Questa è una storia ambientata in un luogo non definito e in un tempo che richiama i nostri giorni. Mi sono ispirata a un sogno che feci quand ero piccola. Ero una bambina molto turbata e tormentata da incubi, ma questa storia mi piaceva. Non ho memoria precisa di questo sogno, ma decisi di svilupparne la base e scriverne un racconto sperando di allettare anche gli animi di altri lettori amanti del fantasy. In questa storia non ci sono Elfi, Nani o Fauni, ne si svolge in boschi fatati, ma sono presenti altre creature che sono sempre presenti nelle nostre menti: le nostre paure e il loro mondo.
"... I suoi occhi non sono visibili, un velo nero gli copre il volto ma io sento il suo sguardo penetrarmi fin nelle membra tanto da farmi cedere le ginocchia e non potermi sorreggere più. Se mai potessi vedere il suo viso, credo che ricorderebbe i petali di un fiore avvizzito che cresce nella neve d'inverno, il cui gambo, il suo corpo, è fragile e piegato, sorretto da un filo d'erba, anch'esso sopravvissuto appena al gelo."