Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: 1rebeccam    03/06/2011    1 recensioni
“E’ troppo tardi…sono giù ormai da troppo tempo!”
Trema, non tanto perché è bagnato fradicio, ma perchè uno strano gelo si sta impossessando di lui.
Passa un minuto…gelo nelle sue ossa.
Un altro minuto…gelo nei suoi organi vitali.
Ancora un altro minuto…gelo nella sua anima…
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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Arrivati al comando, i colleghi stavano già al lavoro per cercare di dare un nome ai due corpi trovati sul furgone e c’erano anche Andrea e i genitori di Rebecca.
“Cosa fate qui?” chiede Ben ai suoceri.
“Come che facciamo qui! Vogliamo sapere se avete notizie, un commissario dell’anticrimine ci ha telefonato dopo aver trovato i documenti di Rebecca nella borsa, ci ha detto che è stata presa in ostaggio e che il furgone in fuga è finito nel Reno, ma non sappiamo nient’altro.” gli rispode Andrè preoccupato.
“Che idiota, non ha avuto neanche la compiacenza di aspettare che fossimo noi a dare la notizia.”
“Chi ci ha chiamati non importa, che notizie ci sono?”
“Sul furgone non hanno trovato nessuno…pensano  che possano essere stati sbalzati fuori ed  essere finiti nel fiume.”
“Vuoi dire che …che è morta!” balbetta Helena, la madre di Rebecca.
“No…non è morta!” e corre via dal comando.
Andrea prende per mano il marito...
“Semir, vagli dietro, non lo lasciare da solo.”
Ma prima che possa raggiungerlo Ben è già sparito di gran corsa con la moto.
“Seguilo, devi assolutamente trovarlo, non può rimanere da solo.”
Prima di mettersi in macchina arriva Hartmut: “Semir abbiamo terminato di ispezionare il furgone, ci sono diverse tracce di sangue che stanno ancora analizzando e poi ho trovato questa, gli mostra una bustina con dentro qualcosa, era incastrata nell’ingranaggio di chiusura del portello laterale.”
Semir prende la bustina, la guarda e con un sospiro se la mette in tasca:
“Grazie Hartmut, non parlarne ancora con i suoi genitori.” e sgomma alla ricerca del suo amico.
Lo cerca in lungo e in largo per più di 2 ore ma non riesce a trovarlo, va anche al tunnel, pensando che potesse essere tornato là niente, passa anche da casa sua due o tre volte. Niente.
Dove diavolo sei Ben, non fare sciocchezze.
Alla fine fa un altro tentativo e passa di nuovo davanti casa sua, lo vede davanti alla porta fermo e immobile, è ormai buio!
“Ben, ma dove sei stato, sono ore che ti cerco! Oh, mi rispondi, perché sei andato via così? Sono tutti in pena, tuo suocero mi chiama ogni 20 minuti per sapere se ti ho trovato.”
“Sono qui davanti da circa mezz’ora, non riesco a mettere la chiave nella toppa ed entrare. Speravo di trovare la luce accesa, ma dentro è buio…e io… non riesco ad entrare.”
“Vieni apro io, scaldarti un po’ sei gelato.”
 Semir apre la porta e accende la luce.
“Non è morta, se fosse morta io lo sentirei…perché non riuscirei a respirare! Invece respiro ancora, vuol dire che anche lei respira…Semir non sono matto, parlo sul serio, voglio guardare quei video e ispezionare il tunnel.”
L’amico guarda a terra, non riesce ad alzare lo sguardo su di lui.
“Che c’è Semir, devi dirmi qualcosa che non so ancora, vero? Te lo leggo in faccia, ti conosco.”
Semir si mette le mani in tasca tira fuori la bustina che gli ha consegnato qualche ora prima Hartmut e la dà a Ben.
“L’ha trovata Hartmut tra gli ingranaggi della chiusura del portello laterale del furgone.
Ben dimmi che non è di Rebecca.
Dimmi che non è la catenina che porta da sempre al collo e io ti seguo anche dentro le fogne, controllo tutti i tunnel che vuoi.”
Lui guarda la piccola catenina d’oro bianco con attaccata la crocetta di brillantini, sgrana gli occhi, accarezza la bustina e sorride.
“Non se la toglieva mai. Diceva che l’avrebbe protetta sempre e che non l’avrebbe mai persa.”
Stringe la bustina nel pugno, si porta le mani ai capelli e si piega su sé stesso…
Semir gli mette la mano sulla spalla: “Ben, so che qualunque cosa dicessi non servirebbe, ma permettimi di aiutarti.”
“Aiutarmi Semir, come? Io non ho più niente…non mi resta niente…non vedi… qui c’è solo buio…e silenzio”
Comincia a piangere disperato come se quella minuscola collanina avesse spezzato tutte le forze che fino a quel momento lo avevano lasciato aggrappato alla speranza che il suo Raggio di sole splendesse ancora!
“Ascolta Ben, ora prendiamo un po’ della tua roba e vieni a stare da me.”
“Perché dovrei, non ha senso, niente ha senso. Era lei ad avere paura per me, paura che io non tornassi a casa, che mi succedesse qualcosa…perché…perché?”
“Vieni a casa con me, non ti lascio qui da solo, stai da noi almeno per stanotte e domani vedremo il da farsi.”
A casa Andrea...
“Finalmente! lo hai trovato, ma dov’eri ci hai fatto stare in pena!”
Lo abbraccia teneramente, ma lui è rigido come una statua, si siede sul divano senza dire una parola, gli occhi ancora gonfi per le lacrime.
“Non vuoi che ti porti qualcosa di caldo?”
“No, grazie voglio solo stendermi qui sul divano…e stare solo.”
Andrea va verso il marito con gli occhi pieni di lacrime: “Andiamo, lasciamolo stare.”
“Ma io…”
Andrea prende da parte Semir.
“Ha bisogno di stare solo, è quasi mezzanotte, mettiamoci a letto più tardi veniamo a dare un’occhiata.”
Ma invece di stendersi Ben rimane seduto sul divano alla luce di una piccola lampada, immobile con lo sguardo nel vuoto, incapace di dormire…di pensare…
Ad un tratto alza gli occhi e vede Aida davanti a lui con il suo orsetto in braccio.
La piccola ha sentito rumore e si è svegliata e avendolo visto al buio sul divano di casa sua si è avvicinata.
“Zio Ben perché piangi…hai fatto la bua?”
Ben la guarda con una tenerezza infinita: “Si, ho la bua.”
“Dimmi dove, ti do bacino e passa tutto.”
Ben le tende le braccia: “Vieni qui principessa” lei gli corre incontro salta sulle sue ginocchia e gli dà un enorme bacio sul viso
e lui non riesce a non far scendere le lacrime, allora la bambina gli dà un altro bacio: “Non piangere, vedrai che passa presto.”
“Si passerà presto principessa.”
"Dov’è zia Bibi, ti dà bacino anche lei e la bua passa prima.”
Ben non riesce a rispondere nulla, la guarda e continua a piangere…
Aida fa segno col dito verso la finestra: “Ora è tardi, vedi fuori è buio. Ora si fa la nanna, facciamo la nanna assieme?”
e mentre lo dice gli mette la manina calda e delicata sopra una lacrima.
“Non piangere più zio Ben, ora Aida ti fa la nanna e domani la bua non c’è più.”
Ben la stringe forte: “Si, ora facciamo la nanna, tu abbracciami, tienimi stretto e non mi lasciare.”
Si distende sul divano con Aida sopra di lui, la bambina gli dà il suo orsetto e poi gli prende la mano e in meno di 2 minuti si addormenta. Mentre Ben la guarda si sente pervaso da una strana tranquillità e piano piano la stanchezza prende il sopravvento e si addormenta anche lui con gli occhi pieni di lacrime.
“Lasciamoli stare, la nostra bambina è riuscita con una carezza dove noi, con la nostra razionalità, non siamo arrivati.”
Dice Andrea mentr gli mette sopra una coperta.  
Si mettono a letto e si abbracciano stretti e Andrea con gli occhi pieni di lacrime non riesce a farsene una ragione.
“Non riesco ancora a crederci, non è possibile…non può essere”
lo ripete di continuo, sottovoce, singhiozzando…


…Nello stesso momento all’interno di un sotterraneo, un uomo tutto coperto con cappello e sciarpa dà una sberla fortissima ad un altro: “Sei un idiota Sven, perché non ti sei attenuto al piano, perché hai portato via anche quell’altra donna?”
“Capo, mi è apparsa davanti di colpo, si è messa ad urlare e noi dovevamo fuggire prima che suonassero l’allarme…non ho potuto fare altro.”
“Beh, sei un cretino, quella è la moglie di uno sbirro, ci saranno tutti addosso.”
“Ma hai detto che ci credono morti, annegati, trasportati chissà dove dalla corrente del Reno.”
“Ancora peggio, perché quello sbirro non si darà pace finchè non avrà acciuffato gli assassini di sua moglie, oggi sembrava un pazzo quando il suo collega è riuscito a portarlo via dal molo! Lasciamo perdere, ormai è fatta! Portami qui l’altra ragazza, sbrigati.”


“Ehi, sei sveglia?” chiede una delle ragazze legate con una catena ad una tubatura.
“Si, non riuscirei a chiudere occhio in questa posizione…e poi fa troppo freddo. Sei bendata anche tu?!”
“Si, io mi chiamo Ester…beh il fatto che ci hanno bendate significa che non vogliono farci del male, non li abbiamo visti in faccia e non sappiamo nemmeno dove siamo.”
“Io sono Rebecca, sembra un sotterraneo. Quando il furgone si è fermato eravamo sicuramente dentro una galleria o qualcosa del genere, ma non ho capito dove siamo entrati dopo. Comunque non preoccuparti, sono certa che ci stanno ancora cercando!”
“Spero che abbia ragione!”
"Mio marito è un ispettore della polizia, non si fermerà finchè non mi avrà ritrovato.”
“Che sollievo! Così sei la moglie di un poliziotto!”
Si sente il rumore metallico di una chiave che apre un catenaccio, si spalanca la porta, anch’essa di metallo, senza dire una parola Sven slega Ester e la porta via, mentre lei comincia a gridare e implorare di lasciarla.
Anche Rebecca grida chiedendo di lasciarla stare, di non farle del male.
Allora Sven torna indietro e le urla contro:
“Sta zitta, tanto qui non ti sente nessuno e non ti verrà a prendere nessuno. Vi credono morte!”
Ride fortissimo ed esce portando via Ester.
La porta si richiude pesantemente, anche il lucchetto viene richiuso, poi nessun altro rumore…silenzio…
Rebecca si porta istintivamente le mani sul collo e si rende conto di non avere più la sua collanina, stringe i pugni:
“O Signore aiutami ti prego, si tocca la fede nuziale, la stringe nella mano, è l’unica cosa che la tiene legata al suo Ben, sarò coraggiosa, lo so che mi stai cercando amore mio, solo fa presto.”
Da sotto la benda che ha sugli occhi, cominciano a scendere calde lacrime, le prime che riesce a piangere da quando è cominciato questo incubo, è così terrorizzata che non è riuscita né a piangere, né a parlare fino a quel momento…
Si spalanca la porta dove si trova l’uomo misterioso, Sven fa entrare Ester, le toglie la benda e la slega, poi esce!
Lui si avvicina, le mette una mano sul viso: “Spero che tu non abbia preso troppo freddo là sotto…Amore mio!”
Lei gli butta le braccia al collo e lo bacia appassionatamente…
“Quanto tempo ancora devo stare di sotto con quella, lo sai che suo marito fa il poliziotto!? Sven ci ha messo proprio in un bel guaio.”
“Devi restare sennò si potrebbe insospettire, tu sei un ostaggio e lei deve continuare a crederci, deve potersi fidare di te.”
“E’ stata calma fino ad ora, ma credo che si stia spaventando sul serio. Che pensi di fare con lei.”
“Non lo so, intanto pensano tutti che siete morti, per la polizia il caso è già risolto, hanno la refurtiva e stanno cercando dei cadaveri nel Reno e il fatto che il denaro sia stato trovato sul furgone, non ha lasciato dubbi, ma se le cose dovessero cambiare potremmo sempre usarla come merce di scambio. Però il nostro piano è davvero fantastico, siamo ricchi.”
“D’accordo, tesoro, perciò devo tornare di sotto!? Vedrai sarò la sua più cara amica.”
“Si, però più tardi farò in modo che Sven vi porti via da qui, non vorrei che quei due fossero tanto scaltri da capire il piano del tunnel, se fosse così potrebbero trovarvi, invece non dobbiamo lasciare tracce.”

Continua...

 
  
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