
ti aspetterai che ci creda a questa sciocchezza della tua voglia di
combattere?
Dimmi la verità-
-Dannazione!
Che vuoi che ti dica? Non essere testarda e accetta quello che ti ho
detto, da
brava. Il ragazzo mi deve essere grato per avergli dato
l’opportunità di
vendicarsi su di me in persona. Non è nella mia natura dare
simile opportunità,
di solito me ne lavo le mani e lascio ad altri il lavoro di subire le
vendette
dirette a me-
-Grato?
Tu hai qualcosa che non va nel cervello. Ti pare che uno ti sia grato
perché lo
riempi di botte-
-Ehy!
Come vedi non è l’unico a non essere uscito
integro dalla lotta. Anche lui ha
picchiato duro e lo ammetto, lo avevo sottovalutato-
-Touchèe.
Presuntuoso come sei, non ti sei aspettato che fosse forte eh. Ben ti
sta! Tra
tutti quelli che ho conosciuto sei l’uomo più
stupido, maleducato, arrogante,
idiota…-
-Se
hai finito con i complimenti, vorrei che ti sbrigassi con questa
fasciatura.
Non voglio rimanere così in eterno- dissi alquanto irritato.
Sto cercando di
controllarmi nel rispondere. Nessuno si è mai permesso di
insultarmi così tanto
in vita mia. Devo dire però che questa ragazza ha coraggio
da ammirare.
-Ok
ok- disse finendo finalmente di fasciarmi la ferita.
-Finalmente-
dissi restando seduto sulla poltrona a guardare il lavoro che aveva
fatto. E’
la prima volta che una ragazza si curava di me. A tutte è
sempre interessato
solo il mio corpo e i miei soldoni senza pensare a come stavo.
-Adesso,
vado a riportare la scatola del pronto soccorso al signor Marcus- disse
rimettendo tutto a posto. A quel punto, gli cadde la scatola del
cerotti e io
mi allungai per prenderli ritrovandomi anche lei nella stessa
posizione. Le
nostre mani si
toccarono e i nostri visi
si trovano molto vicini. Il calore della sua mano morbida, la
sensualità
emanata da quelle splendida labbra rosee… Cristo! Da quando
ho pensieri così
romantici per la testa? Dev’essere il suo profumo.
Sì, è il suo profumo di
vaniglia a darmi alla testa. Oppure il colpo alla testa che mi ha dato
ieri
Ricky. Non c’è altra spiegazione… Come
ipnotizzato, cominciai ad avvicinarmi al
suo viso e mancavano solo pochi millimetri di distanza tra le nostre
labbra. Perché
lei non mi allontana? Se è vero che mi odi, rifiutami ora!
Invece… ciò che vedo
nel suo sguardo, mi lascia spiazzato. Mi sta fissando curiosa la bocca.
Possibile
che anche lei abbia voglia di baciarmi? Non potei scoprirlo
poiché qualcuno
bussò alla porta del salone riportandoci alla
realtà. Ci staccamo e io potei
vedere che Raf era arrossita prima che si girasse a chiudere la scatola.
-Avanti-
dissi verso la porta ed entrò Alfred, l’altro
maggiordomo di servizio insieme a
Marcus.
-Signorino,
è arrivata la sarta con il vestito per la signorina Raf-
-Falla
pure entrare- dissi formale e dopo un po’ fece il suo
ingresso la donna che ho
commissionato per l’angioletto.
-Salve.
Ho portato l’abito e se non le dispiace, signorina Raf,
vorrei che se lo
provasse adesso- sorrise.
-Adesso?-
-Sì.
Sono curiosa di vedere come le sta-
-Su,
vai in camera tua e cambiati alla svelta. Anch’io voglio
vedere che vestito ti
sei scelta e assicurarmi che sia perfetto- dissi.
-D’accordo-
disse e subito si fece accompagnare da Alfred fino in camera.
Passarono
dieci minuti esatti e ancora non scendeva. Ma quanto ci mette una donna
a
vestirsi?
-Eccomi.
Scusate se ci ho messo tanto- irruppe la voce di Raf. Mi girai verso la
porta e
ne rimasi incantato. E’ la ragazza più bella che
avessi mai visto e di donne ne
ho viste eccome.
Ha
scelto un incantevole abito azzurro aderente nella parte sopra ricamata
e senza
spalline, mentre la gonna di seta ondulata scendeva in basso lasciando
scoperte
davanti le sue gambe dal ginocchio in giù. E per finire,
portava dei tacchi a
sandalo argentati che si intonavano bene con il vestito.
E’
assolutamente splendida. Sicuramente al ballo sarò il
più invidiato di tutti.
Continua…
Finito
anche questo capitolo ^0^ Che ne pensate? Ora eccovi
l’immagine del vestito di
Raf, non è un amore *-*?
Nel
prossimo capitolo, prometto che ci sarà il fantomatico
ballo. Ce ne saranno
delle belle XD Baci e alla prossima!