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Autore: bianchimarsi    31/05/2011    1 recensioni
Dove si può arrivare quando l'amore ci dà alla testa?
Dal primo capitolo:
"Non si voltò, per non fare vedere la minuscola lacrima che gli era scivolata furtiva su una guancia. Sbatté la porta alle sue spalle e se ne andò.
-James, non lo fare!- Gridò Remus, anche se ormai l’amico non poteva ascoltarlo"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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So che sono stata molto, troppo a lungo assente. Ma l’ispirazione non veniva e neanche la voglia di scrivere era tanta ultimamente… Cercherò di farmi perdonare. Non ho di certo intenzione di lasciare un lavoro a metà!

 

Non sarebbe stupendo se quella ragazzina coi capelli rossi si avvicinasse e mi baciasse?Le chiederei perchè l'ha fatto e non sarebbe stupendo se mi dicesse che l'ha fatto perchè mi ama da sempre? Allora l'abbraccerei e lei mi bacerebbe di nuovo, non sarebbe stupendo? Non sarebbe stupendo se venisse fuori che le patatine fritte fanno bene?

-Charlie Brown

 

L’atmosfera fu pesante per tutta la giornata. Spostandoci da un negozio all’altro, Lily mi guardava come ansiosa di qualcosa, senza parlare. Se le facevo una domanda non rispondeva subito, come se dovesse elaborare una risposta. Sulla via del ritorno, quando ormai il sole stava calando (odio le giornate settembrine che si accorciano, abituato all’estate e al sole delle sette di sera, il tramonto alle cinque mi rattristisce) non riuscii a trattenermi:

-Aspetti che qualcosa mi spunti sulla faccia? Mi hai lanciato qualche fattura che ancora non ha funzionato per caso?- cercai di sdrammatizzare.

Deglutì.

-No, non c’è niente.

Continuammo a camminare e varcammo i cancelli della scuola, che dopo il nostro passaggio si chiusero dietro di noi. Qualsiasi rumore la faceva sobbalzare: era tesa come la corda di un violino.

-Evans sicura che vada tutto bene?

Non rispose e avanzò diminuendo l’andatura, fino a che non si fermò.

-Potter, entra pure. Dì al preside che mi sono fermata da qualche parte, io ho bisogno di restare un po’ fuori. Mi manca l’aria.- Dapprima camminò lentamente in direzione del lago, poi aumentò la velocità e infine si mise a correre, come se stesse scappando. Ovviamente non tenni di conto minimamente di ciò che mi aveva ordinato di fare e la seguii.

La raggiunsi silenziosamente in riva al lago. Era appoggiata alla corteccia di un albero millenario, su cui molti studenti nel corso dei secoli avevano inciso le proprie iniziali e quelle del loro innamorato. Aveva i lunghi capelli rossi come il sangue sparsi sulla schiena e una ciocca le copriva gli occhi.

Seguii con lo sguardo il contorno del suo volto, delle sue labbra perfette e dei suoi seni. La conoscevo a memoria ormai, dopo tanti anni passati a osservarla, ma mi stupivo sempre di quanto fosse bella. Era una dea greca, era la giovane e stupenda donna a cui molti poeti avevano intonato poesie. Era l’incarnazione delle perfezione. Quando avanzai di un passo, si voltò verso di me con un sobbalzo. Aveva gli occhi rossi di pianto, ma invece che peggiorarla, miglioravano il suo volto già divino. Alla luce degli ultimi raggi di sole che si riflettevano sul suo viso gli occhi parevano ancora più verdi di quel che erano. Mi sedetti accanto a lei in silenzio, scrutando l’orizzonte e le guglie di Hogwarts.

-è tutto il giorno che sei strana, Evans.

-è una vita che sono strana, Potter. Me lo dici sempre che ho qualche rotella fuori posto.

-Non ti confondere: sei te quella che dice che IO non sono molto normale.

Sorrise, ma non era il sorriso che mostrava sempre quando era in compagnia delle persone a cui voleva bene. Era un sorriso triste, forzato.

-E devi anche avere ragione, devo proprio essere sbagliato se dopo una giornata passata con me sai solo piangere.

-Non è quello Potter! Non lo pensare nemmeno! Io…- interruppe il discorso a metà e si abbandonò di nuovo contro l’albero, chiudendo gli occhi.

-E pensare che ho sognato un giorno come questo da anni per tutte le notti. E invece del “vissero tutti felici e contenti”ho ottenuto da questa giornata solo dei singhiozzi- affermai amaramente –Devo proprio essere una merda-

Mi alzai e tirai un pugno così forte contro il tronco dell’albero che le nocche si misero a sanguinare. Non avevo il coraggio di guardarla negli occhi, tanta era la delusione che mi avvolgeva.

Mi avviai verso il castello lentamente. Ma non avevo ancora percorso venti metri che una mano mi afferrò per le spalle e mi voltò. Ebbi appena il tempo di riconoscere la Evans che aveva già avvicinato il viso al mio e appoggiato le labbra alle mie. Ero così sconvolto che non riuscii nemmeno a rispondere al suo bacio e rimanemmo così, le sue braccia avvolte intorno al mio collo, labbra contro labbra, senza che io riuscissi a muovere un muscolo per un tempo indefinito. Aveva gli occhi chiusi. Perché mi nascondeva alla vista le gemme che aveva al posto degli occhi? Cosa le passava per la testa in quel momento?

Alla fine mi sciolse dal suo abbraccio. Si voltò, nascondendo ancora i suoi occhi e lo scintillio delle lacrime che cadevano incessanti sul prato.

-Perché?- la domanda affluì istantanea alla mia bocca, la stessa che pochi secondi prima aveva assaggiato il dolce sapore di quelle di Lily. Di cosa sapevano? Non seppi rispondermi.

-Se mi chiedi perché ti amo da sette anni a questa parte, non ho una risposta. Me lo chiedo anche io. – Si girò lentamente, mentre il mio cuore perdeva un battito ogni due. –Se mi chiedi perché amo proprio te, fra tutte le persone di questo mondo, mi dispiace, non so risponderti.- Si avvicinò di un passo. –Se mi chiedi perché ti ho baciato… è perché non resistevo più. Perché volevo provare, almeno una volta.

Ero sicuro di non aver messo nessuna pozione nella sua burro birra quella mattina. Ne ero sicuro.

Quando vidi che si stava allontanando la bloccai per la spalla, come prima aveva fatto lei con me.

La abbracciai, presi una ciocca di capelli fra le dita e l’annusai. Sapeva di menta. Era lo stesso odore che sentivo inequivocabilmente ogni volta che stappavo la boccetta di amorentia che avevo spaccato quel pomeriggio.

Le toccai appena la guancia, eccitandomi solo al pensiero di averla così vicina.

-Lily…

Appoggiai lentamente le labbra sul suo collo. Rabbrividì.

-Se tu mi chiedessi se sto vivendo un sogno, ti direi che è il più bel sogno della mia vita.- le soffiai vicino all’orecchio.

Si voltò, i visi che si sfioravano. E non appena le nostre bocche si toccarono, scoppiò come una scintilla. Una scintilla che incendiò un fuoco troppo caldo sulle nostre pelli.

Le cinsi la vita per tenermela più vicina, i suoi seni schiacciati contro il mio petto, le sue mani nei miei capelli. I nostri denti che mordevano, le lingue che si toccavano. Ci assaporavamo senza tregua.

Sentivo solo il fuoco che ci avvolgeva.

Non sarebbe stupendo se quella ragazzina coi capelli rossi si avvicinasse e mi baciasse?

Le chiederei perchè l'ha fatto e non sarebbe stupendo

 se mi dicesse che l'ha fatto perchè mi ama da sempre?

Allora l'abbraccerei e lei mi bacerebbe di nuovo, non sarebbe stupendo?

  
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