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Autore: Himeno    30/05/2011    12 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 14

 

Mi sembra che il tempo sia passato in un attimo. Ieri, dopo aver parlato con la sarta delle ultime disposizioni, ritornai nella mia stanza grazie al vecchio maggiordomo. Che strano uomo. Sembra che sia molto affezionato a Sulfus per come me ne aveva parlato ieri quando mi beccò a guardare le foto sul camino. Che abbia ragione? Se è vero che ha un lato tenero, di certo non lo da a vedere.

Adesso mi ritrovò a scuola a seguire la lezione di scienze. “Seguire” è una parolona visto che non sto facendo altro che sospirare e perdermi nei miei pensieri.

Certo che quel vestito che ho scelto è un vero sogno. Chissà cosa ne penserà Sulfus. Non che mi importi di quello che pensa ma visto che pagherà lui, è giusto che sappia per CHE COSA tira fuori i soldi.

Mi ci vorrà una vita a risarcirgli questo debito ma per adesso non ci voglio pensare. Desidero solo sentirmi importante per una volta. Sarà pure vanità però sono pur sempre una donna e a noi donne piace indossare vestiti carini.

Finite le lezioni, uscii da scuola. Ho notato che oggi Ricky non c’era a scuola, oddio! Sulfus non l’avrà ucciso spero. Ah ma appena ritorno, gliene dico quattro a quell’arrogante.

Povero amico mio! Ricky l’ha fatto per me. Mentre loro si erano incontrati, io me ne stavo in camera con l’ansia, pregando che non si facessero male. Volevo dire Ricky non si facesse male, di Sulfus non mi importa che gli capita.

Adesso che ci penso, nemmeno Sulfus è andato a scuola. Stamattina non è venuto in macchina con me e ieri sera non l’ho nemmeno visto a cena per quanto avrei voluto chiedergli che cosa era successo. Perbacco! Sto morendo dalla voglia di sapere i fatti di ieri pomeriggio.

Comunque devo andare a casa di Ricky per sapere come sta. Sono troppo preoccupata.

Tuttavia come faccio a sviare la sorveglianza di Gas la spia? Sono sicuro che è lui che riferisce tutto al signorino e che  mi segue dappertutto fuori dalla residenza Zolfanelli.

O la va o la spacca, tento la fuga e vado da Ricky! Penso determinata ma dopo pochi passi affrettati verso l’uscita da scuola, spunta fuori Gas vicino alla macchina dei Zolfanelli. Come non detto. Mi dovrò limitare a chiedere spiegazioni e a minacciare di morte Sulfus appena metto piede a casa.

 

-Mio Dio! Sembri uscito dalla guerra- esclamai appena lo vidi. Aveva il viso con diversi segni neri e un graffio sul mento. Di certo non era difficile immaginare il resto del corpo coperto in che stato era.

 -Se sei venuta per scassarmi le palle, non è aria, angioletto- mi risponde sbuffando. Quanto lo detesto. Ed io che mi sono preoccupata anche per lui oltre che per Ricky. Bhè… sì, lo ammetto che  mi sono preoccupata per questo stupido… ma solo un pochino!

-Spero per te che Ricky non stia peggio. Per quale motivo vi siete picchiati?-

-Affari nostri. Comunque se non ti è di disturbo, chiamami Marcus e digli di portare le bende. E’ il maggiordomo che ti ha accompagnato ieri al salone per la sarta- disse con sarcasmo.

Santo cielo! Il maggiordomo non gli avrà detto anche delle foto che ho visto e della nostra chiacchierata, spero. No, dubito che glielo abbia riferito. Credo piuttosto che Sulfus scoppierebbe a ridere se sapesse che il signor Marcus mi ha chiesto di essere gentile con lui. Come se al signorino gli servisse la mia gentilezza per ritenersi soddisfatto. Cavolate.

-Va bene- dissi uscendo un attimo dal salone e subito mi trovai di fronte l’uomo.

-Come immaginavo, gli serve il kit del pronto soccorso, vero?- disse Marcus alla ragazza.

-Già- lo fissai sbalordita. Lavora per questa casa da così tanto tempo che ormai sa leggere persino le menti dei padroni di casa?

-Tenga. Lo curi lei, per favore- disse sorridendomi cordiale e subito dopo sparì senza darmi nemmeno il tempo di replicare. Ben fatto, Raf! Adesso ti tocca badare alle ferite del nemico.

-Ehy bella, quanto ci metti a chiamare il maggiordomo?- irruppe la voce impaziente di Sulfus.

Sospiro ed entro dentro con il kit del pronto soccorso che mi ha lasciato l’anziano.

-L-lui aveva da fare perciò lascia che ci pensi io a fasciarti- dissi senza guardarlo e con un po’ di imbarazzo. Non avevo mai fatto l’infermiera a qualcuno prima d’ora.

-Ho sentito bene? Più che curarmi, mi sembri sempre ansiosa di vedermi morto-

-No! Cioè… ti odio è vero ma non al punto di volerti morto. Non sono così meschina-

-Ma davvero? Buono a sapersi- disse per poi porgermi il braccio.

Aprii la scatola e presi il disinfettante. Certo che Ricky picchia duro. Gli ha procurato un bel graffio vicino al gomito.

Cominciai a curargli le ferite ma quando alzai gli occhi su di lui, mi accorsi che mi stava fissando.

 

**********************************

 

Ora vorrei sapere per che diavolo la sto fissando senza riuscire a distogliere lo sguardo! In qualche modo, seppur strano, le sue parole mi rimbombano in testa. Mi odia ma non mi vuole morto. Ben magra consolazione. Comunque dubito che sappia cosa sia la parola “odio”. Me l’ha detto tante di quelle volte in pochi giorni che ho perso il conto ma non credo che sia capace di odiare qualcuno. E’ una creatura talmente angelica che nessuno potrebbe mai pensare che venga pervasa da sentimenti così oscuri.

-Ti ringrazio- dico senza pensarci. Merda! Adesso che mi è preso? Da quando ringrazio qualcuno a parte i miei fedeli Gas e Marcus?

-Di niente. Scusami se ti faccio male ma non sono… abituata a curare le persone- ammise arrossendo. Sbaglio o si è addolcita adesso?

-Figurati. Non sono così delicato da piagnucolare per un po’ di dolore. In ogni caso, te la cavi bene- dissi distogliendo lo sguardo. Ecco! Adesso sono io quello ad addolcirsi. Ma che è una malattia contagiosa?

Per tutto il resto del tempo che mi curò il braccio, rimanemmo in silenzio finchè lei non si fece avanti.

-A-anche Ricky è ridotto come te?-

A quel nome, quel poco di gentilezza che mi era uscita fuori, scomparve all’istante facendomi rispondere in tono brusco.

-No. Lui sta praticamente peggio, visto che vuoi saperlo-

Già. Ieri è stata davvero una bella lotta. Ci abbiamo dato sotto per parecchio finchè non ci accasciamo esausti. Senza rivolgerci una parola, ce ne andammo e quando ritornai a casa, non ebbi nemmeno voglia di cenare. L’unica cosa che ottenni da lui dopo le botte, fu uno sguardo pieno d’odio e di promesse vendicative.

-Dio, Sulfus! Perché tutto questo? Come hai osato picchiare il mio migliore amico?-

Amico un corno! Lo spagnolo è soltanto un inetto che si strugge d’amore per te fingendo amicizia. Pensai con la fronte aggrottata.

-Mi andava di picchiare qualcuno e il tuo amichetto mi è capitato a tiro nel momento giusto. E comunque ti ho già detto che non sono affari tuoi-

-Non ti aspetterai che ci creda a questa sciocchezza della tua voglia di combattere? Dimmi la verità-

-Dannazione! Che vuoi che ti dica? Non essere testarda e accetta quello che ti ho detto, da brava. Il ragazzo mi deve essere grato per avergli dato l’opportunità di vendicarsi su di me in persona. Non è nella mia natura dare simile opportunità, di solito me ne lavo le mani e lascio ad altri il lavoro di subire le vendette dirette a me-

-Grato? Tu hai qualcosa che non va nel cervello. Ti pare che uno ti sia grato perché lo riempi di botte-

-Ehy! Come vedi non è l’unico a non essere uscito integro dalla lotta. Anche lui ha picchiato duro e lo ammetto, lo avevo sottovalutato-

-Touchèe. Presuntuoso come sei, non ti sei aspettato che fosse forte eh. Ben ti sta! Tra tutti quelli che ho conosciuto sei l’uomo più stupido, maleducato, arrogante, idiota…-

-Se hai finito con i complimenti, vorrei che ti sbrigassi con questa fasciatura. Non voglio rimanere così in eterno- dissi alquanto irritato. Sto cercando di controllarmi nel rispondere. Nessuno si è mai permesso di insultarmi così tanto in vita mia. Devo dire però che questa ragazza ha coraggio da ammirare.

-Ok ok- disse finendo finalmente di fasciarmi la ferita.

-Finalmente- dissi restando seduto sulla poltrona a guardare il lavoro che aveva fatto. E’ la prima volta che una ragazza si curava di me. A tutte è sempre interessato solo il mio corpo e i miei soldoni senza pensare a come stavo.

-Adesso, vado a riportare la scatola del pronto soccorso al signor Marcus- disse rimettendo tutto a posto. A quel punto, gli cadde la scatola del cerotti e io mi allungai per prenderli ritrovandomi anche lei nella stessa posizione. Le nostre mani  si toccarono e i nostri visi si trovano molto vicini. Il calore della sua mano morbida, la sensualità emanata da quelle splendida labbra rosee… Cristo! Da quando ho pensieri così romantici per la testa? Dev’essere il suo profumo. Sì, è il suo profumo di vaniglia a darmi alla testa. Oppure il colpo alla testa che mi ha dato ieri Ricky. Non c’è altra spiegazione… Come ipnotizzato, cominciai ad avvicinarmi al suo viso e mancavano solo pochi millimetri di distanza tra le nostre labbra. Perché lei non mi allontana? Se è vero che mi odi, rifiutami ora! Invece… ciò che vedo nel suo sguardo, mi lascia spiazzato. Mi sta fissando curiosa la bocca. Possibile che anche lei abbia voglia di baciarmi? Non potei scoprirlo poiché qualcuno bussò alla porta del salone riportandoci alla realtà. Ci staccamo e io potei vedere che Raf era arrossita prima che si girasse a chiudere la scatola.

-Avanti- dissi verso la porta ed entrò Alfred, l’altro maggiordomo di servizio insieme a Marcus.

-Signorino, è arrivata la sarta con il vestito per la signorina Raf-

-Falla pure entrare- dissi formale e dopo un po’ fece il suo ingresso la donna che ho commissionato per l’angioletto.

-Salve. Ho portato l’abito e se non le dispiace, signorina Raf, vorrei che se lo provasse adesso- sorrise.

-Adesso?-

-Sì. Sono curiosa di vedere come le sta-

-Su, vai in camera tua e cambiati alla svelta. Anch’io voglio vedere che vestito ti sei scelta e assicurarmi che sia perfetto- dissi.

-D’accordo- disse e subito si fece accompagnare da Alfred fino in camera.

Passarono dieci minuti esatti e ancora non scendeva. Ma quanto ci mette una donna a vestirsi?

-Eccomi. Scusate se ci ho messo tanto- irruppe la voce di Raf. Mi girai verso la porta e ne rimasi incantato. E’ la ragazza più bella che avessi mai visto e di donne ne ho viste eccome.

Ha scelto un incantevole abito azzurro aderente nella parte sopra ricamata e senza spalline, mentre la gonna di seta ondulata scendeva in basso lasciando scoperte davanti le sue gambe dal ginocchio in giù. E per finire, portava dei tacchi a sandalo argentati che si intonavano bene con il vestito.

E’ assolutamente splendida. Sicuramente al ballo sarò il più invidiato di tutti.

 

Continua…

 

Finito anche questo capitolo ^0^ Che ne pensate? Ora eccovi l’immagine del vestito di Raf, non è un amore *-*?

 http://i.imgur.com/GrrbJ.jpg

Nel prossimo capitolo, prometto che ci sarà il fantomatico ballo. Ce ne saranno delle belle XD Baci e alla prossima!

   
 
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