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Autore: 3lo_2ofi    02/06/2011    1 recensioni
...-Lexa!- sentii una voce famigliare chiamarmi, Callie, meno male, non ci siamo persi.
-Hey Callie.. Dove siete?- chiesi guardandomi attorno.
-Non lo so. Sono andata in bagno.. E non trovo più il tavolo..- disse sorridendo da ebete.
Vidi Nathan con la coda dell’occhio cadere all’indietro di botto.. Anche io le prime volte reagivo cosi, ma poi ci si fa l’abitudine.
-Tu, Sei un Mark al femminile..- disse lui alzandosi in piedi.
-Ahah!- fece Callie divertita.. Non so se dalla mia faccia, che descriveva quanta pena e quanto irritamento mi provava Callie in questi momenti… O per Nathan.. Che ancora non sapeva come reagire.
[Estratto dal capitolo 6]
Genere: Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un piccolo e misero periodo (Di quanto? NdaCallie)(E io che ne so? NdaLexa) siamo tornate alla carica!!
 
 
 Buona lettura e commentate!!
 
 
 
Stranamente stavo mangiando in silenzio. E anche gli altri se n’erano accorti. Ma non ponendomi la domanda direttamente. Ma bisbigliando tra di loro.
-Chissà cos’ha Callie … è cosi silenziosa.- disse Daniel, un ragazzo della Royal dai capelli tirati all’indietro di uno strano grigio e gli occhi marroni al suo vicino, con i capelli grigi – viola, con delle cuffie e occhi grigi, mentre trincava il suo latte caldo.
Stavo ripensando alle ultime novità: a Jed che era tornato da noi, grazie a Lexa, alla mia nuovissima tecnica, “Clone di Callie”, e al bacio sulla guancia a Joseph … Ma certo! Era quello che frullandomi nella testa senza sosta, mi faceva stare buona e tranquilla al mio posto. Già il bacio, a … Joe … arrossi ricordandolo. Chissà cosa aveva pensato di me quando avevo agito.
Poi istintivamente il mio guardò si spostò verso il tavolo della Royal e lo vidi: che mi fissava. Me ne resi conto dopo, avvampai più di prima. Ormai mi sentivo esplodere e decisi di andare fuori, per prendere una boccata d’aria fresca. Lasciai lì la mia tazza, con gli urli di rimprovero di Lexa che mi seguirono finché non mi chiusi la porta alle spalle.
Prima di uscire presi la giacchetta, non so perché lo feci, ma ne fui subito contenta.
Faceva più fresco del solito, in effetti c’era aria di acqua. Quindi la misi subito, era proprio bella: era azzurra cielo fuori con l’interno rosso.
Poi mi resi conto che ero andata verso la spiaggia senza pensarci. Mi attirava la vastità di quella distesa azzurra. Aveva ragione Harley, l’oceano è proprio bello.
Anche se quel giorno a differenza di altri, il cielo era grigio il mare pareva ancora più misterioso e attirava come non mai.
Presi a camminare a bordo dell’acqua, e mi solleticava le dita dei piedi. Ero uscita senza scarpe, dalla troppa fretta. Poi infilai le mani in tasca e percepì qualcosa di piccolo quadrato, e un filo che terminava con oggetti simili a … cuffiette! Ecco dove avevo ficcato l’i-pod!!
Erano un sacco di giorni che non lo trovavo più, diciamo da quando eravamo partiti.
Lo tirai fuori e mi misi subito ad ascoltarlo. Quando ero sola mi piaceva concentrarmi solo sulla musica e nient’altro.  Lo agganciai alla felpa, sotto la giacca, e presi a fare una corsa leggera. M’infastidiva non tenere il ritmo delle canzoni, era vitale per me. Quasi, quanto giocare a calcio.
Era un'altra mia passione. Quando potevo e c’è n’era la possibilità, andavo a ballare. Spesso mi portavo dietro Lexa, anche se a lei ballare non è che le piaceva più di tanto. Sarebbe stato bello trovare una pista da ballo e scatenarsi con i nostri nuovi amici, chissà che cosa ne avrebbero pensato loro. Della mia idea, ne ero già entusiasta. Ora passava una delle mie canzoni preferite di Flashdance, “Maniac” di Michael Sembello. Mentre partiva il ritornello presi a danzare e a cantare.

- “She's a maniac, maniac on the floor 
And she's dancing like she's never danced before

She's a maniac, maniac on the floor 
And she's dancing like she's never danced before
 

 mi piaceva proprio quella canzone. La stavo ancora canticchiando quando decisi di fermarmi per un paio di minuti, per sentire la brezza marina tra i capelli. Mi sdraiai sulla sabbia umida di quella mattina, poi in un sussurro, dissi:
-Ma che diavolo mi sta succedendo …- e chiusi brevemente gli occhi.
In appartamento …
-Dove diavolo si è cacciata quella dobe?- gridava Lexa, impazzita. Correndo dall’ultimo piano, al primo e al pianterreno, mentre i ragazzi la seguivano con lo sguardo cercando di calmarla.
-Lexa cerca di tranquillizzarti. Lo sai meglio di noi com’è fatta Callie. Che a volte a questi scatti ormai si sa.- cercò di spiegare Nathan.
-No! Questo non lo accetto! Non può andarsene via cosi senza dire niente a nessuno! È proprio un’irresponsabile e, e … dobe!- ringhiò ancora lei.
-Credo che questa volta Callie l’abbia fatta grossa …- bisbigliò Torch a Gazel.
-Problemi fra sorelle.- rispose lui, a voce normale.
-Gazel, non sono vere sorelle anche se lo sembrano.- precisò Nelly. Lexa li fissò.
-Perché invece di stare qui a far niente e sparlarci dietro – disse nei confronti di alcuni –Non andiamo a cercarla?- mentre lo diceva aspettava una risposta, che fu troncata sul nascere.
-Voi non andrete da nessuna parte.- disse l’allenatrice mentre s’infilava il cappotto. –Voi rimarrete qui nel caso in cui tornasse, vado io a cercarla con il Signor Veteran.- ma Lexa scosse la testa.
-Non sono d’accordo. Pretendo di venire con voi.- poi al discorso s’introdusse Joe, che era stato in silenzio fino ad ora.
-E poi, più siamo e meglio é.- mentre lo diceva guardava Lexa, sorridendogli. Lei contraccambiò, stranamente. Lyna ci pensò su un attimo ma poi annuì.
-Allora è deciso. Gli altri rimangano qui. Prendiamo gli ombrelli e portiamo un cellulare noi, e uno voi. Nel caso tornasse fateci uno squillo.- disse, mentre uscivano dalla porta.
Tornando dall’addormentata in spiaggia …
Fu un tuono a farmi risvegliare. Apri gli occhi velocemente per dirigerli verso il cielo: c’erano dei nuvoloni nerissimi! E si era pure alzato un vento gelido.
Poi delle voci che urlavano il mio nome. Una assomigliava a quella pastosa di Joe e l’altra a quella di Lexa. Infatti li vidi poco dopo. Joe e Lexa indossavano ki-wey bianche mentre Lexa si era portata dietro un ombrello per me.
-Hey ragazzi! Che ci fate qui?- chiesi ai due. Lexa mi rispose sbraitando.
-Piuttosto saremmo noi a doverti fare questa domanda. Perché diavolo sei scappata?- chiese lei mentre Joe mi guardava. Mi metteva a disagio il suo sguardo.
-E-ecco …- cercai di dire, mentre con i piedi facevo cerchi sulla sabbia. –In realtà non sono scappata ….- cercai di giustificarmi.
-Ce lo dirai dopo in appartamento. Piuttosto tieni questo.- mi porse il mio ombrello rosso a pois bianchi. –Si sta avvicinando una tempesta.- disse lei severa scrutandomi. Io abbassai lo sguardo, mortificata. Poi un altro tuono molto più vicino mi fece spaventare, mentre una volata di aria gelida mi fece partire un brivido dalla spina dorsale alla punta dei capelli.
-Forza! Sta per piovere e non vorrei bagnarmi!- sottolineai, rivolgendomi a Lexa. Rispose: non condivideva la mia idea.
-Perché? La pioggia non ha mai ucciso nessuno..- concluse con sorriso arrogante: io non dissi niente, per ora.
-Ragazze, faccio una telefonata all’allenatrice per dirle di tornare all’appartamento.- annunciò Joe, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare e componendo velocemente il numero.
Mentre lui era occupato, io la trascinai lontano.
-Di certo non uccide, ma purifica. Non credi Lexandra?- lo dissi cosi piano che quasi non riuscì a sentirmi. S’infastidiva quando la chiamavo con il suo vero nome. Mi guardò malissimo, in alcuni momenti non la sopportavo proprio. Ma in varie parti della giornata facevamo a botta e risposta.
Poi Joe tornò dai noi
-Tutto bene? È successo qualcosa?- chiese, notando gli sguardi in cagnesco che ci lanciavamo.
-Niente.- rispondemmo assieme. –Presto, è ora di andare.- disse Lexa, poi prese a piovere. Mentre camminavamo nessuno accennava a parlare, io compresa.
Osservavo le goccioline che cadevano sull’acqua.
Poi dopo pochi minuti eravamo di nuovo in appartamento al caldo.
-Accidenti che tempaccio!- dissi io. Poi sbucarono tutte le testoline da ogni parte: chi dalla propria stanza, chi dal divano e chi dai piani superiori.
-Callie!!- disse Mark avvicinandosi. –Ma dov’eri finita? Eravamo tutti in pensiero per te!- disse lui sorridendo come a suo solito.
-Anche Torch era in pensiero.- disse la voce di Gazel, mentre mi giravo verso il rosso, vidi che il suo colorito divenne come i suoi capelli.
-Lo eravamo tutti. Non si fanno certe cose. Nemmeno per scherzo.- mi rimproverò lui. Io sorrisi. Che carini che erano con me. E sapevo per certo che pure Lexa pensava la stessa cosa. La vidi in un angolo con ancora addosso la giacca bagnata.
-E brava la nostra Lexa, che a ritrovato Callie.- disse Bobby. Lei non lo degnò di nessuno sguardo.
-Poi sentimmo di nuovo la porta aprirsi per poi richiudersi subito dopo.
-Bravo Joseph e brava Lexa.- disse l’allenatrice sbucando dal nulla. Poi mi fissò.
-Callie, seguimi.- disse severa. Io a testa bassa lo feci, fino a ritrovarci all’ultimo piano e nella sua stanza. Era pure un piccolo studio: con scrivania e il resto. Chiusi la porta dietro di me.
-Che cosa è successo?- chiese senza troppi giri di parole, seduta sulla sua poltrona in pelle. Io la fissai. Ma perché tutti credevano che fossi scappata?
-Ma niente allenatrice. E se posso essere sincera, non capisco il motivo per cui tutti avete pensato che sono scappata.- dissi tutto d’un fiato.
-Perché sei uscita, con in arrivo una tempesta e non l’hai detto a nessuno. Le onde del mare con questo tipo di vento diventano altissime. È abbastanza valido come motivo?- domandò lei con le braccia incrociate. Io non risposi ma annui solamente. Poi mi congedò, chiedendomi di avvertire gli altri che oggi l’allenamento c’è, lo saremmo sognato.
-Ragazzi, oggi l’allenamento non si fa!- lo dissi un po’ troppo allegramente, e gli altri se ne accorsero.
-Callie, sei più strana del solito. Stamattina te ne sei andata senza motivo, adesso sei felice che non ci sia l’allenamento.- disse Shawn, confuso.
-Non dirmi che hai paura della pioggia!- disse Torch, tornando al suo solito atteggiamento che odiavo.
-Chi può dirlo … né Calliope?- bisbigliò Lexa, in modo che potessi sentirlo solo io.
La giornata passò lentamente, anche troppo. Restammo giù tutto il giorno chiacchierando e facendo giochi stupidi. Ma siccome di uscire nessuno aveva voglia, che altro si poteva fare?
Lexa quel pomeriggio fu più scontrosa del solito, non parlò nemmeno con Jude e Nathan.
Il pomeriggio, mentre stavamo guardando un documentario trovato per caso in TV, tutti ammucchiati e mezzi addormentati, mi sorse spontanea la domanda.
-Ma dov’è Jed?- era tutto il giorno che non l’avevo visto in giro.
-A detto che voleva provare qualche strategia con Bayron.- rispose Eric, mangiucchiando rumorosamente qualche patatina al chili.
Ecco perché pareva che eravamo di meno. Poi in un attacco, Mark si alzò in piedi e prese a parlare.
-Ragazzi! Jed e Bayron sono fuori a provare qualche nuova tecnica e noi siamo qui a rimbambirci? Non mi sembra giusto. Che ne dite, usciamo anche noi?- chiese lui. Naturalmente il suo buon’umore contagiò tutti. Ma quel giorno in particolare non me.
Prima di uscire, me lo chiese un’ultima volta.
-Sei sicura Callie?- disse lui, mentre chiudeva la zip della giacca.
-Già, sei sicura, Calliope?- bisbigliò ancora Lexa. Quanto odiavo quando faceva cosi.
-Sicurissima, Mark. Non mi sento troppo bene, e uscendo mi prenderei un malanno. Per questa volta passo. Infondo non credo di scordare tutto!- dissi, facendo una risata sforzata. Lui annuì, poi mi saluto con un cenno della mano e usci con gli altri.
In appartamento erano rimaste Celia, Nelly, Silvia ed io. Addirittura l’allenatrice era uscita con i ragazzi.
Ero sdraiata sul divano. Mentre sentivo le voci delle manager discutere animatamente.
-Ma cosa dite ragazze! Smettetela!- disse una Silvia alquanto alterata. Mentre delle risate rimbombavano nell’aria.
-Ma guardala è tutta rossa! Quando ti dichiarerai al tuo Evans?- chiese Nelly. Antipatica!!
-Hahah … ok, adesso la smettiamo.- aggiunse Celia.
Poi non sapendo cosa fare chiusi gli occhi, mentre le gocce sui vetri mi cullavano con il loro dolce suono.
Quando riapri gli occhi vidi un viso al contrario e mi misi ad urlare.
-Haaaaaaaaa!!!- mi alzai velocemente e quella povera vittima, capitombolò a terra.
-Haio! Ma ti sembra questo il modo di trattare chi ti sta chiamando per la cena?- disse scontroso Scott.
-Haha, scusa. Non me l’aspettavo. Adesso arrivo.- Lui corse su per le scale poi raggiunsi gli altri.
-Buonasera Callie! Alla buon’ ora!- grido allegro Mark, dal suo posto a capotavola ingurgitando enormi quantità di insalata.
-HOaWn …- sbadigliai. –Ma che noia sta ancora piovendo?- chiesi, sedendomi con i capelli spiaccicati e le lacrime dello sbadiglio ancora agli occhi.
-Purtroppo si.- rispose Axel.
Poco dopo arrivò la cena: Carne e verdure cotte. Semplice ma sostanzioso. E come dessert c’erano le fragole. Mi abbuffai di quei deliziosi frutti rossi finché non ebbi mal di pancia. Quella sera già alle 21, eravamo tutti nelle proprio stanze.
-Non hai paura. Certo come no.- disse Lexa mettendosi una mano tra i capelli. Io intanto guardavo sotto il letto e dentro l’armadio.
-Guarda che il film era “Non aprite quella porta” e non “Monster & Company”.- spiegò lei con la goccia sulla nuca.
-Meglio essere preparati.- risposi io, serissima. Non vorrei che di notte mi mangiasse gli organi interni come spiedini Findus.- poi mutai il mio sguardo da ebete a serio.
-Piuttosto, grazie per oggi …- dissi in un sussurro.
-E di cosa?- chiesi lei, non pensandoci minimamente.
-Dell’ombrello, che domande. Se non l’avessi portato l’avrebbero scoperto.- lei mi guardò arrogante.
-Di niente. Però la prossima volta vedi di informarti.- disse, mentre si stendeva sotto le coperte.
-Mi scusi.- risposi io, civettando. –E comunque, non chiamarmi più Calliope. Buona notte Lexandra. Ora siamo pari.- dissi io sogghignando.
-Ok non lo faccio più. Notte Calliope.- e chiuse gli occhi. Io m’infuriai.
-Lexaaa!!!- gridai tirandole il cuscino per poi chiudere gli occhi anchio e addormentandomi subito dopo. Sfinita da quella giornata piena di pensieri.




Finito. Scusate se il prossimo arriverà tardi. Ci scusiamo già!
Bye-biii   ;D 

  
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