Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: KillianDestroy    03/06/2011    1 recensioni
Shannon è solo, ha perso l'amore della sua vita e suo figlio da qualche anno. Non riesce a dare un senso alla sua vita finchè un giorno non incontra una ragazzina che gli darà uno scopo...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Oh, Shan, è un pensiero dolcissimo!”
Il suo sorriso mi scaldò il cuore, come sempre. Eravamo sulla spiaggia, il vento le muoveva i lunghi capelli ramati e leggermente arricciati, facendola sembrare una dea. Era rimasta sorpresa dal mio regalo di compleanno: un ciondolo a forma di cuore con incise sul davanti la scritta ‘S & J’, mentre dietro si leggeva una frase, d’amore, che non riesco a ricordare.
“Sono contento che ti piaccia.”
La baciai teneramente, sfiorandole il volto con delicatezza.
“Voglio che tu mi faccia una promessa, Jasmine. Promettimi che non mi lascerai mai, che resterai per sempre con me.”
“Te lo prometto.”
“Ti amo, Jaz, e voglio sposarti.”
Rimase pietrificata dalla mia proposta. Non ne avevamo mai parlato, ma io era da tanto che glielo volevo chiedere, e quella mi sembrava l’occasione perfetta.
“Anche io, Shan, anche io voglio sposarti.”
Aveva le lacrime per la gioia. Ma in quel momento sentii in lontananza la voce di Jared che mi chiamava. Decisi di ignorarlo, finchè la voce non si fece più vicina …
 
“Svegliati Shannon!”
Caddi dal letto per lo spavento. Mio fratello era in piedi davanti a me, arrabbiatissimo come non mai, con le braccia conserte e l’aria scocciata.
“Cosa c’è, Bro? Stavo dormendo benissimo!”
“Alzati, vestiti e scendi IMMEDIATAMENTE! Abbiamo un’intervista radio tra meno di un’ora.”
Feci come mi disse: mai contraddire Jared prima di un’intervista/esibizione/appuntamento. MAI.
Dopo esattamente 40 minuti eravamo alla stazione radio. L’intervista andò come al solito: le solite domande, le solite risposte, qualche battuta maliziosa e poi via. Avevo intenzione di portare mio fratello a casa, per poi passare in ospedale, ma lui mi fermò prima.
“Vengo con te!”
“Perché?”
“Sono curioso …”
Sbuffo: mio fratello non imparerà mai.
“Jared, non è un cuccioletto abbandonato e senza tetto, stiamo parlando di una ragazza con dei problemi seri.”
“Lo so, e non lo metto in dubbio, però vorrei veramente incontrarla.”
“E va bene!”
Andammo all’ospedale. La sua stanza era la stessa del giorno prima, tranne per dei fiori sul tavolo vicino alla finestra.
“Me li ha portati il mio ragazzo … non trovi sia un gesto così dolce?”
La sua voce cristallina risuonò nella stanza. Mi voltai verso mio fratello, ma lui non esitava: era fermamente convinto di ciò che aveva sentito.
“Evy, lui è Jared, mio fratello.”
“Molto piacere di conoscerti Jared …”
Lo guardò attentamente, non lasciandosi sfuggire nemmeno il minimo particolare di lui, e questo, lo ammetto, mi fece scattare un moto di gelosia.
“Piacere mio, Evy”
Poi, voltandosi verso di me, mi fece l’occhiolino.
“Io vado un attimo a fare una telefonato. Con permesso …”
Lasciò la stanza, ed io potei finalmente sedermi di fianco a lei. Le accarezzai le ferite sulla fronte, poi quelle delle guance, per poi sfiorare con la punta delle dita il labbro spaccato.
“Cosa è successo?”
Si fece seria improvvisamente. Non voleva parlarne, ma io avevo un estremo bisogno di sapere.
“Ti prego, rispondimi, è importante per me sapere …”
“No, non è vero. E poi, cose te ne dovrebbe interessare della mia vita? Sei solo uno sconosciuto”
“Sarò pure solo uno sconosciuto, ma sento di dover far parte della tua vita, e voglio che tu faccia parte della mia.”
Rimase in silenzio per parecchio tempo, e io con lei. Decisi però di riprendere in mano la situazione.
“Facciamo  così, quando mi vorrai parlare, mi chiamerai, e io verrò.”
Mi alzai, spostando bruscamente la sedia.
“Dove vai?”
“Me ne vado, dato che non vuoi parlare.”
“No, ti prego. Rimani.”
Sul suo volto potevo benissimo vedere la paura, paura allo stato pure, di stare da sola.
“Perché?”
Non riusciva rispondermi, i singhiozzi non glielo permettevano.
“Lui … lui v-vuole … torn ... tornare”
“Non ti preoccupare.”
L’abbracciai.
“Ci sono io. Sarò qui a proteggerti.”
Questa volta mi strinse a se. Tremava, era come un cucciolo che cercava riparo, solo che era anche terrorizzata.
“Grazie.”
“Dormi, ne hai bisogno.”
Appena chiuse gli occhi, il respiro divenne più regolare ed ebbi la certezza che fosse caduta tra le braccia di Morfeo.
Passò un po’ di tempo, prima che la porta della stanza si aprì bruscamente ed un uomo con un ghigno disegnato in faccia entrò.







 
LO SO, MI VOLETE PICCHIARE/TORTURARE/UCCIDERE, E AVETE PERFETTAMENTE RAGIONE, PERCHè è QUASI UN MESE CHE NON MI FACCIO NEANCHE SENTIRE! solo che ... ODIO GLI ESAMI! 'ste cazzutissime tesine (che devo ancora terminare) mi portano via un casino di tempo e per di più ho avuto almeno una verifica/interrogazione/valutazione al giorno. Probabilmente non riuscirò più a pubblicare fino alla fine di giugno, ma giuro che il giorno stesso in cui faccio l'orale, appena torno a casa pubblico (certo, prima dovrei trovare il tempo di scrivere il capitolo .... ). E per di più questo capitolo mi fa abbastanza schifo, anzi parecchio, perchè non c'ho ancora trovato un senso. Volevo aggiungerci un pezzo solo che non ho il tempo per scriverlo e ho giusto 5 minuti per pubblicare e dopo devo tornare al lavoro, quindi lo metterò nel prossimo capitolo. 
Baci
Manu
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: KillianDestroy