Wir Waren:

 

 
Dimentica, Carim, dimentica e uccidi
 

La prima battaglia era cominciata.

L’alba era sorta ed ormai l’esercito dei ribelli si scontrava con la guardia imperiale da ore.

Il caldo era soffocante.
La sabbia, ormai rossa di sangue, andava a posarsi sui corpi senza vita, sulle armi e sulle braccia spezzate dei moribondi.

Un urlo atroce.

Carim era sceso finalmente in battaglia.
Avrebbe voluto evitarlo –Dio se avrebbe voluto- ma doveva proteggerle, non le avrebbe voltato le spalle ancora una volta, e per mantener fede a questa promessa era obbligato a fingere di essere dalla parte di Angst.

Buffo come questo scenario faccia riaffiorare al braccio destro del tiranno ricordi del suo periodo più sereno.
Ricordi di cui sono protagonisti due occhi color ghiaccio con altri due, a loro gemelli.

“Angst non azzardarti ad impiastricciare quel disegno!” la piccola mise un finto brancio
“Ahahah sennò sorellina?”
“Vedrai! Dai Carim digli qualcosa! “

Il tono falsamente scocciato della Ary del passato cessò non appena la realtà piombò come un macigno su Carim.
Un altro nemico da eliminare.

Altro sangue.

Una remota stilla omicida ritorna a farsi strada nel ragazzo.
Trapassa il ribelle e sorride delle viscere che si spargono sul terreno.
Un altro. Sta arrivando.
Questo è molto giovane, quasi un bambino. Forse troppo per essere lì.
Carim si riscuote. Dopotutto, quando lo hanno strappato alla sua famiglia e gli hanno insegnato –imposto- l’omicidio, lui –Loro- era molto più piccolo.

Furia.

Ora l'inesperto avversario giace agonizzante, la ferita è troppo vicina al cuore per sperare in una salvezza e troppo lontana per una more senza sofferenze. Carim ride.

Pace, finalmente.

Può ragionare e perdersi, cullato dai ricordi di un tempo andato.

“Ary fidati che è divertente” urla divertito un bimbo dalla paura giocosa dell’amica
“Angst vieni anche te!” . La piccola teme le altezze, vuole il fratello vicino prima di lasciarsi scivolare dalla discesa ricoperta da un soffice manto di neve; adoravano l’inverno. Una volta.

Riapre gli occhi e guarda il paesaggio.
Un groviglio di arti giacciono attaccati a corpi inermi.
Ora il giovane generale è calmo. Le sue mani imbrattate di sangue lo disgustano.
A lui mancano le Loro risate, quel clima di tenerezza tipico della fanciullezza, in cui tutto ti sembra possibile, in cui credi alle fiabe.
Ora sono potenti, lo sa, ma sonop divisi.
E questo fa male, fa molto male.

La rabbia ritorna. La sete di sangue esige il suo tributo.

Non è domata.

E non lo sarà mai.





(Continua…)

 

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Ed ecco, lentamente, un nuovo capitolo ^^!
Cosa ne pensate?
Dedicato a FrankieSullivan per il suo compleanno! Auguri! :D ^_^