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Autore: Armida    31/05/2011    1 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Harry giuro, stai diventando logorroico. Non ce la faccio più mi arrendo." Ginny stizzita fissava il ragazzo con il solito cipiglio alla "Molly Weasley".
"Ti prego ricapitoliamo un'altra volta da capo" ripetè per la milionesima volta il giovane bruno, fissando un cumulo di terra lì vicino. Ginny sbuffò piano, ma poi riprese: "Il Ministero starà bene, c'è Kingsley e tanta altra brava gente affidabile. Hogwarts starà bene, anche senza la McGranitt: il nuovo preside è dotato e perfettamente in grado di gestire la situazione. Tutti coloro che avevano subito soprusi stanno tornando al loro posto. I morti sono stati Onorati, come i feriti e i dispersi. La Comunità Magica sta vivendo un periodo di pace che non si vedeva da millenni. Anche i serpeverde sembrano più carini." Il ragazzo sorrise "Rassegnati" concluse Ginny "Non c'è più bisogno di te".
Harry scosse la testa sconsolato. "È solo che dalla nascita mi sono sempre trovato davanti problemi. La mia nascita stessa è stata l'origine di tutto. Io non li ho mai cercati questi benedetti problemi, ci sono sempre incappato. E ora non mi sembra possibile che tutto stia andando come dovrebbe..." il ragazzo si prese la testa tra le mani.
"Harry ti dò una triste notizia: i problemi non finiranno mai. I problemi che tu dici, giustamente, benedetti, arriveranno ogni giorno per ricordarti che non sei solo ad affrontarli: avrai me e tutti i Weasley, hai Hermione, l'Ordine e un'intera comunità magica che pende dalla tue labbra. Ti vogliamo tutti bene, Harry, siamo tutti qui per te." La rossa sorrise poi aggiunse, vedendo che il ragazzo non accennava a rispondere "Andiamo sai benissimo che i discorsi toccanti non sono il mio forte, non costringermi a passare a metodi alternativi!" e così detto, cominciò a fargli il solletico. Alla fine anche il ragazzo che è sopravvissuto, rise: "È strano pensare che andrai ad Hogwarts" le sussurrò all'orecchio. In risposta ricevette un colpo sul braccio: "NON FARE IL GRANDE!" urlò Ginny "Sei più vecchio di me di un solo anno!" Harry sogghignò.
"È il caso di tornare. Non voglio perdere il treno per causa tua." si alzarono dal cumulo di terra su cui erano seduti e riattraversarono i campi diretti verso la Tana.
"Grazie" bisbigliò imbarazzato il ragazzo un secondo prima di aprirle la porta di casa e correre a cercare gli amici. Ginny scosse sconsolata la testa. Incorreggibile. 

*

Harry si era "momentaneamente" trasferito dai Weasley, in attesa di trovare una casa che fosse adatta. Non che si impegnasse più di tanto nelle ricerche: avere una famiglia così, era sempre stato il sogno della sua vita, e nell'attesa di formarne una non gli dispiaceva affatto poter contare su tre squisiti pasti al giorno e il migliore amico a portata di mano.
C'erano anche dei momenti in cui sentiva nello stomaco penetranti fitte di rimorso: stava approfittando esageratamente della loro disponibilità. Ma anche il peggiore mal di stomaco o mangialumache riuscito male spariva confrontato con la gioia che finalmente provava.
Harry che era sempre stato costretto a fare molto più di quanto avrebbe voluto in casa, trovava fantastico alzarsi la mattina, fare colazione, andare a lavorare senza pensare a nulla se non a farsi la barba. E poi finire il lavoro, un lavoro che amava!, e avere del tempo libero! Non si era mai dedicato tanto a cose che gli piacevano davvero! Aveva scoperto le gioie e i sudori di una palestra babbana, di un club di allenamento con la bacchetta, di cui avrebbe potuto essere anche l'insegnante a dirla tutta, e di un gruppo di ballo latino-americano. Aveva riscoperto il piacere della lettura di un buon libro e delle uscite serali con i nuovi colleghi.
Per Ron il periodo era stato un po' meno roseo: cominciava a non trovarsi più molto d'accordo con George e il suo modo di gestire il negozio: si, dal primo settembre aveva cominciato ad aiutarlo come commesso-co-dirigente. Ma le cose non andavano come avrebbero dovuto: il gemello pretendeva sempre di più da Ron, anche cose del tutto improbabili e affatto inerenti con il lavoro...
"Commesso-co-dirigente, mi hai preparato la ciambella che ti avevo chiesto?"
"Non mi avevi chiesto una cimbella!"
"Te lo chiedo ora l'hai preparata?"
"No, lo sai che non so cucinare" Ron era incredulo "Te la vado a comprare...."
"No, la voglio cucinata. Cos'avrebbe detto Fred, se ti avesse sentito dire queste cose..."
Tutti sapevano in famiglia che il gemello si era ripreso dalla perdita, non era nel suo carattere rimpiangere troppo il passato; eppure Ron soprattutto, stando tanto tempo al suo fianco, si rendeva conto che era strano e gli mancava qualcosa.
"Non credo sia solo per Fred" Borbottò l'ultimo maschio Weasley, confidandosi col migliore amico mentre cercava disperatamente un'improbabile sostanza richiesta da George.
"Proviamo qui" Rispose Harry entrando in un negozio di Pozioni "Cos'altro credi che ci sia sotto?" Il rosso alzò le spalle.
"Desiderate?" un uomo grassoccio e con i capelli unti spuntò da dietro il bancone, facendo sobbalzare entrambi i ragazzi.
"Avete del...Uhm..." Ron cercava di decifrare la scrittura del fratello "Eh... Mi-mbu-lus Mim-ble-to-ni-a-Acer!" Il proprietario del negozio socchiuse gli occhi
"Ah, si l'abbiamo studiata a scuola!" aggiunse Ron entusiasta ricordando vagamente quell'ingrediente citato da Piton.
L'uomo rise: "Allora saprete sicuramente che non posso vendervela." no, era chiaro che non lo sapevano. Uscendo da dietro il bancone e zampettando verso di loro, il commesso spiegò: "è un ingrediente, derivato dalla tradizionale Mimbulus Mimbeltonia, indispensabile per due sole pozioni, entrambe vietate nella comunità magica". Rimase un momento in silenzio forse per enfatizzare le parole, forse per incutere timore, ma vedendo che i due ragazzi non replicavano, anzi pareva davvero non avessero capito un accidenti (Harry cercava di aggiustare una ciocca di capelli mentre Ron aveva uno sguardo ebete) sbottò: "INSOMMA! Dite a George che non gliela venderò!" e così sparì nel retrobottega. I due ragazzi basiti voltarono lentamente le spalle al bancone e stavano per uscire quando furono richiamati indietro dall'uomo "Dategli questo" bisbigliò con fare schivo mettendo accuratamente fra le mani di Ron un sudicio bigliettino. "Grazie" dissero in coro senza capire e schizzarono fuori.
Si guardarono un secondo: "Hermione!" e corsero via.
Dopo poco la porta del negozio si aprì, ma non ne uscì nessuno.
Anche se osservando bene la scena qualcuno avrebbe potuto notare appena l'orlo sfuggente di un mantello nero e una scarpa scura spuntare a tratti.


Armida dice che: Ho voluto festeggiare la fine delle interrogazioni con questo capitolo. La storia comincia a complicarsi e questo è un primo accenno.
Presto arriverà il prossimo capitolo, già pronto (non volevo caricarvi troppo :P)
Solo una precisazione: la Mimbletus Mimbletonia Acer non esiste. L'ho inventata io, presto avrete altre notizie circa le sue caratteristiche sempre inventate... Ho provato a cercare un ingrediente adatto a ciò di cui ho bisogno ma non ho trovato niente nè fra quelli citati dalla cara Jo nè da altri miei libri Fantasy ecc.
Spero che vi sia piaciuto, recensite se potete! Un bacio a tutti :)
  
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