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Autore: HachiXHikaru    31/05/2011    1 recensioni
"La rosa abbozzò un sorriso. In effetti non era male. Entrarono e Sakura chiese le chiavi alla portinaia. Le fece vedere un paio di fogli e, dopo che la donna le ebbe gettato uno sguardo gelido, ricevette la chiave.
-Ottavo piano...-
Disse atona la donna e infine aggiunse, quasi parlasse con se stessa:
-Ce ne mancava un altro come loro...-" - Preso dal primo capitolo-
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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*

Sakura prese un biscotto al cioccolato e lo addentò. Com'era buono il cioccolato! Poi finì in un sorso il latte che aveva versato dentro il bicchiere. Prese un foglietto e una penna e scrisse due righe alle gemelle, ovvero che lei doveva uscire a trovare un lavoro e che loro dovevano assolutamente starsene chiuse in casa e non aprire a nessuno, tanto lei aveva le chiavi e se avevano bisogno di qualcosa di chiamarla immediatamente. Che le lasciava il bento nel frigo e tante altre raccomandazioni varie. Lasciò il pezzo di carta sul tavolo, prese la borsetta e prima di uscire si diede un'altra sistemata. Si era vestita e truccata nella speranza di trovare uno straccio di lavoro e magari anche una scuola per Fine e Rein. Chiuse la porta a chiave e si diresse verso l'ascensore. Fortunatamente era già all'ottavo piano. Entrò e premette il piano terra e si poggiò con la schiena.

-Ehi aspetta!-

Sobbalzò. Il vicino moro sgattaiolò dentro l'ascensore. Lei rimase a fissarlo, doveva salutarlo oppure no? Sbuffò. In fondo lui era stato scortese con lei! Si voltò dalla parte opposta senza rivolgergli la parola. L'Uchiha le lanciò un'occhiata. Ma come, stamani non era allegra come ieri? La salutò e lei ricambiò freddamente. Cos'era, le parti si erano invertite? Gli veniva quasi da ridere, peccato, però che lui non ridesse quasi mai.

-Andiamo alla ricerca di lavoro stamani?-

Annuì.

-Senta...Haruno...-

Si voltò a guardarlo.

-Cosa vuole?-

-Mi scuso con lei per ieri-

Disse cercando di sembrare amichevole, lei sorrise.

-Non si preoccupi-

-Sa già cosa cercare?-

Scosse la testa.

-Mi andrebbe bene qualunque cosa, purché non paghino una miseria...-

-Allora credo di avere quello che fa per lei-

Lo guardò interrogativa.

-Dove lavoro io cercano personale...che ne dice di provare?-

Le porte si aprirono. Erano arrivati al piano terra. Il moro si diresse verso la sua vettura e la rosa lo seguiva, forse senza sapere neanche dove stesse andando.

-Quindi potrebbe portarmi laggiù?-

Lui aprì il cofanetto della moto e prese il casco.

-Certo, basta che segua con la sua auto la mia moto-

Lei strinse il pugno.

-M...ma come...non potrei raggiungerlo a piedi? O...o con l'autobus?-

Si infilò il casco.

-È una bella camminata...e non credo ci siano autobus...-

Gli diede le spalle.

-A...allora non se ne fa niente...mi spiace...-

No! Ora che era arrivato tanto vicino no!

-Potrei accompagnarla io-

Lo guardò e rimase in silenzio per un po'. Si diede dello stupido. Come poteva pensare che avrebbe accettato? Non si conoscevano nemmeno! Fece finta di niente e accese la moto.

 

Sasuke parcheggiò al solito posto di fronte al locale, poi scese dalla moto e aspettò che anche l'Haruno scendesse. Ebbene sì, alla fine l'aveva accompagnata lui e il moro per tutto il tragitto non aveva smesso di chiedersi come potesse una ragazzina accettare così leggermente passaggi dagli sconosciuti. Che ragazza frivola...

-E così è questo?-

Chiese Sakura, forse solo a sé stessa dato che nessuno le rispose, guardando la facciata della caffetteria. “L'Eremita dei Rospi”, così si chiamava. Non era tanto male in fondo. Seguì il moro, che la condusse dentro il locale. C'era un grande bancone, tante sedie e tavolini. Bevande di vario genere, una macchina per il caffè e persino una specie di palco dove potersi esibire. Rimase a fissarlo cominciando a fantasticare. Era davvero...bello...poter stare su un palco, con tante luci...la musica...e...

-Haruno-

L'Uchiha la risvegliò dai suoi pensieri.

-Tra poco ti presenterò il capo, per ora aspettami qui-

Lei annuì. Il ragazzo entrò in una porta, situata dietro al bancone e cominciò a chiamare il nome di qualcuno, probabilmente del proprietario del locale. Cominciò a parlare con lui, a introdurgli la ragazza e, infine, i due uscirono da quella stanzina e raggiunsero la rosa, che si mise ad osservare il padrone del locale. Era un uomo abbastanza robusto, sulla quarantina e aveva dei lunghi capelli bianchi. Una fascia che gli copriva la fronte, con su scritto il nome del suo pub, una tunica verde scuro con sopra una specie di mantello rosso e delle...ciabatte? Che uomo strano...

-Haruno, questo qui è Jiraiya-sama...-

Lei fece un inchino. Oddio. E ora come doveva comportarsi? Vide che l'uomo la stava squadrando con una strana espressione. Era un bene o un male?

-Allora Sasuke, come hai detto che si chiama?-

-Haruno Sakura-

Risposero i due ragazzi quasi in coro. Il moro lanciò un'occhiataccia alla vicina, facendole intendere di stare zitta e buona. Jiraiya incrociò le braccia al petto.

-Sakura, eh? Sembri giovane...quanti anni hai?-

Prima di rispondere lanciò un'occhiata al moro.

-Ho...ho diciotto anni...-

L'Uchiha la guardò confuso. Aveva solo diciotto anni? Mah, e comunque non erano affari suoi...

-Hai esperienze? Cioè, hai già fatto altri lavoretti?-

Deglutì, poi titubante rispose:

-Ho lavorato per alcuni mesi in una caffetteria nella mia città...comunque...-

Disse cominciando a frugare nella borsa.

-Comunque ho una specie di curriculum e...-

-Non mi interessa-

Guardò interrogativa l'uomo. Eh? Sasuke sbuffò. Certo che non gli interessava, a lui importava solo che fosse una ragazza giovane...

-E allora cosa...cosa dovrei fare?-

-Aspetta solo un secondo qui, ok?-

Annuì e l'uomo scomparve di nuovo in quella stanzina. A quel punto Sakura iniziò a fissare il ragazzo, cercando di avere spiegazioni, ma sembrava che lui evitasse il suo sguardo. Che ragazzo strano. Quando Jiraiya tornò era tutto sorridente e teneva in mano una busta. Probabilmente dentro doveva esserci qualche vestito. Porse il tutto alla rosa e indicandole la stanzina le disse che poteva cambiarsi lì. Cambiarsi? Perchè, vestita così non andava bene??? Eppure ci aveva messo una vita a decidere cosa mettersi! Entrò dalla porta dietro il bancone e si assicurò di chiuderla bene, poi levò il vestito che si trovava dentro la busta. Rimase di sasso. E...e lei doveva indossare quella cosa?

 

Jiraiya sorrise al ragazzo e gli mise una mano sulla spalla, il moro lo guardò scocciato.

-Ben fatto Sas'ke, ormai avevo perso le speranze di trovare una ragazza disposta a lavorare qui. Ma dimmi, dove l'hai trovata?-

-È la mia vicina-

Rispose secco. L'uomo sussultò.

-Qui...quindi anche lei come te...-

-Non lo so, ma è molto probabile...-

Si voltò verso la porta dello stanzino e sospirò, l'Uchiha guardava da un'altra parte.

-Bè, speriamo che il vestito le stia bene-

 

L'Haruno si guardò nel lungo specchio che era poggiato sulla parete di fronte a lei. Sorrise. Però, non le stava male. Si diede un'altra sistemata ai capelli e finalmente uscì. I due erano sempre in piedi, nello stesso punto di prima. L'uomo voltato verso di lei e il ragazzo girato di spalle, probabilmente con le braccia conserte. Quando la vide il proprietario s'illuminò. Quel vestitino da cameriera le stava d'incanto! Diede una gomitata al moro, costringendolo a girarsi. Quando la rosa vide il suo sguardo puntato verso di lei abbassò gli occhi. Si mise ad osservare il vestito. Un vestitino da cameriera, tutto nero, che le arrivava un po' sotto delle ginocchia. Le maniche erano corte e finivano con una striscia bianca che cingeva il braccio all'altezza del seno. In più aveva dei bottoni, di colore bianco, che finivano all'altezza dei fianchi, ai quali era legato un grembiulino bianco che ricopriva una piccola parte della gonna e che era legato dietro grazie a un fiocco del medesimo colore.

-Allora Sasuke, non è stupenda?-

Il ragazzo fece una smorfia. Era...accettabile. Ma in fondo a lui che interessava? Era solo uno stupido vestitino lolita che era stato conservato con tanta cura da un vecchio maiale! Sbuffò. E poi tutte quelle cerimonie erano alquanto ridicole...

-Bene Sakura-

Le disse amichevolmente Jiraiya.

-Sei assunta-

Lei s'inchinò, non si sa bene quante volte, continuando a ringraziarlo e dicendogli che avrebbe lavorato sodo. Poi sembrò risvegliarsi da qualcosa, e chiese all'uomo quanto tempo avrebbe dovuto lavorare lì e quanto era il compenso. Lui le rispose che iniziavano alle nove del mattino, ma naturalmente lei doveva essere lì un po' prima, e che avrebbero finito alle otto di sera. Ovviamente c'era la pausa pranzo che iniziava intorno all'una e durava un'oretta.

-Quanto alla paga, bè divideremo in tre il guadagno-

La ragazza alzò un sopracciglio.

-Come in tre? Ma...ma non c'è uno stipendio fisso?-

Sasuke scosse la testa, scocciato dall'idea di doverle spiegare tutto.

-Prima del tuo arrivo Haruno...-

Si sentì sollevata nell'udire che l'Uchiha aveva smesso di darle del lei. La faceva sentire vecchia!

-...a mandare avanti questo posto eravamo solo in due. Ce la cavavamo abbastanza bene e il profitto era buono-

La guardò male.

-Speriamo solo che con te tutto questo non diminuisca-

La rosa sbuffò. Ma cosa si lamentava? In fondo era stato lui a portarla lì, e lei aveva accettato un suo passaggio in moto solo perchè...perchè non aveva scelta, ecco! Che antipatico. Jiraiya gli diede una pacca sulla spalla.

-Ma no, ma no! Con la nostra cara Sakura tutto ciò aumenterà, ne sono sicuro-

Lei sorrise, ringraziandolo mentalmente. Certo, lei non avrebbe deluso le sue aspettative!

-Bene caro Sas'ke, ora falle vedere come si fa io vado a sbrigare delle pratiche-

E detto questo lasciò i due ragazzi da soli.

 

Sakura finì di preparare il caffè, così come le aveva spiegato il moro, e lo servì al cliente sorridendo. Quel lavoro le piaceva, non lo trovava affatto noioso. Però...però non poteva fare a meno di sbirciare ogni volta che poteva l'orologio appeso al muro. Le undici e mezza. Prese un bicchiere e cominciò a riempirlo d'acqua. Chissà come stavano le gemelle, non le avevano fatto neppure una telefonata. Stavano ancora dormendo? Non riuscivano a usare il telefono per chiamarla? Avevano per caso aperto a qualcuno disubbidendole? Ma avevano trovato il biglietto che le aveva scritto? Ah! Perchè si doveva preoccupare così tanto?

-Haruno-

Si voltò di scatto verso il ragazzo e abbozzò un sorriso.

-Sì Uchiha, cosa c'è?-

-Stai rovesciando tutto...-

E le indicò davanti a lei. L'acqua ormai stava bagnando il pavimento. Si fermò di colpo cominciando a scusarsi.

-Stà solo più attenta-

Le disse freddamente il moro, poi le diede le spalle e si dedicò ad altro. Bah, che ragazza distratta. Era proprio sicuro di aver sentito cantare lei l'altra sera? Stava cominciando ad avere dei dubbi...sbuffò. Scemenze. Sasuke Uchiha non sbagliava mai. Se diceva che era lei, allora era lei! Guardò il palchetto. Forse doveva solo obbligarla a cantare...ma come? Forse obbligandola a prendere un microfono in mano. Bè, era un metodo un po' brusco, però poteva funzionare...scosse la testa. Lui e i suoi metodi bruschi! Le diede una veloce occhiata. Prima doveva innanzitutto instaurare una specie di dialogo. Rise solo all'idea. Lui che ormai parlava solo col fratello doveva iniziare a dialogare con una sconosciuta? Mah. Si mise ad osservarla distrattamente. Lei stava piegata a terra cercando di rimediare al pasticcio combinato. Era...buffa...Le diede immediatamente le spalle, cominciando a guardare fuori. In quel momento stava passando un ragazzo dall'aria annoiata. L'Uchiha non si soffermava quasi mai a vedere come le persone apparivano all'esterno, ovvero il colore degli occhi, i capelli etc...preferiva soffermarsi, invece, a vedere le loro “emozioni”, i sentimenti che riuscivano a esprimere con lo sguardo. Così fece anche di quel ragazzo dall'aria annoiata. Molto probabilmente aveva intrapreso quella passeggiata al fine di trovare qualcosa che lo stuzzicasse. Il moro vide che il ragazzo aveva voltato lo sguardo verso la finestra, intento a guardare dentro il locale. Dalla sua espressione dedusse che non sarebbe entrato, ma poi qualcosa sembrò catturare la sua attenzione. Nei suoi occhi apparì una specie di luccichio e un sorrisetto malizioso gli si dipinse sul volto. Si avvicinò al vetro e cominciò a guardare dentro con maggior interesse. Incuriosito, Sasuke seguì il suo sguardo e notò che si soffermava sulla rosa, intenta a lavare delle tazzine da caffè e a lanciare occhiate all'orologio. Il moro cominciò ad osservare in silenzio la scena, ora non era più sicuro che il ragazzo non sarebbe entrato. Sakura guardò per l'ennesima volta la lancetta che non voleva decidere a muoversi e sospirò. Basta, aveva deciso. Nella pausa pranzo avrebbe telefonato alle gemelle. Sorrise, finalmente calma e finalmente serena si accorse del ragazzo che la stava fissando. Quando lui vide che l'oggetto che avrebbe messo fine alla sua noia aveva incrociato il suo sguardo le fece l'occhiolino. L'Uchiha trovava tutto ciò maledettamente stupido. Finalmente il ragazzo entrò, e si avvicinò al bancone, più precisamente dove si trovava l'Haruno.

-Buongiorno signore...-

Lui non le rispose. Era intento a fissarla con uno strano sorriso sul volto. Il moro osservava la scena irritato. Tutto ciò era controproducente...

-Desidera qualcosa da bere?-

Chiese la rosa. Ad un certo punto si ritrovò il volto del presunto cliente più vicino.

-Non ti ho mai visto da queste parti...-

-Mi sono trasferita qui da poco-

Disse velocemente la ragazza, voltandosi e cercando qualcos'altro da fare, Sasuke intanto si stava avvicinando ai due.

-Ecco...allora è per questo che prima non ti ho notata...-

Lei non rispose, ma in compenso pregava dentro di sé che il ragazzo la lasciasse in pace. Non era proprio il momento per quelle seccature.

-Potresti darmi il tuo numero, carina?-

-Credo che questo non sia possibile...e ora la pregherei di lasciarmi in pace-

Rise.

-Che caratterino...guarda che non devi fare la timida, sai?-

E detto ciò allungò il braccio verso di lei, ma prontamente qualcuno lo bloccò. Il ragazzo guardò scocciato colui che lo aveva disturbato.

-Ehi tu, che diavolo vuoi?-

-La prego di lasciare in pace la cameriera...-

Lo guardò male.

-E perchè dovrei?-

L'Uchiha strinse la presa.

-Perchè glielo sto chiedendo gentilmente-

E detto ciò lasciò la presa. Il ragazzo avrebbe voluto dirgli qualcosa di più, ma lo sguardo del moro lo bloccò, così, dopo aver lanciato un'occhiataccia al locale se ne andò massaggiandosi il braccio e sbuffando. Sakura sospirò e ringraziò il suo salvatore. Lui non la degnò neanche di uno sguardo e fece per andarsene, poi si bloccò. Aveva trovato un pretesto per rivolgerle la parola, non poteva certo sprecarlo. Si fermò e senza neanche voltarsi le chiese se stava bene. La ragazza sorrise, contenta che qualcuno all'infuori dei clienti le parlasse.

-Certo, grazie a lei Uchiha...-

Lui passò alle domande successive, senza neanche stare a sentire le varie risposte che la ragazza gli dava e sempre dandole le spalle. Si voltò solo quando lei riuscì a fargli una domanda, in un momento di silenzio tra i due.

-Come mai qui tenete un palco?-

Chiese indicandolo con lo sguardo, lui sembrò contento della domanda.

-Deve sapere che la sera questa caffetteria diventa una specie di pub...-

Alla ragazza s'illuminarono gli occhi, lui se ne accorse e continuò, con una specie di sorrisetto sulle labbra e cercando di dare più enfasi alle parole.

-Non vengono molti ragazzi, per la maggior parte adulti...comunque ogni sera su quel palco si esibiscono vari aspiranti cantanti...-

La ragazza sorrise e per un momento, ma solo per un momento sia chiaro, il freddo Uchiha arrossì.

-Deve essere davvero bello...lei Uchiha ha sentito qualcuno cantare?-

Lui annuì e subito pensò che nessuno lo aveva colpito come lei l'altra sera. Ma questo preferì tenerselo per sé.

-Scommetto che dovevano essere davvero bravi-

Lui sbuffò. Quelle nullità che lui aveva sentito, bravi? Tsk. Lei poteva...poteva considerarsi brava...non loro. Però non le disse neanche questo, le disse solo che non erano questo granché. Lei sussurrò un “Ah” e si voltò verso l'orologio. Sussultò. Erano le dodici e mezza. Tra poco avrebbe potuto chiamare Fine e Rein. Chissà se stavano bene...

-Potremmo iniziare prima la pausa pranzo?-

Chiese supplicante al moro. Lui alzò un sopracciglio. Era solo il suo primo giorno e già faceva richieste? Le rispose seccamente di no e si voltò, dandole le spalle e tornando alle sue mansioni, ovvero non fare niente, dato che in quel momento non c'era nessun cliente. Bè, in effetti potevano iniziare prima la pau...scosse la testa. Gli orari di lavoro dovevano essere rispettati. Si voltò leggermente a sbirciare ciò che faceva la rosa. Si teneva la testa con le mani, i gomiti poggiati al bancone e fissava l'orologio. Chissà cosa aveva di così importante da fare. Sbuffò. Comunque a lui non importava. Purtroppo alla ragazza, però, importava fin troppo. In quel momento si stava dando della stupida mentalmente. Come aveva potuto lasciare le gemelle sole a casa? Non lo aveva mai fatto prima! Prima loro rimanevano con...

-Haruno-

Si voltò verso il ragazzo moro. Lui indicò dietro di sé e lei alzò un sopracciglio, non riuscendo a capire.

-Jiraiya ha detto che possiamo iniziare prima la pausa-

I suoi occhi si illuminarono. Poteva...poteva chiamare Fine e Rein! S'inchinò varie volte, continuando a ringraziare l'uomo, che le sorrideva gentilmente. Poi guardò il ragazzo.

-Bene Uchiha, andiamo?-

Alzò un sopracciglio.

-Come?-

Che credeva quella? Che avrebbero pranzato insieme?

-Io non conosco la zona, quindi preferirei che...-

-Avanti Sas'ke! Non vorrai rifiutare di pranzare con questa ragazza?-

Veramente era proprio quello che intendeva fare.

-Avanti, andate! Ah, e questa volta offro io!-

La ragazza ringraziò ancora una volta l'uomo, poi uscì dal locale seguita da uno svogliato Uchiha. Ma chi glielo aveva fatto fare?

 

La bambina dai capelli rossi cadde dal suo letto, perchè la gemella la tirò giù. A terra si massaggiò il sedere dolorante e guardò male la sorella dai capelli azzurri. Che motivo c'era di svegliarla così presto? Erano solo...sbirciò l'ora sulla sveglia...era solo mezzogiorno meno un quarto! Rein le mise davanti agli occhi il foglio che aveva trovato sul tavolo della cucina. Fine la guardò confusa.

-Che ci devo fare io con questo?-

-Aiutami a leggerlo-

La rossa sospirò. Avevano solo sei anni e Sakura si ostinava a scrivere loro dei bigliettini. Va bene, lei aveva insegnato precocemente a leggere alle gemelle, ma loro trovavano lo stesso difficile la cosa! Rein si mise a sedere sul letto e la gemella la imitò, andando vicino a lei, poi la rossa prese con la mano destra un'estremità del foglio, e la gemella l'altra estremità, ma con la sinistra.

-Dunque...-

La piccola Fine alzò un sopracciglio e provò a leggere a voce alta con la sorella.

-Ca....care Fine...-

-...e Rein...io devo cerca...cercarmi un lavoro e voi...-

-...voi dovete stare a...a casa e...-

Le due fermarono la lettura, poi si guardarono negli occhi.

-Fine, non capisco questo punto...-

La rossa ci pensò un po' su. Rimanere...aprire...assolutamente...chiuse...nessuno...entrare.

-Ci sono! Ci ha raccomandato di aprire se sentiamo bussare e non rimanere in casa da sole troppo tempo!-

Rein la guardò dubbiosa.

-Sei sicura...a me pare che...-

-Dai Rein! In fondo i vicini le stanno simpatici, no? Ah e poi...-

-Poi cosa?-

Sorrise alla gemella.

-Dice che il nostro pranzo è nel frigo! Yeah! Buon appetitooo!-

Disse correndo velocemente verso la cucina.

 

I due erano seduti su una panchina poco distante dalla caffetteria. I bento che avevano comprato in un supermercato più in là erano sulle loro gambe, ancora sigillati. Un imbarazzante silenzio regnava tra i due, ma nessuno sembrava preoccuparsene. Sakura pensava alle gemelle con il cellulare in mano e digitando i vari numeri che componevano il suo telefono di casa. Pigiò il tasto verde e mise il cellulare all'orecchio.

-Il numero selezionato non è valido-

Imprecò a bassa voce chiudendo la chiamata. Com'era possi...sgranò gli occhi. Aveva digitato il numero sbagliato. Sospirò. Aveva digitato il suo vecchio numero...

-Accidenti...non riuscirò mai a chiamare Fine e Rein...-

L'Uchiha non le badò, e aprì la scatola del suo pranzo cominciando a mangiare. La rosa gli gettò una veloce occhiata. Com'era freddo quel ragazzo. Cercò di ricomporre il numero giusto, ma anche questa volta le dissero che il numero non era valido. Stava cominciando a perdere la pazienza.

-Uffa...qualcuno lassù non mi sopporta, dato che non riesco a chiamare...-

Anche questa volta Sasuke rimase in silenzio. L'Haruno sbuffò.

-Quindi proprio non mi sopporti tu, eh?-

Lui la guardò freddo.

-Potresti almeno fingere e dire frasi di circostanza, sai?-

Il moro inghiottì il riso che aveva precedentemente preso con le bacchette.

-Da quando in qua non mi da del lei, Haruno?-

Lei sbuffò un'altra volta.

-Mi scusi signor Uchiha, ma vede a me questi convenevoli non sono mai piaciuti-

Inghiottì un altro boccone.

-Non è educata, mia cara...-

Rispose canzonatorio il ragazzo. Sembrava quasi divertirsi...

-Mi prende in giro?-

-Abbassi la voce, per favore-

Lei si alzò, sempre col bento e il telefono in mano.

-Ora me ne vado, così sarà contento...arrivederci-

-L'importante è che sappia come ritornare alla caffetteria-

Si bloccò, poi tornò indietro e si risedette al proprio posto. Accidenti, perchè non aveva controllato la strada? Aprì il proprio bento e cominciò a mangiare, dopo un po' si bloccò, tornando a guardare malinconica lo schermo del telefonino.

-Mi scusi se prima ho perso la pazienza ma vede...-

Lui le lanciò un'occhiata, sempre continuando a mangiare.

-Non ho mai lasciato le gemelle da sole io...io...-

Sospirò, poi cercò di sorridere.

-Forse mi preoccupo troppo...-

-Anche io mi preoccupo sempre per mio fratello-

Lo guardò, stupita che le avesse rivolto gentilmente la parola, ma non sapeva che il ragazzo era più stupito di lei. Come...come mai le diceva queste cose?

-Mi preoccupo da quando eravamo piccoli...-

Sakura gli sorrise dolcemente.

-Tu e Itachi siete molto legati, eh?-

Lui, naturalmente non le rispose. La rosa si poggiò con la schiena alla panchina.

-Però la mia è una preoccupazione un po'...diversa credo...-

Questa volta Sasuke si voltò completamente verso la ragazza. Stranamente in quel momento lei era riuscita a catturare la sua attenzione. Non ci riusciva mai nessuno, neanche Itachi. Lo...lo incuriosiva...già, forse era quello. Era una strana ragazza, che si trovava in un posto che sembrava non appartenerle. Tutti gli inquilini del palazzo erano diversi da lei. Nessuno faceva caso a nessuno e questo andava bene a tutti, ma si sa che gli equilibri esistono anche per essere spezzati e il minore degli Uchiha in fondo, ma molto in fondo, sperava che un giorno qualcuno venisse a spezzare quell'equilibrio, quella incessante monotonia che non riusciva più a sopportare. Forse grazie a quella specie di distrazione avrebbe riempito le sue vuote giornate che sembravano non finire mai. Forse non era un caso che quella ragazza così solare fosse capitata lì, proprio nell'appartamento vicino a lui, in quella strana palazzina. Solo ora il moro si stava cominciando a chiedere come mai una come lei era finita lì, tra gente come loro. Probabilmente non sapeva, o faceva finta di non sapere. Comunque a Sasuke questo importava poco. Gli importava poco se diciotto anni fossero la sua vera età o che strano legame ci fosse con le sue sorelle minori. Già, non gli importava, ma non poteva fare a meno di porsi delle domande.

-Diversa in che senso?-

Sobbalzò e strinse nella mano il telefono, poi lo guardò, abbozzando un sorriso.

-No...niente...non farci caso...-

Rimase in silenzio continuando a fissarla e la cosa imbarazzò molto la rosa. Doveva cercare di cambiare discorso, così cominciò a farfugliare qualcosa al moro su come fosse adorabile il suo cagnolino. Siccome, però, il discorso non lo soddisfaceva rispondeva a monosillabi o si limitava a stare in silenzio. A lui non importava niente di Akamaru, in quel momento, l'unica cosa che riusciva a fare era porsi delle domande sulla nuova arrivata.

 

La rosa salutò Jiraiya e si diresse assieme al moro verso la moto di lui. Ormai l'orario di lavoro era finito, erano le otto e dall'inizio della giornata l'Haruno non aveva fatto altro che pensare alle gemelle. Non era riuscita a chiamarle e la cosa la preoccupava. Guardò la busta che teneva in mano, dentro c'era la sua “uniforme”. Sorrise pensando che probabilmente le bambine l'avrebbero trovata adorabile. Il ragazzo le passò il casco e mise la busta nel bauletto, poi accese la moto e ripartirono verso casa. Arrivati, la ragazza scese velocemente dalla moto e mentre l'Uchiha la parcheggiava nel solito punto andò velocemente verso l'ascensore e lo chiamò. Il ragazzo dovette prendere svogliatamente la busta della vicina di casa e seguirla per non perdere l'ascensore. Non aveva voglia di fare le scale. I due stavano davanti alla porta, aspettando il mezzo che li avrebbe portati all'ottavo piano e, dopo un po' le porte si aprirono. Uscì un ragazzo sulla trentina, lo sguardo perso nel vuoto. La rosa lo salutò cordialmente e quello le passò accanto senza calcolarla minimamente. Sbuffò, lamentandosi col moro dei maleducati che abitavano nel palazzo. Sasuke la guardava confuso. Non aveva ancora capito come andavano le cose laggiù? Finalmente il numero otto si illuminò, le porte si aprirono e Sakura si fiondò immediatamente verso la porta di casa, il ragazzo la seguiva lentamente sempre con la busta in mano. Ad un certo punto si bloccò, vedendo che la ragazza fissava l'entrata di casa sua con gli occhi sgranati. Passò velocemente lo sguardo da lei alla porta, notando che era socchiusa. La rosa corse velocemente verso casa chiamando i nomi delle gemelle e posando ovunque lo sguardo sperando di poterle vedere. Il moro stava sullo stipite della porta guardando la scena annoiato. Quella si preoccupava troppo. Non era possibile che quelle bambine fossero uscite dalla palazzina. Ad un certo punto sentirono un rumore provenire dalle stanze da letto. Sakura si avvicinò, ma proprio in quel momento qualcosa le venne incontro e la sorpassò, passandole sotto le gambe. Sasuke alzò un sopracciglio. Che ci faceva Akamaru lì? Nello stesso momento arrivarono le bambine correndo, forse cercavano di prendere il cagnolino e dietro di loro il moro riuscì a scorgere il fratello.

-Fine, Rein!-

Esclamò felice la ragazza, che, non riuscendo a mantenere l'equilibrio dato che le gemelle le erano arrivate contro cadde col sedere per terra, ma non sembrò preoccuparsene. Era contenta di vedere che stavano bene. Le abbracciò e per poco le due non soffocarono. Il moro guardava tutto ciò disgustato, poi lanciò un'occhiataccia al fratello e lui gli sorrise.

-Ehilà Sas'ke-

-Che ci facevi tu qui Itachi?-

Il maggiore degli Uchiha si mise una mano dietro la testa e cominciò a ridere.

-Sai Sas'ke, ero venuto per chiedere una cosa a Haruno, ma non l'ho trovata in casa-

La rosa guardò interrogativa il ragazzo.

-Già e poi Itachi e Akamaru...-

-...sono rimasti a giocare con noi-

Spiegarono le bambine. Sakura si rialzò e fece un inchino all'Uchiha.

-Allora la ringrazio Uchiha...-

-Chiamami pure Itachi-

Gli sorrise, poi spostò lo sguardo sulle gemelle e mise entrambe le mani sui fianchi.

-Vi avevo raccomandato di non aprire a nessuno-

-Ma...-

-...noi...-

-Non potete aprire a chiunque bussi alla porta!-

Le due abbassarono gli occhi tristemente.

-Ci...-

-...dispiace-

L'Haruno sospirò e infine si rivoltò verso il fratello di Sasuke.

-Bè Uchi...Itachi...grazie-

Lui le sorrise dolcemente.

-È stato un piacere...e poi queste due sono così adorabili!-

Disse posando le mani sulle teste delle gemelle.

-Se ti serve aiuto con loro non esitare a chiamarmi, d'accordo?-

La rosa annuì e ringraziò ancora una volta. Sasuke, che non riusciva a sopportare la scena da bella famigliola felice, fece capire al fratello che se ne sarebbe andato, così Itachi salutò le tre e, con Akamaru in braccio, entrò nel suo appartamento. Dopo che gli Uchiha furono usciti calò un po' di silenzio nell'appartamento. Fine e Rein avevano paura che la rosa fosse arrabbiata con loro, ma in realtà Sakura era arrabbiata con se stessa, perchè le aveva lasciate sole in casa. Fortunatamente il silenzio fu rotto dalla rossa che indicò la busta che Sasuke aveva lasciato sul divano, chiedendo cosa fosse.

 

Dopo che i due fratelli ebbero finito di cenare, il più piccolo tra i due si mise a sedere sul divano e accese la televisione. Lo schermo si accese, e la voce di uno dei nuovi cantanti emergenti si diffuse nella stanza. In quel momento il moro si ricordò che non era riuscito a far cantare l'Haruno. Domani doveva riuscirci, assolutamente. Voleva risentire la sua voce cristallina e provare le stesse emozioni che aveva provato quando l'aveva sentita la sera scorsa. Voleva sentirla e ci sarebbe riuscito. Itachi si sedette vicino a lui tutto sorridente. Il moro non ci badò e continuò a fissare lo schermo.

-Allora Sas'ke...-

Lo guardò distrattamente.

-Cosa intendi fare con Sakura?-

Alzò un sopracciglio. Che si era fumato suo fratello?

-È così adorabile! E anche le sue sorelline lo sono...-

Sbuffò. E con questo?

-Potrebbe essere la ragazza ideale per te Sas'ke! È tutto l'opposto di te-

Disse ridendo.

-Lei è tutto l'opposto dei tizi che abitano questo palazzo, Itachi-

Il maggiore guardò il fratellino. Ora non rideva più.

-Non dovrebbe stare qui-

Sbuffò.

-Invece, proprio perchè è tutto l'opposto, dovrebbe stare qui! Forse lei riuscirà a farti entrare in quella zucca qualche bel pensiero!-

Silenzio. Se con bel pensiero intendeva quelli che aveva lui con le Idol ventenni, allora preferiva continuare a pensare le cose di sempre. Itachi abbassò lo sguardo e Sasuke, stanco di stare lì con lui, si alzò e si diresse in camera.

-Ricordati Sas'ke...-

Si bloccò prima di entrare in camera.

-Ognuno prende le cose a modo suo. C'è chi riesce, o almeno cerca, di mascherarle dietro una maschera o chi semplicemente si chiude in sé stesso come stai facendo tu-

E il ragazzo chiuse la porta sbattendola rumorosamente. Itachi continuò a guardare il pavimento, seduto sul divano e intanto delle lacrime cominciarono a rigargli il volto. Lui voleva solo aiutare suo fratello a uscire dal suo isolamento.

 

-Fine, Rein, è ora di andare a dormire-

-Uffa!-

Brontolarono in coro le due.

-Non lamentatevi e andate in camera-

Sbuffando obbedirono alla rosa che, sospirando, si mise a sedere su una delle sedie della cucina. Guardò fuori dalla finestra. Perchè lui non era lì con loro? Sia alzò e si diresse verso la camera delle gemelle, dopo che loro l'avevano chiamata a gran voce. Si affacciò e trovo le due coricate nei loro lettini. Sorrise.

-Cosa c'è ora?-

-Ci canti...

-...qualcosa?-

Sussultò. Come? Scosse la testa, dicendo loro che dovevano dormire ora, ma Fine e Rein non si arrendevano, così Sakura si mise a sedere al centro della stanza, una mano sul letto di Fine e l'altra su quello di Rein.

-When I am down and, oh my soul, so weary...-
Le due piccole si guardarono e sorrisero.
-When troubles come and my heart burdened be...-
Piano, piano la melodia le catturò interamente e cominciarono a socchiudere gli occhi.
-Then, I am still and wait here in the silence...-
Sakura cantava trattenendo le lacrime. Quella canzone l'avevano scritta insieme per le gemelle.
-Until you come and sit awhile with me-

Guardò le gemelle e sorrise. Si erano addormentate. Si rialzò e si diresse verso il balconcino. Ora che aveva cominciato non riusciva più a smettere.
-You raise me up, so I can stand on mountains...-
A lei piaceva tanto quella canzone, perchè le ricordava i giorni felici trascorsi insieme. Non riusciva, non poteva dimenticarlo e non lo avrebbe mai fatto.
-You raise me up, to walk on stormy seas...-
In quel momento il moro se ne stava poggiato alla parete di camera sua. Gli ci voleva proprio quella specie di discussione con suo fratello. Chiuse gli occhi, sperando di poter risentire la voce melodiosa dell'altra notte. Aveva tenuto la finestra aperta apposta.
-I am strong, when I am on your shoulders...-
Sorrise. E infatti non sbagliava.
-You raise me up: To more than I can be-
Se possibile, quella canzone era anche più bella della precedente. Il moro cominciò a perdersi in ricordi, alcuni dei quali non pensava nemmeno di avere, e una lacrima gli rigò la guancia.
-There is no life - no life without it's hunger, Each restless heart beats so imperfectly...-
Lei stava bene. Quando cantava stava davvero bene. Solo in quel momento poteva sentirsi davvero libera, libera da tutto.
-But when you come and I am filled with wonder, Sometimes, I think I glimpse eternity-
Sasuke scacciò velocemente con la mano quella cosa che gli stava bagnando la guancia. Accidenti, stava piangendo. Non credeva che sarebbe più riuscito a piangere...
-You raise me up: To more than I can be-

  
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