Capitolo 5.
«Allora,
che ne pensi di April? La trovo molto carina e dolce.» chiese
Kurt
mentre camminava mano nella mano con Blaine verso casa.
«Molto
carina, sì.. Ma non mi convince fino in fondo.»
«Perché?»
fece Kurt stupito.
«Mah
-rispose distratto l'altro ponderando con attenzione le parole-
un'impressione.»
I due
si sedettero, silenziosi, sui gradini di fronte alla casa di Kurt.
«Ti va una tisana? Papà e Carol sono via per un
weekend romantico,
almeno se rimani qui a dormire non rischierai la figuraccia
dell'altra volta..»
«Mi
stai corrompendo con una tisana?» scherzò il
ricciolino.
«Ti
sembro corrompibile?»
Kurt e
le sue faccine.. Com'era possibile che qualcuno riuscisse a sembrare
così dolce e tenero anche con un'enorme teiera in mano e un
grembiule su cui troneggiava la scritta “Il miglior
ristorante è
quello della Mamma”?
Blaine
si mise comodo sul divano e si guardò attorno: la casa di
Kurt era
accogliente, piccola, certo, ma rispecchiava in toto la tua famiglia:
fotografie di Finn in tenuta di Football appese ai muri, fiori da
tutte le parti su ordine di Carol, e se guardava bene riusciva a
scorgere uno straccio di quelli che usava Burt in officina abilmente
camuffato sotto la poltrona.
«È
prontoo!» trillò Kurt facendo la sua comparsa con
il vassoio e due
tazze che fumavano. «Bevi, fa bene alla pelle!»
Blaine
sorrise comprensivo, e si avvicinò per posare un
delicatissimo bacio
a stampo sulle labbra dell'altro. Leggermente imbarazzati,
sorseggiarono la bevanda in silenzio, guardandosi di sfuggita ogni
tanto.
L'affinità
fra loro era tantissima ma riuscivano a non sentirsi a disagio negli
approcci più intimi. Dato che ciò costituiva una
delle principali
fonti di tormento per Blaine, quest'ultimo decise che avrebbe
affrontato la questione in maniera diretta.
Assecondò
Kurt quando volle guardare per la centesima volta Wicked, gli
stuzzicò dolcemente i capelli sperando che non si
addormentasse nel
bel mezzo dello spettacolo, mentre Glinda stava per cantare For Good
e si sorbì Defying Gravity almeno 10 volte, con allegati
commenti su
quanto Rachel la cantasse peggio di lui.
Mezzanotte
e un quarto, e i due decisero di spostarsi a letto. Adorava il letto
di Kurt, morbidissimo e profumato di lui.
«Vuoi
una maglia Blaine?»
«Si,
grazie.» rispose questo afferrando l'indumento lanciatogli e
levandosi istintivamente la camicia.
Un
gridolino e Kurt si era girato, coprendosi gli occhi in un tentativo
(vano) di nascondere la timidezza.
«Kurt,
puoi anche..»
«NO!
No, no, va bene così, anzi credo che andrò a
mettermi il pigiama e
poi la crema idratante e..»
Non
riuscì però a terminare la frase che la stretta
possente di Blaine
gli bloccò il polso.
«Kurt,
cosa succede? Hai.. Hai paura di me?»
«Paura?
Oh no, cosa dici, è solo che.. Magari avevi bisogno di un
po' di
privacy e..»
«Dammi
la mano.»
Il
ricciolino condusse la mano tremante dell'altro al petto, incurante
di non essere vestito. Le fece percorrere tutto lo spazio dello
sterno, gli addominali, senza staccare un secondo gli occhi da quelli
di Kurt.
Da
parte sua quest'ultimo non sapeva cosa fare, era totalmente
pietrificato e terrorizzato ma nello stesso tempo sentiva che il suo
cuore sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro, esattamente
mentre il suo palmo sinistro strisciava sulla pelle tonica di Blaine.
Kurt
iniziò ad ansimare mano a mano che la sua mano scendeva
pericolosamente.
L'altro
lo capì, la racchiuse tra le sue e la portò alle
labbra, poi si
avvicinò prendendo Kurt per i fianchi.
«Blaine,
tu vuoi farmi morire.»
«No,
solo vorrei che capissi che non devi avere paura di me..»
«Ma
io..»
«Sshh..»
In
pochi istanti la distanza tra loro era stata pienamente colmata. Le
loro labbra si intrecciavano perfettamente, come se fossero state
create apposta per rimanere unite tra loro; e le mani di Kurt, scosse
da un tremolio appena percettibile andarono a posarsi di nuovo sul
torace di Blaine, il cui cuore galoppava. Poco ancora e si trovarono
stretti e circondati dalle lenzuola color pesca del due piazze di
Kurt.
Le
dita di Blaine iniziarono a tormentare i jeans dell'altro, con
estrema delicatezza e ansia: sapeva benissimo che avrebbe potuto
tirarsi indietro da un momento all'altro.
Stranamente
non fu così, anzi, Kurt ripeté le stesse
identiche azioni su di
lui, finendo con ben poco addosso.
Le
labbra di Blaine, che si sentiva in dovere di tener in pugno la
situazione, si spostarono progressivamente sul collo di Kurt,
mordendo e baciando i punti giusti.
«Blaine?»
«Sì?»
«Credo..
Credo basti così..» sussurrò Kurt con
una voce impercettibile a
tratti.
«Scusa..
Io.. Mi sono lasciato prendere»
Pensieroso,
Blaine si staccò e si sedette a gambe incrociate, lo sguardo
fisso
su Kurt, che teneva le mani sul viso, a coprirsi gli occhi. Appena le
tolse, due gocce luccicanti fecero la loro apparizione negli angoli
interni dei suoi occhi.
«Ehi
ehi ehi.. Va tutto bene..» si affrettò a
rassicurarlo.
«Ho
rovinato tutto.»
«Kurt,
non hai rovinato nulla -fece dolcemente il riccio, avvicinandosi e
stringendo Kurt, che sembrava sempre più indifeso- va tutto
bene..»
Il
cuore di Kurt scoppiò in quell'istante. Come poteva esistere
qualcuno di così buono, comprensivo e paziente a fronte
della sua
costante paura?
«Ti
amo Blaine.» sussurrò.
«Cosa?»
«Ho
detto, ti amo.»