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Autore: devilrose1982    31/05/2011    2 recensioni
Myles Kennedy, Alter Bridge, Slash
Una fan fiction inventata su Myles Kennedy e una mogliettina "in fuga".
Riuscirà il nostro eroe a convincerla a tornare a casa?
"So I'm coming home
Lost on a road I don't belong
I rest my soul I'm so alone
Far from the streets I call my own
I'm coming home"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E hai detto che questo non è vivere
hai detto che non puoi andare avanti
hai solo preso quello che hai dato
e ora la tua speranza è tutto tranne che andata

 
 
L’eco della porta sbattuta le rimbombava ancora nella testa, insieme ai gemiti di Myles soffocati dalle risate stridule di quella ragazza, Leinie aveva fretta di andarsene da quel posto, ma le gambe le tremavano e non sarebbe riuscita a fare nemmeno un passo in più, girò l'angolo del corridoio più buio e si sedette a terra con la testa affondata nelle mani.
Ormai era chiaro che non ci fossero più speranze di recuperare niente se lui l'aveva trattata così, sapeva di averlo ferito e che la sua commedia  era stata volutamente esagerata per ferirla ancora di più, ma non era preparata a quella reazione, a quello spettacolo, tirò indietro la testa per riuscire a respirare, sentiva come se qualcuno le premesse sulla gola impedendo all'aria di entrarle nei polmoni e si accorse delle lacrime che ormai sgorgavano senza sosta, si lasciò andare; pianse senza ritegno, senza che le importasse più se qualcuno potesse vederla in quello stato, se l'era cercata, è vero, lo aveva deluso, gli aveva fatto del male e solo ora che veniva ripagata con la stessa moneta si era resa conto delle conseguenze di quello che aveva fatto, il suo primo istinto fu quello di tornare indietro e spaccare la faccia di quella ragazza che stava giocando con quello che fino a poco tempo prima era suo marito, ma fortunatamente capì che avrebbe solo peggiorato le cose, e quindi rimase li, seduta a terra a piangere, incapace di qualsiasi altra cosa.
 
 
“cadiamo tutti a volte non sei il primo
ma lo so che fa male, si lo so che fa male
alla fine troverai quello che meriti
so ancora che fa male, se lo so che fa male”

 
 
Leinie rimase lì, immobile nel suo nascondiglio isolato per un tempo che nemmeno lei era riuscita a quantificare, non aveva idea di che ore fossero nè di quanto tempo avesse passato seduta a terra in quel corridoio buio, cercò di ricomporsi decisa ormai a tornarsene a casa, si alzò e prese la strada delle scale esterne, non aveva voglia di rischiare di incontrare qualcuno nell'ascensore, ma appena voltò l’angolo si imbattè in una voce che conosceva bene, rallentò senza voltarsi cercando di capire se davvero ci fosse qualcuno o se quella voce fosse solo frutto della sua immaginazione, si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Perla che la squadrandola dall’alto in basso la salutò gelidamente, la risposta della ragazza fu altrettanto gelida, voleva solo andarsene da lì quando la moglie di Slash la bloccò "Ma con che coraggio ti fai vedere ancora qui in giro, non ti vergogni?"
"Che vuoi da me?"
"Io da te non voglio niente, ma ho visto come è stato male Myles nell'ultimo periodo e so anche che tu sei stata la causa di tutto, quindi ti prego, fai un favore a tutti, sparisci dalla circolazione, lui non ha bisogno di una come te'"
"Ho fatto un errore ok? Ora sono qui per rimediare"
"Facile fare quello che vogliamo poi pretendere che le cose si sistemino, ora ti sei pentita? Ti dispiace? Beh sai che ti dico, dovevi pensarci prima"
"Beati voi che non sbagliate mai" disse acida Leinie "Ma poi proprio tu parli? Non ti ricordi la scorsa estate? Mi sbaglio o li eri tu quella che voleva mollare tutto?”
Perla abbassò i toni quando sentì che la ragazza le rispondeva a tono, alzò lo sguardo verso di lei, Leinie aveva gli occhi arrossati dal pianto e il viso scavato, stava riniziando a singhiozzare, sembrava una bambina sperduta, ma erano state soprattutto le sue parole a colpirla maggiormente, è vero, c'era passata anche lei l'estate prima, anche lei e Slash erano stati pesantemente in crisi e la ragazza le era stata particolarmente vicina senza chiedere niente in cambio, aveva passato svariate notti nelle camere d'hotel in giro per il mondo a consolarla quando il chitarrista spariva ubriaco per tutta la notte e sembrava non accorgersi nemmeno della sua presenza, si ricordò anche di quando Perla esaurita da tutto si era rifugiata a Cuba dalla sua famiglia e la ragazza per un paio di settimane si era occupata anche dei suoi figli
"Hai ragione, scusami" le disse "Lo ammetto, ho parlato senza pensare, ma credimi Leinie, mi fa troppo male vedere Myles così, lui non se lo merita, l'ho visto stare molto male ultimamente  e la causa eri tu, ma hai ragione, io non sono nessuno per giudicare"
"Fa niente" rispose la ragazza e  tornò a sedersi a terra, sentendosi mancare le forze, era pallida in volto
"Che c'è, stai male?"
"No" disse lei con gli occhi di nuovo arrossati dalle lacrime "E' che prima, l'ho visto con quella ragazza,  avrei voluto spaccare tutto e lui che mi trattava con quella freddezza, con quella strafottenza" disse con la voce rotta dal pianto "Lui non è così lo so e se fa così è solo perchè ha sofferto troppo ma io non so più cosa fare"
"Calmati piccola" cercò di consolarla Perla “Di che ragazza parli?”
“Non lo so chi è, un concentrato di trucco e silicone” borbottò sfinita “In pratica una bambola gonfiabile, proprio il suo tipo” aggiunse sarcastica “Sai, non me lo sarei mai aspettato da lui che pagasse una donna per farsi… intrattenere… “
“No, aspetta, cosa stai dicendo? Non è possibile che Myles abbia fatto una cosa del genere, non è da lui, ma sei sicura? ” chiese Perla incredula, si sedette a terra accanto a lei e si accese una sigaretta incurante dei cartelli di divieto “Vuoi?” chiese a Leinie riferendosi alla sigaretta “Si, grazie” rispose la ragazza
“Comunque l’ho visto con i miei occhi, il tizio alla reception mi aveva dato un’altra chiave e mi ha fatta salire. Sono entrata e l’ho visto con quella”
“Bhe ma magari…”
“Perla, ti posso garantire che Myles non le stava facendo ascoltare in anteprima qualche nuovo riff, non era nudo per il caldo…e non ansimava certo per cantarle qualcosa…Anche se devo dirla tutta… ti posso garantire che col microfono ci sapeva fare…” disse sarcastica cercando di sdrammatizzare la situazione
“Oh mioddio, e tu non l’hai presa a calci in culo?”
Leinie scosse la testa aspirando il fumo dalla sigaretta “No signore, lui mi ha trattata con così tanta freddezza che sono rimasta immobile come una cretina” si alzò per spegnere la sigaretta nel posacenere dall’altra parte del corridoio “Perla io lo so che sta male e so che ho sbagliato tutto, ho fatto una cazzata,  ma sono mesi che sono da sola con mio figlio e faccio i salti mortali prendendo un migliaio di aerei per raggiungerlo appena posso, avevo bisogno di tirare il fiato e non sapevo come dirglielo, non volevo che si preoccupasse, ho sbagliato ad andarmene così e tutto il resto, lo ammetto, ma mi sentivo trascurata e non volevo che lui si sentisse in colpa per essere stato così tanto lontano da casa e ho fatto una cazzata, però appena mi sono resa conto di tutto lui è ripartito subito senza nemmeno la possibilità di chiarire a mente fredda e io sono pentita, io voglio che lui capisca che ho sbagliato e se lui vuole io voglio rimediare, sono qui per questo e non me ne vado finchè non avrò la possibilità di chiarire con lui”
 
“E’ giusto, e io ti aiuterò: ma Christian dov’è?” chiese Perla a bruciapelo
“In hotel qua vicino, non sapevo come avrebbe reagito Myles e non me la sono sentita di portarlo qua”
“Ma è da solo?”
“Ok che le mie cazzate sono all’ordine del giorno, ma ha 3 anni, no che non è da solo, c’è la madre di Myles con lui”
“La madre di Myles è qui? Non si fidava a lasciarti sola con Chris? Lei come l’ha presa tutta questa faccenda?”
“Lei non sa niente, Myles non le ha detto ancora nulla, non ti sembra strano?”
“No, dammi una mano ad alzarmi piuttosto”  disse Perla porgendo la mano a Leinie, tirò fuori il cellulare dalla borsa e non appena ottenne risposta dall’altra parte iniziò a parlare a raffica senza neanche prendere fiato  “Saul, non accetto repliche, si fa così e basta, ci vediamo stasera allora, ok, no, con lui parlaci tu, no Saul non esiste , sono anche affari tuoi, ho detto parlaci tu, a dopo” sbraitò chiudendo la conversazione, poi si rivolse a Leinie “Beh, che hai da guardarmi così, andiamo, abbiamo mille cose da fare prima di stasera”
 
 
 
“c'è ancora domani, tieni duro, tieni duro
c'è ancora domani, aspetta, aspetta
c'è ancora domani, tieni duro, tieni duro”

 
   
 
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