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Autore: elenelessar    25/02/2006    4 recensioni
Si alzò, e si avvicinò a lui. “Cos’è questo tono con cui mi aggredisci nella mia casa? Non vi ho forse accolto qui, senza sapere nulla di voi, solo per aiutarvi? Vi ho forse chiesto qualcosa? – la sua voce era calma ma fredda come una lama, e dai suoi occhi non traspariva alcun sentimento – non aspettavo certo alcuna ricompensa per avervi aiutato, ma questa che mi mostri è davvero una ben strana riconoscenza!” Aragorn fece un passo indietro, confuso. Sapeva di essere stato scortese, ma ugualmente aveva bisogno di sapere la verità. Nella situazione in cui erano, sentiva di non potersi fidare di nessuno. “Ti chiedo perdono, le mie parole sono state di certo troppo dure. Ma ugualmente ho bisogno che tu risponda alla mia domanda. Ti prego di credermi se ti dico che devo guardarmi da ogni ombra.”
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23) Orchi, ancora orchi. Ovunque corpi di orchi, morti, feriti...a terra, ammassati gli uni sugli altri...Gimli si fermò, con il fiato grosso.
Da quanto correva?
Era tornato indietro lungo la strada fatta, seguendo le tracce lasciate, ed in più punti, dove la battaglia aveva infuriato, ne aveva trovato i resti.
Ma dei compagni, nessun segno. Forse anche loro si stavano spostando in cerca di Frodo, e quindi non si erano incrociati.
O forse...strizzò i piccoli occhi, scuotendo la testa. Si rifiutava anche solo di pensare che potessero essere morti.
Ma dove potevano essere? Ormai era notte fonda, e lui non possedeva certo la vista degli elfi! Mentre era perso in queste riflessioni, alzò il capo, e vide qualcosa in movimento, poco lontano.
Sembrava...sembrava il falco che Menel aveva regalato a Legolas! Volteggiava su una radura poco lontano, ed ogni tanto emetteva uno stridìo.
Gimli corse avanti, tra gli alberi, cercandolo. Ma quando arrivò ad averlo proprio sul capo, si fermò, deluso.
Era già passato di lì, e non aveva trovato nulla.
Faroth scese lentamente, e si posò su di un ramo, proprio di fronte al nano.
“Accidenti...ehm...Faroth, vieni qui... – chiamò incerto, porgendogli il braccio – uhm, ora mi metto anche a parlare con gli animali...su bello, vieni!”
il falco si alzò, e con grande stupore di Gimli, andò a posarglisi sul polso.
“oh...bhe...bene! Faroth, dov’è il tuo padrone? Lo hai visto? Vorrei che tu potessi capirmi, ma non sono un elfo...” sussurrò tristemente, carezzando il capo del falco.
Faroth piegò la testa di lato, fissandolo, poi aprì interamente le ali, ed emise uno schiocco.
“Sto perdendo tempo...tu non puoi dirmi nulla, ed io non so proprio dove cercare...”
In quel momento il falco si alzò in volo, e riprese a girare in cerchio.
“Eppure sono certo che...”
Si interruppe. Dopo qualche giro, Faroth si era abbassato, andando a posarsi proprio in mezzo agli orchi. Gimli deglutì. La paura tornò a fargli battere forte il cuore, mentre a passi incerti si avvicinava, temendo di trovarsi da un momento all’altro davanti al corpo di uno dei compagni.
“No...” sussurrò quando vide una delle bianche mani di Legolas, per metà nascosta dalla stoffa, illuminata debolmente dalla luce della luna.
Si abbassò quando riconobbe il grigio mantello di Lorien, e delicatamente lo scostò, scoprendo i capelli biondi dell’amico.
“Noooooooooo!” gridò, colto da una improvvisa rabbia. Si alzò, e con forza spostò il corpo dell’uruk-hai, che per metà copriva quello dell’elfo.
“Legolas...” provò a chiamare piano, mentre lo sollevava, girandolo sulla schiena.
Nell’incerta luce lunare gli parve che l’elfo avesse mosso impercettibilmente le labbra.
Si chinò su di lui, e grande fu la sua gioia, quando sentì, nel silenzio spettrale di quel luogo, il cuore dell’amico battere debolmente.

Aragorn si lasciò cadere a terra. Con il capo chino, sedeva accanto a Boromir, piangendo in silenzio. I lunghi riccioli scuri ricadevano avanti, coprendogli gli occhi, e nella poca luce della luna appariva vecchio e stanco, piegato dagli anni e dalla fatica.
Accanto a lui, in piedi, era Sam. Immobile, continuava a singhiozzare, senza riuscire a staccare gli occhi dall’amico morto.
Sentiva un dolore sordo, nel quale si mischiava tutto ciò che negli ultimi giorni aveva dovuto sopportare. Paura, preoccupazione, rabbia...ed ora Boromir era morto, ed insieme al dolore per averlo perduto, Sam sentiva anche il rimorso pungergli il cuore.
Aveva sospettato di lui. Per giorni l’aveva controllato, convinto di poter vedere in seno alla compagnia un nemico altrettanto pericoloso di quelli che provenivano dal nero cancello, o dall’alto della torre di Ortanch.
Era stato ingiusto nei confronti di chi aveva dato la vita per proteggere il portatore dell’anello, ed ormai non avrebbe potuto riparare in alcun modo…
I pensieri di Aragorn non erano meno cupi. Boromir era morto, Frodo scomparso…non sapeva dove fossero gli altri compagni, e Gandalf…Gandalf era caduto, lasciandoli soli.
Lasciando a lui quel compito nel quale sentiva di aver fallito.
Si sentiva irrimediabilmente solo. Solo davanti a questa grande responsabilità, davanti all’evidenza che la loro missione era sempre più appesa ad una bava di ragno…
Rimase a lungo così, stringendo la mano dell’amico. Poi si scosse. Lentamente, con fatica, si mise in piedi. Raccolse Anduril e la rimise nel fodero. Poi si voltò verso Samvise, che era seduto in un angolo, con la fronte sulle ginocchia.
“Andiamo, Sam. Su, alzati!”
L’hobbit alzò la testa, e fissò Aragorn con gli occhi rossi e gonfi. “No… - si voltò verso Boromir – non possiamo…”
“Torneremo dopo, Sam, ora dobbiamo andare.”
“Ma…”
“Non lasceremo Boromir insepolto, puoi starne certo. Riceverà ciò che ha meritato con il grande coraggio dimostrato. Ma non adesso. Frodo è qua attorno, da qualche parte, e dobbiamo trovarlo, prima che lo facciano gli orchetti.”
Al pensiero di Frodo, Samvise rimase un attimo a bocca aperta.
Come aveva potuto dimenticarlo? Il suo povero padrone, che ora probabilmente era in pericolo, forse ferito…
Balzò in piedi, asciugandosi gli occhi con una manica. “Andiamo, dunque!” e corse avanti, scendendo giù per la gola.

Frodo camminava, facendo attenzione a non fare il minimo rumore. Avvolto nel grigio mantello, con il cappuccio ancora calato sul capo, era poco più di una piccola ombra silenziosa.
Tutto attorno a lui taceva. Probabilmente non vi erano orchi sulle sue tracce, o li avrebbe sentiti. Anche se il suo cuore batteva così forte che gli sembrava quasi che avrebbe potuto coprire ogni rumore…
Lentamente, con i piedi pieni di graffi, arrivò alla caletta in cui avevano tirato in secco le barche. Non c’era nessuno, come aveva immaginato. Si sedette accanto al piccolo fuoco spento frettolosamente, e sospirò.
Le barche erano pronte, vicino all’acqua. Sarebbe bastata una piccola spinta, e sarebbe potuto partire da quel luogo….ma perché pensava a queste cose? Si rese conto che di nuovo il desiderio di lasciare i compagni e proseguire da solo si stava facendo strada dentro di lui.
Non avrebbe saputo spiegare il perché. Si fidava dei compagni, era certo di poterlo fare…anche di Boromir, che aveva combattuto con ogni sua forza accanto a lui.
Dov’era ora? Frodo tremò al pensiero di ciò che poteva essergli accaduto, dopo che si erano separati.
Ancora una volta i suoi amici stavano soffrendo per causa sua, e lui non era in grado di fare nulla per aiutarli…si alzò, e lentamente si avvicinò ad una delle barche.
Lentamente le girò attorno, percorrendone con le dita il bordo levigato.

Gimli sollevò Legolas, facendo quanta più attenzione poteva. Lentamente, camminando tra i cadaveri degli orchi, lo portò fuori dalla radura in cui si era svolta la battaglia, e lo posò ai piedi di un albero.
Si tolse l’elmo, e si passò una mano sulla testa. Non c’era abbastanza luce per capire se l’elfo fosse ferito…
“Uhm.. – borbottò tra sé – non so proprio cosa fare, amico mio. Un nano non ha certo paura di portare del peso, ma temo a muoverti troppo, nè tantomeno intendo lasciarti qui solo...se almeno riuscissi a capire se sei ferito!”
Mentre era intento in queste riflessioni, sentì un battito d’ali sul proprio capo, e vide Faroth posarsi su un ramo.
Nei piccoli occhi scuri del nano balenò un’idea. Alzò il braccio e chiamò il falco, che andò a posarvisi docilmente.
“Vedo che io e te cominciamo a capirci, piccolo amico! – disse carezzando il petto del falco – ho bisogno del tuo aiuto, Faroth. Devi cercare Aragorn e portarlo qui, hai capito?”
Faroth emise uno stridìo, poi aprì le ali e si sollevò in volo, scomparendo in breve alla vista del nano.
“Avrà capito davvero? – borbottò chinandosi sull’amico ed aprendogli la casacca – spero proprio di sì...ed ora vediamo se riesco a capire se sei ferito...”

Aragorn camminava lentamente giù per il pendio, chino versa terra. Per fortuna aveva trovato subito le tracce lasciate dalla caduta di Frodo, e seguendole arrivò al punto in cui l’hobbit era atterrato tra i rovi.
Per fortuna, risalendo lungo il versante opposto, le tracce erano molto più nitide, ed in pochi balzi il ramingo fu all’albero ai cui piedi Frodo si era fermato. Sam arrancava dietro di lui.
Aragorn si guardò attorno. Le tracce proseguivano ancora per pochi passi, poi erano coperte e cancellate da moltissime orme di orchi.
“C’erano alcuni uruk-hai sulla tracce di Frodo, ma non lo hanno saputo seguire. Vedi, Sam – disse rivolgendosi all’hobbit che era arrivato alle sue spalle – qui si sono divisi...perché probabilmente non sapevano dove cercarlo.
Questo è un buon segno, significa che potrebbe essergli sfuggito. Tuttavia così facendo non sono più in grado di trovarlo...”
“Cosa possiamo fare allora?”
Rimase ancora un po’ fermo, a pensare, poi si mosse deciso.
“Di qua. Andremo da questa parte.”
“Pensi che Frodo abbia preso questa strada?”
“No, non ti so dire dove sia Frodo. Ma la maggior parte degli orchi è andata in questa direzione. Se Frodo è lontano, è probabile che ormai sia al sicuro. Ma se ha preso questa strada, ormai l’avranno trovato, ed è necessario correre là al più presto.”
E così dicendo prese a correre tra gli alberi, e di nuovo Sam gli si gettò dietro. Ma dopo poco si accorse di essere rimasto indietro. Si fermò ansimando. Non riusciva più a vederlo.
“Accidenti! – mormorò – dove può essere andato?”
Si sedette su una radice, tristemente. Non poteva certo mettersi a cercarlo...e in ogni caso, di che utilità gli sarebbe stato, se Aragorn avesse trovato gli uruk-hai? Si grattò la testa, pensieroso. In fondo, non era tanto convinto che Frodo fosse andato verso l’alto. Anzi, conoscendolo...scattò in piedi, battendosi la fronte con la mano.
“Samvise Gamgee, se non hai gambe, dovrai avere testa! Dove può essere andato il tuo caro padrone, se è libero e nessuno lo segue? Io credo che abbia cercato di tornare alle barche, dove forse spera di trovare ancora qualcuno...e dove andrò io!”
E detto questo, prese a correre con nuove energie giù, verso il corso del fiume.

Frodo era in piedi, sulla riva del fiume. Già da alcuni minuti fissava il riverbero della luce lunare sull’acqua, e non riusciva a decidere cosa fare.
Continuava ad essere tentato dall’idea di prendere una delle barche ed attraversare il fiume, e non avrebbe saputo neanche dire il perché...all’improvviso si mosse.
Si avvicinò ad una delle barche e la svuotò di ogni cosa non sua. Poi prese un paio di coperte e le sistemò sul fondo. Stava cominciando a spingere il piccolo scafo in acqua, quando sentì passi di corsa ed il respiro affannoso di qualcuno che si stava avvicinando.
Si voltò inquieto, ma vide subito che si trattava del suo fido Sam, che nell’ultimo tratto di strada aveva preso a correre così forte che sembrava quasi rotolasse.
“Sam!” gridò, mentre un sorriso gli illuminava il volto, e corse ad abbracciarlo.
“Oh, padron Frodo! State bene! Sono stato così in pena! Venite, andiamo a cercare gli altri!” e così facendo lo prese per un braccio, ma si accorse che Frodo non lo seguiva.
“Cosa c’è, ora?”
“Non vengo, Sam, ho deciso di andare.”
Samvise rimase un attimo senza parole, e Frodo si lasciò cadere a terra, prendendosi la testa tra le mani.
“Non ne posso più! Basta, non voglio più continuare in questo modo! State soffrendo tutti, ed è solo colpa mia! Non posso più vedervi così...cosa sarà accaduto a Boromir? E tutti gli altri? Non posso più permettere che continuiate a rischiare la vita per me...”
Sam rimase esterrefatto, davanti al suo povero padrone, piegato a terra, e con il volto rigato da grosse lacrime...forse aveva ragione. Forse non aveva più senso che la compagnia proseguisse con loro. Decise di non dire nulla della morte di Boromir, e prendendo Frodo per le braccia, lo sollevò dolcemente.
“Devo andare, Sam, lo capisci?”
“Certo, padron Frodo, lo so...è per questo che vi accompagnerò!”
“Sam, no...io...”
In tutta risposta Sam lo spinse verso la barca, per poi correre a prendere il proprio fagotto, ed un’altra coperta.
“Su, su, non state a parlare! Se aspettiamo ancora un po’, torneranno, e non vi sarà più modo di andare! E non guardatemi così...non mi importa cosa ci aspetta, non potete lasciarmi qua da solo a morire di paura per voi!”
Frodo tentò ancora una volta di opporsi, ma capì che sarebbe stato inutile. Il volto deciso ed allegro di Sam gli tolse ogni paura, e gettando nella barca il remo, la spinse in acqua.
Salirono, ed in poco la barca grigia fu in mezzo alla corrente, scivolando silenziosa verso la riva opposta.



eccomi ancora una volta qua! spero tanto vi sia piaciuto anche questo capitolo...
allora, innanzitutto, farò subito una premessa: forse dicendo che eravamo ormai alla fine ho fatto un po' di confusione, perciò sarò più chira, ok?
I capitoli della fic sono in tutto 27, quindi, oltre a questo, ne mancano ancora 4... mi spiace, ma nessuna storia è infinita, giusto?

ed ora i consueti saluti:

Kessachan: sono tanto contenta che la mia fic ti abbia fatto affezionare!!! stavolta ho aggiornato con un po' di ritardo, ma alla fine eccomi qua!

Jenny: grazie mille per tutti i complimenti... spero che questo capitolo ti piaccia, dato che ho cercato di dare spazio ai personaggi "secondari", come Sam e Gimli...

Frodomicina: le tue recensioni mi mancheranno, questo è certo, ma questa storia dovrà pur finire, prima o poi!!!! visto che il tuo Frodo sta bene? un bacione...

Narsil: evviva, una nuova lettrice!!! spero che almeno un po' la curiosità sia stata soddisfatta da questo capitolo! ma nei prossimi, ogni cosa si spiega...

un bacione a tutte, e come sempre...alla prossima!!!
  
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